L’Osservatorio siriano per i diritti umani? Una sola persona che vive in Inghilterra
Roma, 5 apr – “Il raid aereo con ‘gas tossici’ è stato lanciato questa mattina contro Khan Sheikhun, città nella provincia nord-occidentale di Idlib, sotto il controllo dei ribelli. L’attacco ha fatto almeno 72 morti, tra i quali – secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani – almeno venti bambini e diciassette donne”. Così Repubblica spiega quanto avvenuto ieri in Siria, citando l’affidabile e solita fonte da cui, come la gran parte dei media internazionali, trae notizie attendibili sulla Siria. O per meglio dire sui crimini del sanguinario Assad a danno degli inermi civili siriani.
Ma cos’è davvero questo “Osservatorio siriano dei diritti umani”? In realtà la domanda è mal posta, perché dovremmo chiederci chi è questo Osservatorio. Visto che non si tratta di un’organizzazione indipendente composta da reporter liberi che informano il mondo sulla situazione siriana, ma di una singola persona che vive a Coventry, cittadina inglese a nord-ovest di Londra. In pratica tutte le informazioni targate “Osservatorio siriano dei diritti umani” che giungono alle redazioni esteri dei giornali arrivano non dalla Siria, ma dall’ufficio del signor Rami Abdel Raman, che dice di avvalersi di almeno quattro collaboratori. Versione tra l’altro sostenuta anche dal New York Times.
Un uomo comunque ben informato sulla situazione nonostante viva in Inghilterra? Talmente tanto da doversi celare per sicurezza dietro uno pseudonimo, visto che il suo vero nome è Osama Suleiman, fuggito dalla Siria 17 anni fa dopo l’arresto di due sodali legati alla Fratellanza Musulmana, accusati di attività contro lo Stato. E proprio il New York Times rivela che la casa in cui vive il signor Suleiman è una gentile concessione del governo di Londra. Lo stesso quotidiano americano, pur sostenendo la bontà delle informazioni fatte circolare dall’Osservatorio, sostiene poi che a finanziarne le attività sarebbe proprio uno “Stato europeo”. Chissà quale visto dove vive e considerato che il 21 novembre 2011 Suleiman viene immortalato mentre lascia il ministero degli Affari Esteri e del Commonwealth.
Il portavoce del ministero russo degli esteri, Alexander Lukashevich, per rimarcare l’autorevolezza del personaggio, lo ha definito: “Un uomo con nessuna formazione di diritto internazionale né di giornalismo”. D’altronde, quando il giornalista Nimrod Kamren si recò a trovarlo per Russia Today nella sua abitazione di Coventry, lo trovò in un negozio vicino e alla richiesta di delucidazioni sull’Osservatorio da lui diretto si sentì rispondere: “Non sono un’organizzazione mediatica. Io lavoro da casa mia, la mia casa privata”. Notare il singolare, “non sono”. Nel 2014 poi il quotidiano francese Le Monde pubblica un articolo dal titolo “La crédibilité perdue de Rami Abdel-Rahman, directeur de l’Observatoire syrien des Droits de l’Homme”. Un titolo che non richiede traduzione e che rivela come Raman, alias Suleiman, non goda di grande considerazione neppure tra gli oppositori al governo di Assad.
A questo punto verrebbe da chiedersi anche se gli articoli pubblicati da Repubblica a firma Rami Abdel Raman sono esclusive da Londra, sulla Siria, oppure sono incredibili rivelazioni, sulla Siria, da parte dell’Osservatorio dei diritti umani. Ah già, non fa differenza.