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da cui traggo la mia nuova firma

STATO LADRO
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Tranquilli. Il culo lo stanno facendo a me.danny_the_dog ha scritto:Adesso arriva Krystal e ti fa il culoCapitanvideo ha scritto:Tratto da Libertarianation.org
“Essendo marito di una farmacista dipendente, mi sono negli anni fatto una cultura, e soprattutto un’idea abbastanza precisa della faccenda. E secondo me è molto semplice: il monopolio delle farmacie è particolarmente odioso (altro che tassisti) e va spezzato il prima possibile.
Cominciamo a mettere le cose in chiaro. Oggi c’è stato un articolo di Filippo Facci sulla questione con qualche imprecisione e discorsi un po’ confusi. E quindi anche se io e Facci siamo più o meno d’accordo sulle conclusioni, è bene mettere le cose in chiaro e in fila una per una.
1) I farmacisti si dividono in “titolari di licenza”, cioé possessori di una farmacia, e dipendenti. I primi sono quasi sempre datori di lavoro dei secondi. Esiste quindi un rapporto di subordinazione ben preciso fra le due figure professionali.
2) Tutti i farmacisti di entrambe le categorie devono essere iscritti all’ordine dei farmacisti della provincia di appartenenza, non importa se titolare o dipendente. Ovvio che il rapporto di subordinazione si trasferisca diretto all’interno dell’ordine. Che tra l’altro, ovviamente non serve a niente, se non ad incassare la quota di iscrizione (ma infatti io mi chiedo: a che serve un ordine per dei dipendenti? può avere senso per dei liberi professionisti, ma per dei dipendenti?) Non parliamo poi della cassa (l’ENPAF) o addirittura dell’ONAOSI, ci sarebbero da fare almeno altri due post a parte.
3) Le licenze sono regolate con la cosiddetta “pianta organica del comune”, che decide il numero massimo di farmacie, la distanza minima tra farmacie nelle varie zone della città, ecc. Quindi, non è che se ti laurei in farmacia e hai i soldi puoi ottenere una licenza: devi aspettare che un titolare che ce l’ha te la venda. Quindi, ti servono tanti, tantissimi soldi, parecchi milioni di euro; e devi aspettare che qualcuno venda (evento molto ma molto raro). Inoltre, se hai una farmacia e vuoi spostarti da un’altra parte della città, difficilmente potrai farlo senza andare a violare le distanze minime. Quindi, tutto bloccato.
4) L’obiettivo di ogni titolare è di passare la farmacia ai figli, naturalmente. Che quindi spesso studiano farmacia. Ma non è detto che siano delle cime e quindi magari non arrivano a laurearsi in tempo prima della dipartita del genitore (eh, è un problemone, sapete?). Ma niente paura. La legge dice che la licenza rimane al figlio che ha 10 anni di tempo per laurearsi.
Naturalmente, il futuro dottore in medicina non può gestire in prima persona la farmacia (e ci mancherebbe), ma può assumere un direttore (dipendente) che gestisca il tutto in attesa della laurea per predestinato. Ci sono stati casi in cui il figlio si è iscritto alla facoltà di farmacia solo dopo aver ereditato. E in 10 anni ci stai largo, vai, qualunque chiorbone si laurea alla fine (eh, sono diritti acquisiti, non si possono mica levare queste cose qui).
Può in effetti succedere che il farmacista non abbia figli; oppure che i figli non siano interessati, e allora può decidere di passare all’incasso e vendere la licenza, che come potrete immaginare costa un bel po’. Ma sono casi rari.
5) Per mettere su una parafarmacia (una delle liberalizzazioni di Bersani) serve almeno un farmacista, ma non serve una licenza. Le parafarmacie possono vendere farmaci da banco (SOP, ovvero farmaci Senza l’Obbligo della Prescrizione medica). Ad esempio, il Moment, l’aspirina, il paracetamolo. Attenzione, deve comunque essere un farmacista a venderti il farmaco, non un commesso qualunque.
6) Idem per la grande distribuzione. Se Coop o Esselunga volessero vendere farmaci, dovrebbero assumere dei farmacisti, usare una porzione del negozio e metterci un banco con dietro un farmacista che vi da i farmaci. Anche per una “semplice” aspirina.
Per difendersi, i farmacisti titolari invece tirano spesso fuori la storiella della grande distribuzione che metterebbe i farmaci sugli scaffali, con le commesse che ve li passano alla cassa. Ma non è vero, pura menzogna propagandistica (ma una menzogna ripetuta tante volte, specialmente in TV, diventa verità).
7) I farmaci di fascia C non sono il moment e l’aspirina, come dice Facci. Come detto, quelli sono farmaci da banco. E i farmaci da banco sono già in vendita presso le parafarmacie perché non serve la ricetta. I farmaci di fascia C invece sono quelli con ricetta ma a totale carico del cliente. Cioè, lo stato non sussidia, non scuce un euro per un farmaco di fascia C (a parte per i grandi invalidi di guerra, che ormai sono rimasti in pochini).
8 ) Come giustamente dice Facci: per il Viagra e il Cialis, moltissime farmacie non chiedono la ricetta per fare più soldi. Nella farmacia dove lavora mia moglie ho assistito più volte a litigi con il cliente che sosteneva “nell’altra farmacia me lo hanno dato, come mai voi chiedete la ricetta?”
9) Poi ci sarebbe da parlare delle farmacie comunali. Farmacie ma di proprietà del comune. Che ovviamente ha un conflitto di interessi grosso come una casa, in quanto regola la pianta organica e possiede farmacie. Ma lasciamo perdere per ora, non mettiamo troppa carne al fuoco. [...]”.
Io comunque da quando hanno aperto la parafarmacia nel supermercato vicino a casa vado lì, fanculo al farmacista spocchioso dove andavo prima.
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Cmq per me possono anche mantenere lo status quo, non e' certo con due liberalizzazioni che si risolvono i problemi strutturali di questo cesso di paese.KrystalClub ha scritto: Anyway, l'articolo contiene diverse inesattezze anche grossolane (o forse è stato scritto anni fa).
Alcune ho già provato a confutarle, e non ho la caparbietà di un Helmut per continuare la discussione.
Ho avuto lo spazio per dire la mia; voi la vedete in maniera diametralmente opposta..."il tempo dirà chi è caduto e chi è rimasto indietro" (cit. Dylan).
Capitanvideo ha scritto:Cmq per me possono anche mantenere lo status quo, non e' certo con due liberalizzazioni che si risolvono i problemi strutturali di questo cesso di paese.KrystalClub ha scritto: Anyway, l'articolo contiene diverse inesattezze anche grossolane (o forse è stato scritto anni fa).
Alcune ho già provato a confutarle, e non ho la caparbietà di un Helmut per continuare la discussione.
Ho avuto lo spazio per dire la mia; voi la vedete in maniera diametralmente opposta..."il tempo dirà chi è caduto e chi è rimasto indietro" (cit. Dylan).
Anzi, non facendo nulla arriviamo prima al dunque.
Capitanvideo ha scritto:Cmq per me possono anche mantenere lo status quo, non e' certo con due liberalizzazioni che si risolvono i problemi strutturali di questo cesso di paese.KrystalClub ha scritto: Anyway, l'articolo contiene diverse inesattezze anche grossolane (o forse è stato scritto anni fa).
Alcune ho già provato a confutarle, e non ho la caparbietà di un Helmut per continuare la discussione.
Ho avuto lo spazio per dire la mia; voi la vedete in maniera diametralmente opposta..."il tempo dirà chi è caduto e chi è rimasto indietro" (cit. Dylan).
Anzi, non facendo nulla arriviamo prima al dunque.
Non mi fraintendere...non sto dicendo che bisogna istituire una società segreta. Ti ho fatto l'esempio dell'avvocato.Husker_Du ha scritto:Ma perche'?Heth ha scritto: D'accordo con te sull'esempio degli avvocati ma penso che una persona che ha studiato e si è formata per intraprendere una determinata professione debba essere anche tutelata per quanto riguarda la concorrenza.
Perche' non far si che sia la bravura e la produttivita' personale a determinare la tua tutela?
Perche' se hai una laurea, ma sei una capra, devo tutelarti?
Se sei scarso e c'e' concorrenza, allora non avrai clienti e cambierai mestiere.
La concorrenza aumenta la meritocrazia, non vedo perche' non lo si debba fare.
Tu dici che i clienti possono non sapere le differenze tra un laureato in lingue etc. etc. Ma questo e' un problema di ignoranza che puoi risovere con maggiore informazione non c'e' bisogno di creare barriere per proteggere una parte anziche' un'altra.
Inoltre nel tempo, il cliente imparera' a capire tale differenze ed andra' da quelli che fanno il il miglior rapporto qualita'/prezzo.
Ovvio che nelle liberalizzazioni qualcuno ci perde, di solito quelli meno bravi. Ovvio che nessuno vuole perdere.
Ma ora i tempi sono cambiati e non ci sono cazzi.
Le prestazioni scarse sono a carico del cliente, di che ti preoccupi?Heth ha scritto:Non mi fraintendere...non sto dicendo che bisogna istituire una società segreta. Ti ho fatto l'esempio dell'avvocato.Husker_Du ha scritto:Ma perche'?Heth ha scritto: D'accordo con te sull'esempio degli avvocati ma penso che una persona che ha studiato e si è formata per intraprendere una determinata professione debba essere anche tutelata per quanto riguarda la concorrenza.
Perche' non far si che sia la bravura e la produttivita' personale a determinare la tua tutela?
Perche' se hai una laurea, ma sei una capra, devo tutelarti?
Se sei scarso e c'e' concorrenza, allora non avrai clienti e cambierai mestiere.
La concorrenza aumenta la meritocrazia, non vedo perche' non lo si debba fare.
Tu dici che i clienti possono non sapere le differenze tra un laureato in lingue etc. etc. Ma questo e' un problema di ignoranza che puoi risovere con maggiore informazione non c'e' bisogno di creare barriere per proteggere una parte anziche' un'altra.
Inoltre nel tempo, il cliente imparera' a capire tale differenze ed andra' da quelli che fanno il il miglior rapporto qualita'/prezzo.
Ovvio che nelle liberalizzazioni qualcuno ci perde, di solito quelli meno bravi. Ovvio che nessuno vuole perdere.
Ma ora i tempi sono cambiati e non ci sono cazzi.
Se prendiamo due soggetti, uno iscritto all'albo avvocati e uno che vorrebbe farlo previo superamento d'esame si nota che entrambi hanno la STESSA LAUREA. In un certo senso una liberalizzazione in un contesto del genere potrebbe essere istituita (non so a questo punto, dopo tutta 'sta baraonda quanto sia utile il tirocinio, qualcosa di vero ci sarà ma io non so perchè non sono dell'ambiente).
Io interprete laureato in "interpretariato", invece, ho frequentato UN ALTRO CORSO rispetto all'improvvisato interprete laureato in "lingue e letterature straniere". E' questo il punto fondamentale da cui non si può prescindere. E' un po' come se un biologo si mettesse a fare il medico.![]()
Detto ciò, è anche vero che le aziende serie non chiamano certo questi "improvvisati", chiamano gente competente e qualificata. I nodi vengono al pettine e se strafai le figure di merda le farai, prima o poi. Le diverse preparazioni in certi contesti si sentono.
Però fatto sta che una fetta di mercato ci viene rubata da gente che fa tariffe da fame pur di accaparrarsi il cliente offrendo, ovviamente, prestazioni scarse.
Mi preoccupo perchè 'sta gente toglie mercato a noi!!belnudo ha scritto:Le prestazioni scarse sono a carico del cliente, di che ti preoccupi?Heth ha scritto:Non mi fraintendere...non sto dicendo che bisogna istituire una società segreta. Ti ho fatto l'esempio dell'avvocato.Husker_Du ha scritto:Ma perche'?Heth ha scritto: D'accordo con te sull'esempio degli avvocati ma penso che una persona che ha studiato e si è formata per intraprendere una determinata professione debba essere anche tutelata per quanto riguarda la concorrenza.
Perche' non far si che sia la bravura e la produttivita' personale a determinare la tua tutela?
Perche' se hai una laurea, ma sei una capra, devo tutelarti?
Se sei scarso e c'e' concorrenza, allora non avrai clienti e cambierai mestiere.
La concorrenza aumenta la meritocrazia, non vedo perche' non lo si debba fare.
Tu dici che i clienti possono non sapere le differenze tra un laureato in lingue etc. etc. Ma questo e' un problema di ignoranza che puoi risovere con maggiore informazione non c'e' bisogno di creare barriere per proteggere una parte anziche' un'altra.
Inoltre nel tempo, il cliente imparera' a capire tale differenze ed andra' da quelli che fanno il il miglior rapporto qualita'/prezzo.
Ovvio che nelle liberalizzazioni qualcuno ci perde, di solito quelli meno bravi. Ovvio che nessuno vuole perdere.
Ma ora i tempi sono cambiati e non ci sono cazzi.
Se prendiamo due soggetti, uno iscritto all'albo avvocati e uno che vorrebbe farlo previo superamento d'esame si nota che entrambi hanno la STESSA LAUREA. In un certo senso una liberalizzazione in un contesto del genere potrebbe essere istituita (non so a questo punto, dopo tutta 'sta baraonda quanto sia utile il tirocinio, qualcosa di vero ci sarà ma io non so perchè non sono dell'ambiente).
Io interprete laureato in "interpretariato", invece, ho frequentato UN ALTRO CORSO rispetto all'improvvisato interprete laureato in "lingue e letterature straniere". E' questo il punto fondamentale da cui non si può prescindere. E' un po' come se un biologo si mettesse a fare il medico.![]()
Detto ciò, è anche vero che le aziende serie non chiamano certo questi "improvvisati", chiamano gente competente e qualificata. I nodi vengono al pettine e se strafai le figure di merda le farai, prima o poi. Le diverse preparazioni in certi contesti si sentono.
Però fatto sta che una fetta di mercato ci viene rubata da gente che fa tariffe da fame pur di accaparrarsi il cliente offrendo, ovviamente, prestazioni scarse.
Il cliente paga per ciò che si aspetta da te, tutto il resto è filosofia.
Mi preoccupo perchè 'sta gente toglie mercato a noi!!belnudo ha scritto:Le prestazioni scarse sono a carico del cliente, di che ti preoccupi?Heth ha scritto:Non mi fraintendere...non sto dicendo che bisogna istituire una società segreta. Ti ho fatto l'esempio dell'avvocato.Husker_Du ha scritto:Ma perche'?Heth ha scritto: D'accordo con te sull'esempio degli avvocati ma penso che una persona che ha studiato e si è formata per intraprendere una determinata professione debba essere anche tutelata per quanto riguarda la concorrenza.
Perche' non far si che sia la bravura e la produttivita' personale a determinare la tua tutela?
Perche' se hai una laurea, ma sei una capra, devo tutelarti?
Se sei scarso e c'e' concorrenza, allora non avrai clienti e cambierai mestiere.
La concorrenza aumenta la meritocrazia, non vedo perche' non lo si debba fare.
Tu dici che i clienti possono non sapere le differenze tra un laureato in lingue etc. etc. Ma questo e' un problema di ignoranza che puoi risovere con maggiore informazione non c'e' bisogno di creare barriere per proteggere una parte anziche' un'altra.
Inoltre nel tempo, il cliente imparera' a capire tale differenze ed andra' da quelli che fanno il il miglior rapporto qualita'/prezzo.
Ovvio che nelle liberalizzazioni qualcuno ci perde, di solito quelli meno bravi. Ovvio che nessuno vuole perdere.
Ma ora i tempi sono cambiati e non ci sono cazzi.
Se prendiamo due soggetti, uno iscritto all'albo avvocati e uno che vorrebbe farlo previo superamento d'esame si nota che entrambi hanno la STESSA LAUREA. In un certo senso una liberalizzazione in un contesto del genere potrebbe essere istituita (non so a questo punto, dopo tutta 'sta baraonda quanto sia utile il tirocinio, qualcosa di vero ci sarà ma io non so perchè non sono dell'ambiente).
Io interprete laureato in "interpretariato", invece, ho frequentato UN ALTRO CORSO rispetto all'improvvisato interprete laureato in "lingue e letterature straniere". E' questo il punto fondamentale da cui non si può prescindere. E' un po' come se un biologo si mettesse a fare il medico.![]()
Detto ciò, è anche vero che le aziende serie non chiamano certo questi "improvvisati", chiamano gente competente e qualificata. I nodi vengono al pettine e se strafai le figure di merda le farai, prima o poi. Le diverse preparazioni in certi contesti si sentono.
Però fatto sta che una fetta di mercato ci viene rubata da gente che fa tariffe da fame pur di accaparrarsi il cliente offrendo, ovviamente, prestazioni scarse.
Il cliente paga per ciò che si aspetta da te, tutto il resto è filosofia.
Mi preoccupo perchè 'sta gente toglie mercato a noi!!belnudo ha scritto:Le prestazioni scarse sono a carico del cliente, di che ti preoccupi?Heth ha scritto:Non mi fraintendere...non sto dicendo che bisogna istituire una società segreta. Ti ho fatto l'esempio dell'avvocato.Husker_Du ha scritto:Ma perche'?Heth ha scritto: D'accordo con te sull'esempio degli avvocati ma penso che una persona che ha studiato e si è formata per intraprendere una determinata professione debba essere anche tutelata per quanto riguarda la concorrenza.
Perche' non far si che sia la bravura e la produttivita' personale a determinare la tua tutela?
Perche' se hai una laurea, ma sei una capra, devo tutelarti?
Se sei scarso e c'e' concorrenza, allora non avrai clienti e cambierai mestiere.
La concorrenza aumenta la meritocrazia, non vedo perche' non lo si debba fare.
Tu dici che i clienti possono non sapere le differenze tra un laureato in lingue etc. etc. Ma questo e' un problema di ignoranza che puoi risovere con maggiore informazione non c'e' bisogno di creare barriere per proteggere una parte anziche' un'altra.
Inoltre nel tempo, il cliente imparera' a capire tale differenze ed andra' da quelli che fanno il il miglior rapporto qualita'/prezzo.
Ovvio che nelle liberalizzazioni qualcuno ci perde, di solito quelli meno bravi. Ovvio che nessuno vuole perdere.
Ma ora i tempi sono cambiati e non ci sono cazzi.
Se prendiamo due soggetti, uno iscritto all'albo avvocati e uno che vorrebbe farlo previo superamento d'esame si nota che entrambi hanno la STESSA LAUREA. In un certo senso una liberalizzazione in un contesto del genere potrebbe essere istituita (non so a questo punto, dopo tutta 'sta baraonda quanto sia utile il tirocinio, qualcosa di vero ci sarà ma io non so perchè non sono dell'ambiente).
Io interprete laureato in "interpretariato", invece, ho frequentato UN ALTRO CORSO rispetto all'improvvisato interprete laureato in "lingue e letterature straniere". E' questo il punto fondamentale da cui non si può prescindere. E' un po' come se un biologo si mettesse a fare il medico.![]()
Detto ciò, è anche vero che le aziende serie non chiamano certo questi "improvvisati", chiamano gente competente e qualificata. I nodi vengono al pettine e se strafai le figure di merda le farai, prima o poi. Le diverse preparazioni in certi contesti si sentono.
Però fatto sta che una fetta di mercato ci viene rubata da gente che fa tariffe da fame pur di accaparrarsi il cliente offrendo, ovviamente, prestazioni scarse.
Il cliente paga per ciò che si aspetta da te, tutto il resto è filosofia.
magari... ci dessero una mano, Europa unione dei popoli non delle bancheapache ha scritto:vogliono affondare unione europea - mandante USA
Ma è ovvio che è lecito!! E' proprio per questo che fa incavolare la questione!!belnudo ha scritto:@Heth
ti ripeto che se al cliente va bene una qualità inferiore a prezzo inferiore a ciò che offri tu, va bene così, è la prima regola del mercato.
Non tutti gli automobilisti si comprano una Ferrari, tanti si accontentano di una Panda, è il mercato, baby.