Husker_Du ha scritto:repeat ha scritto:
Ma la competitività della nostra economia, in assenza di svalutazione, che sarà pure una tachipirina ma intanto ti risolve il problema, almeno temporaneamente, deve per forza passare da una "svalutazione fittizia", come stiamo vedendo, e cioè scaricando il "costo" della moneta unica sul lavoro dipendente. E sullo stato sociale.
Mi pare che questa sia l'unica politica che stanno facendo. Vogliamo la moneta unica e forte... e però non abbiamo i mezzi per sostenerla. Che si fa? Precarizziamo il lavoro, abbassiamo il costo del lavoro, nella speranza di rendere "competitive" (al ribasso) le nostre aziende. Nell'attesa che la bilancia dei pagamenti si risollevi... nel frattempo, però, crolla la domanda interna (perché quei lavoratori non hanno i soldi per consumare) e siamo al punto di prima.
Tutto giusto in linea generale. Infatti quello che dici e' esattamente legato all'ultima domanda da me posta: ci sono vantaggi di lungo periodo (migliore produttivita', migliore competizione e quindi piu' crescita) a fronte di costi di bereve periodo (bassi salari reali, domanda interna bassa, etc. etc.).
Tu mi dici implicitamente che i vantaggi di lungo periodo sono inferiori ai costi di breve e quindi l'euro crea incentivi sbagliati.
Io penso che ci siano invece tutte le possibilita' perche' i vantaggi di lungo periodo siano superiori ai costi di breve periodo. Ovviamente dipende da come si implementano le riforme, ma la possibilita' c'e' tutta.
La stessa cosa non potresti averla con la svalutazione che crea solo vantaggi di breve periodo.
Perfetto, Husker. Ti ringrazio doppiamente: per la risposta esauriente che mi hai dato e per non avermi preso per pazzo o per ignorante... come tentano di fare altri.
Quindi è un problema di valutazione. E sono perfettamente d'accordo. Infatti, ho più volte invocato le SCELTE POLITICHE da opporre alla dittatura e al dogmatismo della finanza e dell'euro. Si tratta di valutare le cose e di scegliere ciò che davvero ci conviene di più.
Svalutare non è un reato. Non lo è mai stato. E non provoca automaticamente un'inflazione uguale. Svaluti 10 e l'infalzione, generalmente, sale di 1 o 2 punti (è statistica, non opinione).
Svalutare era una tachipirina, una possibilità, appunto, che
prima avevamo e oggi, grazie all'euro,
non abbiamo più. Ci hanno tolto la tachipirina!
La (mia) polemica è tutta qui. E ho tentato di spiegarlo più volte.
Chi ha inventato sto trappolone dell'euro ha immaginato che una moneta unica ci potesse fornire lo stimolo per "competere" ad alto livello (a livello germanico, diciamo, perché il punto di riferimento europeo era quello!). I fatti si sono incaricati di farci sapere che il livello germanico è per noi INARRIVABILE (per tutta una serie di motivi di ordine fiscale, politico, sociale, di finanza pubblica etc...) e che la rigidità del cambio, a questo punto, serve solo per favorire ulteriormente le esportazioni della Germania.
Io dico che prenderne atto, invece di continuare a sognare competitività e riprese impossibili, sarebbe cosa buona e giusta. Si vuol proseguire su questa strada... accomodatevi. Io scendo qui. Almeno sul piano dell'adesione ideologica all'euro.
La ripresa non si vede, ma è dentro di noi.
Il governo ha aggravato la crisi per favorire la crescita.