[O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

Scatta il fluido erotico...

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Greata
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1666 Messaggio da Greata »

belnudo ha scritto:
Helmut ha scritto:Vi svelo un segreto:

Monica Bellucci porta la taglia 48...!!!

:DDD
pensavo la 50, vista la pancia e il culo
a spisa sa mangia :043
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belnudo
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1667 Messaggio da belnudo »

Belen è icona di semplicità e carisma.
Due bellezze diverse, due 'tipi'.
Entrambi apprezzati dal popolo maschile e dai media.
Ma questo Festival sta piano piano rivelando i nuovi volti di Elisabetta Canalis e Belen Rodriguez.
Qualche riflessione sparsa.
La prima, nonostante il fisico esile e il visino sottile, pesa sul palco come non fa la ben più formosa argentina.
S'incurva, non è sicura sui tacchi, allunga le mani in maniera scomposta sulle buste dei verdetti e ride anche quando non c'è nulla da ridere. Qualche esempio.
Presa dalla brama di mostrare quanto conosce l'inglese, nel presentare la cantante Eliza Doolittle, non si è resa conto che c'era la traduttrice, le ha parlato sopra e, ripresa da Gianni Morandi, non ha neanche capito al primo colpo l'errore.
Poi, ancora una volta sopraffatta dall'ansia di recitare la sua particina, non ha aspettato la fine degli applausi per cominciare a parlare.
Non si fa, direbbero i veterani dello spettacolo.
Anche qui, rintuzzata dal buon Gianni, non ha capito immediatamente.
Anche le Iene l'hanno bacchettata.
Con ironia, come fanno loro.
Ma intanto l'hanno presa in giro e non hanno riservato lo stesso trattamento alla compagna-rivale.
Insomma, nonostante gli stilisti (bravissimi) abbiano fatto di tutto, Elisabetta non riesce ad avere grazia: ha energia, è carina, fa molta scena in posa, ma ricorda più una cubista da discoteca che una presentatrice di gala.
Il suo modello estetico è l'insegnante di fitness.

Tutt'altra cosa Belen.
Modello ballerina di tango.
Una bomba a orologeria tenuta sotto chiave.
Perfino gli stilisti se ne sono accorti e hanno pensato per lei abiti meno trendi e più classici.
Un po' per quella malinconia che le vela gli occhi, riportando chi la osserva ai colori e alle musiche del Sudamerica, un po' per la capacità di 'stare al suo posto', ma dare il meglio di sè negli spazi in cui è protagonista (come il tango della prima serata e l'interpretazione di Malo nella seconda), risulta più sensuale sul palco.
E non è tutto.
Chissà come potrebbe essere se non fosse intimidita dalle vicende che mischiano gossip e politica, dagli scandali-coca dei mesi scorsi e dall'esuberante fidanzato.
Secondo qualcuno riuscirebbe a non intaccare lo stile del Festival anche nuda, tanta è la sua grazia.
Anche perché, si potrebbe obiettare, ci sono donne che si denudano nei palazzi della politica e la kermesse più pop della tv deve essere pudica? Provocatoriamente, l'appello da fare a Masi stavolta potrebbe essere: "Caro Masi, tu che di belle donne te ne intendi guarda il potenziale di Belen!".
http://affaritaliani.libero.it/sanremo/ ... 10211.html

proprio così, per Canalis l'inizio e la fine di una carriera mai iniziata, velina era e velina è rimasta.
surclassata dalla Belen
STATO LADRO & RAPINATORE
La ricchezza è solo un boccaglio in un mare di merda (N. Balasso)

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dboon
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1668 Messaggio da dboon »

capolavoro il pezzo dei La Crus

http://www.youtube.com/watch?v=bjZK-33BVS8

:baciaculo:
"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi

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Antonchik
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1669 Messaggio da Antonchik »

POLEMICHE STERILI SU COMPENSO,MA IL NODO È LA VERITÀ STORICA
Roberto Benigni e le "dimenticanze" sull'Unità d'Italia
Esegesi dell'esegesi del comico toscano
Roberto Benigni e le 'dimenticanze' sull'Unità d'Italia

20/02/2011, ore 15:40 -
Prima di qualsiasi riflessione sul lungo monologo-esegesi sull'Unità d'Italia e sull'inno di Mameli con il quale Roberto Benigni ha intrattenuto i telespettatori e gli ospiti del Festival di Sanremo, è doverosa una precisazione: chi scrive ha in corpo quel "sano patriottisimo gioioso" del quale ha parlato con grande trasporto e sincerità il grande comico toscano; chi scrive non crede e mai crederà nella divisione del Bel Paese; chi scrive non si lascia tentare da nostalgie borboniche e filo-monarchiche alla "w o' re".
La critica alla critica benignana, dunque, parte esclusivamente dal desiderio sempre più forte di vedere finalmente riemersa una verità storica che proprio da 150 anni viene sommersa da tonnellate di menzogne, favole raccontate dai vincitori ed insulti perpetui e sfacciati alle vittime di un'Unità che è stata, come ogni processo di unificazione nazionale, violenta e per nulla romantica e repentina.
Del resto, anche senza nutrire particolari simpatie per la casa Borbonica, vederla descritta come una sorta di cancro salvificamente ed altruisticamente estirpato dalla venuta dei Savoia, risulta ingiusto e gravissimo soprattutto per i milioni di meridionali uccisi non certo per essere "liberati" dall'oppressore borbonico, ma, al contrario, per subire una vera e propria colonizzazione ed un durissimo e barbarico regime volto esclusivamente ad assorbire più risorse possibili ed a risucchiare le ricchezze di un territorio che non è nato povero come la retorica didattica dilagante vuole lasciar credere.
Non si comprende, infatti, la descrizione eroica ed appunto romanzata di personaggi sicuramente controversi come Giuseppe Garibaldi e Camillo Benso conte di Cavour. Così come non si comprende il motivo della "beatificazione leggendaria" di quella marcia dei 1000 che di eroico ebbe poco o nulla e di furfantesco-fortunoso moltissimo. Eppure, le verità (scomode) sull'Unità d'Italia dovrebbero essere oramai stranote a personaggi del calibro di Benigni e dovrebbero trovare finalmente spazio anche sulla tv nazionale. Se Unità fraterna, profonda, reale e trasparente deve essere, allora occore sapere cosa è sul serio accaduto per ottenere quella farlocca che ci ritroviamo oggi. Non per dividere; non per creare ulteriori atomismi in un paese già "geneticamente" frammentato in ridicole e miopi lotte identitarie aggrappate al passato e terrorizzate dal presente e dal futuro; non per fomentare sentimenti scissionisti o di vendetta nei confronti dei pronipoti di quei soldati settentrionali che massacrarono le popolazioni del Sud. Ogni vera nazione matura, però, ha dovuto trovare il coraggio e la forza di guardare negli occhi la violenza del proprio passato e delle proprie lotte intestine. La guerra fratricida, piaccia o no, fa difatti parte della storia dell'uomo fin dalle origini.
Tanto per citare uno dei casi più eclatanti ed eloquenti, basta ricordare che anche gli americani hanno lottato duramente prima per la propria indipendenza dalla corona britannica e, successivamente anche tra loro durante la guerra di secessione. Ai bimbi statunitensi, però, non si insegna una storia romanzata e fuorviante ma si presenta fin da subito la cruda realtà e le sanguinose lotte che i patrioti hanno condotto per dar vita a quella che resta ancora la potenzia mondiale. Benigni avrebbe forse potuto tentare una mossa incredibilmente ardita che comunque lo avrebbe inscritto per sempre nelle memorie di questo travagliato paese: parlare della vera Unità italiana per combatterne l'appiccicamento posticcio di etichette e storie da osteria brianzola imposto da 150 anni ad una nazione che ha giustamente definito "minorenne". Avrebbe ad esempio potuto dire che senza rinascita del Sud la penisola non ha speranze di sopravvivere alle sfide del mondo globale. Avrebbe potuto ricordare che sapere quanto il Regno delle Due Sicilie fosse stato grande, non serve per rievocarlo o per trovare giustificazioni ed intonare lagne vittimistiche ma, al contrario, per ricordare a chi è nato nel Mezzogiorno che ha tutte le possibilità per essere di nuovo "potente".
Avrebbe poi potuto ricordarsi di Cialdini, degli eccidi nei villaggi meridionali, del glorioso (e depredato) Banco di Napoli, della distrutta industria navale e tessile dei Borbone; dei primati incontestabili del loro regno. Non lo ha fatto ed ha scelto un buonismo unitario di eccelsa qualità per contrastare la misera e populistica retorica secessionista della Lega Nord. Il risultato è stato buono per la "massa" ma sicuramente monco per chi, da grandi uomini come l'artista toscano che ci rende onore nel mondo, si aspetta cose altrettanti grandi e slanci coraggiosi.
La polemica infinita su quei 250.000 euro che sarebbero frutto di un compenso troppo generoso, in ultimo, non fa altro che confermare per l'ennesima volta l'incredibile, imbarazzante, ipocrita e quasi grottesca retorica di una destra già umiliata ed umiliante ai tempi di Indro Montanelli ed oggi definitivamente destinata, come del resto la sedicente sinistra, ad un moralismo ad personam che si dimostra sempre più incapace di trovare contatto con una moralità diffusa, forte e credibile.

IL VERO RISORGIMENTO ITALIANO RACCONTATO DAI GRANDI
Del resto, come tutti i più informati sanno, sono innumerevoli gli storici e gli intellettuali che nel corso degli anni hanno tentato di far emergere la verità storica sul Risorgimento italiano. Di seguito, per aiutare anche i lettori più assuefatti alla propaganda retorica dei vincitori, ci permettiamo di citare Indro Montanelli, Antonio Gramsci ed addirittura lo stesso conte di Cavour

"La guerra contro il brigantaggio, insorto contro lo Stato unitario, costò più morti di tutti quelli del Risorgimento. Abbiamo sempre vissuto su dei falsi: il falso del Risorgimento che assomiglia ben poco a quello che ci fanno studiare a scuola!"
Indro Montanelli

"Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti".
Antonio Gramsci

"Come ha potuto solo per un momento uno spirito fine come il tuo, credere che noi vogliamo che il Re di Napoli conceda la Costituzione. Quello che noi vogliamo e che faremo è impadronirci dei suoi Stati"
Camillo Benso conte di Cavour (all’ambasciatore Ruggero Gabaleone)

"Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell’Italia Meridionale, temendo di esser preso a sassate, essendo colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio".
Giuseppe Garibaldi

E dunque, perchè continuare a voler forzare un sentimento unitario raccontando fiabesche e spudorate menzogne e soprendersi per il fatto che quest'ultimo è appunto poco spontaneo e sentito dalla popolazione? Com'è possibile che anche Benigni abbia accettato di farsi portatore di una mole così schiacciante di falsità ed omissioni? E com'è possibile che molti sedicenti italiani sia così allergici a ridiscutere le proprie errate convinzioni? Tutti dilemmi tipici di un paese adolescente popolato da ingenui presuntuosi e governato da cinici ed avidi ottuagenari.


di Germano Milite
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Parakarro
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1670 Messaggio da Parakarro »

quindi la polemica è per un attore che ha preso troppi soldi o perchè ha recitato una menzogna?

no perchè se è per il compenso, diciamo che imprenditorialmente fare 20giga di telespettatori con 250k di euro lordi è un affare colossale! quindi la polemica cade...

se invece è per le falsità della storia... lo sanno pure i cani borbonici che lo spirito patriottico poco c'entrava con la spedizione garibaldina.. il che non smentisce NE' la fantastica poesia dell'inno, NE' la grande prosa di Benigni che per 40 minuti ha dato spettacolo improntando il tutto sulla cultura...

Ma è possibile che ci si debba sempre complicare la vita?

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Antonchik
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1671 Messaggio da Antonchik »

E chi l'ha sminuita la prosa di Benigni? E' un grandissimo attore ed ha anche una cultura immensa, ricordo che fu intervistato il professore che lo preparò per lo spettacolo della Divina Commedia e ne raccontò da strapparsi i capelli. Studiò per alcuni anni.

Non parlarmi però di cultura perchè se ammetti che lo spirito patriottico c'entrava poco con la spedizione garibaldina ammetti anche che allora determinate rappresentazioni di quel processo sono false. E secondo me "falso" non va tanto a braccetto con "cultura".

Non puoi, sapendo di essere un personaggio dotato di estremo carisma ed estrema comunicatività, andare in tv a cercare di far andare insieme "falso" e "cultura".

Sono io che ragiono in modo strano?
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1672 Messaggio da Parakarro »

altre al fatto che "si, ragioni in modo strano" :) tutta la polemica attorno a Benigni è montata solo perchè è stato ricompensato con un buon obolo e perchè, gli acculturati che frequentano la TV si devono sentire in dovere di dire la loro... offesi dal fatto che un comico gli caghi regolarmente in testa...

tutto il resto: il romanticismo dell'impresa, gli ideali, la dura realtà, le uccisioni, i briganti,l'intervento inglese, i massoni, i furti, i terroni,i leghisti ecc... conta poco... solite polemiche montate da frustrati che hanno poco da fare e troppo da dire

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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1673 Messaggio da Antonchik »

Peccato che io delle polemiche montate in tv o altrove abbia sentito/letto ben poco.

Sono tutte mie riflessioni mie personali, espresse meglio dal tizio di sopra (articolo trovato oggi) e se per te riflettere è qualcosa da frustrato devo prendere soltanto atto del fatto che esistano persone che la pensano così. Forse è meglio lavorare soltanto e tanto, una sega e poi crepare su un divano? Il tutto per non pensare magari.
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1674 Messaggio da kisho »

non credo che benigni volesse far cultura, ne raccontare verità storiche. voleva solo farci avere un sussulto patriottico raccontando (in modo romanzato) l'inno.

i soldi li ha devoluti al mayer.

insisto polemiche inutili e sterili. non capisco il motivo per cui qualcuno senta la necessità di fare una qualsivoglia polemica.
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1675 Messaggio da Capitanvideo »

Antonchik ha scritto: Sono io che ragiono in modo strano?
No, e' solo un paese basato sulla propaganda e sulla menzogna.
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1676 Messaggio da Capitanvideo »

kisho ha scritto:non credo che benigni volesse far cultura, ne raccontare verità storiche. voleva solo farci avere un sussulto patriottico raccontando (in modo romanzato) l'inno.
Amen.

Cmq a me il patriottismo fa pena.
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1677 Messaggio da kisho »

ti fa pena perchè sei italiano ;)
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1678 Messaggio da Capitanvideo »

kisho ha scritto:ti fa pena perchè sei italiano ;)
Ci ho pensato anch'io, ma non credo.

La trovo una cosa senza senso.

Forse pero' ci serve per progredire piu' in fretta, una sorta di concorrenza tra fessi. :DDD
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1679 Messaggio da Antonchik »

kisho ha scritto:non credo che benigni volesse far cultura, ne raccontare verità storiche. voleva solo farci avere un sussulto patriottico raccontando (in modo romanzato) l'inno.

i soldi li ha devoluti al mayer.

insisto polemiche inutili e sterili. non capisco il motivo per cui qualcuno senta la necessità di fare una qualsivoglia polemica.
E io insisto, non sono polemiche ma osservazioni, nè inutili (perchè i pensieri non sono mai inutili) nè sterili.

Ti sfugge che nonostante Benigni ci abbia fatto avere un sussulto patriottico, la gente quando è emozionata registra meglio i concetti. Ora 20 milioni di persone hanno registrato una certa visione del Risorgimento, errata. Cosa c'è di positivo in questo?
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Re: [O.T.] Perchè Sanremo è Sanremo!

#1680 Messaggio da kisho »

va bene, va bene... sei libero di pensarla come vuoi... mi pare solo il tipico atteggiamento italico... di minchiate ne ha dette pure sui colori della bandiera... ma il senso estetico del patriottismo, quello era!
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