Super e una dedica da spiegare
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Super e una dedica da spiegare
.. a pag.3 de "Porno di massa", di Pietro Adamo, nelle librerie in questi giorni.
" Agli amici di Video impulse. In memoriam. Della rivista, non degli amici".
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Prima un ora in ginocchio sui cecicatoblepa ha scritto:ThickAsABrick ha scritto:Psso fare una domanda stupida? (anche perchè così mi rimetto in pari con voi) cos'è video Impulse?
Propongo la fustigazione in sala mensa.

Vincitore del SuperZeta Award 2006, categoria: PREMIO "WELCOME"
Scendiletto, zerbini e pelli d'orso
Sono stanco di avere Eva al mio fianco, mi piacerebbe cambiare con qualcun altra (magari Jessica nn sarebbe male).
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E' in qualche modo triste, ma assolutamente naturale, che solo a qualche mese di distanza dalla fine dell'avventura di Video Impulse (ultimo numero dicembre 2003) ci sia chi, all'interno di un forum che proprio da quella rivista è nato, non ha idea di cosa si stia parlando. Probabilmente, quando avremo più tempo e più voglia, io e Fabrizio racconteremo la storia di V.I., vale a dire quella degli ultimi 10 anni del porno e di un decennio della nostra vita e della nostra amicizia. Per ora credo sia sufficiente dire che V.I. non è stata la prima rivista italiana di informazione sul cinema hard (Michele Capozzi tracciò la via anni prima) ma è stata indubbiamente quella più longeva e quella che, coerentemente con il suo ruolo di rappresentante e portavoce di un settore in grado di esprimere (anche) professionalità , ingegno ed emozioni, si è fatta carico di dipingerlo com'è, con obiettività e, in qualche caso, con orgoglio. Si fottano tutti coloro che criticano per sentito dire, che pontificano senza sapere un cazzo, che insultano in malafede o per eccesso di idiozia; cominciassero a "fare" e lasciassero il ruolo di critico a chi, volendo, potrebbe esercitarlo, per competenza e reale conoscenza dei fatti e delle persone.
A seguire, per far chiarezza sull'argomento, dedica, estratto dai "ringraziamenti" riportati dall'autore in calce all'introduzione e mia presentazione del libro (uscito per Raffaello Cortina Editore) apparsa su DeltadiVenere.com.
"Agli amici di
Video Impulse,
in memoriam
(la rivista,
non gli amici)"
"Gli amici di Video Impulse cui questo libro è dedicato comprendono il direttore della rivista (Giorgio Bortoluzzi), il suo condirettore (Fabrizio Zanoni) e la sua informale redazione milanese (Andrea Giorgi, Michele Giordano, Alex Stellino)"
"Recensire un libro di Pietro Adamo sulla pornografia, e nello specifico sulla produzione cinematografica hard core di massa, non è possibile. In assoluto, perché competenza specifica, ricostruzione storico-culturale e argomentazioni di supporto sono difficilmente criticabili. Doppiamente per me che vengo citato nel testo, ho lavorato con l'autore nei lunghi anni nei quali ho diretto Video Impulse e ne condivido essenzialmente il pensiero. Questo testo, che insieme a "Moana e le altre", "Lo schermo impuro", la biografia di Lasse Braun e pochi altri va ad occupare un posto centrale nella mia biblioteca hard, si può però presentare.
Dimenticate le ovvietà televisive e il farneticare rituale da rotocalco estivo sui "grandi numeri" del porno; dimenticate del pari il sensazionalismo dei format sexy delle reti televisive locali, come anche le banalità e le vere e proprie invenzioni degli instant book di Castelvecchiana memoria. Sedetevi sulla vostra poltrona preferita e preparatevi ad immergervi nella critica di genere, necessaria quanto rara e definita dall'autore mediante la contrapposizione con la critica del genere, rappresentata in questo caso dal violento attacco (siamo nel 1953) di Theodor Adorno nei confronti del jazz. "La sua (di Adorno) è una critica del genere: in quanto tale, se anche ci offre commenti utili sul ruolo che quel genere gioca nella cultura e nell'immaginario popolare, nulla ci dice sul genere stesso, se non qualcosa di molto astratto e generico. Ciò che ci occorre, se siamo interessati a comprenderne la natura di creazione culturale, è una critica di genere, una critica capace di scavare nei suoi meandri, di decodificarne i tic nervosi, i procedimenti occulti, la strutturazione delle sottocategorie, di rivelarne le genealogie e le fenomenologie interne, di precisarne le tecniche e gli intenti, e infine di svelarne anche le gerarchie autoriali, spesso molto più articolate e complesse di quelle, diciamo, del «cubismo».". Avrete ormai capito che non ci troviamo certo di fronte ad un'arida dissertazione sui grandi sistemi, quanto invece ad un lucido approfondimento sul tema, proposto da un accademico che, ben lungi dall'idea di "sporcarsi" trattando sì basso argomento, coltiva con passione la sua porno-philia.
Come dal titolo, l'itinerario proposto dallo storico Adamo riguarda il porno "di massa" e copre dunque un periodo che dalla fine degli anni sessanta arriva ai giorni nostri. L'attenzione dell'autore si focalizza su alcuni temi portanti e li esamina nel dettaglio: una storia culturale del porno, dunque, dai beavers ai bukkake; l'importanza di rivoluzione sessuale e controcultura rispetto al tema; libertini, lolite e anticlericalismo; Linda Lovelace, esempio delle "convertite" antiporno; femministe pro e contro, Ovidie e un fondamentale approfondimento sui rapporti, stretti, tra sesso, sua rappresentazione e violenza.
A quanto già detto, due corollari necessari. In primo luogo l'orgoglio e l'intima soddisfazione: senza Video Impulse, da pochi mesi entrata nel novero delle riviste che "furono", forse il dotto Adamo sarebbe stato portato a confinare la sua passione per la materia alla più raffinata produzione della Golden Age e non avrebbe adeguatamente nutrito la sua metà più oscura e, positivamente, sordida; forse, senza le nostre interminabili disquisizioni telefoniche, questo libro sarebbe stato diverso. Infine, un semplice e motivato consiglio: chiunque voglia esprimere un proprio, sensato parere sulla pornografia deve leggere questo libro. A maggior ragione chi ne ha un'opinione critica, se non negativa. Sempre ammesso, ovviamente, che abbia sufficiente acume per rendersi conto della sua ignoranza. Restano purtroppo esclusi da questo suggerimento la gran parte dei giornalisti, gli "esperti" da Costanzo Show e gli improvvisati estensori di saggi e approfondimenti "un tanto al chilo" sull'argomento: in primo luogo, non di rado le tre categorie confluiscono nella stessa persona, in secondo, presunzione e ottusa incompetenza sono i loro principali "strumenti del mestiere" e nutrono il pregiudizio che gli dà da campare."
A seguire, per far chiarezza sull'argomento, dedica, estratto dai "ringraziamenti" riportati dall'autore in calce all'introduzione e mia presentazione del libro (uscito per Raffaello Cortina Editore) apparsa su DeltadiVenere.com.
"Agli amici di
Video Impulse,
in memoriam
(la rivista,
non gli amici)"
"Gli amici di Video Impulse cui questo libro è dedicato comprendono il direttore della rivista (Giorgio Bortoluzzi), il suo condirettore (Fabrizio Zanoni) e la sua informale redazione milanese (Andrea Giorgi, Michele Giordano, Alex Stellino)"
"Recensire un libro di Pietro Adamo sulla pornografia, e nello specifico sulla produzione cinematografica hard core di massa, non è possibile. In assoluto, perché competenza specifica, ricostruzione storico-culturale e argomentazioni di supporto sono difficilmente criticabili. Doppiamente per me che vengo citato nel testo, ho lavorato con l'autore nei lunghi anni nei quali ho diretto Video Impulse e ne condivido essenzialmente il pensiero. Questo testo, che insieme a "Moana e le altre", "Lo schermo impuro", la biografia di Lasse Braun e pochi altri va ad occupare un posto centrale nella mia biblioteca hard, si può però presentare.
Dimenticate le ovvietà televisive e il farneticare rituale da rotocalco estivo sui "grandi numeri" del porno; dimenticate del pari il sensazionalismo dei format sexy delle reti televisive locali, come anche le banalità e le vere e proprie invenzioni degli instant book di Castelvecchiana memoria. Sedetevi sulla vostra poltrona preferita e preparatevi ad immergervi nella critica di genere, necessaria quanto rara e definita dall'autore mediante la contrapposizione con la critica del genere, rappresentata in questo caso dal violento attacco (siamo nel 1953) di Theodor Adorno nei confronti del jazz. "La sua (di Adorno) è una critica del genere: in quanto tale, se anche ci offre commenti utili sul ruolo che quel genere gioca nella cultura e nell'immaginario popolare, nulla ci dice sul genere stesso, se non qualcosa di molto astratto e generico. Ciò che ci occorre, se siamo interessati a comprenderne la natura di creazione culturale, è una critica di genere, una critica capace di scavare nei suoi meandri, di decodificarne i tic nervosi, i procedimenti occulti, la strutturazione delle sottocategorie, di rivelarne le genealogie e le fenomenologie interne, di precisarne le tecniche e gli intenti, e infine di svelarne anche le gerarchie autoriali, spesso molto più articolate e complesse di quelle, diciamo, del «cubismo».". Avrete ormai capito che non ci troviamo certo di fronte ad un'arida dissertazione sui grandi sistemi, quanto invece ad un lucido approfondimento sul tema, proposto da un accademico che, ben lungi dall'idea di "sporcarsi" trattando sì basso argomento, coltiva con passione la sua porno-philia.
Come dal titolo, l'itinerario proposto dallo storico Adamo riguarda il porno "di massa" e copre dunque un periodo che dalla fine degli anni sessanta arriva ai giorni nostri. L'attenzione dell'autore si focalizza su alcuni temi portanti e li esamina nel dettaglio: una storia culturale del porno, dunque, dai beavers ai bukkake; l'importanza di rivoluzione sessuale e controcultura rispetto al tema; libertini, lolite e anticlericalismo; Linda Lovelace, esempio delle "convertite" antiporno; femministe pro e contro, Ovidie e un fondamentale approfondimento sui rapporti, stretti, tra sesso, sua rappresentazione e violenza.
A quanto già detto, due corollari necessari. In primo luogo l'orgoglio e l'intima soddisfazione: senza Video Impulse, da pochi mesi entrata nel novero delle riviste che "furono", forse il dotto Adamo sarebbe stato portato a confinare la sua passione per la materia alla più raffinata produzione della Golden Age e non avrebbe adeguatamente nutrito la sua metà più oscura e, positivamente, sordida; forse, senza le nostre interminabili disquisizioni telefoniche, questo libro sarebbe stato diverso. Infine, un semplice e motivato consiglio: chiunque voglia esprimere un proprio, sensato parere sulla pornografia deve leggere questo libro. A maggior ragione chi ne ha un'opinione critica, se non negativa. Sempre ammesso, ovviamente, che abbia sufficiente acume per rendersi conto della sua ignoranza. Restano purtroppo esclusi da questo suggerimento la gran parte dei giornalisti, gli "esperti" da Costanzo Show e gli improvvisati estensori di saggi e approfondimenti "un tanto al chilo" sull'argomento: in primo luogo, non di rado le tre categorie confluiscono nella stessa persona, in secondo, presunzione e ottusa incompetenza sono i loro principali "strumenti del mestiere" e nutrono il pregiudizio che gli dà da campare."
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