GIRLS POWER
«Sanae Takaichi: 237». Il funzionario della camera bassa della dieta ha appena pronunciato l’esito del voto. La neo presidente del Partito liberaldemocratico (Pld) ha le preferenze necessarie per la nomina al primo turno e diventa ufficialmente la prima premier donna della storia del Giappone, senza far parte di una delle potenti dinastie della politica nipponica. Appena sentito il risultato, Takaichi si lascia andare a un sospiro di sollievo.
LEADER NAZIONALISTA della fazione ultra-conservatrice del partito che governa quasi ininterrottamente da oltre 70 anni, Takaichi ha conquistato a sorpresa la presidenza del Pld a inizio ottobre, dopo le dimissioni di Shigeru Ishiba. Ma, fino a pochi giorni fa, la sua nomina a premier sembrava a rischio. Soprattutto dopo la clamorosa rottura con il Komeito, partito centrista e pacifista che era alleato del Pld dal 1999. Alla base della frattura, le posizioni anti-immigrati di Takaichi, nonché la mancanza di garanzie sulla necessità di pulizia dopo il maxi scandalo sui finanziamenti del 2024. Per qualche giorno, l’opposizione aveva cullato il sogno di un ribaltone. Ma le enormi divergenze tra le tante anime di una costellazione eterogenea l’hanno impedito. Alla vigilia del voto parlamentare, Takaichi ha trovato l’intesa coi conservatori del Nippon Ishin no Kai (Partito dell’innovazione), spostando dunque con decisione il baricentro del governo verso destra. Tanto che persino i sovranisti del Sanseito hanno aperto a un appoggio esterno su alcuni temi specifici.
