zio ha scritto:
Inoltre domando: puó l'europa attuare la decrescita felice in una economia globalizzata con paesi emergenti affamati di consumo come india, brasile, paesi ex urss, africa?
guarda che la decrescita non e' solo una necessita' dell'occidente, ma in primis dei paesi emergenti.
i tempi del televisore, della lavatrice, del frigo e della macchina per ogni cittadino consumatore sono finiti: non ci sarebbero comunque risorse per poterli costruire, proprio per un rapporto strettamente numerico.
se uno si prende la briga di analizzare quello che accade a livello globale, si rende conto che masse di poveri che non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare si stanno spostando verso le grandi citta' prevalentemente costiere.
Le grandi migrazioni saranno sempre piu' frequenti: questo alla lunga generera' a catena non solo fortissime diseguaglianze sociali, ma pesanti problemi in merito all'approvigionamento di cibo e di materie prime, oltre che a problemi sanitari, di accesso a beni e servizi considerati essenziali e di logistica ed urbanistica.
In piu' se ci metti che le riserve idriche di acqua dolce si stanno pesantemente compromettendo a causa della mancata rigenerazione (come i ghiacciai ed i poli) e la superficie coltivabile sta progressivamente diminuendo, ti rendi conto che nei prossimi decenni ci saranno forti tensioni generate da un mix micidiale di sovrapopolazione, mancanza di biodiversita', scarsita' di cibo, produzione di vettori energetici, problemi sociali e limitazioni alle risorse primarie.
La decrescita e il movimento transizionista ragionano su questo: partire dal piccolo per arrivare al grande con un sistema che e' scalabile e riutilizzabile a diversi livelli.
quello che fino ad ora mancava era il trasferimento di tecnologia in settori chiave come ad esempio la produzione di energia da fonti rinnovabili.
in cina ed india ad esempio l'investimento in energie rinovabili e' massivo:
non perche' fa figo come qualche anziano forumista rincoglionito dai fasti del sedicente libero mercato crede, ma perche' e' necessario.
e su questo filone si inseriscono una serie di problematiche, prima fra tutte la questione dello stile di vita che non puo' che adeguarsi al principio non derogabile della sostenibilita' energetico/ambientale.
Decrescita prima di tutto e' razionalizzazione delle risorse per garantire maggiori possibilita' di sopravvivenza e di qualita' della vita per il maggior numero di persone possibili.
Per fare un esempio dal punto di vista della soluzione abitativa, in nordeuropa costruiscono da decenni case popolari zeppe di pannelli solari, coibentate con materiali riciclabili (per ottenere un forte risparmio dei costi di esercizio ma anche di dispendio energetico di produzione dei materiali), dotate di spazi comuni per cene e feste, di lavanderia comune (con poche ed efficenti lavatrici industriali) perfino di spazi per microasili di palazzo. C'e' tutto quello di cui hai bisogno.
Ne ho vistate un paio e mi sono chiesto come mai da noi non le avessero mai fatte in 40 anni, visto che non sono di certo case che utilizzano tecnologie aliene o materiali costosissimi.
Bastava semplicemente pensarci e ragionare la progettazione da una prospettiva diversa.
Sempre parlando di case, ho conosciuto giovani architetti che han costruito unita' abitative partendo da container abbandonati nei porti, riutilizzando una quantita' incredibile di materiali altrimenti destinati alle discariche.
E' una cosa che non avrei mai immaginato 15 anni fa, e con costi di realizzazione che sono una frazione rispetto a quello che costerebbe un edificio tradizionale, soprattutto in termini di dispendio energetico complessivo (cioe' considerando anche l'energia usata per produrre i materiali di costruzione).
Quello che mi stupisce e' che sono soluzioni percorribili subito, a bassa tecnologia, che sfruttano quello che gia' si sa ed anche qui senza rinunciare a nulla di essenziale per se stessi.
E' solo una questione di cambiare punto di vista.
"Duca conte buonasera..sono le 17...le serviamo un tè?" Maurizio Liberti, 25.03.2007
"Sono venuto qui per disgustarmi! oh! Voglio vomitare! oh! siete un cess.... cessi! cessi, diceva toto'! cessi! la banda! cessi!" Carmelo Bene, 1995