iltemplare83 ha scritto:
1) Il cittadino ha una scelta molto minore a livello di opinioni: uno può essere "in linea di massima" d'accordo con un partito, ma non condividere diverse istanze. Con una scelta nominale o divisa in collegi all'elettore è consentito influenzare la linea del partito. Cosa che dovrebbe essere la base della democrazia, altrimenti cambia poco rispetto al partito unico.
Questo problema si poneva pari pari anche all'epoca dei partiti ideologici. Soprattutto se eri comunista, sceglievi il piatto del giorno, mica dal menu'. Non si e' dovuto fare dei referendum per sbloccare divorzio e aborto?
iltemplare83 ha scritto:
2) L'elettore non ha la possibilità di "trombare" il politico disonesto, che però per motivi vari è inserito nell'establishement. Pur di non votare il partito o la coalizione avversa ti puoi trovare dei delinquenti o degli incompetenti totali.
E' vero, MA la realta' e' molto piu' complessa. Io uomo medio riesco a valutare e conoscere (personalmente, o per lavoro, o leggendo suoi articoli di giornale) solo una manciata di candidati -- e non e' detto che quelli siano candidati nel mio collegio.
Trasecolo sempre quando qualcuno dice con aria saputa e dalemiana:
alla provincia voto per la conferma di X, perche' ha lavorato bene...
riesci a tenere sotto controllo quello che fa
la provincia, nel suo patchwork di competenze

... sticazzis... il mitologico Argo, il mostro dai mille occhi, ti fa una pippa...
In realta', sappiamo tutti che i voti negli enti locali seguono l'andamento delle elezioni nazionali, piu' o meno spostamenti di voti. Ecco perche' queste elezioni hanno un forte valore di test per la politica nazionale. Pochi votano in base a quello che fanno veramente gli amministratori locali.
Nel contesto delle democrazie di secoli fa, invece un elettore conosceva benissimo i candidati del suo collegio: erano suoi paesani! (probabilmente i notabili del paese)
iltemplare83 ha scritto:
Capisco che uno possa voler votare un partito come il PdL, ma credo che nemmeno ai destrorsi piaccia avere in parlamento certi elementi che sono lì solo perchè fedeli al Berlusca o addirittura suoi dipendenti (e lo stesso vale per alcuni elementi dell'opposizione, anche se in maniera molto meno evidente)
Se viceversa ci fosse qualcuno che non e' "obbidiente", Berlusconi si lamenterebbe che gli impediscono di "fare"... e probabilmente gli daremmo ragione (e lui se la prende comunque)