Intervista a Veronica
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Intervista a Veronica
Importiamo il libertarismo di famiglia
di Valerio Fioravanti
Socci, incurante dei bassissimi ascolti fatti per due anni dal suo programma televisivo ispirato al cattolicesimo integral-conservatore, indica al centrodestra la via per recuperare consensi: buttarsi ancora di più sui "valori". Più interessante il racconto di Veronica Lario al Corsera: Ho abortito
un bambino che sarebbe nato malformato. Il padre, Silvio Berlusconi, era d'accordo. Aggiungendo questo dettaglio, ora di Berlusconi sappiamo che: ha divorziato, si è risposato, che è favorevole all'aborto, che una sua figlia ha fatto un figlio, senza sposarsi, con un ballerino dichiaratamente bisessuale, che un altro figlio si fidanza periodicamente con le veline di Mediaset, e che il fratello Paolo fa lo stesso. Perché Berlusconi non porta un po' del libertarismo di famiglia anche in politica?
(IMHO + degli aspetti personali è interessante la conferma della teoria le tipe di Mediaset Veline,Letterine e mignotte varie come harem della famiglia Berlusconi)
di Valerio Fioravanti
Socci, incurante dei bassissimi ascolti fatti per due anni dal suo programma televisivo ispirato al cattolicesimo integral-conservatore, indica al centrodestra la via per recuperare consensi: buttarsi ancora di più sui "valori". Più interessante il racconto di Veronica Lario al Corsera: Ho abortito
un bambino che sarebbe nato malformato. Il padre, Silvio Berlusconi, era d'accordo. Aggiungendo questo dettaglio, ora di Berlusconi sappiamo che: ha divorziato, si è risposato, che è favorevole all'aborto, che una sua figlia ha fatto un figlio, senza sposarsi, con un ballerino dichiaratamente bisessuale, che un altro figlio si fidanza periodicamente con le veline di Mediaset, e che il fratello Paolo fa lo stesso. Perché Berlusconi non porta un po' del libertarismo di famiglia anche in politica?
(IMHO + degli aspetti personali è interessante la conferma della teoria le tipe di Mediaset Veline,Letterine e mignotte varie come harem della famiglia Berlusconi)
Ultima modifica di dostum il 09/04/2005, 14:03, modificato 1 volta in totale.
Re: Intervista a Veronica
[quote:90606b4d97="dostum"]Importiamo il libertarismo di famiglia
di Valerio Fioravanti
Socci, incurante dei bassissimi ascolti fatti per due anni dal suo programma televisivo ispirato al cattolicesimo integral-conservatore, indica al centrodestra la via per recuperare consensi: buttarsi ancora di più sui "valori". Più interessante il racconto di Veronica Lario al Corsera: Ho abortito
un bambino che sarebbe nato malformato. Il padre, Silvio Berlusconi, era d'accordo. Aggiungendo questo dettaglio, ora di Berlusconi sappiamo che: ha divorziato, si è risposato, che è favorevole all'aborto, che una sua figlia ha fatto un figlio, senza sposarsi, con un ballerino dichiaratamente bisessuale, che un altro figlio si fidanza periodicamente con le veline di Mediaset, e che il fratello Paolo fa lo stesso. Perché Berlusconi non porta un po' del libertarismo di famiglia anche in politica?
(IMHO + degli aspetti personali è interessante la conferma della teoria sullo svolgimento dei provini Mediaset prima in culo poi in bocca)[/quote:90606b4d97]
dimentichi che paolo berlusconi in quanto a pippaggio da dei punti a maradona..
(e ahn fatto la legge sulla droga..)
di Valerio Fioravanti
Socci, incurante dei bassissimi ascolti fatti per due anni dal suo programma televisivo ispirato al cattolicesimo integral-conservatore, indica al centrodestra la via per recuperare consensi: buttarsi ancora di più sui "valori". Più interessante il racconto di Veronica Lario al Corsera: Ho abortito
un bambino che sarebbe nato malformato. Il padre, Silvio Berlusconi, era d'accordo. Aggiungendo questo dettaglio, ora di Berlusconi sappiamo che: ha divorziato, si è risposato, che è favorevole all'aborto, che una sua figlia ha fatto un figlio, senza sposarsi, con un ballerino dichiaratamente bisessuale, che un altro figlio si fidanza periodicamente con le veline di Mediaset, e che il fratello Paolo fa lo stesso. Perché Berlusconi non porta un po' del libertarismo di famiglia anche in politica?
(IMHO + degli aspetti personali è interessante la conferma della teoria sullo svolgimento dei provini Mediaset prima in culo poi in bocca)[/quote:90606b4d97]
dimentichi che paolo berlusconi in quanto a pippaggio da dei punti a maradona..

(e ahn fatto la legge sulla droga..)
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
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- balkan wolf
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nikkone la legge di AN ( i più forti pippatores della casa delle libbertà n.d.r. ) è una legge pro-coca anti canne è ovvio...
con 2 grammi di barella te la passi egregiamente con 2 cannoni un pó meno
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“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
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in effetti..






E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
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Re: Intervista a Veronica
Porella, la capisco... Ha già il marito malformato...dostum ha scritto: Più interessante il racconto di Veronica Lario al Corsera: Ho abortito
un bambino che sarebbe nato malformato.
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che c'è di strano?
mi stupisco dello stupore!
predicar bene e razzolar male non è una novità ; mi stupisce debbano peró rilasciare interviste in proposito; forse dopo la batosta elettorale non sanno più cosa inventarsi!
bisogna anche ammettere che fra i più fieri oppositori alle legge medioevale sulla fecondazione c'èra proprio Niccoló Ghedini, uno degli avvocati difensori di Berluskaz e ovviamente suoi parlamentari.
Insomma, aveva dato libertà di pensiero e d'altronde che cazzo glie ne frega dei problemi reali del paese?
a Berluskaz gli interessava solo non finire in galera e far prosperare i bilanci di Mediaset e direi che finora c'è riuscito egregiamente..
mi stupisco dello stupore!
predicar bene e razzolar male non è una novità ; mi stupisce debbano peró rilasciare interviste in proposito; forse dopo la batosta elettorale non sanno più cosa inventarsi!
bisogna anche ammettere che fra i più fieri oppositori alle legge medioevale sulla fecondazione c'èra proprio Niccoló Ghedini, uno degli avvocati difensori di Berluskaz e ovviamente suoi parlamentari.
Insomma, aveva dato libertà di pensiero e d'altronde che cazzo glie ne frega dei problemi reali del paese?
a Berluskaz gli interessava solo non finire in galera e far prosperare i bilanci di Mediaset e direi che finora c'è riuscito egregiamente..
Tutto quello che faceva paura del comunismo - che avremmo perso le nostre case, i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.
Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).
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predicar bene e razzolar male non è una novità ; mi stupisce debbano peró rilasciare interviste in proposito; forse dopo la batosta elettorale non sanno più cosa inventarsi!
bisogna anche ammettere che fra i più fieri oppositori alle legge medioevale sulla fecondazione c'èra proprio Niccoló Ghedini, uno degli avvocati difensori di Berluskaz e ovviamente suoi parlamentari.
Insomma, aveva dato libertà di pensiero e d'altronde che cazzo glie ne frega dei problemi reali del paese?
a Berluskaz gli interessava solo non finire in galera e far prosperare i bilanci di Mediaset e direi che finora c'è riuscito egregiamente..
mi stupisco dello stupore!
predicar bene e razzolar male non è una novità ; mi stupisce debbano peró rilasciare interviste in proposito; forse dopo la batosta elettorale non sanno più cosa inventarsi!
bisogna anche ammettere che fra i più fieri oppositori alle legge medioevale sulla fecondazione c'èra proprio Niccoló Ghedini, uno degli avvocati difensori di Berluskaz e ovviamente suoi parlamentari.
Insomma, aveva dato libertà di pensiero e d'altronde che cazzo glie ne frega dei problemi reali del paese?
a Berluskaz gli interessava solo non finire in galera e far prosperare i bilanci di Mediaset e direi che finora c'è riuscito egregiamente..
Tutto quello che faceva paura del comunismo - che avremmo perso le nostre case, i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.
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Veronica Berlusconi: quel mio dramma e la scelta di andare a votare
«Non ne ho discusso con mio marito, non conosco il suo pensiero. Proibire certe tecniche favorisce la fuga all'estero»
In quattro anni di governo, Silvio Berlusconi ha citato di rado le opinioni della moglie Veronica e ancor più raramente riferendone il punto di vista su questioni di coscienza o politiche. Conosce il tipo e sa di non farle cosa gradita. Ieri invece, a sorpresa, il Cavaliere ha alluso a presunte divergenze domestiche a proposito del referendum sulla procreazione assistita, fissato per il prossimo 12 giugno. «Sulla data, non fatemi litigare con mia moglie» ha confidato a qualche interlocutore e subito Volontè, dell'Udc, ha chiarito che la data del referendum non si cambierà , giammai: nè per Pannella nè per Veronica. Ignara di essere (quasi) al centro di un dibattito politico, Veronica Berlusconi lo scopre per via del cronista e, questa volta, non tace. Accetta l'intervista, forse, anche per una ragione molto personale, un ricordo tra i più dolorosi della sua vita, un evento di cui non ha voluto parlare neppure nel libro a lei dedicato. Negli anni Ottanta, prima che nascesse la primogenita Barbara, Veronica si sottopose a un aborto terapeutico rinunciando al figlio che lei e Silvio Berlusconi avevano voluto. Decise di non averlo perchè quel bambino non sarebbe nato sano. Di quella scelta lontana, e di molte altre cose, dal rimpianto per non poter partecipare oggi ai funerali di Giovanni Paolo II alla sconfitta delle regionali, parla in quest'intervista.
Insomma, per via del referendum lei rischia un litigio in famiglia?
«L'ultima cosa che vorrei, in queste ore dedicate al ricordo del Papa, è innescare una polemica, pubblica o domestica. In realtà , non è che mio marito ed io abbiamo molto discusso dell'argomento referendum e neppure io conosco davvero il suo pensiero. Perció, posso parlare di me, di quel che sto facendo per formarmi un'opinione. Certo, mio marito è davvero un tipo speciale: con quella battuta su Veronica testimonial mi fa quasi sentire una in gara a "dilettanti allo sbaraglio". Sul tema delle biotecnologie e della procreazione assistita dibattono da tempo personaggi ben più illuminati di me».
Andrà a votare il 12 giugno?
«Andró a votare. Questo referendum affronta questioni su cui è doveroso formarsi un'opinione. Mi sembra quasi di essere tornata agli anni Settanta, quando il diritto all'aborto diventó un argomento di discussione quotidiana. In questo caso, la quantità e qualità dei temi da affrontare è ancora più impegnativa, non c'è solo la negazione della vita, ma anche la vita e la malattia. Come allora, ci sentiamo tutti un po' impreparati. Negli anni Settanta, ricordo, la discussione sull'aborto ruppe quel muro di silenzio e di vergogna che opprimeva l'animo di una donna costretta a quella scelta. Nell'aborto non c'era soltanto il rischio di morire e la morte che dolorosamente si infliggeva, ma anche il silenzio, tremendo, che accompagnava la scelta e che veniva mantenuto: non si ama parlare di qualcosa che si è perduto».
Perció, in che modo si sta formando un'opinione?
«Se si chiede a un cittadino di esprimersi su questi argomenti, credo che la prima, istintiva, reazione, sia di guardare alle proprie personali esperienze o di immedesimarsi in quelle degli altri. Per quanto mi riguarda, c'è un'esperienza personale che mi fa riflettere. Ho avuto un aborto terapeutico, molti anni fa. Al quinto mese di gravidanza ho saputo che il bambino che aspettavo era malformato e per i due mesi successivi ho cercato di capire, con l'aiuto dei medici, che cosa potevo fare, che cosa fosse più giusto fare. Al settimo mese di gravidanza sono dolorosamente arrivata alla conclusione di dover abortire. àˆ stato un parto prematuro e una ferita che non si è rimarginata. Ancora oggi è doloroso condividere pubblicamente quell'esperienza, ma in un momento in cui tanti di noi si sentono immaturi, impreparati, rispetto alla conoscenza della legge 40, ai contenuti del referendum, ecco, sapere come andavano le cose venti o trenta anni fa, quando la scienza non era così avanti come oggi, potrebbe essere utile».
Come sa, la Chiesa suggerisce di astenersi dal voto nel giorno del referendum.
«Se da noi, in Italia, certe tecniche fossero proibite, si andrebbe all'estero e mi spaventa l'idea che altri Paesi, meno scrupolosi, potrebbero consentire qualsiasi cosa. Non andare a votare significa non voler affrontare il problema. Essere chiamati al voto, invece, impone di informarsi, magari in linea con le proprie convinzioni religiose, filosofiche o politiche. L'importante è non fingere che il problema non esista. Penso che in certe circostanze l'umanità debba sforzarsi».
Come guarda alle biotecnologie?
«Con speranza. Questo è fuori discussione. Ma siamo chiamati a rispondere a domande che riguardano la vita e la morte, la scienza corre veloce e per stare al passo occorre lavorare su noi stessi, darsi delle risposte».
A proposito di risposte. Ha visto quanta gente è calata su Roma dopo la morte di Giovanni Paolo II. àˆ anche questo un modo di cercare risposte?
«Mi colpisce questa partecipazione fisica, questo desiderio di vicinanza, quasi un ultimo abbraccio. àˆ un grande atto d'amore. Anch'io avrei voluto essere lì, in queste ore: mi è rimasta impressa la sofferenza del Papa degli ultimi anni, ogni volta che lo vedevo, in tv, sembrava quasi che il dolore fisico volesse negare lo spirito, che quel suo corpo malato gli impedisse di parlare, di esserci, lui che da giovane scriveva versi, che aveva fatto teatro. Invece, ogni volta, Giovanni Paolo II era più forte dell'impedimento. Ci ha insegnato a leggere il dolore in maniera diversa, ci ha mostrato che la forza puó accompagnare il dolore».
Perchè non sarà a Roma oggi?
«Mi è stato spiegato che la basilica di San Pietro era già stracolma, i posti per le delegazioni ufficiali già assegnati. Perció seguiró, con partecipazione, da lontano come tanti fedeli».
Sono giorni intensi, sotto i più diversi aspetti. Anche la politica ha offerto grandi novità . Come si giudicano, da Macherio, le regionali di domenica scorsa?
«Silvio Berlusconi non era in campo, questa volta, non c'era la nave azzurra. La domanda da porsi, forse, è: le altre volte ha vinto lui o ha vinto il partito? e stavolta ha perso lui o il partito? Non ritengo che la sua parabola politica possa dirsi conclusa. Certo, ci sarebbe da chiedersi se sia davvero giusto che ogni volta un uomo debba vincere "da solo", senza la forza di un partito dietro».
A proposito di partito: come mai Barbara ha preferito non impegnarsi in Forza Italia?
«Barbara sta ancora cercando la sua identità e la sua strada attraverso lo studio. àˆ in una fase in cui sta maturando la futura visione di se stessa e sta frequentando la facoltà di Filosofia dell'università del San Raffaele. Considero legittimo il suo desiderio di essere vicina al padre, le figlie vogliono sempre proteggere i padri, ma la politica puó affascinare, e anche travolgere, una personalità ancora in formazione. Perció condivido la sua scelta». L'intervista finirebbe qui, ma non per Veronica Berlusconi. «Posso chiederle una cortesia?» dice mentre stiamo per salutarci.
Prego.
«Se mio marito, in futuro, dovesse chiamarmi in causa per difendere la nuova Costituzione, la prego, non mi telefoni».
Data:
8 Aprile, 2005 - 15:00
Fonte:
Corriere della Sera
«Non ne ho discusso con mio marito, non conosco il suo pensiero. Proibire certe tecniche favorisce la fuga all'estero»
In quattro anni di governo, Silvio Berlusconi ha citato di rado le opinioni della moglie Veronica e ancor più raramente riferendone il punto di vista su questioni di coscienza o politiche. Conosce il tipo e sa di non farle cosa gradita. Ieri invece, a sorpresa, il Cavaliere ha alluso a presunte divergenze domestiche a proposito del referendum sulla procreazione assistita, fissato per il prossimo 12 giugno. «Sulla data, non fatemi litigare con mia moglie» ha confidato a qualche interlocutore e subito Volontè, dell'Udc, ha chiarito che la data del referendum non si cambierà , giammai: nè per Pannella nè per Veronica. Ignara di essere (quasi) al centro di un dibattito politico, Veronica Berlusconi lo scopre per via del cronista e, questa volta, non tace. Accetta l'intervista, forse, anche per una ragione molto personale, un ricordo tra i più dolorosi della sua vita, un evento di cui non ha voluto parlare neppure nel libro a lei dedicato. Negli anni Ottanta, prima che nascesse la primogenita Barbara, Veronica si sottopose a un aborto terapeutico rinunciando al figlio che lei e Silvio Berlusconi avevano voluto. Decise di non averlo perchè quel bambino non sarebbe nato sano. Di quella scelta lontana, e di molte altre cose, dal rimpianto per non poter partecipare oggi ai funerali di Giovanni Paolo II alla sconfitta delle regionali, parla in quest'intervista.
Insomma, per via del referendum lei rischia un litigio in famiglia?
«L'ultima cosa che vorrei, in queste ore dedicate al ricordo del Papa, è innescare una polemica, pubblica o domestica. In realtà , non è che mio marito ed io abbiamo molto discusso dell'argomento referendum e neppure io conosco davvero il suo pensiero. Perció, posso parlare di me, di quel che sto facendo per formarmi un'opinione. Certo, mio marito è davvero un tipo speciale: con quella battuta su Veronica testimonial mi fa quasi sentire una in gara a "dilettanti allo sbaraglio". Sul tema delle biotecnologie e della procreazione assistita dibattono da tempo personaggi ben più illuminati di me».
Andrà a votare il 12 giugno?
«Andró a votare. Questo referendum affronta questioni su cui è doveroso formarsi un'opinione. Mi sembra quasi di essere tornata agli anni Settanta, quando il diritto all'aborto diventó un argomento di discussione quotidiana. In questo caso, la quantità e qualità dei temi da affrontare è ancora più impegnativa, non c'è solo la negazione della vita, ma anche la vita e la malattia. Come allora, ci sentiamo tutti un po' impreparati. Negli anni Settanta, ricordo, la discussione sull'aborto ruppe quel muro di silenzio e di vergogna che opprimeva l'animo di una donna costretta a quella scelta. Nell'aborto non c'era soltanto il rischio di morire e la morte che dolorosamente si infliggeva, ma anche il silenzio, tremendo, che accompagnava la scelta e che veniva mantenuto: non si ama parlare di qualcosa che si è perduto».
Perció, in che modo si sta formando un'opinione?
«Se si chiede a un cittadino di esprimersi su questi argomenti, credo che la prima, istintiva, reazione, sia di guardare alle proprie personali esperienze o di immedesimarsi in quelle degli altri. Per quanto mi riguarda, c'è un'esperienza personale che mi fa riflettere. Ho avuto un aborto terapeutico, molti anni fa. Al quinto mese di gravidanza ho saputo che il bambino che aspettavo era malformato e per i due mesi successivi ho cercato di capire, con l'aiuto dei medici, che cosa potevo fare, che cosa fosse più giusto fare. Al settimo mese di gravidanza sono dolorosamente arrivata alla conclusione di dover abortire. àˆ stato un parto prematuro e una ferita che non si è rimarginata. Ancora oggi è doloroso condividere pubblicamente quell'esperienza, ma in un momento in cui tanti di noi si sentono immaturi, impreparati, rispetto alla conoscenza della legge 40, ai contenuti del referendum, ecco, sapere come andavano le cose venti o trenta anni fa, quando la scienza non era così avanti come oggi, potrebbe essere utile».
Come sa, la Chiesa suggerisce di astenersi dal voto nel giorno del referendum.
«Se da noi, in Italia, certe tecniche fossero proibite, si andrebbe all'estero e mi spaventa l'idea che altri Paesi, meno scrupolosi, potrebbero consentire qualsiasi cosa. Non andare a votare significa non voler affrontare il problema. Essere chiamati al voto, invece, impone di informarsi, magari in linea con le proprie convinzioni religiose, filosofiche o politiche. L'importante è non fingere che il problema non esista. Penso che in certe circostanze l'umanità debba sforzarsi».
Come guarda alle biotecnologie?
«Con speranza. Questo è fuori discussione. Ma siamo chiamati a rispondere a domande che riguardano la vita e la morte, la scienza corre veloce e per stare al passo occorre lavorare su noi stessi, darsi delle risposte».
A proposito di risposte. Ha visto quanta gente è calata su Roma dopo la morte di Giovanni Paolo II. àˆ anche questo un modo di cercare risposte?
«Mi colpisce questa partecipazione fisica, questo desiderio di vicinanza, quasi un ultimo abbraccio. àˆ un grande atto d'amore. Anch'io avrei voluto essere lì, in queste ore: mi è rimasta impressa la sofferenza del Papa degli ultimi anni, ogni volta che lo vedevo, in tv, sembrava quasi che il dolore fisico volesse negare lo spirito, che quel suo corpo malato gli impedisse di parlare, di esserci, lui che da giovane scriveva versi, che aveva fatto teatro. Invece, ogni volta, Giovanni Paolo II era più forte dell'impedimento. Ci ha insegnato a leggere il dolore in maniera diversa, ci ha mostrato che la forza puó accompagnare il dolore».
Perchè non sarà a Roma oggi?
«Mi è stato spiegato che la basilica di San Pietro era già stracolma, i posti per le delegazioni ufficiali già assegnati. Perció seguiró, con partecipazione, da lontano come tanti fedeli».
Sono giorni intensi, sotto i più diversi aspetti. Anche la politica ha offerto grandi novità . Come si giudicano, da Macherio, le regionali di domenica scorsa?
«Silvio Berlusconi non era in campo, questa volta, non c'era la nave azzurra. La domanda da porsi, forse, è: le altre volte ha vinto lui o ha vinto il partito? e stavolta ha perso lui o il partito? Non ritengo che la sua parabola politica possa dirsi conclusa. Certo, ci sarebbe da chiedersi se sia davvero giusto che ogni volta un uomo debba vincere "da solo", senza la forza di un partito dietro».
A proposito di partito: come mai Barbara ha preferito non impegnarsi in Forza Italia?
«Barbara sta ancora cercando la sua identità e la sua strada attraverso lo studio. àˆ in una fase in cui sta maturando la futura visione di se stessa e sta frequentando la facoltà di Filosofia dell'università del San Raffaele. Considero legittimo il suo desiderio di essere vicina al padre, le figlie vogliono sempre proteggere i padri, ma la politica puó affascinare, e anche travolgere, una personalità ancora in formazione. Perció condivido la sua scelta». L'intervista finirebbe qui, ma non per Veronica Berlusconi. «Posso chiederle una cortesia?» dice mentre stiamo per salutarci.
Prego.
«Se mio marito, in futuro, dovesse chiamarmi in causa per difendere la nuova Costituzione, la prego, non mi telefoni».
Data:
8 Aprile, 2005 - 15:00
Fonte:
Corriere della Sera
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Veronica è dalla vostra parte": il premier si confessa ai comitati
Berlusconi incontra donne e uomini promotori del referendum. La moglie del premier favorevole al voto a maggio
ROMA - Il premier e le donne: il tema merita da ieri un aggiornamento. Non solo perchè Silvio Berlusconi si è levato di buona mattina per incontrarne ben cinque a Palazzo Chigi, prima del consiglio dei ministri e dopo una nottata di umore nero per la batosta elettorale. Cinque, per giunta mal disposte nei confronti del governo per via della data del referendum sulla procreazione assistita. Incidentalmente, c'erano anche due uomini tra i sette rappresentanti dei referendari. Ma che la questione fosse da riportarsi nel recinto della femminilità il presidente del Consiglio l'ha chiarito subito.
Con andamento pigro l'incontro tra Berlusconi e i referendari, che chiedevano di andare alle urne a maggio per non regalare vantaggio agli astensionisti, è iniziato dai pasticcini. Offerti galantemente: "Non accade sempre, peró il cameriere è rimasto colpito dalla presenza di tante signore...". Ma soprattutto perchè il premier ha svelato quanto la moglie Veronica intervenga e anche un po', "se mi si consente", bacchetta. Contro la legge sulla procreazione assistita che appunto i quattro quesiti vogliono in parte abrogare, l'opinione di Veronica per il premier conta. O almeno, ha ammesso Berlusconi, anch'io sono per il referendum a fine maggio e non a giugno "per non avere problemi in famiglia, perchè Veronica è con voi...". "Allora ce la dia come testimonial", hanno rilanciato in coro la ds Katia Zanotti e la radicale Rita Bernardini. Gesto significativo del premier: "Per carità , va a finire che lei ci starebbe pure...".
Alle ragioni delle donne hanno cercato di riportarlo Barbara Pollastrini e Vittoria Franco. "Ma ditemi perchè una donna, una madre con due figli magari, dovrebbe andare a votare per questo referendum?" è sbottato il premier. "Perchè non puó essere sottoposta a torture uniche in Europa, all'obbligatorietà dell'impianto dei tre embrioni, al divieto di analisi pre-impianto; perchè è insensato sprecare ventimila embrioni soprannumerari in questo momento senza volerli impiegare per la ricerca...". "Sì, sì, già Veronica mi ha spiegato tutto...". Tuttavia, nonostante Veronica, le regole del liberalismo che imporrebbero di mettere gli italiani nelle condizioni più favorevoli per andare a votare, è la "realtà " della politica di genere maschile ad avere avuto la meglio. "Ci sono ragioni tecniche..." ha lasciato che spiegassero Beppe Pisanu e Gianni Letta. Ascoltati con cortesia i suggerimenti di Antonio Del Pennino e Lanfranco Turci, presidente e tesoriere del comitato, il "moloch" laico che raccoglie dai Radicali a Rifondazione, dai Ds ai repubblicani e ai liberal di Forza Italia, alla Cgil e alle associazioni come "Amica cicogna" e "Madre provetta".
Veronica Lario sappia di non essere ascoltata quanto Daniela Fini. Non è fatto di ieri, ma a Montecitorio quando si parlava di modifiche alla legge sulla provetta, il vicepremier mormoró: "Se mi oppongo, chi lo dice poi a Daniela?". Lo ammise anche con il leader ds Piero Fassino quando al Senato, nell'autunno del 2003, si cominció seriamente a stendere una bozza di emendamenti per rendere la legge meno crudele nei confronti della salute delle donne. Naufragó lentamente, mano a mano che la Chiesa richiamava i parlamentari cattolici alla dottrina. Daniela e Veronica non hanno avuto la meglio, solo qualche timido cenno ieri dai rispettivi consorti. Ma la conclusione è stata categorica: "Non possumus". (g. c.)
Data:
8 Aprile, 2005 - 15:00
Fonte:
La Repubblica
Berlusconi incontra donne e uomini promotori del referendum. La moglie del premier favorevole al voto a maggio
ROMA - Il premier e le donne: il tema merita da ieri un aggiornamento. Non solo perchè Silvio Berlusconi si è levato di buona mattina per incontrarne ben cinque a Palazzo Chigi, prima del consiglio dei ministri e dopo una nottata di umore nero per la batosta elettorale. Cinque, per giunta mal disposte nei confronti del governo per via della data del referendum sulla procreazione assistita. Incidentalmente, c'erano anche due uomini tra i sette rappresentanti dei referendari. Ma che la questione fosse da riportarsi nel recinto della femminilità il presidente del Consiglio l'ha chiarito subito.
Con andamento pigro l'incontro tra Berlusconi e i referendari, che chiedevano di andare alle urne a maggio per non regalare vantaggio agli astensionisti, è iniziato dai pasticcini. Offerti galantemente: "Non accade sempre, peró il cameriere è rimasto colpito dalla presenza di tante signore...". Ma soprattutto perchè il premier ha svelato quanto la moglie Veronica intervenga e anche un po', "se mi si consente", bacchetta. Contro la legge sulla procreazione assistita che appunto i quattro quesiti vogliono in parte abrogare, l'opinione di Veronica per il premier conta. O almeno, ha ammesso Berlusconi, anch'io sono per il referendum a fine maggio e non a giugno "per non avere problemi in famiglia, perchè Veronica è con voi...". "Allora ce la dia come testimonial", hanno rilanciato in coro la ds Katia Zanotti e la radicale Rita Bernardini. Gesto significativo del premier: "Per carità , va a finire che lei ci starebbe pure...".
Alle ragioni delle donne hanno cercato di riportarlo Barbara Pollastrini e Vittoria Franco. "Ma ditemi perchè una donna, una madre con due figli magari, dovrebbe andare a votare per questo referendum?" è sbottato il premier. "Perchè non puó essere sottoposta a torture uniche in Europa, all'obbligatorietà dell'impianto dei tre embrioni, al divieto di analisi pre-impianto; perchè è insensato sprecare ventimila embrioni soprannumerari in questo momento senza volerli impiegare per la ricerca...". "Sì, sì, già Veronica mi ha spiegato tutto...". Tuttavia, nonostante Veronica, le regole del liberalismo che imporrebbero di mettere gli italiani nelle condizioni più favorevoli per andare a votare, è la "realtà " della politica di genere maschile ad avere avuto la meglio. "Ci sono ragioni tecniche..." ha lasciato che spiegassero Beppe Pisanu e Gianni Letta. Ascoltati con cortesia i suggerimenti di Antonio Del Pennino e Lanfranco Turci, presidente e tesoriere del comitato, il "moloch" laico che raccoglie dai Radicali a Rifondazione, dai Ds ai repubblicani e ai liberal di Forza Italia, alla Cgil e alle associazioni come "Amica cicogna" e "Madre provetta".
Veronica Lario sappia di non essere ascoltata quanto Daniela Fini. Non è fatto di ieri, ma a Montecitorio quando si parlava di modifiche alla legge sulla provetta, il vicepremier mormoró: "Se mi oppongo, chi lo dice poi a Daniela?". Lo ammise anche con il leader ds Piero Fassino quando al Senato, nell'autunno del 2003, si cominció seriamente a stendere una bozza di emendamenti per rendere la legge meno crudele nei confronti della salute delle donne. Naufragó lentamente, mano a mano che la Chiesa richiamava i parlamentari cattolici alla dottrina. Daniela e Veronica non hanno avuto la meglio, solo qualche timido cenno ieri dai rispettivi consorti. Ma la conclusione è stata categorica: "Non possumus". (g. c.)
Data:
8 Aprile, 2005 - 15:00
Fonte:
La Repubblica
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
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