Quella sulle regole e' bellissimacinico ha scritto: Sei forte, capitano. Contrapponi chi è stato nelle regole (privilegiate, per carità) a chi non le rispetta (gli evasori), e dici che dovrebbero pagare i primi.
In altro post fai riferimento ai piccoli imprenditori che adesso stanno con le pezze al culo, ma che negli anni 70-80 prosperavano. Ho idea che anche allora molti lavorassero parte in nero, sbaglio? E magari ora si lamentano perché i cinesi sono fuori dalle regole e li costringono a chiudere.
Sul discorso dei servizi pubblici ti basta attendere poco. se andiamo avanti a seguire le letterine di Draghi verrà sbolognato tutto ai privati.

Praticamente uno che va in pensione a 29 anni e' nel giusto e uno che cerca di non lavorare gratis 8 mesi all'anno (ma solo 6) per pagargli la pensione e' un delinquente.
Tutte queste belle cose non sono poi state decise dal padreterno, ma da una accozzaglia di persone poi finite in galera o scappate all'estero per corruzioni, consussioni, associazioni mafiose ecc.
Eh, ma le regole vanno rispettate

Come mai i partigiani che non le rispettavano sono i buoni e chi le dettava e' finito a testa in giu'?
Forse c'e' un limite a tutto?
Probabilmente sei molto giovane e non sei al corrente delle "regole" commerciali di quegli anni.
Negli anni 60 e 70 le cose erano un po diverse, tasse se ne pagavano pochissime. Non c'erano scontrini fiscali. (C'erano le ricevute ovviamente, ma meno tasse, meno IVA meno gabelle)
Pero' che strano, non c'era nemmeno il debito pubblico (c'era ma era ridicolo). Che strano

Ma non dipendeva dall'evasione fiscale?
Riguardo ai servizi pubblici, il mio tormentone e' meno stipendi ai burocrati e piu' servizi utili.
Mi sembra una opinione legittima, logica e di buon senso. Solo che qui dentro non trova molti consensi.
Sembra preferiate pagare stipendi inutili al posto di prevenire disastri. Mah.....
Il direttore del Censis, Giuseppe Roma, offre un dato statistico inoppugnabile e una spiegazione plausibile. Scrive sul Sole 24 Ore: “Una media di sette inondazioni all’anno, nell’ultimo ventennio, non possono essere considerate semplici disgrazie, patologie dovute all’eccessiva antropizzazione e ai cambiamenti climatici. [...] Vanno attribuiti alla incapacità di organizzare un processo complesso”. La pressione demografica connessa alla domanda abitativa, l’abusivismo conseguente, non bastano a spiegare i disastri. Sotto accusa va messa l’inefficiente moltiplicazione dei soggetti deputati agli interventi e alla prevenzione dei rischi. Troppe sono le sovrapposizioni di competenze: Ministero dell’Ambiente, Mef, Protezione Civile, Regioni, Comuni, Province, autorità delle reti idriche, dei parchi, consorzi di bonifica, Università….l’elenco è interminabile. Tutti insieme succhiano soldi che spendono solo per gli stipendi e si pestano i piedi fra di loro.