Tranello no global. La sconosciuta ma attesissima stilista giapponese Serpica Naro, che doveva chiudere la settimana della moda femminile milanese, altro non era che l'anagramma di San Precario, il patrono inventato dai lavoratori Co.co.co. Meraviglia generale quando a sfilare in passerella non sono state top model ma semplici ragazze dei movimenti. La sfilata si è tenuta in un tendone montato per l'occsione su un cavalcavia nella zona della stazione Garibaldi (Dolci)

Da Repubblica di oggi:
Intervista a Frankie, uno dei creatori di Serpica Naro L'incredibile
beffa di 200 precari ai signori della moda milanese
"Abbiamo creato Serpica Naro
in 7 giorni e con pochi soldi"
di ROSARIA AMATO
San Precario
ROMA - Serpica Naro sono io. Anzi, siamo noi, i precari del mondo
della moda che hanno creato la sedicente artista e stilista
anglonipponica, una beffa riuscita in pieno contro la Settimana e la
Camera della Moda. Una beffa contro tutti i meccanismi della moda,
spiega Frankie del collettivo Chainworkers e di San Precario, uno dei
creatori di Serpica Naro.
A chi è venuta l'idea, soprattutto come siete riusciti a realizzarla?
"Tra i creatori di San Precario ci sono molte persone che credono che
la precarietà si possa costruire attraverso l'immaginario e il
sapere. A creare Serpica Naro sono stati 200 precari che lavorano nel
mondo della moda, io sono uno di loro, lavoro da anni nel mondo delle
sfilate".
Quindi 200 persone che hanno lavorato anche per queste sfilate
milanesi, appena concluse?
"Certo. Sono tutte persone come me, io ho 32 anni e mi occupo di
allestimenti nella moda. Abbiamo fatto tutto quello che si fa in
questi casi, e che siamo abituati a fare come precari: tramite i
nostri contatti abbiamo redatto un book, creato uno stile, allestito
una redazione, messo su un ufficio stampa, lo show room. Un lavoro
che evidentemente è stato apprezzato dalla Camera della Moda".
In quanto tempo avete messo a punto tutto il lavoro?
"In sette giorni. In tre abbiamo completato il book, e negli altri
quattro abbiamo presentato in modo capillare Serpica Naro.
Contemporaneamente ci siamo inseriti nella Settimana con le nostre
manifestazioni di protesta: ci prendevano in giro, qualcuno diceva
anche che bisognava avere pietà di noi. Quando si è scoperto di
Serpica Naro, per noi è stato un momento liberatorio".
Una di voi ha impersonato Serpica Naro?
"No, lei ha sempre parlato attraverso l'ufficio stampa. Peró in un
certo sì: una ragazza con i tratti orientali l'ha interpretata in un
video di 10-15 minuti".
Nessuno ha mai avuto un dubbio sull'autenticità del tutto?
"Nessun dubbio, assolutamente no. Sembra impossibile che precari che
vengono pagati cinque euro l'ora possano essere sullo stesso piano,
fare concorrenza a chi guadagna cifre stratosferiche. Per la
settimana della Moda si sono spesi miliardi di euro".
E voi quanto avete speso?
"Alcune migliaia di euro. Ma non tanto per il lavoro preparatorio: il
70 per cento è stato assorbito dalle spese per la sfilata, il
tendone, il riscaldamento".
Se veniste scoperti non lavorereste più.
"Non si potrà mai sapere chi siamo. Sarebbe stato diverso se avessimo
scelto una linea di protesta di tipo sindacale, o una provocazione
del tipo infrangere le vetrine. Quel momento è passato. Adesso
vogliamo infrangere la vetrina dell'immagine. La moda ha vampirizzato
Milano. La riduzione ai finanziamenti ai teatri dipende anche da
questo: la moda ha succhiato lo spirito della cultura. Ecco, noi, in
pochi giorni, e con pochissimi soldi, abbiamo fatto quello che loro
fanno con ben altri mezzi. Abbiamo dimostrato che la settimana della
moda evidentemente non è così prestigiosa".
(26 febbraio 2005)