Trent'anni fa, per affrontare la ristrutturazione, la classe dirigente italiana di trovo' davanti 2 vie. Quella più ardua, aumentare la produttività generale colpendo il parassitismo e la spesa pubblica, e tagliare le unghie ai voraci protetti dall'evasione.Painkiller ha scritto:La produttività per addetto è un problema secondario. Da quel che mi risulta in Italia è sempre stata molto bassa ma nei decenni scorsi non impediva la crescita dell'economia
Oppure quella più spiccia:premere sui salari dei lavoratori e contare sulla svalutazione per sostenere l'export. Scelsero la seconda, più facile perché non toccava le consorterie e le cucce calde del consociativismo parlamentare, più semplice perché si trovava davanti sindacati infeudati al parlamentarismo.
E' questa la ragione dei salari italiani più bassi della media europea, del costo del lavoro più alto e del debito pubblico enorme.Quando l'€ ha sbarrato la strada ai trucchi svalutativi, la fattura l'hanno pagata i precari, i nuovi assunti, i lavoratori atipici, permettando a piccole, medie e aziende parapubbliche di ritardare all'infinito ristrutturazioni, investimenti, innovazione.
Non poteva durare:nemmeno i professori riescono a scardinare privilegi del cialtronismo parlamentare: i saltimbanchi della grande coalizione del trasformismo decidono in solido, riciclando i capibastone della prima repubblica, della seconda ora si prepara la terza.
