Appunto, hai finito il 46°, sei nel 47° anno di età.cicciuzzo ha scritto:pirlone, ne ho appena fatti 46!![]()

NB il tempo vola.

Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
Appunto, hai finito il 46°, sei nel 47° anno di età.cicciuzzo ha scritto:pirlone, ne ho appena fatti 46!![]()
Quanto dici puo' avere un valore in un mondo economico in cui gli agenti economici sono miopi, nel senso che non basano le proprie decisioni sulle aspettative del futuro. Purtroppo in economia le aspettative giocano un ruolo fondamentale.repeat ha scritto: Innanzi tutto, GRAZIE! Davvero, hai non solo il dono della pazienza (e immagino quanto ce ne voglia per spiegare queste cose a chi, come me, non ha studiato questa scienza e si sta appassionando solo adesso a determinate dinamiche dell'economia) ma anche quello della chiarezza.
Sulla seconda parte della tua risposta (quella che ho tagliato, cioè) approfondirò in seguito, preferendo concentrarmi adesso su questa.
La Teoria Quantitativa della Moneta - leggo su Wikipedia - è una teoria (appunto) secondo la quale il valore nominale dei prezzi e delle spese è correlato alla quantità di moneta circolante. Secondo questa teoria, quindi, la quantità di moneta disponibile determina il valore stesso della moneta.
Senza conoscerla, c'ero arrivato persino io!Nel senso che mi sembra assolutamente logica... persino intuitiva. E non ti sarà sfuggito, infatti, che nel mio esempio, alla fine del ciclo, io ritiravo tutta la moneta che avevo stampato e chi era servita solo per avviare quel ciclo dei consumi. Soprattutto da quando la moneta ha perso il suo valore intrinseco (non stiamo più parlando dei Fiorini d'oro, ma di banconote fatte di carta, sopra le quali è impresso un valore nominale) è ancora più logica questa teoria. Questi biglietti hanno "corso legale", come si dice. Oggi la riserva valutaria delle principali banche internazionali è costituita essenzialmente di banconote a corso legale. E la riserva valutaria per eccellenza del mondo intero è il dollaro.
E fin qui ci siamo.
I prezzi delle merci, quindi, dipendono dalla moneta circolanti: più ne circola (e più velocemente circola), più sarà alta l'inflazione.
Se così è, non comprendo la differenza fra fare circolare (nel proprio sistema-paese) 100 banconote provenienti da un altro sistema-paese (da quel signor Otto Marken che sta ad Amburgo di cui ti parlavo) oppure 100 banconote provenienti dalla tua zecca. Sempre di 100 banconote in più stiamo parlando. Nel caso del prestito dovrò restituirne OBBLIGATORIAMENTE, poniamo, 105; nel caso le avessi stampate potrei decidere di ritirarne 100 o solo 95, tornando al livello di circolazione precedente.
Stampare moneta, nella mia interpretazione, non significa automaticamente stamparne all'infinito o quanta ne vuoi. E' la dose che fa il veleno, diceva Paracelso.
Al di là dei grafici e delle leggi economiche, stampare moneta o farsela prestare è un fatto politico. Un fatto di convenienza, cioè, e di opportunità. Si tratta di capire a chi conviene e si tratta di valutare l'eventuale danno. E si tratta anche di mettere nel conto che se tu RINUNCI a stampare la moneta ti precludi comunque una possibilità.
(Nel mio esempio, io parlavo della possibilità che uno Stato POSSA stampare tutta la moneta che gli serve o possa stamparne anche solo una parte, attingendo al credito per la restante)
Vediamo qual è il "danno" della moneta-debito.
Il danno è, per esempio, che quest'anno pagheremo qualcosa come 80 miliardi di euro di soli interessi sul debito!
Una cifra allucinante. Ed è ancora più allucinante se pensiamo che più della metà di quella cifra andrà ai creditori esteri.
Un altro danno della moneta-debito (soprattutto nel caso dell'euro) è che ti impedisce, come nella situazione attuale, di fare politiche di bilancio anti-cicliche. Siamo in crisi ma non possiamo nè investire nè spendere perché i soldi non sono i nostri. E nemmeno ce li possiamo far prestare perché dobbiamo tenere i conti in ordine e avere, anzi, un surplus di bilancio per le ragioni giustissime che mi hai spiegato in precedenza e sulle quali sono d'accordo.
Come se ne esce?
![]()
Non possiamo svalutare e non possiamo stampare moneta, ok... e però abbiamo un tasso d'inflazione superiore a quello della Germania (lo abbiamo sempre avuto, anche prima dell'euro: era un dato OGGETTIVO e STORICO che conoscevamo benissimo, ma che si è fatto finta di ignorare); quindi i loro prezzi sono più competitivi e questo si riverbera sulla bilancia dei pagamenti, che sarà per forza negativa per noi e positiva per loro... senza che questo, però, si traduca in una rivalutazione della loro moneta (che, guarda caso, è la stessa che usiamo anche noi), consentendoci di guadagnare competitività, secondo la legge della domanda e dell'offerta. E tutto questo sbocca necessariamente sul debito estero, che infatti continua ad aumentare ed è più che raddoppiato da quando siamo entrati nell'euro.
Nell'attesa che un miracolo ci venga a salvare - visto che non abbiamo soldi da investire in niente - applichiamo l'unica politica di bilancio che ci resta: l'austerità. Tagli, tasse e ancora tagli. E anche le aziende si devono adattare: tagli al personale e abbattimento dei salari. Questo si traduce, per forza, in un calo della domanda interna. I teorici dell'inflazione bassa saranno contenti, un po' meno i milioni di disoccupati e sottoccupati del paese.
In pratica, quando siamo entrati nell'euro, siamo stati messi di fronte all'alternativa fra svalutare la nostra moneta oppure tagliare i salari e lo Stato Sociale, e abbiamo scelto quest'ultima. In questo si sta traducendo l'euro. Credo che molti italiani avrebbero preferito di gran lunga svalutare la lira, come era già stato fatto in passato, ogni volta che le condizioni lo rendevano necessario.
Magari sbaglio, eh... ma personalmente penso sempre che sia meglio avere un lavoro in un paese ad alta inflazione, piuttosto che non averne affatto (o averne uno saltuario e pagato poco) in un paese a bassa inflazione.
------------------------------------------------------------
(spero di non aver scritto troppe cazzate. Nel caso, perdonami.)
Bisogna dire le cose come stanno.CanellaBruneri ha scritto:Testimonianza di Gigi Riva sulla Sardegna:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ta/339580/
Perchè l'export tedesco in Italia vale 61 miliardi di euro e se saltano l'Italia e l'Euro sono nella merda. Perchè se salta l'euro chi paga i debiti della BCE? Perchè la Bundesbank rappresenta il 19,9% della BCE e non decide per il restante 80%. Perciò, malgrado i borbottii del cittadino tedesco, si mettono in comune i debiti. Non è il primato dell'economia sulla politica?Helmut ha scritto:In quanto alla Germania: un Paese con i conti a posto, con un’industria seria, con una classe politica di buon livello perché dovrebbe, in un’Europa unita politicamente, mettere in comune il suo debito con altri Paesi che invece spendono senza ritegno…???
La Germania sarebbe anche disposta agli eurobond (debito comune fra tutti i Paesi dell’UE, quindi maggiore equlibrio tra “forti” e “deboli”)Drogato_ di_porno ha scritto: Non è il primato dell'economia sulla politica?
No no. Non e' il governo ladro o infedele, il governo e' razionale, cosi' come tutti gli agenti economici. E' proprio perche' razionale rispondera' in maniera razionale agli incentivi economici.repeat ha scritto: Il ragionamento che non conviene stampar moneta perché il cittadino è furbo e il governo è ladro o "infedele" mi lascia molto perplesso.
Teoricamente lo stato servirebbe a garantire i serivizi essenziali (beni pubblici) ed il buon funzionamente del mercato lasciato ai privati. Nel fare cio' dovrebbe sempre cercare un equilibrio dei conti e possibilmente un pareggio di bilancio.repeat ha scritto: La situazione in cui siamo rasenta il ridicolo. Non possiamo svalutare, secondo convenienza e opportunità, e non possiamo stampar moneta, secondo esigenza e necessità.
Che dobbiamo fare, allora?
In cosa consiste la sovranità degli Stati?
Nel pagare gli interessi alla grande finanza e stare zitti?
![]()
C'e' un problema di moral hazard e sono d'accordo. Tuttavia il rischio anche per queste imprese mastodontiche c'e'. Altrimenti avrebbero salvato Lehmann Brothers che era in effetti la piu' too big too fail ma e' stata fatta saltare aumentando gli effetti negativi della recessione. Quindi il rischio non e' nullo.repeat ha scritto: Qual è il rischio di chi gioca sulla pelle della gente, delle imprese e degli Stati prestando denaro, spesso a tassi da strozzini?
Too big to fail....
Praticamente, non rischia un cazzo.
Questo e' molto bello ma gli individui come le banche faranno sempre quello che ritengono massimizzare i propri vantaggi economici.repeat ha scritto: Non basta ancora. Gli istituti finanziari devono prestare denaro secondo buon senso e seguendo le leggi del mercato, non seguendo l'azzardo, il bonus o la speranza che il cerino si spenga poi nella mani di un altro.
Qui non sono d'accordo. La grecia deve prendersela con i propri governanti che hanno speso piu' quanto dovessero. Ovvio che lo hanno fatto perche' c'era qualcuno che glielo ha permesso, ma non e' la banca Unicredit che deve andare dal Greco a dirgli di non fare cosi' perche' non va bene. La banca diversifica il portafoglio ed in molti casi non sa neppure che assets compra. Cio' che conta per loro sono rendimenti delle varie assets che devono essere negativamente correlati.repeat ha scritto: Chi ha lasciato che la Grecia, ad esempio, si indebitasse fino a questo punto? Chi continua a prestarci denaro, pur sapendo che abbiamo un debito pubblico nettamente superiore al vincolo del 60% e una previsione di PIL per il 2013 al -1,9%?
Perché lo fanno, pur sapendo che abbiamo le pezze al culo?
Lo fanno per lucrare gli interessi sul debito (finchè dura) e per lucrare anche sulle scommesse sul nostro inevitabile fallimento (che loro stessi stanno provocando, prestandoci soldi a strozzo).
Bene, allora. Vuoi giocare d'azzardo? Sai che c'è: non ti restituisco più il debito! Vattene a fanculo.
... o ad indebitarsi più del dovuto (perché lo strozzino che ti presta il denaro lo trovi sempre).No no. Non e' il governo ladro o infedele, il governo e' razionale, cosi' come tutti gli agenti economici. E' proprio perche' razionale rispondera' in maniera razionale agli incentivi economici.
In tutti i modelli economici, anche in quelli di time inconsistency, il governo non cerca di avere vantaggi personali direttamente, ma cerca di ottenere piu' occupazione e meno inflazione se possibile. Questo crea incentivi economici tali per cui il governo ha un vantaggio a stampare piu' moneta del dovuto.
Sono d'accordo. Anche se va aggiunto che il "buon funzionamento del mercato", da solo, non basta per garantire la felicità del genere umano. Ci sono cose, anche importantissime, delle quali il mercato non si occupa perché gli investitori privati non ricaverebbero i profitti sperati o perché, per quel particolare bene o servizio, non c'è, appunto, un "mercato", e quindi l'investimento sarebbe sproporzionato rispetto al volume d'affari. In questi casi, interviene lo Stato. Ed interviene, generalmente, sapendo di andare incontro ad una perdita certa. Socializza, cioè, il costo di un servizio o di un bene "fuori mercato", per garantire a ciascuno e a tutti un livello di benessere che, altrimenti, il "mercato" non gli consentirebbe di raggiungere.Teoricamente lo stato servirebbe a garantire i serivizi essenziali (beni pubblici) ed il buon funzionamente del mercato lasciato ai privati. Nel fare cio' dovrebbe sempre cercare un equilibrio dei conti e possibilmente un pareggio di bilancio.
C'è un grosso, grossissimo problema di moral hazard, Husker. Dopo la Lehmann Brothers, per non peggiorare la situazione, gli Stati hanno preferito non far fallire più nessuno di questi colossi irresponsabili, accollandosi tutto il domino di passività e default che, a partire dalla Lehman Brothers, si era generato.C'e' un problema di moral hazard e sono d'accordo. Tuttavia il rischio anche per queste imprese mastodontiche c'e'. Altrimenti avrebbero salvato Lehmann Brothers che era in effetti la piu' too big too fail ma e' stata fatta saltare aumentando gli effetti negativi della recessione. Quindi il rischio non e' nullo.
Il problema e' se grandi imprese che fanno un sacco di roba sono piu' efficienti di piccole imprese che ognuna fa qualcosa di specifico. I dati dicono che le grandi multinazionali sono generalmente piu' efficienti. Pero' che in alcuni casi, vedi grande banche d'affari che fanno troppe cose, si possa scorporare e rimpicciolire le banche credo sia possibile.
Nessuno qui sta chiedendo che le banche non provino a massimizzare i propri vantaggi economici. Gli si chiede semplicemente di accollarsi il rischio d'impresa, come fa un qualunque piccolo o grande imprenditore. Presti il denaro troppo allegramente? Bene, devi mettere in conto la sofferenza del credito inesigibile e devi mettere in conto che nessuno Stato ti verrà a salvare.Questo e' molto bello ma gli individui come le banche faranno sempre quello che ritengono massimizzare i propri vantaggi economici.
J. Stuart Mill, filosofo ed economista dell'800, parlava di homo oeconomicus, per dire che la razionalita' e la ricerca di massimizzare la propria utilita' e' una cosa genetica.
Husker, le cose si fanno in due. I greci devono certamente prendersela con i loro governanti che hanno speso più del dovuto. Chi gli ha prestato i soldi, però, deve prendersela solo con se stesso. C'è una responsabilità del creditore, oltre ad una responsabilità del governante.Qui non sono d'accordo. La grecia deve prendersela con i propri governanti che hanno speso piu' quanto dovessero. Ovvio che lo hanno fatto perche' c'era qualcuno che glielo ha permesso, ma non e' la banca Unicredit che deve andare dal Greco a dirgli di non fare cosi' perche' non va bene. La banca diversifica il portafoglio ed in molti casi non sa neppure che assets compra. Cio' che conta per loro sono rendimenti delle varie assets che devono essere negativamente correlati.
Se fosse come dici tu, dovresti avere che i grandi istituti bancari mondiali abbiano in portafoglio un sacco di bonds greci, italiani, spagnoli, etc. etc. La cosa non e' vera. Il motivo per cui i tassi di interesse aumentano e diventano da strozzino e' proprio perche' grandi istituti non vogliono piu' detenere tali bonds ed invece comprano quelli tedeschi che hanno rendimento negativo.
Cioe' le grandi banche europee preferiscono pagare i tedeschi per prestare loro i soldi che essere pagati tassi di interesse elevati per prestare a paesi come Spagna, Italia, Grecia, etc. etc.
Chiaro, quando il cliente-debitore è ad un passo dal default, scatta la corsa a svendere i suoi bonds, seguendo la logica del cerino che si spera di far spegnere nelle mani di un altro. Però gli Stati, tu sai, sono anche una macchina che deve essere oliata in continuazione; hanno bisogno di liquidità per pagare stipendi e servizi essenziali. Non possono non avere soldi, e quindi qualcuno dovrà per forza prestarglieli, visto che abbiamo deciso che la moneta è sempre e solo un debito. L'alternativa è quella di chiudere lo Stato, con le conseguenze in termini di disperazione, fame e ordine pubblico che puoi ben immaginare. Da qui le "pressioni politiche" sulle piccole banche locali (le uniche che puoi ricattare) e i mitici "aiuti" del FMI (i primi che ti vogliono ricattare). Insomma, nonostante l'evidente disastro delle tue condizioni finanziarie, qualcuno alla fine ti presterà i soldi. Ovviamente, a tassi di interesse tali da rendere praticamente impossibile, senza un autentico massacro sociale, la restituzione di quel debito e di quello pregresso che già avevi.Il tasso di interesse in questi paesi e' elevato solo perche' nessuno vuole comprare i loro bonds. Ora a comprarli sono solo banche locali, su pressioni politiche dei governi, e in qualche istanza la BCE.
Il problema e' che se anche a te in questo momento ti chiedessero di comprare bonds greci decennali al 20% e di metterci tutti i tuoi risparmi (il 20% non telo darebbe nessun altro al mondo) tu, che sei razionale, non lo faresti, perche' il rischio e' troppo elevato rispetto ai possibili vantaggi.
La storia ci ha anche insegnato che persino nel Far West c'era bisogno di uno sceriffo e delle leggi. In alcune Town, ad esempio, non si poteva entrare armati di pistole o fucili nei saloon. Ecco, io ho l'impressione che qui, molto spesso, non solo manchi lo sceriffo ma non si fa neppure divieto (agli speculatori della finanza) di entrare con le armi dentro ai saloon.Per cambiare sustema economico non servono regole e regole, occorre cambiare la cultura, attraverso la scuola ad esempio. Ma cio' richiede molto tempo. Ogni sistema di regole che cerchi di limitare la razionalita' economica degli individui e' destinato prima o poi a fallire o almeno questo ci ha insegnato la storia per ora.
Qualsiasi collettività nazionale innanzitutto delimita il suo spazio sacro (squadratura del tempio) con un atto tutto politico.Helmut ha scritto: E’ il primato dell’economia sulla politica.