[O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

Scatta il fluido erotico...

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Barabino
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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#61 Messaggio da Barabino »

OSCAR VENEZIA ha scritto:Una cultura sconfinata, conduce chi la possiede a trovare le soluzioni sempre all'interno delle nozioni e dei strumenti che già possiede , mortificando l'innovazione.

E' solo per sottolineare un aspetto condizionante della cultura, poi è ovvio che una cultura sconfinata è meglio di un'ignoranza sconfinata
Ecco questo e' proprio il concetto che volevo esprimere con la mia firma "L'ignoranza crea, la cultura rimastica". Cultura nel senso nozionistico, certo.

State tranquilli che se un'idea e' buona, essa sara' ri-creata in differenti civilta', in differenti tempi e luoghi. O ne verranno trovate di migliori.
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate

De_Sade8
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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#62 Messaggio da De_Sade8 »

Sono d'accordo sull'ultimissimo concetto espresso.
E mi fa molto piacere che questo topic sia in fin dei conti frequentato, vuol dire che c'è gente che usa anche il cervello.
Vorrei portare l'attenzione su un particolare: la cultura, per essere tale, deve contenere al proprio interno l'elaborazione critica, dunque il nozionismo NON è cultura.
Mi fanno ridere i classici intellettuali che si riempiono la bocca di citazioni e, appunto, nozioni, senza pensare nulla di nuovo partendo da essi. Credo che il mondo di oggi abbia bisogno di ben altro, la cosiddetta "intellighenzia" è il residuo di un passato che sopravvive di sé stessa, in modo autoreferenziale e irritante. Gli intellettuali di oggi dovrebbero essere ben più radicati nel mondo reale, viverlo, parlarlo, respirarlo. E se poi non hai due lauree, son dettagli.
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Bonaventura
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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#63 Messaggio da Bonaventura »

Questo per me è sia un contributo "in sé" al topic (una citazione dotta) che una meta-riflessione su ciò a cui dovrebbe servire in prims la Cultura (antidoto contro "il fanatismo" così come sotto viene inteso ed esplicitato).

Genealogia del fanatismo

In se stessa ogni idea è neutra, o dovrebbe esserlo; ma l’uomo la anima, vi proietta i propri ardori e le proprie follie; impura, trasformata in convinzione, essa si inserisce nel tempo, assume forma di evento: il passaggio dalla logica all’epilessia è compiuto... Nascono così le ideologie, le dottrine e le farse cruente.
Idolatri per istinto, noi convertiamo in Incondizionato gli oggetti dei nostri sogni e dei nostri interessi. La storia non è che una sfilata di falsi Assoluti, una successione di templi innalzati a dei pretesti, un avvilimento dello spirito dinanzi all’Improbabile.
Anche quando si allontana dalla religione, l’uomo vi rimane assoggettato; si affanna a creare simulacri di dèi, e si precipita poi ad adottarli: il suo bisogno di finzione, di mitologia, trionfa sull’evidenza e sul ridicolo. La sua capacità di adorazione è responsabile di tutti i suoi crimini: chi ama indebitamente un dio costringe gli altri ad amarlo, pronto a sterminarli se si rifiutano. Non c’è forma di intolleranza, di intransigenza ideologica o di proselitismo che non riveli il fondo bestiale dell’entusiasmo. Perda l’uomo la propria facoltà di indifferenza: diverrà virtualmente assassino; trasformi la sua idea in dio: le conseguenze saranno incalcolabili. Non si uccide se non in nome di un dio o delle sue contraffazioni: gli eccessi suscitati dalla dea Ragione, dall’idea di nazione, di classe o di razza sono affini a quelli dell’Inquisizione o della Riforma. Le epoche di fervore eccellono in imprese sanguinarie: santa Teresa non poteva che essere contemporanea degli autodafé, e Lutero dei massacri dei contadini. Nelle crisi mistiche, i gemiti delle vittime si accompagnano ai gemiti dell’estasi... Forche, galere, penitenziari prosperano solo all’ombra di una fede - di quel bisogno di credere che ha infestato per sempre lo spirito. Il diavolo appare assai scialbo rispetto a colui che dispone di una verità, della sua verità. Noi siamo ingiusti nei confronti dei Neroni e dei Tiberi: essi non inventarono il concetto di eretico: furono soltanto sognatori degenerati che si divertivano con i massacri. I veri criminali sono coloro che instaurano un’ortodossia sul piano religioso o politico, che distinguono tra il fedele e lo scismatico.
Quando ci si rifiuta di ammettere l’intercambiabilità delle idee, scorre il sangue... Sotto le risoluzioni ferme si leva un pugnale. Gli occhi ardenti preannunciano l’assassinio. Lo spirito esitante, preso da amletismo, non è mai stato dannoso: il principio del male sta nella tensione della volontà, nell’inattitudine al quietismo, nella megalomania prometeica di una razza che scoppia di ideale, che esplode sotto le proprie convinzioni e che, per essersi compiaciuta di irridere il dubbio e la pigrizia - vizi più nobili di tutte le sue virtù - ha imboccato una via di perdizione: la via della storia, miscuglio indecente di banalità e di apocalisse... Le certezze vi abbondano: sopprimetele, sopprimete soprattutto le loro conseguenze, e ricostruirete il paradiso. Che cos’è la Caduta se non la ricerca di una verità e la sicurezza di averla trovata, se non la passione per un dogma, l’insediamento in un dogma? Da ciò deriva il fanatismo, tara capitale che dà all’uomo il gusto dell’efficacia, della profezia, del terrore - lebbra lirica con la quale egli contamina gli animi, li sottomette, li stritola o li esalta... Vi si sottraggono solo gli scettici (o i fannulloni e gli esteti), perché non propongono nulla, perché - veri benefattori dell’umanità - ne distruggono i partiti presi e ne analizzano il delirio. Io mi sento più al sicuro accanto a un Pirrone che a un san Paolo, per il motivo che una saggezza arguta è più mite di una santità scatenata. In uno spirito ardente si ritrova mascherato il predatore... Non ci si difenderà mai abbastanza dalle grinfie di un profeta... Allontanatevi da lui se alza la voce, fosse pure in nome del cielo, della città o di altri pretesti: satiro della vostra solitudine, egli non vi perdona di vivere al di qua delle sue verità e dei suoi slanci; la sua isteria, il suo bene, vuole farveli condividere, imporveli e snaturarvi. Un essere che sia posseduto da una convinzione e non cerchi di comunicarla agli altri è un fenomeno estraneo alla terra, dove l’ossessione della salvezza rende la vita irrespirabile. Guardatevi attorno: dappertutto larve che predicano; ogni istituzione riflette una missione; i municipi hanno il loro assoluto non meno dei templi; l’amministrazione, con i suoi regolamenti - metafisica a uso delle scimmie... Tutti si sforzano di correggere la vita di tutti: vi aspirano i mendicanti, e perfino gli incurabili: i marciapiedi del mondo e gli ospedali traboccano di riformatori. La voglia di diventare fonte di avvenimenti agisce su ognuno come un disordine mentale o come una maledizione voluta. La società - un inferno di salvatori! Quello che vi cercava Diogene con la sua lanterna era un indifferente..
Mi basta sentire qualcuno parlare sinceramente di ideale, di avvenire, di filosofia, sentirlo dire «noi» con tono risoluto, invocare gli «altri» e ritenersene l’interprete - perché io lo consideri mio nemico. Scorgo in lui un tiranno mancato, un carnefice approssimativo, detestabile quanto i tiranni e i carnefici di gran classe. Il fatto è che ogni fede esercita una forma di terrore, tanto più spaventosa quando ne sono fautori i «puri». Si diffida dei furbi, delle canaglie, dei cialtroni; tuttavia non si può imputar loro nessuna delle grandi convulsioni della storia; non credendo in nulla, essi non frugano nei vostri cuori, e neanche nei vostri pensieri riposti; vi abbandonano alla vostra indifferenza, alla vostra disperazione o alla vostra inutilità; l’umanità deve loro i pochi momenti di prosperità che ha conosciuto: sono loro a salvare i popoli che i fanatici torturano e gli «idealisti» rovinano. Privi di dottrina, essi hanno soltanto capricci e interessi, vizi accomodanti, mille volte più sopportabili delle devastazioni provocate dal dispotismo che sbandiera principi: giacché tutti i mali della vita derivano da una «concezione della vita». Un uomo politico perfetto dovrebbe studiare a fondo i sofisti antichi e prendere lezioni di canto - e di corruzione...
Il fanatico, invece, è incorruttibile: se per un’idea è capace di uccidere, allo stesso modo può farsi uccidere per essa; in entrambi i casi, sia egli tiranno o martire, è un mostro. Non esistono esseri più pericolosi di quelli che hanno sofferto per una convinzione: i grandi persecutori si reclutano tra i martiri ai quali non è stata tagliata la testa. Lungi dal diminuire la brama di potenza, la sofferenza la esaspera; perciò lo spirito si sente più a suo agio in compagnia di un fanfarone che in quella di un martire; e niente gli ripugna quanto lo spettacolo in cui qualcuno muoia per un’idea... disgustato dal sublime e dalla carneficina, esso sogna una noia di provincia su scala universale, una Storia il cui ristagno sia tale che il dubbio vi si profili come un evento e la speranza come una calamità...

Da Sommario di decomposizione, E. Cioran

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jhonnybuccia
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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#64 Messaggio da jhonnybuccia »

è abbastanza curioso come le stesse parole e gli stessi concetti si possano applicare a cioran stesso.

in questo non vedo rimedio. la scintilla della riflessione è assolutamente personale e intrasmissibile.

euristicamente carnap o la pizia di apollo delfi hanno lo stesso valore.
incerto al 76%.

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CanellaBruneri
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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#65 Messaggio da CanellaBruneri »

jhonnybuccia ha scritto:è abbastanza curioso come le stesse parole e gli stessi concetti si possano applicare a cioran stesso.

in questo non vedo rimedio. la scintilla della riflessione è assolutamente personale e intrasmissibile.

euristicamente carnap o la pizia di apollo delfi hanno lo stesso valore.
tutto molto bello, e buzza, come gli capita spesso, vede preciso (e, esistenzialmente parlando, è una disgrazia per lui)

Faccio un tentativo sbronzo: la cultura è ciò che intimamente ci unisce, rendendoci, tutto sommato, "fratelli"?
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie

Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)

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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#66 Messaggio da jhonnybuccia »

canè quello è il socialismo.

:)
incerto al 76%.

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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#67 Messaggio da CanellaBruneri »

jhonnybuccia ha scritto:canè quello è il socialismo.

:)
Hai ragione, faccio sempre confusione......
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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#68 Messaggio da jhonnybuccia »

a parte le battute identificare la cultura con l'empatia è profondamente nobile e concettualmente formidabile.
incerto al 76%.

Bonaventura
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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#69 Messaggio da Bonaventura »

jhonnybuccia ha scritto:è abbastanza curioso come le stesse parole e gli stessi concetti si possano applicare a cioran stesso.

in questo non vedo rimedio. la scintilla della riflessione è assolutamente personale e intrasmissibile.
Non a caso Cioran scriveva come auto-terapia, non rivolgendosi agli altri. Certo, in assoluto non avrebbe dovuto rivolgersi neanche a sé stesso e non scrivere proprio per essere coerente con le proprie visioni. In "La caduta nel tempo" tratta (ma non risolve) questo aspetto. E' un pò la stessa storia di Nietzsche in definitiva, a parte il dettaglio che zio Federico si rivolgeva esplicitamente agli uomini del suo tempo e non solo a sé stesso.Probabimente gli unici che l'hanno davvero messa in quel posto alle contaddizioni di questo tipo sono stati il già citato Guy Debord & C.... ;)
CanellaBruneri ha scritto:Faccio un tentativo sbronzo: la cultura è ciò che intimamente ci unisce, rendendoci, tutto sommato, "fratelli"?
Se la prendo in chiave snob (cultura come linea di demarcazione tra chi "glieafà" e chi "non glieafà") ti dico di si, e diventa un discorso come molti altri: chi ha cultura e non semplici nozioni come depositario di una sorta di "sapere iniziatico" per cui ci si riconosce tra fratelli, come dici tu... una sorta di "gang" per cui anche se la si pensa diversamente in fondo ci si rispetta... diciamo quella che qui sul forum è stata spesso definita come la differenza tra umani e subumani.

Se mi dici invece cultura che unisce in fondo in fondo tutti noi, che può redimere l'umanità (sulla scia di alcune correnti anarchiche umaniste dei primi '900) ti dico, con grande sincerità, che ci ho creduto più o meno fino ai miei mid 20's, ma ora non ci credo manco per il cazzo (come direbbe il Sgt.Hartmann).

Comunque, visto che hai fatto un tentativo sbronzo, prosit fratello ;)
:037

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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#70 Messaggio da CanellaBruneri »

Bonaventura ha scritto:

Comunque, visto che hai fatto un tentativo sbronzo, prosit fratello ;)
:037
La tua chiosa, rinnega i ragionamenti precedenti. Emile ne godrebbe come un pazzo.

anche tu sei un fratello
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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#71 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

jhonnybuccia ha scritto:canè quello è il socialismo.

:)
Ma nemmeno: è la massoneria!

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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#72 Messaggio da CanellaBruneri »

OSCAR VENEZIA ha scritto:
jhonnybuccia ha scritto:canè quello è il socialismo.

:)
Ma nemmeno: è la massoneria!

In effetti, un fascista non può capire certe cose.....
peccato che non ci sia un dizionario
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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#73 Messaggio da faber-mi »

zio ha scritto:mi pare ci sia una diffusa sensazione che la cultura sia espressione di pochi (i geni) e ad appannaggio di qualcuno.
Le citazioni che si sono fatte qui, ne sono un piccolo esempio.
in realtà così facendo si nasconde gran parte della realtà culturale. infatti nessuno dei nostri intellettuali oggi parla volentieri di Cultura Popolare.
solo Pasolini lo faceva convintamente e qualche isolato intellettuale cattolico ne parlava.
Anche LUI si è posto il problema e se una risposta non l'ha trovata LUI, io mi arrendo ancor prima di cominciare a cercarla.


Francesco Guccini - Il frate

Lo chiamavano "il frate", il nome di tutta una vita,
segno di una fede perduta, di una vocazione finita.
Lo vedevi arrivare vestito di stracci e stranezza,
mentre la malizia dei bimbi rideva della sua saggezza...

Dopo un bicchiere di vino, con frasi un po' ironiche e amare,
parlava in tedesco e in latino, parlava di Dio e Schopenhauer.

E parlava, parlava, con me che lo stavo a sentire
mentre la sera d'estate non voleva morire...
Viveva di tutto e di niente, di vino che muove i ricordi,
di carità della gente, di dei e filosofi sordi...

Chiacchiere d' un ubriaco con salti di tempo e di spazio,
storie di sbornie e di amori che non capivano Orazio...

E quelle sere d' estate sapevan di vino e di scienza,
con me che lo stavo a sentire con colta benevolenza.
Ma non ho ancora capito mentre lo stavo a ascoltare
chi fosse a prendere in giro, chi dei due fosse a imparare...

Ma non ho ancora capito, fra risa per donne e per Dio,
se fosse lui il disperato o il disperato son io...

Ma non ho ancora capito con la mia cultura fasulla
chi avesse capito la vita chi non capisse ancor nulla...


I miei problemi sono iniziati con la prima educazione. Andavo in una scuola per insegnanti disagiati.
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Mia moglie e' una persona veramente immatura. L'altro giorno, per esempio, mentre mi facevo il bagno e' entrata e, senza motivo, mi ha affondato tutte le paperelle!
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#74 Messaggio da Il Fede »

CanellaBruneri ha scritto: In effetti, un fascista non può capire certe cose.....
peccato che non ci sia un dizionario
Quasi tutti ancora oggi fanno confusione tra massoneria e P2.
Osservandola, perfino Ratzinger si convincerebbe di quanto sia necessario l'uso dei contraccettivi ( Matt Z Bass ).

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Re: [O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

#75 Messaggio da Calcol »


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