Certo che no, ma ora men che meno. Anche se volesse non ha davvero più alcun modo per poterlo fare. L'unico gesto dignitoso sarebbe dire "Ragazzi, mi spiace e non ce l'ho fatta, sono in un mare di guai". Invece nemmeno quello. Son curioso di vedere tutto il castello di carta che pian piano crolla, a cominciare dalla Lega.BARNEY ha scritto:
Ma perchè, Fede, pesni davvero che a Berlusconi interessi governare il Paese, bene o male che sia?
Non mi risulta gli sia interessato nè mi risulta lo abbia mai fatto (la gestione della cosa pubblica è nelle mani di Letta e Tremonti: nei Palazzi del Potere lo sanno tutti).
[O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Osservandola, perfino Ratzinger si convincerebbe di quanto sia necessario l'uso dei contraccettivi ( Matt Z Bass ).
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Alemanno si è accorto che la Lega non sopporta (a parole) Roma.
http://roma.corriere.it/roma/notizie/po ... 8701.shtml
Ha scoperto l'acqua calda.
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
il fatto che sia calda la rende comunque pubblica?tiffany rayne ha scritto:Alemanno si è accorto che la Lega non sopporta (a parole) Roma.
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"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Si tratta di acqua di destra, quindi privata (il bene). Quella pubblica (il male) va bene solo per i comunisti.zio ha scritto:il fatto che sia calda la rende comunque pubblica?tiffany rayne ha scritto:Alemanno si è accorto che la Lega non sopporta (a parole) Roma.
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
ma come, dopo che ci ha mangiato insieme la polenta (e il bossi con il calderoli la pajata), ora ci litiga?tiffany rayne ha scritto:Alemanno si è accorto che la Lega non sopporta (a parole) Roma.
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signora mia...
E sorridi! (Earl J. Hickey)
Di regole io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo (K. Vonnegut)
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare (V. Costantino)
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Quando si dice la forza delle immagini.rufus t. firefly ha scritto:ma come, dopo che ci ha mangiato insieme la polenta (e il bossi con il calderoli la pajata), ora ci litiga?tiffany rayne ha scritto:Alemanno si è accorto che la Lega non sopporta (a parole) Roma.
http://roma.corriere.it/roma/notizie/po ... 8701.shtml
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signora mia...
Per dimostrare la doppiezza della Lega Nord (Partito di Governo a Roma - Partito di Lotta a Milano) non servono molte parole.
E' sufficiente contemplare questa immagine: i padani duri e puri mentre mangiano, come i romani.
Anzi, insieme ai romani (Alemanno e Polverini, nel caso di specie).
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
il peggiore di tutti...
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
E soprattutto la Polverini che imbocca Bossi, proprio come farebbe l'ultima badante rumena col suo vecchietto d'ordinanza... proprio vero, potenza della fotografia. Mi piacerebbe aprire un subtopic con solo le foto più rappresentative di questi personaggi di merda del tardoimpero, come quella fantastica di scilipoti che corre a votare
Per il mio ego può bastare che SCB mi citi nella sua firma, tutto il resto è noia.
Cicciuzzo 1.6.2016
Mi spiegate come postare le immagini, sono scemo oltre che cornuto
Furore 1.3.2017
Cicciuzzo 1.6.2016
Mi spiegate come postare le immagini, sono scemo oltre che cornuto
Furore 1.3.2017
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Brunetta è palesemente un complessato ed un disadattato sociale.The Dark Knight ha scritto:
il peggiore di tutti...
L'ho sempre pensato, sin da quando è apparso per la prima volta in televisione.
Nei faccia a faccia ha un modo di rapportarsi all'interlocutore assolutamente deviato; tipico del complessato, incazzato con la vita e con il mondo, probabilmente reduce da un passato infelice e penalizzanto.
Individuarne la causa è sin troppo semplice: è il suo nanismo congenito.
Chissà che adolescenza infelice deve avere avuto.
Visto da questa prospettiva, mi fa quasi pena.
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Super - Scilipoti in action...si è allargato la giacca come Clark Kent e sta per decollare

altra immagine devastante è quando fa il provolone (ho la pelle d'oca). pensarlo nudo mi fa più ribrezzo di Silvio.




altra immagine devastante è quando fa il provolone (ho la pelle d'oca). pensarlo nudo mi fa più ribrezzo di Silvio.



Ultima modifica di Drogato_ di_porno il 15/06/2011, 17:51, modificato 1 volta in totale.
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
... ce ne sarebbero davvero tante, caro scb.scb ha scritto:E soprattutto la Polverini che imbocca Bossi, proprio come farebbe l'ultima badante rumena col suo vecchietto d'ordinanza... proprio vero, potenza della fotografia. Mi piacerebbe aprire un subtopic con solo le foto più rappresentative di questi personaggi di merda del tardoimpero, come quella fantastica di scilipoti che corre a votare
Così, di primo acchito le prime facce di merda da postare sarebbero le seguenti:
- CARLO ROSSELLA,
- GIULIANO FERRARA;
- ALESSANDRO SALLUSTI;
- PIERO OSTELLINO;
- MARIO SECHI;
- MAURIZIO BELPIETRO.
Ma l'elenco dei gerarchi e dei fiancheggiatori del ventennio berlusconiano sarebbe lunghissimo (ci metterei anche taluni personaggi di sinistra, alla Matteo Renzi o alla Piero Sansonetti).....
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
a sinistra non dimenticherei anche il buon baffetto D'Alema
Confucio: Prima di intraprendere il viaggio della vendetta scavate due tombe
Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
come dicevo ieri sera, è questione di eccessiva vicinanza cuore / anoBARNEY ha scritto:Brunetta è palesemente un complessato ed un disadattato sociale.The Dark Knight ha scritto:
il peggiore di tutti...
L'ho sempre pensato, sin da quando è apparso per la prima volta in televisione.
Nei faccia a faccia ha un modo di rapportarsi all'interlocutore assolutamente deviato; tipico del complessato, incazzato con la vita e con il mondo, probabilmente reduce da un passato infelice e penalizzanto.
Individuarne la causa è sin troppo semplice: è il suo nanismo congenito.
Chissà che adolescenza infelice deve avere avuto.
Visto da questa prospettiva, mi fa quasi pena.
comunque, qualche tempo fa l'espresso (noto settimanale comunista, ma vabbè...) ha pubblicato un'inchiesta documentatissima su di lui, in particolare su come sia diventato professore
roba che in confronto i figli dei rettori associati a trentanni ci fanno un figurone
quanto all'adolescenza, va tenuto presente che è figlio di un bancarellaro veneziano. cioè, in gioventù ha venduto gondole made in china ai turisti
ve lo immaginate vestito con la maglietta da gondoliere?
appunto, quasi pena...
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
n'altro...
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Re: [O.T.] BERLUSCONI: "SONO IL MESSIA"
Il governo del fare…un tubo. Un’oretta tre volte al mese e solo cinque leggi andate in buca
di Alessandro Camilli
ROMA – Quattordici riunioni in tre mesi della durata media di un’ora e cinque minuti. Totale quindici ore e spicci di lavoro da marzo ad oggi. Sono questi i numeri della mole lavorativa del Consiglio dei Ministri. Quello del ministro non rientrerà probabilmente tra quelli che si definiscono lavori “usuranti”. Certo, i ministri lavorano anche al di fuori delle riunioni di Governo, ma vista la quantità di provvedimenti approvati in questo ultimo trimestre la definizione tanto cara al premier di “governo del fare” appare quantomeno benevola. Scorrendo i provvedimenti di legge adottati dal governo da marzo a oggi, eccezion fatta per i decreti legislativi, solo cinque figurano come norme già approvate. E tra le poche norme partorite dal Consiglio dei Ministri e trasformate in legge c’è il decreto omnibus, quello che conteneva, tra l’altro, la moratoria sul nucleare che si sa che fine abbia fatto.
L’ultima seduta in ordine cronologico è datata 14 giugno, durata 30 minuti ma sufficiente a certificare l’ennesimo strappo Pdl/Lega sul dramma dei rifiuti in Campania. Assenti Berlusconi e Bossi il Consiglio dei ministri non è approdato a nulla. In questi tre mesi, complice la paralisi legislativa delle Camere dovuta ai numeri traballanti, il Governo ha registrato quattordici riunioni, una media di 65 minuti l’una, 905 minuti nel complesso e cioè 15 ore e passa di lavoro, con record di rapidità – 10 minuti il 31 maggio, 20 minuti il 19 maggio – e picchi di impegno: come le due ore e 15 minuti dedicate il 5 maggio al decreto sviluppo e al codice del turismo voluto dalla Brambilla.
Il 3 marzo via al decreto legislativo sul federalismo municipale, bocciato in precedenza dalla Bicameralina e oggi fonte di lamentazioni dei sindaci d’ogni colore; il 23 marzo, dopo il grido di dolore del mondo della cultura e lo sciopero dei «sipari» in molti teatri, arrivano 149 milioni per rifinanziare il Fondo Unico per lo Spettacolo, reperiti però aumentando le tasse sulla benzina, con scarso gradimento degli automobilisti. Lo stesso giorno, sempre nel decreto omnibus, spunta alla voce «taglio dei costi della politica» la norma poi ribattezzata «salva-Alemanno e Moratti» per evitare alle città con più di un milione di abitanti il taglio dei consiglieri comunali da 60 a 48: affossata due giorni dopo grazie alla moral suasion del Quirinale.
Tra gli altri provvedimenti varati dal Governo e trasformati in legge c’è poi il decreto sullo svolgimento delle assemblee societarie; la legge per gli assegni una tantum ai nostri militari e alle forze dell’ordine; le disposizioni urgenti per il voto sui referendum degli italiani all’estero; e la proroga perla delega sul federalismo fiscale tanto cara al Carroccio. Un menù alquanto scarno, soprattutto se commisurato con le promesse e gli annunci di riforme sbandierate a più riprese. Come la decantata «frustata» all’economia, annunciata ai tg il 9 febbraio scorso, accompagnata da dichiarazioni roboanti, che per essere realmente realizzata deve aspettare un clima propizio e armonia tra alleati, due fattori che da mesi scarseggiano. Così il disegno di legge in questione, che modifica gli articoli 41, 97 e 118 della Carta varato in febbraio per semplificare la vita alle imprese, è fermo nella commissione Affari Costituzionali in paziente attesa di una spinta propulsiva che lo diriga verso i lavori dell’aula.
E che fine ha fatto la legge Carfagna, approvata dal Consiglio dei ministri prima dei ballottaggi il 19 maggio, per le pari opportunità nell’accesso alle cariche elettive dei Consigli comunali, provinciali e delle amministrazioni pubbliche? Nell’elenco degli atti parlamentari di Camera e Senato rientra tra le non pervenute, nel senso che ancora non è stata neanche assegnata ad alcuna commissione. E’ arrivata invece in commissione, e lì si è però arenata, la riforma costituzionale della Giustizia, varata all’unanimità il 10 marzo su input di Berlusconi e con la firma di Angelino Alfano. Assegnata col nome di Riforma del titolo IV della parte II della Costituzione, è quella con la separazione delle carriere e il doppio Csm: ferma da settimane nelle due commissioni di merito dove sono in corso audizioni a ripetizione di giuristi e alti magistrati, a detta degli stessi dirigenti Pdl «può pure arrivare in aula, ma senza accelerare troppo…».
Tra le cose fatte come decreto figurano il federalismo fiscale che dopo il sì delle Camere il Cdm ha definitivamente approvato il 3 marzo con il decreto legislativo proposto da Tremonti, Bossi, Calderoli e Fitto. Sul fronte immigrazione, il 30 marzo, nella Conferenza unificata Stato-Regioni-Autonomie locali, è stato sancito un accordo su misure immediate per gestire l’emergenza. E, in tema sicurezza, il 23 marzo, sono stati stanziati altri 345 milioni, nel triennio, al personale di Forze armate, Carabinieri, Polizia, Finanza e altri Corpi dello Stato.
Solo 5 disegni diventati legge quindi in tre mesi, poche riunioni e poche ore di lavoro. Il governo del fare in realtà non fa. E non fa perché impantanato in beghe politiche che occupano tutto il tempo e che non consentono climi sereni per l’approvazione di nulla. Da qui all’estate poi a tenere banco nel governo ci saranno la manovra economica e la delega della riforma fiscale che già alimentano polemiche a non finire. II Consiglio dei ministri dovrà dare l’ok entro giugno con una tabella di marcia incalzante: dopo il via libera al tormentato decreto sviluppo questa settimana, dopo il giro di boa di Pontida, dopo i due voti di fiducia sulla verifica parlamentare il 21 e 22 giugno, Responsabili permettendo, il giorno dopo la manovra dovrebbe ricevere il timbro del Consiglio dei ministri, magari accompagnata da un anticipo della delega sulla riforma fiscale già annunciata. Nel frattempo le Camere saranno impegnate a dirimere partite in sospeso come la legge comunitaria, che come ogni anno avrebbe dovuto essere approvata entro dicembre per evitare le sanzioni dell’Ue sulle direttive non recepite e che, invece, è ancora ferma al palo in Commissione.
di Alessandro Camilli
ROMA – Quattordici riunioni in tre mesi della durata media di un’ora e cinque minuti. Totale quindici ore e spicci di lavoro da marzo ad oggi. Sono questi i numeri della mole lavorativa del Consiglio dei Ministri. Quello del ministro non rientrerà probabilmente tra quelli che si definiscono lavori “usuranti”. Certo, i ministri lavorano anche al di fuori delle riunioni di Governo, ma vista la quantità di provvedimenti approvati in questo ultimo trimestre la definizione tanto cara al premier di “governo del fare” appare quantomeno benevola. Scorrendo i provvedimenti di legge adottati dal governo da marzo a oggi, eccezion fatta per i decreti legislativi, solo cinque figurano come norme già approvate. E tra le poche norme partorite dal Consiglio dei Ministri e trasformate in legge c’è il decreto omnibus, quello che conteneva, tra l’altro, la moratoria sul nucleare che si sa che fine abbia fatto.
L’ultima seduta in ordine cronologico è datata 14 giugno, durata 30 minuti ma sufficiente a certificare l’ennesimo strappo Pdl/Lega sul dramma dei rifiuti in Campania. Assenti Berlusconi e Bossi il Consiglio dei ministri non è approdato a nulla. In questi tre mesi, complice la paralisi legislativa delle Camere dovuta ai numeri traballanti, il Governo ha registrato quattordici riunioni, una media di 65 minuti l’una, 905 minuti nel complesso e cioè 15 ore e passa di lavoro, con record di rapidità – 10 minuti il 31 maggio, 20 minuti il 19 maggio – e picchi di impegno: come le due ore e 15 minuti dedicate il 5 maggio al decreto sviluppo e al codice del turismo voluto dalla Brambilla.
Il 3 marzo via al decreto legislativo sul federalismo municipale, bocciato in precedenza dalla Bicameralina e oggi fonte di lamentazioni dei sindaci d’ogni colore; il 23 marzo, dopo il grido di dolore del mondo della cultura e lo sciopero dei «sipari» in molti teatri, arrivano 149 milioni per rifinanziare il Fondo Unico per lo Spettacolo, reperiti però aumentando le tasse sulla benzina, con scarso gradimento degli automobilisti. Lo stesso giorno, sempre nel decreto omnibus, spunta alla voce «taglio dei costi della politica» la norma poi ribattezzata «salva-Alemanno e Moratti» per evitare alle città con più di un milione di abitanti il taglio dei consiglieri comunali da 60 a 48: affossata due giorni dopo grazie alla moral suasion del Quirinale.
Tra gli altri provvedimenti varati dal Governo e trasformati in legge c’è poi il decreto sullo svolgimento delle assemblee societarie; la legge per gli assegni una tantum ai nostri militari e alle forze dell’ordine; le disposizioni urgenti per il voto sui referendum degli italiani all’estero; e la proroga perla delega sul federalismo fiscale tanto cara al Carroccio. Un menù alquanto scarno, soprattutto se commisurato con le promesse e gli annunci di riforme sbandierate a più riprese. Come la decantata «frustata» all’economia, annunciata ai tg il 9 febbraio scorso, accompagnata da dichiarazioni roboanti, che per essere realmente realizzata deve aspettare un clima propizio e armonia tra alleati, due fattori che da mesi scarseggiano. Così il disegno di legge in questione, che modifica gli articoli 41, 97 e 118 della Carta varato in febbraio per semplificare la vita alle imprese, è fermo nella commissione Affari Costituzionali in paziente attesa di una spinta propulsiva che lo diriga verso i lavori dell’aula.
E che fine ha fatto la legge Carfagna, approvata dal Consiglio dei ministri prima dei ballottaggi il 19 maggio, per le pari opportunità nell’accesso alle cariche elettive dei Consigli comunali, provinciali e delle amministrazioni pubbliche? Nell’elenco degli atti parlamentari di Camera e Senato rientra tra le non pervenute, nel senso che ancora non è stata neanche assegnata ad alcuna commissione. E’ arrivata invece in commissione, e lì si è però arenata, la riforma costituzionale della Giustizia, varata all’unanimità il 10 marzo su input di Berlusconi e con la firma di Angelino Alfano. Assegnata col nome di Riforma del titolo IV della parte II della Costituzione, è quella con la separazione delle carriere e il doppio Csm: ferma da settimane nelle due commissioni di merito dove sono in corso audizioni a ripetizione di giuristi e alti magistrati, a detta degli stessi dirigenti Pdl «può pure arrivare in aula, ma senza accelerare troppo…».
Tra le cose fatte come decreto figurano il federalismo fiscale che dopo il sì delle Camere il Cdm ha definitivamente approvato il 3 marzo con il decreto legislativo proposto da Tremonti, Bossi, Calderoli e Fitto. Sul fronte immigrazione, il 30 marzo, nella Conferenza unificata Stato-Regioni-Autonomie locali, è stato sancito un accordo su misure immediate per gestire l’emergenza. E, in tema sicurezza, il 23 marzo, sono stati stanziati altri 345 milioni, nel triennio, al personale di Forze armate, Carabinieri, Polizia, Finanza e altri Corpi dello Stato.
Solo 5 disegni diventati legge quindi in tre mesi, poche riunioni e poche ore di lavoro. Il governo del fare in realtà non fa. E non fa perché impantanato in beghe politiche che occupano tutto il tempo e che non consentono climi sereni per l’approvazione di nulla. Da qui all’estate poi a tenere banco nel governo ci saranno la manovra economica e la delega della riforma fiscale che già alimentano polemiche a non finire. II Consiglio dei ministri dovrà dare l’ok entro giugno con una tabella di marcia incalzante: dopo il via libera al tormentato decreto sviluppo questa settimana, dopo il giro di boa di Pontida, dopo i due voti di fiducia sulla verifica parlamentare il 21 e 22 giugno, Responsabili permettendo, il giorno dopo la manovra dovrebbe ricevere il timbro del Consiglio dei ministri, magari accompagnata da un anticipo della delega sulla riforma fiscale già annunciata. Nel frattempo le Camere saranno impegnate a dirimere partite in sospeso come la legge comunitaria, che come ogni anno avrebbe dovuto essere approvata entro dicembre per evitare le sanzioni dell’Ue sulle direttive non recepite e che, invece, è ancora ferma al palo in Commissione.
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”