Dl fisco, il governo mette la fiducia
Corte dei Conti: "Troppe tasse"
Il presidente Luigi Giampaolino, in audizione alla Camera: "La pressione fiscale salirà salirà dal 42,5 per cento del 2011 al oltre il 45 per cento per l'intero triennio successivo". Bankitalia: "Aumento dev'essere temporaneo"
Lo leggo dopo
Dl fisco, il governo mette la fiducia Corte dei Conti: "Troppe tasse" Luigi Giampaolino
ROMA - Il governo ha posto la fiducia in Senato sul decreto legge sulle semplificazioni fiscali. L'aula del Senato è stata sospesa per consentire alla conferenza dei capigruppo di riunirsi e definire i tempi del voto di fiducia che dovrebbe svolgersi domani.
Corte dei Conti. "Il pericolo di un corto circuito rigore/crescita non è dissipato nell'impianto del def 2012-2015, impegnato a definire il profilo di avvicinamento al pareggio di bilancio in un arco di tempo molto breve". Lo dice il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino, in audizione alla Camera. Per Giampaolino "l'urgenza del riequilibrio dei conti si è tradotta, inevitabilmente, nel ricorso al prelievo fiscale creando una pressione già fuori linea nel confronto europeo e generando le condizioni per ulteriori effetti recessivi". Per questo bisogna "liberare per quanto possibile risorse per aumentare gli investimenti e ridurre in misura sostanziosa il cuneo fiscale". Per Bankitalia, invece, i "risultati del contrasto all'evasione fiscale e della razionalizzazione della spesa potranno consentire nel medio termine di ridurre le elevate aliqote di prelievo sul lavoro e sull'attività d'impresa, sostenendo la competitività economica".
"La ristrettezza dei margini temporali, imposti dalle intese europee - spiega il presidente della Corte dei Conti - complica infatti la realizzabilità di una strategia di politica economica nella quale si compongano le esigenze di riequilibrio del bilancio con quelle della ripresa economica, affidata alle riforme strutturali". L'obiettivo del pareggio di bilancio al 2013, infatti, "deve confrontarsi con un abbassamento, in parte inatteso, delle prospettive di crescita anche a livello internazionale".
Le cifre. "La componente fiscale" degli interventi correttivi prevista dal Def "è altissima" e sarà superiore al 45% nel triennio 2012-2014, continua il presidente della Corte dei Conti. La componente fiscale delle correzioni sarà dell'82% nel 2012, del 70% nel 2013 e oltre il 65% nel 2014. "La pressione fiscale salirà dal 42,5% del 2011 ad oltre il 45% per l'intero triennio successivo". Chiosa Bankitalia: "Il forte aumento della pressione fiscale deve essere temporaneo".
Dismissioni. "L'ambito di fattibilità delle dismissioni dovrebbe essere oggetto di un sollecito ed attento esame perchè una ripresa delle politiche di dismissioni del patrimonio pubblico può risultare opportuna" sia per la riduzione del debito che per "abbattere il ricorso netto al mercato" dice Giampaolino, per il quale sarebbe necessaria "all'interno del governo una 'sede dedicata' supportata da una task force operativa".
Iva. "Per quanto riguarda l'Iva va anche condotta una sorta di approfondita 'tax review' per riconsiderare l'inserimento dei diversi beni e servizi all'interno delle tre aliquote, anche qui in un'ottica di favorire quelli più legati alla crescita e quelli che maggiormente incidono sulle fasce sociali più deboli"
Bankitalia."I rischi connessi con il perdurare delle tensioni sui mercati del debito sovrano restano elevati. Richiedono di perseverare nelle politiche di risanamento dei conti pubblici, di avanzare nelle riforme a sostegno della crescita, di contribuire al rafforzamento degli strumenti per la stabilità finanziaria a livello europeo e globale" commenta il vice direttore generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi davanti le commissioni Bilancio di Camera e Senato, a Montecitorio. Per il futuro, però, il quadro è tutt'altro che positivo: "Le proiezioni del def di una ripresa dell'occupazione e della spesa delle famiglie nella media del 2013 potrebbero rivelarsi ottimistiche, in considerazione sia dei ritardi con cui le condizioni cicliche si riflettono sul mercato del lavoro sia dell'eventuale desiderio delle famiglie di aumentare la componente precauzionale del risparmio in una fase di congiuntura avversa" continua Rossi.
"Se i risparmi conseguiti attraverso la spending review - spiega Rossi - fossero destinati alla riduzione delle imposte, la crescita economica ne beneficerebbe significativamente: mantenendo contemporaneamente in pareggio il bilancio, la pressione fiscale potrebbe ridursi nel periodo 2014-2016 di oltre 3 punti percentuali rispetto al livello atteso per il 2013, riportandosi a un meno penalizzante 42% appena sotto il livello del 2010. Rimarrebbe verosimilmente un divario rispetto alla media degli altri paesi dell'area dell'euro, che nel 2010 era inferiore al 40%".
merde merde merde e ancora merde!!!!!!!!!!!!
e quella testa di cazzo di monti a prender per il culo dicendo che con il rigore ci sarà la crescità??
ma dove la presa la laurea?al corso elettra??
sparati

il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!