Candido, ovvero Il Vangelo secondo Blif (Episodio 2)
La scuola materna ed elementare del Comune accolgono e consolano Bliffino col loro gretto laicismo modernista.
L'insegnamento della religione è ora affidato a una graziosa ragazza, che fa cantare e disegnare i bimbi,
e insegna loro le storie di Jahvé, Abramo e Mosé, un po' come se fossero quelle di Giove, Teseo e Achille.
Bliffino calca anche le scene, impersonando il comandante del Nautilus-Balena che inghiotte Giona.
L'immaginario dei bimbi si popola di innumerevoli spassosissime storie di magie e battaglie, burle, tradimenti
e sesso non protetto fra dèi, angeli, demoni, uomini, donne, animali, piante e cose di ogni specie.
E tutto questo è veramente cosa buona e giusta.
Purtroppo, puntuale come il servizio militare, dopo quattro anni arriva la cartolina del catechismo.
Bliffino è arruolato catecumeno semplice nella parrocchia del distretto e passa una sera alla settimana
(non casualmente, il venerdì) a rosolare al fuoco lento della Parola.
La Dottrina non è complicata: l'unica cosa da ricordare è che il verde è il colore della speranza, e l'azzurro il colore della fede.
Quando nelle figure sul libretto ci sono dei personaggi vestiti di verde, vuol dire che non sono ancora convertiti.
Quando cambiano casacca e si mettono la tunica azzurra, vuol dire che sono diventati dei nostri.
Purtroppo il resto è noia, profondissima noia, e nella noia si nasconde la Tentazione. Anestetizzato dal ronzio del Verbo,
una sera Bliffino prende a grattarsi i coglioni un po' troppo
en plein air e rischia di essere esposto al pubblico ludibrio.
Fortunatamente la voce non si spande, ed egli impara che deve essere candido come colomba, sì, ma anche prudente come la serpe,
e che se deve grattarsi, ci sono le tasche cucite apposta nei calzoni.
Una sera, irrompe in classe il prete giovane appena arrivato in parrocchia,
che si è fatto notare fin da subito per il suo entusiasmo un po' movimentista da ex-sessantottino.
Annuncia ai bimbi che c'è (niente meno!)
la possibilità di fare un ritiro spirituale la tal domenica del prossimo mese. (
Yeah! Allelujah!)
Potenza della parola: avesse detto "
La tal domenica dovete andare al ritiro spirituale"
oppure "
La tal domenica si va al ritiro spirituale" Bliffino avrebbe diligentemente riferito a casa.
Ma, ragiona il nostro, se c'è la possibilità logica di fare una cosa, allora significa che c'è anche la possibilità di non farla.
Emulo inconscio di Bartleby lo scrivano, Bliffino opta quindi per il più sobrio
I would prefer not.
Al catechismo sono troppo impegnati a dibattere di simbolismi coloristici,
e non si trova una sola anima pia per spiegargli che il Maligno parla con bocca mielosa e lingua biforcuta
e che con la sua scelta egli ha inconsapevolmente rinunciato a fare la Prima Confessione.
La grana scoppia il mese dopo. Per fortuna, anche una bambina ha saltato il ritiro perché aveva il morbillo.
Si recupera il rituale alla bell'e meglio, e Bliffino torna a battere il cammino dell'ortodossia.
Passa un annetto e alla seconda ventilata
possibilità di fare un ritiro spirituale
Bliffino (che si è fatto frate, cioè furbo) risponde simulando il richiesto entusiasmo.
Fra l'altro, il convento del ritiro è una figata di posto, col campo da calcio,
il museo con i gufi impagliati e i boschi intorno dove scarpinare.
Purtroppo, il Maligno lo ha proprio preso di mira: una sera Bliffino arriva in aula per la lezione di catechismo e non vede nessuno.
Aspetta un po', ma non arriva nessuno.
Gira per il piano e si affaccia alle altre aule: se vede qualcuno, non lo riconosce.
[Apriamo una parentesi: di tutta quest'esperienza umana, durata quattro anni, nella sua memoria non rimane un solo volto umano riconoscibile.
A parte il futuro cognato, che già allora imperversava ponendo solide basi per la sua fama di
neighbourhood's fool]
Per una ventina di minuti, aspetta. Poi va in cortile e aspetta un altro quarto d'ora. Poi si sposta in zona chiesa.
Alla fine torna a casa: in fondo ha sacrificato un'ora al suo Dio, e questo vorrà pur dire qualcosa.
Non la pensano così le gerarchie. Qualcuno ha visto qualcosa... qualcuno ha parlato a qualcun altro...
la collera dei servi del signore si accende contro Bliffino e famiglia.
Al telefono, la catechista è santamente
tranchante: se il pupo non vuol fare la Comunione, può anche non farla!
Blif senior media e traccheggia, poi svirgola e latineggia: Bliffino
peccavit fortiter, sed crede firmiter.
Per una svista, scomunicarlo non si può;
ergo lo si perdoni.
Sia lodato Gesù Cristo.
Insomma, va a finire che Bliffino si comunica, vestito a festa che pare Renzo Tramaglino con la camicia bianca e un bellissimo gilet verde.
Purtroppo, un paio di sere prima del rito decide che ha i capelli troppo lunghi e che è ora di tagliarli. La mamma non gradisce il risultato.
Fortunatamente, skinhead e tamarri non hanno ancora riportato in auge il taglio a spazzettino tipo Umberto I,
per cui il parrucchiere si limita a sconsigliare qualsiasi intervento: si lasci la natura fare il proprio corso.
Bliffino si risparmia così l'umiliazione di andare in giro rasato come un galeotto assassino.
La zia, naturalmente, non perde l'occasione per fare una delle sue delicate osservazioni:
Te li ha tagliati la mamma, vero?
Bliffino fa il nesci... Lei la prende come un sì.
Io non so, 'sta donna, sempre la solita zecca...
