[O.T.] Crisi economica
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Re: [O.T.] Crisi economica
ho sempre dubitato da chi si attende la salvezza dalla politica.
sempre.
e infatti...
cmq per la situazione italiana per me non ci sono cazzi: o si decide di rendere non operativi i requisiti cogenti che stanno immobilizzando le imprese italiane (parlo dell'ilva, delle pratiche sanitarie e ambientali, etc), o altrimenti tutti chiudono e via alla guerra civile. voglio vedere Taranto senza Ilva.
io intanto mi porto a casa i fucili da caccia di mio babbo.
sempre.
e infatti...
cmq per la situazione italiana per me non ci sono cazzi: o si decide di rendere non operativi i requisiti cogenti che stanno immobilizzando le imprese italiane (parlo dell'ilva, delle pratiche sanitarie e ambientali, etc), o altrimenti tutti chiudono e via alla guerra civile. voglio vedere Taranto senza Ilva.
io intanto mi porto a casa i fucili da caccia di mio babbo.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
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Re: [O.T.] Crisi economica
I politici non possono salvare niente perchè il loro primo interesse è questa roba qui:


“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
Re: [O.T.] Crisi economica
Cazzo, mi fate venire l'angoscia!
Forse dovremmo cercare di dare un senso diverso alla politica.
Mi viene in mente Gaber quando cantava "vedrei che la politica è un mestiere come un altro; e vorrei dire, mi pare Platone, che il politico è sempre meno filosofo, e sempre più coglione".
Ecco, la politica "mestiere come un altro" ha fatto il suo tempo e ha combinato i suoi danni. Il conto lo pagheremo noi e le generazioni future. Queste democrazie rappresentative, che nei fatti e nei comportamenti prescindono dal popolo e dai cittadini, sono la causa dell'indecisionismo cronico e della totale assenza di respiro, visione e idealità. Salvo rarissime eccezioni, oggi a far politica sono spesso i peggiori. La "rappresentanza" parlamentare, cioè, tende pericolosamente verso il basso. Onestamente, se tu ti voti un Cicchitto o un D'Alema (due nomi a caso, eh! Potrei citarne altri 300): che vuoi e puoi aspettarti? Cosa hanno fatto per noi, in trenta e passa anni di carriera parlamentare? E quanto ci sono costati?
Puoi aspettarti la "riforma" della politica e della società da questa gente qui?
La cosa diventa ancora più angosciante se pensi che i vari Cicchitto e D'Alema in parlamento ci andranno lo stesso, anche se nessuno li vota!
Insomma, siamo in trappola. Il sistema è senza via d'uscita. La casta dei Cicchito e dei D'Alema si finanzia coi nostri soldi, si autoelegge, si stabilisce lo stipendio e le prebende che vuole, si becca il vitalizio dopo solo mezza legislatura: perché mai dovrebbe farsi venire un'idea buona anche per noi? Chi glielo fa fare? Non rischiano niente! Non sentono - e non potrebbero - il peso della responsabilità del loro "mestiere". A loro il conto non lo presenta mai nessuno. Anzi, per meglio fotterci, ci ingabbiano dentro dibattiti e polemiche inutili o montati ad arte (Berlusconi e l'antiberlusconismo, la destra e la sinistra, e via dicendo).
Le crisi ed i processi economici, invece, come ogni altra cosa su questo pianeta, si possono governare, se c'è una politica che vuol farlo e se ci sono dei politici all'altezza, e non dei mestieranti del teatrino poltico. La crisi (dell'economia e della politica) è l'effetto di qualcosa che non funziona o non ha funzionato. Trovare il problema e rimuoverlo aiuterebbe.

Forse dovremmo cercare di dare un senso diverso alla politica.
Mi viene in mente Gaber quando cantava "vedrei che la politica è un mestiere come un altro; e vorrei dire, mi pare Platone, che il politico è sempre meno filosofo, e sempre più coglione".
Ecco, la politica "mestiere come un altro" ha fatto il suo tempo e ha combinato i suoi danni. Il conto lo pagheremo noi e le generazioni future. Queste democrazie rappresentative, che nei fatti e nei comportamenti prescindono dal popolo e dai cittadini, sono la causa dell'indecisionismo cronico e della totale assenza di respiro, visione e idealità. Salvo rarissime eccezioni, oggi a far politica sono spesso i peggiori. La "rappresentanza" parlamentare, cioè, tende pericolosamente verso il basso. Onestamente, se tu ti voti un Cicchitto o un D'Alema (due nomi a caso, eh! Potrei citarne altri 300): che vuoi e puoi aspettarti? Cosa hanno fatto per noi, in trenta e passa anni di carriera parlamentare? E quanto ci sono costati?
Puoi aspettarti la "riforma" della politica e della società da questa gente qui?
La cosa diventa ancora più angosciante se pensi che i vari Cicchitto e D'Alema in parlamento ci andranno lo stesso, anche se nessuno li vota!
Insomma, siamo in trappola. Il sistema è senza via d'uscita. La casta dei Cicchito e dei D'Alema si finanzia coi nostri soldi, si autoelegge, si stabilisce lo stipendio e le prebende che vuole, si becca il vitalizio dopo solo mezza legislatura: perché mai dovrebbe farsi venire un'idea buona anche per noi? Chi glielo fa fare? Non rischiano niente! Non sentono - e non potrebbero - il peso della responsabilità del loro "mestiere". A loro il conto non lo presenta mai nessuno. Anzi, per meglio fotterci, ci ingabbiano dentro dibattiti e polemiche inutili o montati ad arte (Berlusconi e l'antiberlusconismo, la destra e la sinistra, e via dicendo).
Le crisi ed i processi economici, invece, come ogni altra cosa su questo pianeta, si possono governare, se c'è una politica che vuol farlo e se ci sono dei politici all'altezza, e non dei mestieranti del teatrino poltico. La crisi (dell'economia e della politica) è l'effetto di qualcosa che non funziona o non ha funzionato. Trovare il problema e rimuoverlo aiuterebbe.
La ripresa non si vede, ma è dentro di noi.
Il governo ha aggravato la crisi per favorire la crescita.
Il governo ha aggravato la crisi per favorire la crescita.
Re: [O.T.] Crisi economica
Ma tu, una crisi economica MONDIALE, seconda per gravità solo a quella del 1929, pensi di risolverla con la "politica" italiana, ormai ridotta a provincia dell'UE, con poteri e sovranità limitati...???repeat ha scritto:Trovare il problema e rimuoverlo aiuterebbe.

"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."
Re: [O.T.] Crisi economica
il che, a pensarci bene, è una gran fortuna.....
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
Re: [O.T.] Crisi economica
Helmut, Helmut...Helmut ha scritto:Ma tu, una crisi economica MONDIALE, seconda per gravità solo a quella del 1929, pensi di risolverla con la "politica" italiana, ormai ridotta a provincia dell'UE, con poteri e sovranità limitati...???repeat ha scritto:Trovare il problema e rimuoverlo aiuterebbe.
La "politica" italiana è parte della "politica" mondiale. E quasi sempre sono le scelte politiche sbagliate che producono le crisi.
L'abrogazione del Glass-Streagall Act ad opera di Clinton, nel 1999, ha di fatto creato le premesse perché le bolle speculative finanziarie e immobiliari mettessero in ginocchio gli Stati e i sistemi economici.
Questa è "politica". Una politica sbagliata, ma pur sempre politica.
La crisi gravissima del '29 è stata affrontata dal governo americano con la politica (il New Deal), non certo standosene seduti a girare i pollici.
Certo, se a fare politica ci metti un ragioniere liquidatore (Monti), un puttaniere incallito o un politicante qualsiasi, più interessato al suo vitalizio che ai tuoi problemi e a quelli del tuo paese, è molto probabile che "la politica" (e quindi la società) ne esca fuori con le ossa rotte.
La ripresa non si vede, ma è dentro di noi.
Il governo ha aggravato la crisi per favorire la crescita.
Il governo ha aggravato la crisi per favorire la crescita.
Re: [O.T.] Crisi economica
Quindi basta fare scelte poltiche "giuste" nei governi del mondo e immediatamente si apriranno le valli verdeggianti per tutti, come sosteneva il centro-sinistra di Prodi alla vigilia delle elezioni del 2006...???repeat ha scritto:
E quasi sempre sono le scelte politiche sbagliate che producono le crisi.

"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."
Re: [O.T.] Crisi economica
Lascialo perdere Prodi... lui e tutti gli altri sono la CAUSA dei nostri problemi, non la CURA.Helmut ha scritto:Quindi basta fare scelte poltiche "giuste" nei governi del mondo e immediatamente si apriranno le valli verdeggianti per tutti, come sosteneva il centro-sinistra di Prodi alla vigilia delle elezioni del 2006...???repeat ha scritto:
E quasi sempre sono le scelte politiche sbagliate che producono le crisi.
La ripresa non si vede, ma è dentro di noi.
Il governo ha aggravato la crisi per favorire la crescita.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Della serie: SOCIALIZZARE LE PERDITE, dopo aver privatizzato i profitti.
(sottotitolo: Paga Pantalone!)
Monte dei Paschi in rosso per 1,61 miliardi, verso la “nazionalizzazione”
Nuova svalutazione, questa volta da 1,52 miliardi, per la banca senese. Oltre all'azzeramento del marchio Antonveneta acquistato a carissimo prezzo dalla gestione Mussari, che per Profumo, però, non sarebbe il vero male del più antico istituto di credito del mondo
Nuova pesante svalutazione dell’avviamento da parte del Monte dei Paschi di Siena nel primo semestre dell’anno, che ha prodotto un rosso da 1,61 miliardi di euro che si confronta con l’utile di 261,4 milioni dell’anno prima. La svalutazione dell’avviamento decisa dal cda della banca è di 1,52 miliardi alla quale si aggiunge la svalutazione integrale del marchio Banca Antonveneta. Il risultato operativo netto del semestre è invece calato a 182,5 milioni (-69,1%), mentre migliora al 10,8% (+50 punti base dall’inizio dell’anno) l’indicatore di solidità patrimoniale della banca, il Core Tier 1. Il dato, però, include 1,9 miliardi di Tremonti Bond.
Ancora guai, quindi, per la banca presieduta da Alessandro Profumo, per la quale è in arrivo un paracadute governativo da 2 miliardi di euro sotto forma di obbligazioni sottoscritte dal Tesoro, versione montiana dei Tremonti-bond di cui Siena aveva già usufruito, che saranno rifinanziati con una nuova emissione fino a 3,4 miliardi. E in base agli accordi, gli interessi della nuova emissione, in mancanza di utili da parte della banca verranno pagati in azioni, con la conseguenza abbastanza prevedibile, visti i risultati, che sul medio termine lo Stato italiano torni a fare il banchiere. Ma da azionista di minoranza e, quindi, con tutti gli oneri del caso.
I conti, oltretutto, hanno offerto la sponda ai vertici della banca che da tempo stanno trattando con i sindacati per un corposo piano di tagli. La semestrale di Mps, ha infatti subito commentato il direttore generale della banca, Fabrizio Viola, conferma“l’impossibilità di differire il piano” industriale 2013-2015, “anzi probabilmente anche di accelerare determinate azioni che sono ricomprese nel piano”, che include la chiusura di 400 filiali.
Secondo le ultime dichiarazioni del presidente Alessandro Profumo sul tema, “i dipendenti delle 400 filiali che saranno chiuse saranno reimpiegati: 1.250 saranno spostati in altri sportelli e 500 in attività di sviluppo”. Per quanto riguarda gli oltre 2.000 dipendenti del Consorzio che gestisce il back office, l’ex amministratore delegato di Unicredit si è detto sicuro “che se nel corso delle discussioni con i sindacati verranno identificate soluzioni alternative che diano risparmi strutturali omogenei a quelli del piano industriale a noi andranno bene. Le attività amministrative assorbono e assorbiranno sempre meno valore”.
Non più tardi di ieri, durante un dibattito alla festa locale del Pd, Profumo aveva lanciato il suo aut aut al territorio: “Razionalizzare il sistema distributivo e fare delle scelte. O le facciamo e cerchiamo di stare in piedi, o a un certo punto non ci stiamo più. La banca le sue scelte le vuole fare perché ha vissuto 540 anni e vuole viverne altri 540 – aveva detto-. Il fatto di vivere 540 anni, lo dico in modo chiaro, è messo a forte rischio. Perché noi oggi abbiamo una banca che vale 2,8 miliardi e abbiamo soldi dallo Stato per 3,4. Se si pensa che i 3,4 miliardi dello Stato siano una cosa dovuta al Monte dei Paschi dico che purtroppo non è così, sono aiuti di Stato”.

(sottotitolo: Paga Pantalone!)
Monte dei Paschi in rosso per 1,61 miliardi, verso la “nazionalizzazione”
Nuova svalutazione, questa volta da 1,52 miliardi, per la banca senese. Oltre all'azzeramento del marchio Antonveneta acquistato a carissimo prezzo dalla gestione Mussari, che per Profumo, però, non sarebbe il vero male del più antico istituto di credito del mondo
Nuova pesante svalutazione dell’avviamento da parte del Monte dei Paschi di Siena nel primo semestre dell’anno, che ha prodotto un rosso da 1,61 miliardi di euro che si confronta con l’utile di 261,4 milioni dell’anno prima. La svalutazione dell’avviamento decisa dal cda della banca è di 1,52 miliardi alla quale si aggiunge la svalutazione integrale del marchio Banca Antonveneta. Il risultato operativo netto del semestre è invece calato a 182,5 milioni (-69,1%), mentre migliora al 10,8% (+50 punti base dall’inizio dell’anno) l’indicatore di solidità patrimoniale della banca, il Core Tier 1. Il dato, però, include 1,9 miliardi di Tremonti Bond.
Ancora guai, quindi, per la banca presieduta da Alessandro Profumo, per la quale è in arrivo un paracadute governativo da 2 miliardi di euro sotto forma di obbligazioni sottoscritte dal Tesoro, versione montiana dei Tremonti-bond di cui Siena aveva già usufruito, che saranno rifinanziati con una nuova emissione fino a 3,4 miliardi. E in base agli accordi, gli interessi della nuova emissione, in mancanza di utili da parte della banca verranno pagati in azioni, con la conseguenza abbastanza prevedibile, visti i risultati, che sul medio termine lo Stato italiano torni a fare il banchiere. Ma da azionista di minoranza e, quindi, con tutti gli oneri del caso.
I conti, oltretutto, hanno offerto la sponda ai vertici della banca che da tempo stanno trattando con i sindacati per un corposo piano di tagli. La semestrale di Mps, ha infatti subito commentato il direttore generale della banca, Fabrizio Viola, conferma“l’impossibilità di differire il piano” industriale 2013-2015, “anzi probabilmente anche di accelerare determinate azioni che sono ricomprese nel piano”, che include la chiusura di 400 filiali.
Secondo le ultime dichiarazioni del presidente Alessandro Profumo sul tema, “i dipendenti delle 400 filiali che saranno chiuse saranno reimpiegati: 1.250 saranno spostati in altri sportelli e 500 in attività di sviluppo”. Per quanto riguarda gli oltre 2.000 dipendenti del Consorzio che gestisce il back office, l’ex amministratore delegato di Unicredit si è detto sicuro “che se nel corso delle discussioni con i sindacati verranno identificate soluzioni alternative che diano risparmi strutturali omogenei a quelli del piano industriale a noi andranno bene. Le attività amministrative assorbono e assorbiranno sempre meno valore”.
Non più tardi di ieri, durante un dibattito alla festa locale del Pd, Profumo aveva lanciato il suo aut aut al territorio: “Razionalizzare il sistema distributivo e fare delle scelte. O le facciamo e cerchiamo di stare in piedi, o a un certo punto non ci stiamo più. La banca le sue scelte le vuole fare perché ha vissuto 540 anni e vuole viverne altri 540 – aveva detto-. Il fatto di vivere 540 anni, lo dico in modo chiaro, è messo a forte rischio. Perché noi oggi abbiamo una banca che vale 2,8 miliardi e abbiamo soldi dallo Stato per 3,4. Se si pensa che i 3,4 miliardi dello Stato siano una cosa dovuta al Monte dei Paschi dico che purtroppo non è così, sono aiuti di Stato”.

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Re: [O.T.] Crisi economica
Questa è una cazzata madornale. Prima dell'Euro lo stato italiano spendeva in interessi sul debito il 10-12% del PIL Con l'Euro questa quota è scesa al 5%. Grazie all'Euro.repeat ha scritto: Avere l'euro, ad esempio, è stata una scelta politica. Sbagliata, se vediamo i fatti e se consideriamo il default imminente o prossimo da mezza europa, a tutto vantaggio dell'altra mezza.
Fatti i calcoli e moltiplica per 10 anni. Parliamo di decine di miliardi di Euro risparmiati. Grazie all'Euro.
Questi soldi risparmiati potevano essere usati per abbattere il debito pubblico oppure per abbassare le tasse ed invece sono stati usati per finanziare altra spesa corrente. E' colpa dell'Euro o dei governi, di centrodestra giova ricordare, che hanno buttato nel cesso questa opportunità?
Questi sono fatti, numeri, non opinioni.
Re: [O.T.] Crisi economica
Intanto, grazie per la "madornale cazzata". E' molto bello vedere l'approccio democratico che avete nei confronti di chi tenta di mettervi di fronte ad una visione diversa, rispetto a quella che vi ha inculcato il Pensiero Unico.Painkiller ha scritto:Questa è una cazzata madornale. Prima dell'Euro lo stato italiano spendeva in interessi sul debito il 10-12% del PIL Con l'Euro questa quota è scesa al 5%. Grazie all'Euro.repeat ha scritto: Avere l'euro, ad esempio, è stata una scelta politica. Sbagliata, se vediamo i fatti e se consideriamo il default imminente o prossimo da mezza europa, a tutto vantaggio dell'altra mezza.
Fatti i calcoli e moltiplica per 10 anni. Parliamo di decine di miliardi di Euro risparmiati. Grazie all'Euro.
Questi soldi risparmiati potevano essere usati per abbattere il debito pubblico oppure per abbassare le tasse ed invece sono stati usati per finanziare altra spesa corrente. E' colpa dell'Euro o dei governi, di centrodestra giova ricordare, che hanno buttato nel cesso questa opportunità?
Questi sono fatti, numeri, non opinioni.
Prima dell'euro lo Stato Italiano aveva un debito estero irrilevante (era attorno al 20%, se non erro), essendo i cittadini e le istituzioni italiane titolari della maggior parte di quel debito (quindi era ricchezza dei cittadini e del paese: lo Stato pagava il debito e immetteva ricchezza nel sistema-paese). Con l'euro, invece, grazie anche alla ristrutturazione del debito voluta da Prodi, lo Stato Italiano deve gran parte del suo debito (che nel frattempo è rimasto lo stesso) agli investitori stranieri. Quindi è tutta ricchezza che esce fuori dal sistema-paese.
Prima dell'euro lo Stato Italiano poteva svalutare la propria moneta per evitare di far collassare il sistema (come sta accadendo adesso). Svaluti la moneta, aumentano le esportazioni, cresce il PIL. Svalutazione non vuol dire inflazione (quella dipende dal costo delle materie prime che importi nel tuo paese e dalla base circolante di moneta). Il rapporto dell'incremento di inflazione sulla percentuale di svalutazione è di 0,1/0,2. In pratica, se svaluti del 20% avrai un aumento dell'inflazione compreso fra 2 e 3 percento. Quindi, tutto sto terrorismo sui disastri di una eventuale svalutazione monetaria è esagerato.
I danni che ci sta facendo l'euro - e che continuerà a fare nel tempo - sono strutturali e non sono reversibili. La rigidità del cambio ce lo mette e ce lo metterà nel culo.
La ripresa non si vede, ma è dentro di noi.
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Re: [O.T.] Crisi economica
dategli qualche lira in tasca ai nostalgici di Maria Montessori (era lei?) e la finiamo lì.....
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Re: [O.T.] Crisi economica
Quello che dici non e' proprio corretto. Primo devi assumere che i titoli di debito siano ricchezza netta, il che non e' detto (David Ricardo gia' nell 800 dimostro' che non e' detto sia varo).repeat ha scritto: Prima dell'euro lo Stato Italiano aveva un debito estero irrilevante (era attorno al 20%, se non erro), essendo i cittadini e le istituzioni italiane titolari della maggior parte di quel debito (quindi era ricchezza dei cittadini e del paese: lo Stato pagava il debito e immetteva ricchezza nel sistema-paese). Con l'euro, invece, grazie anche alla ristrutturazione del debito voluta da Prodi, lo Stato Italiano deve gran parte del suo debito (che nel frattempo è rimasto lo stesso) agli investitori stranieri. Quindi è tutta ricchezza che esce fuori dal sistema-paese.
Inoltre quando prendi a prestito e' per trasferire consumo dal futuro al presente o investimenti. Quindi non puoi dire che se ricevo a prestito da uno all'estero e poi lo ripago (possibilmente con la stessa moneta, l'euro) la ricchezza diminuisce. Nel momento in cui prendo a prestito ho la possibilita' di consumare ed investire di piu' di quanto potrei fare senza il prestito. Quindi non e' detto che la ricchezza totale di un paese diminuisce per forza se paghi investitori esteri. Cio' che conta dal punto di vista individuale e quindi anche dello stato e' che ci sia qualcuno disposto a prestare soldi, non ha importanza chi il prestatore sia. Inoltre, se il servizio sul debito estero e' principalmente nella stessa moneta del paese stesso e' ancora meglio, visto che non hai il problema della svalutazione della moneta interna che aumenta il servizio del debito estero.
Painkiller dice una cosa corretta sul servizio del debito. Prima dell'euro il servizio sul debito era molto piu' alto per l'italia. Quindi l'introduzione dell'euro ha creato un vantaggio da quel punto di vista per lo stato italiano. Prendi a prestito e paghi meno. Ora che questi prestiti vengano da cittadini italiani o stranieri e' meno rilevante per lo stato perche' entrambi ricevono lo stesso tasso di interesse (soprattutto che ricevono la stessa moneta (l'euro)).
Per finire: svalutazione e' sempre uguale ad inflazione. A meno di non eliminare ogni importazione, cosa che e' impossibile. In Argentina tanto per fare un esempio, con la svalutazione del peso dopo il default l'inflazione e' aumentata fino al 20-25%. Ovvio che dipende anche da quanto svaluti, ma in generale l'inflazione aumentera' ad ogni svalutazione.
Inoltre se l'inflazione non aumenta non ha senso svalutare. Si svaluta anche e soprattutto per ridurre i salari reali e quindi il costo del lavoro che e' cio' che ti rende piu' competitivo dopo la svalutazione.
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
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Re: [O.T.] Crisi economica
Quello che dici non e' proprio corretto. Primo devi assumere che i titoli di debito siano ricchezza netta, il che non e' detto (David Ricardo gia' nell 800 dimostro' che non e' detto sia varo).repeat ha scritto: Prima dell'euro lo Stato Italiano aveva un debito estero irrilevante (era attorno al 20%, se non erro), essendo i cittadini e le istituzioni italiane titolari della maggior parte di quel debito (quindi era ricchezza dei cittadini e del paese: lo Stato pagava il debito e immetteva ricchezza nel sistema-paese). Con l'euro, invece, grazie anche alla ristrutturazione del debito voluta da Prodi, lo Stato Italiano deve gran parte del suo debito (che nel frattempo è rimasto lo stesso) agli investitori stranieri. Quindi è tutta ricchezza che esce fuori dal sistema-paese.
Inoltre quando prendi a prestito e' per trasferire consumo dal futuro al presente o investimenti. Quindi non puoi dire che se ricevo a prestito da uno all'estero e poi lo ripago (possibilmente con la stessa moneta, l'euro) la ricchezza diminuisce. Nel momento in cui prendo a prestito ho la possibilita' di consumare ed investire di piu' di quanto potrei fare senza il prestito. Quindi non e' detto che la ricchezza totale di un paese diminuisce per forza se paghi investitori esteri. Cio' che conta dal punto di vista individuale e quindi anche dello stato e' che ci sia qualcuno disposto a prestare soldi, non ha importanza chi il prestatore sia. Inoltre, se il servizio sul debito estero e' principalmente nella stessa moneta del paese stesso e' ancora meglio, visto che non hai il problema della svalutazione della moneta interna che aumenta il servizio del debito estero.
Painkiller dice una cosa corretta sul servizio del debito. Prima dell'euro il servizio sul debito era molto piu' alto per l'italia. Quindi l'introduzione dell'euro ha creato un vantaggio da quel punto di vista per lo stato italiano. Prendi a prestito e paghi meno. Ora che questi prestiti vengano da cittadini italiani o stranieri e' meno rilevante per lo stato perche' entrambi ricevono lo stesso tasso di interesse (soprattutto che ricevono la stessa moneta (l'euro)).
Per finire: svalutazione e' sempre uguale ad inflazione. A meno di non eliminare ogni importazione, cosa che e' impossibile. In Argentina tanto per fare un esempio, con la svalutazione del peso dopo il default l'inflazione e' aumentata fino al 20-25%. Ovvio che dipende anche da quanto svaluti, ma in generale l'inflazione aumentera' ad ogni svalutazione.
Inoltre se l'inflazione non aumenta non ha senso svalutare. Si svaluta anche e soprattutto per ridurre i salari reali e quindi il costo del lavoro che e' cio' che ti rende piu' competitivo dopo la svalutazione.
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
Re: [O.T.] Crisi economica
Husker_Du ha scritto:Quello che dici non e' proprio corretto. Primo devi assumere che i titoli di debito siano ricchezza netta, il che non e' detto (David Ricardo gia' nell 800 dimostro' che non e' detto sia varo).repeat ha scritto: Prima dell'euro lo Stato Italiano aveva un debito estero irrilevante (era attorno al 20%, se non erro), essendo i cittadini e le istituzioni italiane titolari della maggior parte di quel debito (quindi era ricchezza dei cittadini e del paese: lo Stato pagava il debito e immetteva ricchezza nel sistema-paese). Con l'euro, invece, grazie anche alla ristrutturazione del debito voluta da Prodi, lo Stato Italiano deve gran parte del suo debito (che nel frattempo è rimasto lo stesso) agli investitori stranieri. Quindi è tutta ricchezza che esce fuori dal sistema-paese.
Inoltre quando prendi a prestito e' per trasferire consumo dal futuro al presente o investimenti. Quindi non puoi dire che se ricevo a prestito da uno all'estero e poi lo ripago (possibilmente con la stessa moneta, l'euro) la ricchezza diminuisce. Nel momento in cui prendo a prestito ho la possibilita' di consumare ed investire di piu' di quanto potrei fare senza il prestito. Quindi non e' detto che la ricchezza totale di un paese diminuisce per forza se paghi investitori esteri. Cio' che conta dal punto di vista individuale e quindi anche dello stato e' che ci sia qualcuno disposto a prestare soldi, non ha importanza chi il prestatore sia. Inoltre, se il servizio sul debito estero e' principalmente nella stessa moneta del paese stesso e' ancora meglio, visto che non hai il problema della svalutazione della moneta interna che aumenta il servizio del debito estero.
Painkiller dice una cosa corretta sul servizio del debito. Prima dell'euro il servizio sul debito era molto piu' alto per l'italia. Quindi l'introduzione dell'euro ha creato un vantaggio da quel punto di vista per lo stato italiano. Prendi a prestito e paghi meno. Ora che questi prestiti vengano da cittadini italiani o stranieri e' meno rilevante per lo stato perche' entrambi ricevono lo stesso tasso di interesse (soprattutto che ricevono la stessa moneta (l'euro)).
Per finire: svalutazione e' sempre uguale ad inflazione. A meno di non eliminare ogni importazione, cosa che e' impossibile. In Argentina tanto per fare un esempio, con la svalutazione del peso dopo il default l'inflazione e' aumentata fino al 20-25%. Ovvio che dipende anche da quanto svaluti, ma in generale l'inflazione aumentera' ad ogni svalutazione.
Inoltre se l'inflazione non aumenta non ha senso svalutare. Si svaluta anche e soprattutto per ridurre i salari reali e quindi il costo del lavoro che e' cio' che ti rende piu' competitivo dopo la svalutazione.
Husker,
secondo me, invece, fa una bella differenza se la restituzione del debito (+ interessi) avviene all'interno dello stesso sistema-paese o se questo trasferimento di ricchezza avviene verso l'esterno del sistema-paese. Se io debbo 100 ai miei concittadini, nel momento in cui glieli darò, avrò aumentato la loro ricchezza (mi avevano dato 95 e gli sto restituendo 100). Se io devo 100 agli stranieri, diminuirò la mia ricchezza (mi avevano dato 95, dovrò restituire 100... e quindi, dovrò togliere qualcosa al mio paese e trasferirlo all'estero).
Quanto alla svalutazione. Io non ho detto che se svaluti non aumenta l'inflazione. Ho detto un'altra cosa. Ho detto che se svaluti la tua moneta del 20%, ad esempio, l'aumento dell'infazione andrà misurato fra il 2 o il 3 percento. Quattro percento nell'ipotesi più tragica, toh!
L'Argentina svalutò del 200%! E l'inflazione si attestò sul 20-25%.
Quando abbiamo svalutato la nostra moneta, nel 1992, dopo aver bruciato migliaia di miliardi di riserve valutarie nel tentativo, inutile, di mantenere la lira all'interno dello SME, poi non ci fu il balzo dell'inflazione. Svalutammo del 20% e l'inflazione crebbe di pochi punti percentuali.
Mantenere la rigidità dogmatica del cambio, in presenza di una bilancia dei pagamenti negativa, per motivi strutturali o contingenti, serve solo per distruggere l'economia di un paese.
La ripresa non si vede, ma è dentro di noi.
Il governo ha aggravato la crisi per favorire la crescita.
Il governo ha aggravato la crisi per favorire la crescita.