un mese fa ero andato a Roma in auto, perche' la mattina c'era lo sciopero dei treni.
al ritorno passo dalla salaria alle 20...
pregustavo gia' una bella schizzata al volante...
uno svuotamento di palle frettoloso ma indispensabile per guidare rilassato e in pace con il mondo...
Barabino ha scritto:A proposito di via salaria a Roma...
un mese fa ero andato a Roma in auto, perche' la mattina c'era lo sciopero dei treni.
al ritorno passo dalla salaria alle 20...
pregustavo gia' una bella schizzata al volante...
uno svuotamento di palle frettoloso ma indispensabile per guidare rilassato e in pace con il mondo...
e invece la salaria e' vuota!
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate
Mi sembra proprio di aver fatto la salaria da villa ada fino al raccordo anulare ("Hotel La Giocca").
forse le 20 era troppo presto?
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate
Barabino ha scritto:Mi sembra proprio di aver fatto la salaria da villa ada fino al raccordo anulare ("Hotel La Giocca").
forse le 20 era troppo presto?
Direi che era un paio d'ore in anticipo. Almeno che di recente non ci sia stato qualche colpo di spugna di Fasciomanno (lo chiamo così bonariamente perchè è un bravo ragazzo)
L'imputato aveva chiesto all'hotel di cancellare le prove della sua presenza
Non pagare la prostituta è uno stupro
Sentenza della Cassazione: confermata la condanna per violenza sessuale e privata ad un uomo di Sestri Levante
L'imputato aveva chiesto all'hotel di cancellare le prove della sua presenza
Non pagare la prostituta è uno stupro
Sentenza della Cassazione: confermata la condanna per violenza sessuale e privata ad un uomo di Sestri Levante
MILANO - Se la prostituta non viene pagata per la sua prestazione sessuale, il cliente può essere condannato per violenza sessuale, ovvero per stupro. È quanto emerge da una sentenza con cui la Cassazione ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione inflitta dalla Corte d'appello di Genova ad un cinquantenne di Sestri Levante accusato, appunto, di violenza sessuale e violenza privata per avere avuto con una lucciola un rapporto in un albergo senza il pagamento del corrispettivo precedentemente concordato. L'imputato è stato condannato anche a risarcire i danni alla vittima con una provvisionale di duemila euro.
LA RICOSTRUZIONE - Secondo la ricostruzione effettuata dai giudici, l'uomo non aveva pagato una prostituta e quindi era finito sotto processo perché aveva voluto comunque consultare il rapporto. Il cinquantenne aveva fatto ricorso dopo la sentenza sostenendo che i giudici del merito avevano ricondotto tutto «al giudizio di assoluta attendibilità della teste, parte offesa, e di credibilità di quanto da essa dichiarato in merito allo stato di soggezione che avrebbe causato nella donna una supina accettazione delle iniziative sessuali del prevenuto». La Suprema Corte (terza sezione penale, sentenza n.8286), ha rigettato il ricorso: «la vicenda non può inquadrarsi - spiegano gli "ermellini" - in quella fattispecie particolare nella quale la donna risulta consenziente all'inizio del rapporto sessuale, per poi, manifestare il proprio dissenso a continuarlo», visto che, nel caso in esame, la vittima aveva già manifestato all'imputato «di essere solo in attesa del pagamento del dovuto, per l'attività dalla stessa prestata, come in origine concordato tra le parti». Insomma, in mancanza di un pagamento in denaro la donna non aveva alcuna intenzione trascorrere momenti di intimità con il cinquantenne.
«COSCIENTE DEL SOPRUSO» - Correttamente, scrive la Cassazione, i giudici di merito hanno ritenuto che «non sussiste dubbio» che l'imputato avesse «piena coscienza e consapevolezza» del «sopruso che stava consumando in danno della donna: il comportamento di costui - si legge nella sentenza - ne costituisce prova, in occasione della richiesta al portiere dell'albergo di distruggere le schede di permanenza nell'hotel» dove, evidentemente, era avvenuto l'incontro. Ciò, osserva la Supprema Corte, evidenzia «il desiderio dell'imputato di non lasciare traccia della permanenza, circostanza spiegabile solo con lo scopo di precostituirsi la possibilità di una futura negazione, che non avrebbe avuto senso se colà si fossero consumati rapporti consensuali e non imposti».
Si studi la strada se non è del luogo, come vede siamo in Trastevere non lontano dal regno di Bonifacio. Infatti le assicuro che quel viale e clientato anche da uomini di chiesa......
Molto buono questo suggerimento... rispetto alla salaria e' anche piu' comodo per poi imboccare l'autostrada roma-civitavecchia
grazie!
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate
«Te la diamo gratis», manifesti "misogini" scatenano l'ira delle donne napoletane
L'appello: «Il sindaco Iervolino deve farli rimuovere»
La pubblicità del caffè
NAPOLI - C’è una pubblicità che dà molto fastidio alle donne di Napoli soprattutto in vista dell’8 marzo. È quella di un caffè che con centinaia di 6x3 ha invaso le strade cittadine con uno slogan definito dall’Udi (Unione donne) «scurrile». Viene raffigurata una signorina con una macchinetta per fare l'espresso in casa. Sul poster campeggia lo slogan: «Compri la macchina del caffè? Sei pazzo. Noi...Te la diamo gratis». L'ultima affermazione è sparata a caratteri cubitali e l'effetto è tale che subito la si associa alla sorridente signorina, come il balloon di un fumetto.
«OFFESA ALLE DONNE» - «Si tratta di una campagna che esprime e riassume la cultura combattuta dalla politica delle donne e dalle donne, quelle così dette cittadine comuni, che continuamente ci segnalano la loro offesa. Napoli - spiega l’Udi - dal mese di novembre ha adottato una delibera che rende indisponibili gli spazi pubblici a simili scempi “perché offensivi e lesivi della dignità femminile”, ed istituisce una commissione ad hoc». L’Udi chiede quindi al sindaco di Napoli, Rosetta Iervolino, di rimuovere la pubblicità.
L'imputato aveva chiesto all'hotel di cancellare le prove della sua presenza
Non pagare la prostituta è uno stupro
Sentenza della Cassazione: confermata la condanna per violenza sessuale e privata ad un uomo di Sestri Levante
L'imputato aveva chiesto all'hotel di cancellare le prove della sua presenza
Non pagare la prostituta è uno stupro
Sentenza della Cassazione: confermata la condanna per violenza sessuale e privata ad un uomo di Sestri Levante
MILANO - Se la prostituta non viene pagata per la sua prestazione sessuale, il cliente può essere condannato per violenza sessuale, ovvero per stupro. È quanto emerge da una sentenza con cui la Cassazione ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione inflitta dalla Corte d'appello di Genova ad un cinquantenne di Sestri Levante accusato, appunto, di violenza sessuale e violenza privata per avere avuto con una lucciola un rapporto in un albergo senza il pagamento del corrispettivo precedentemente concordato. L'imputato è stato condannato anche a risarcire i danni alla vittima con una provvisionale di duemila euro.
LA RICOSTRUZIONE - Secondo la ricostruzione effettuata dai giudici, l'uomo non aveva pagato una prostituta e quindi era finito sotto processo perché aveva voluto comunque consultare il rapporto. Il cinquantenne aveva fatto ricorso dopo la sentenza sostenendo che i giudici del merito avevano ricondotto tutto «al giudizio di assoluta attendibilità della teste, parte offesa, e di credibilità di quanto da essa dichiarato in merito allo stato di soggezione che avrebbe causato nella donna una supina accettazione delle iniziative sessuali del prevenuto». La Suprema Corte (terza sezione penale, sentenza n.8286), ha rigettato il ricorso: «la vicenda non può inquadrarsi - spiegano gli "ermellini" - in quella fattispecie particolare nella quale la donna risulta consenziente all'inizio del rapporto sessuale, per poi, manifestare il proprio dissenso a continuarlo», visto che, nel caso in esame, la vittima aveva già manifestato all'imputato «di essere solo in attesa del pagamento del dovuto, per l'attività dalla stessa prestata, come in origine concordato tra le parti». Insomma, in mancanza di un pagamento in denaro la donna non aveva alcuna intenzione trascorrere momenti di intimità con il cinquantenne.
«COSCIENTE DEL SOPRUSO» - Correttamente, scrive la Cassazione, i giudici di merito hanno ritenuto che «non sussiste dubbio» che l'imputato avesse «piena coscienza e consapevolezza» del «sopruso che stava consumando in danno della donna: il comportamento di costui - si legge nella sentenza - ne costituisce prova, in occasione della richiesta al portiere dell'albergo di distruggere le schede di permanenza nell'hotel» dove, evidentemente, era avvenuto l'incontro. Ciò, osserva la Supprema Corte, evidenzia «il desiderio dell'imputato di non lasciare traccia della permanenza, circostanza spiegabile solo con lo scopo di precostituirsi la possibilità di una futura negazione, che non avrebbe avuto senso se colà si fossero consumati rapporti consensuali e non imposti».
Degenerazioni interpretative del diritto.
Blif ha scritto:
«Te la diamo gratis», manifesti "misogini" scatenano l'ira delle donne napoletane
L'appello: «Il sindaco Iervolino deve farli rimuovere»
La pubblicità del caffè
NAPOLI - C’è una pubblicità che dà molto fastidio alle donne di Napoli soprattutto in vista dell’8 marzo. È quella di un caffè che con centinaia di 6x3 ha invaso le strade cittadine con uno slogan definito dall’Udi (Unione donne) «scurrile». Viene raffigurata una signorina con una macchinetta per fare l'espresso in casa. Sul poster campeggia lo slogan: «Compri la macchina del caffè? Sei pazzo. Noi...Te la diamo gratis». L'ultima affermazione è sparata a caratteri cubitali e l'effetto è tale che subito la si associa alla sorridente signorina, come il balloon di un fumetto.
«OFFESA ALLE DONNE» - «Si tratta di una campagna che esprime e riassume la cultura combattuta dalla politica delle donne e dalle donne, quelle così dette cittadine comuni, che continuamente ci segnalano la loro offesa. Napoli - spiega l’Udi - dal mese di novembre ha adottato una delibera che rende indisponibili gli spazi pubblici a simili scempi “perché offensivi e lesivi della dignità femminile”, ed istituisce una commissione ad hoc». L’Udi chiede quindi al sindaco di Napoli, Rosetta Iervolino, di rimuovere la pubblicità.
Vero è che i Copywriter ormai usano doppi sensi goliardici per qualsiasi cosa, ma questo è puro delirio vetero femminista del politicamente corretto.
Iudicio procede da savere, Cum scritta legge receve repulsa Ecceptuando 'l singular vedere. Per una vista iudicare 'l facto Sentenzia da vertute se resulta Erro e rasone se corrumpe 'l pacto. Non iudicare, se tu non vedi, E non serai ingannato se ciò credi.
[L’Acerba - Cecco d’Ascoli]
I criteri della morale e del diritto non hanno senso se applicati ai processi storici.
[Aleksandr Aleksandrovič Zinov’ev]
Barabino ha scritto:Molto buono questo suggerimento... rispetto alla salaria e' anche piu' comodo per poi imboccare l'autostrada roma-civitavecchia
grazie!
Ci mancherebbe. Lo considero un dovere morale aiutare le persone alla ricerca di una buona attività sessuale a pagamento. Poi mi faccia sapere privatamente come è andata.
L’area Esso usata come alcova a luci rosse. L’appello dei titolari alle istituzioni: «Ripulite la strada dalla prostituzione»
Il benzinaio sul Terraglio
«Al collasso per le lucciole»
Mogliano, fa denuncia e gli distruggono il distributore
Il distributore Esso sul Terraglio (Balanza)
MOGLIANO—Due anni so- A Gorgo no tanti, ma il lavoro è lavoro. Due anni di tentativi, solleciti, richieste mai ascoltate. Due anni di prostitute che sostano sotto il loro distributore di benzina allontanando i potenziali clienti e dimezzando giorno dopo giorno gli incassi. Due anni in cui all’azione dei titolari dell’Esso di Mogliano seguiva la reazione di qualcuno che, nell’ombra, lasciava sporcizia negli angoli e danneggiava gli strumenti.
Ritorsioni e ripicche perché i titolari dell’attività non si rassegnavano al degrado e controllavano, anche dopo l’orario di ufficio, la zona circostante invitando le prostitute a scegliere un’altra piazzola: «Lo sapevamo che la battaglia era persa in partenza, ma adesso siamo esasperati». La stazione di servizio da ieri è chiusa, «per motivi tecnici » recitano i fogli di carta bianca incollati alle serrande. Qualcuno nella notte ha sabotato il distributore, di nuovo. Pochi metri più in là, quasi beffardo, svetta un altro cartello: quello con gli estremi dell’ordinanza comunale che vieta la cessione di prestazioni sessuali lungo la strada.
E adesso l’amministratore chiede aiuto alle istituzioni: «La situazione è grave per tutti gli esercizi di questa zona. Servono più pattuglie e più controlli notturni, passaggi nelle ore più trafficate ». Denuncia dopo denuncia è giunto al limite della sopportazione: «Cosa dobbiamo fare, chiamare le ronde?». È uno dei tanti distributori che si incontrano lungo il Terraglio, la grande e trafficata arteria che collega Treviso e Mestre. A destra e a sinistra della carreggiata le pompe di benzina sono punto di sosta per gli automobilisti di giorno, e postazione privilegiata per le prostitute di notte. Un problema senza memoria, che sembra esserci sempre stato, ma che negli ultimi anni ha assunto dimensioni preoccupanti. Anche perché ne va delle attività commerciali: «Una volta si guadagnava qualcosa con l’automatico notturno. Ma quando ci sono cinque o sei prostitute, e code di auto in attesa, fare benzina è impossibile e i clienti se ne vanno. Gli incassi notturni sono calati del 70 per cento».
Insieme al socio Marco Mazzariol ha iniziato, quindi, a monitorare l’esercizio di notte: «Abbiamo chiesto alle prostitute di allontanarsi, inutilmente. Quando vedono l’auto dei carabinieri si spostano, ma appena questi ripartono loro tornano qui, e da soli non possiamo fare nulla. Gli agenti ci dicono che le conoscono, ma sono romene e neanche loro possono fare molto. Ma quelle donne e i loro clienti lasciano sporcizia ed escrementi, arrecano danni alle attrezzature, una sera hanno addirittura tagliato la manichetta delle pompe di benzina». È una lotta che i titolari hanno condotto con coraggio e perseveranza. Ma c’è sempre la goccia che fa traboccare il vaso, e a Mogliano è stata quella di venerdì notte. Un vicino li ha avvisati che un furgoncino vendeva kebab abusivamente sulla loro proprietà. «Non era la prima volta - spiegano -. I carabinieri lo hanno identificato e hanno poi fatto spostare una prostituta fuori dall’area del distributore. A noi non è restato che spegnere le luci dell’impianto, tanto non sarebbe arrivato nessun cliente, come nelle ultime sere, e i costi superano gli introiti ».
Il tempo di tornare a casa: ignoti hanno azionato l’allarme antincendio, e il sistema ha automaticamente sospeso l’erogazione della corrente. Così quando ieri mattina i due imprenditori si sono recati al lavoro, hanno trovato la brutta sorpresa: «Non possiamo lavorare, abbiamo già contattato la manutenzione ma gli operai non arriveranno prima di lunedì pomeriggio». E fino a quel momento il distributore rimane chiuso: «Abbiamo dovuto annullare gli appuntamenti dell’autolavaggio, possiamo solo aspettare». L’incasso mancato nei giorni di stop forzato è di quasi seimila euro. I titolari hanno fatto denuncia per danneggiamenti ai carabinieri, l’ennesima. Ma non hanno intenzione di mollare perché ora la questione va risolta: «Bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica e le forze dell’ordine affinché facciano qualcosa, concretamente, per risolvere il problema ». Marco ha tentato anche la carta Facebook per muovere i cittadini e l’amministrazione, creando un gruppo che ha già 92 membri, «Basta prostituzione sulla statale 13 Terraglio e Pontebbana». «Ora - dice - spero che qualcuno faccia qualcosa».