Guarda, con il free jazz giapponese ho alzato, provocatoriamente, l'asticella. E mi spiace se ho dato l'idea di quello che voleva mostrare le proprie lunghe leve. Quello che dovrebbe non venire mai meno è però l'impegno e l'abnegazione che mettiamo nella ricerca. Ma sinceramente latita.Antonchik ha scritto:Come pretendi che il free jazz giapponese, che implicitamente presenti come qualcosa di ricercato, sia diffusamente conosciuto e rispettati i suoi ascoltatori? Nota bene: gli autori russi li hanno sentiti nominare tutti almeno una volta nella vita, probabilmente perchè la lettura è uno scoglio per molti e quindi è problematica scolastica e collettiva, al contrario della inutile musica. Già per partito preso, è facile come un bicchiere d'acqua perculare il lettore di Moccia brandendo un mattone di Tolstoi, pur senza aver mai letto nè l'uno nè l'altro. Ma il free jazz giapponese, è mai stato una necessità? E' mai stato oppure una necessità con cui entrare in contatto di striscio, come i classici di cui sopra? Converrai con me che il free jazz giapponese è una citazione al di fuori della portata di molti.Plo Style ha scritto:Ma perché bisogna sempre etichettare come alternativo e snob colui il quale cerca semplicemente di ascoltare musica ragionata senza limitarsi a ciò che viene propinato?
Comprendo che in Italia l'importanza e l'attenzione alla cultura musicale è pari a zero e che quindi il paese sia popolato da bestie analfabete in questo ambito, ma chi cerca di tirarsi fuori dalla palude dovrebbe essere apprezzato e non etichettato furtivamente.
Se uno legge autori russi del XIX secolo invece di Moccia è rispettato in maniera pressoché unanime. Anche da chi legge Moccia. Mentre uno che ascolta free jazz giapponese deve sempre piegarsi agli sberleffi dell'ascoltatore medio. Tanto da vergognarsene. Questa è la drammaticità maggiore in cui musicalmente versa l'Italia.
Devi rassegnarti al fatto di vivere in un mondo di bestie, cui il primo esemplare è il sottoscritto, che è totalmente a digiuno di free jazz giapponese e che può sventolare soltanto una scarsa esperienza dei classici russi.
Io sono dalla tua parte, e ritengo anche io che l'asticella della cultura musicale sia veramente bassa. Però non bisogna mai dimenticare che non tutti hanno le gambe così lunghe. Qualcuno ce le ha talmente corte che non riesce manco a stare zitto ed evitare quegli sberleffi banali e ritriti che vogliono umiliare e far vergognare di sè l'ascoltatore del free jazz giapponese. Qualcun altro, ce le ha ancora più corte, e non riesce nemmeno a rendersi conto che con i propri sberleffi in realtà sta soltanto umiliando sè stesso e la propria dignità di essere umano, allontanandosi sempre più da questa natura. Alla fine uno i Moccia della musica se li merita.
Ad esempio, restando in ambito forumistico: sono appassionato di filosofia da autodidatta ma ho le gambe molto corte rispetto all'utente Pan. Quando leggo i suoi post più interessanti faccio tesoro di quello che leggo, se ci sono citazioni mi metto alla ricerca degli autori, prendo spunti per approfondimenti.
Potrei invece dargli dell'alternativo e snob perché mi cita Humberto Maturana e non Luciano De Crescenzo. Invece sai che faccio, in silenzio cerco di allungare il mio passo andandomi a cercare questo autore. E magari da quell'autore passo ad un altro per referenza culturale. Come da Coltrane son passato al free jazz giapponese.