Una suora che predica sesso, facendone la sua ragione di vita, è un personaggio da romanzo. Eppure nel ‘600, Madre Giulia de' Marco è esistita veramente, creando insieme ai primi gaudiosi e appassionati adepti una congregazione, il cui nome era già un manifesto programmatico: "Carità carnale".
Naturalmente, per una storia da romanzo non poteva mancare un narratore. Così, quella vicenda, nata tra i vicoli di Napoli di quattro secoli fa e finita di fronte all'Inquisizione, è stata descritta nelle quasi 500 pagine de "La Carità di Giulia". L'autore, Fabio Romano, ha riempito le pagine del romanzo dell'alone di mistero e sensualità che l'epoca e il tema impongono.
L'argomento non si presta alla curiosità del lettore solo per il classico "impeachement" Chiesa-sesso. La vicenda fece particolarmente scandalo, perché l'elemento sessuale non era una trasgressione dalla regola: la monaca che ha ammaliato la Napoli secentesca proclamava la sessualità come la regola per arrivare a Dio.
Una donna bella e sempre più seguita dalle voglie, non del tutto devote, del popolo potrebbe far pensare a una semplice arrampicatrice sociale del tempo. Ma la passione anche tragica di Madre Giulia de' Marco ne fa un personaggio, al contempo, scandaloso e complesso. Forse ad alimentare la leggenda, ci si mette anche il romanzo di Romano, scritto in tre parti, come un romanzo di formazione.
La prima parte è la storia della miseria sofferta da Giulia quando era bambina, prima di venire ceduta a un mercante e di essere abbandonata da un coetaneo che la mette incinta. Un inizio già tragico, che induce la ragazza a ritirarsi in convento presso le suore Terziarie Francescane, per espiare la colpa di aver abbandonato il figlio avuto.
La svolta della suora "peccatrice" arriva a Napoli, quando incontra Aniello, il confessore Padre Camillino e Secondo, il suo amante ufficiale. Ma Aniello non resta di certo a guardare, perché è l'uomo che convincerà Madre Giulia a elevare la loro devozione a Dio, attraverso atti non meno sublimi.
Senza voler svelare i dettagli del lungo romanzo, è facile immaginare quanto consenso abbia avuto una congregazione chiamata "Carità carnale". Racconta Romano, con la giusta enfasi, la grande partecipazione di massa presso l'affascinante Madre Giulia, che nel frattempo riceveva, praticamente, per appuntamento pur di "elevare" più anime possibile.
I colpi di scena a ripetizione narrano di un avvocato, che riuscirà paradossalmente a salvare la situazione di fronte all'Inquisizione. Il processo, conclusosi con l'abiura dell'intera congregazione, è, ancora adesso,considerato il più importante svolto dal tribunale romano nei confronti del Sud. Madre Giulia si salvò con un ergastolo, ed è considerata una grazia, considerata la psicosi da eresia controriformatrice dell'epoca.
La vicenda della monaca, che nulla aveva certo da invidiare alla più celebre consorella di Monza, venne risolta dal Papa Paolo V in persona. "Carità carnale" mise letteralmente in subbuglio una città intera, Napoli, oltre a mettere a dura prova la severa e inflessibile Inquisizione. L'unica cosa su cui non c'è dubbio è che per molti, Madre Giulia de' Marco è stata una vera benefattrice
MADRE GIULIA : UNA STORIA DI CARITA' E CARNALITA
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grande Giulia...
proprio come in molte religioni pagane la fertilità avvicinava al divino, non allontanava...
proprio come in molte religioni pagane la fertilità avvicinava al divino, non allontanava...
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"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
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