Ot- il nuovo disco di jiovanotti
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- breglia
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Su questo non posso dire la mia, grazie al Dio la vita mi ha messo di fronte lati duri della vita (due operazioni, il mio ex...) ma mi ha risparmiato il dolore di ascoltare cd degli 883...
P.S. se gli Afterhours scrivessero un testo così, potremmo tranquillamente chiamare l'esorcista...
P.S. se gli Afterhours scrivessero un testo così, potremmo tranquillamente chiamare l'esorcista...
"Ridatemi l'effimero, rivoglio Diana Est" (da 'Generation of love', di Matteo B.Bianchi)
Non credi che scriva ancora testi del genere perchè, proprio con testi del genere e musiche (se così possiamo chiamarle) così si guadagna la pagnotta?bellavista ha scritto:Capolavoro non credo. Cmq i primi due album erano ascoltabili.micene ha scritto:Ok, saró impopolare...
L'avessero scritta gli Afterhours l'avremmo chiamata capolavoro...
Sono stati i successivi a crearmi malessere fisico (che ora si ripercuote cmq anche sui primi due ma in forma più lieve)
Considera anche che nei primi dischi aveva meno intorno ai 25 anni, e quindi cantare della ragazza che non gliela dava in discoteca poteva passare.... la cosa tragica è che ora ne ha 40 e passa e continua a menarla con il motorino e la ragazza che non gliela dava
Con il salame, aggiungo io...
"BEATA LA MIA PRIMA DONNA CHE M'HA PRESO ANCORA VERGINE"
"MIO FRATELLO E' FIGLIO UNICO PERCHE' E' CONVINTO CHE CHINAGLIA NON PUO' PASSARE AL FROSINONE"
"Nessuno muore mai completamente, qualche cosa di lui rimane sempre.....vivo dentro di noi"
"MIO FRATELLO E' FIGLIO UNICO PERCHE' E' CONVINTO CHE CHINAGLIA NON PUO' PASSARE AL FROSINONE"
"Nessuno muore mai completamente, qualche cosa di lui rimane sempre.....vivo dentro di noi"
Se, continuando a respirare tranquillamente, si accoglie con serenità ció che si presenta, ci si abitua ad assistervi da semplici spettatori, sino a che si è finalmente stanchi dello spettacolo. Così si giunge gradatamente a uno stato d'abbandono che somiglia a quel dormiveglia che precede il sonno.
Scivolarvi definitivamente è il pericolo che bisogna evitare. Lo si affronta con un particolare scatto della concentrazione, paragonabile al riscuotersi di uno che, sfinito da una notte di veglia, sa che dalla vigilanza di tutti i suoi sensi dipende la sua vita; e se tale scatto è riuscito anche una volta sola, si riuscirà sicuramente a ripeterlo. Per esso l'anima, come da sola, si ritrova quasi a librare entro se stessa, una condizione che, capace di crescere d'intensità , si solleva addirittura a quel senso d'incredibile leggerezza, sperimentato solo in rari sogni, e di felice certezza di poter destare energie rivolte in ogni direzione e di saperle accrescere o sciogliere a ogni livello.
Questo stato, in cui non si pensa, non ci si propone, non si persegue, non si desidera nè si attende più nulla di definito, che non tende verso nessuna particolare direzione ma che per la sua forza indivisa sa di essere capace del possibile come dell'impossibile - questo stato interamente libero da intenzioni, dall'Io, il Maestro lo chiama propriamente «spirituale». àˆ infatti saturo di vigilanza spirituale e perció viene anche chiamato «vera presenza dello spirito». Con questo s'intende che lo spirito è presente dappertutto perchè non si apprende a nessun luogo particolare. E puó restare presente perchè anche quando si rivolge a questo o a quello non vi si attaccherà con la riflessione e non perderà così la sua originaria mobilità . Simile all'acqua che riempie uno stagno ma è sempre pronta a defluirne, lo spirito puó ogni volta agire con la sua inesauribile forza, perchè è libero, e aprirsi a tutto perchè è vuoto. Tale condizione è veramente una condizione originaria e il suo emblema, un cerchio vuoto, non è muto per colui che vi sta dentro.
àˆ perció con questa presenza e piena potenza del suo spirito non turbato da intenzioni, e fossero le più nascoste, che l'uomo che si è svincolato da tutti i legami deve esercitare qualsiasi arte
Scivolarvi definitivamente è il pericolo che bisogna evitare. Lo si affronta con un particolare scatto della concentrazione, paragonabile al riscuotersi di uno che, sfinito da una notte di veglia, sa che dalla vigilanza di tutti i suoi sensi dipende la sua vita; e se tale scatto è riuscito anche una volta sola, si riuscirà sicuramente a ripeterlo. Per esso l'anima, come da sola, si ritrova quasi a librare entro se stessa, una condizione che, capace di crescere d'intensità , si solleva addirittura a quel senso d'incredibile leggerezza, sperimentato solo in rari sogni, e di felice certezza di poter destare energie rivolte in ogni direzione e di saperle accrescere o sciogliere a ogni livello.
Questo stato, in cui non si pensa, non ci si propone, non si persegue, non si desidera nè si attende più nulla di definito, che non tende verso nessuna particolare direzione ma che per la sua forza indivisa sa di essere capace del possibile come dell'impossibile - questo stato interamente libero da intenzioni, dall'Io, il Maestro lo chiama propriamente «spirituale». àˆ infatti saturo di vigilanza spirituale e perció viene anche chiamato «vera presenza dello spirito». Con questo s'intende che lo spirito è presente dappertutto perchè non si apprende a nessun luogo particolare. E puó restare presente perchè anche quando si rivolge a questo o a quello non vi si attaccherà con la riflessione e non perderà così la sua originaria mobilità . Simile all'acqua che riempie uno stagno ma è sempre pronta a defluirne, lo spirito puó ogni volta agire con la sua inesauribile forza, perchè è libero, e aprirsi a tutto perchè è vuoto. Tale condizione è veramente una condizione originaria e il suo emblema, un cerchio vuoto, non è muto per colui che vi sta dentro.
àˆ perció con questa presenza e piena potenza del suo spirito non turbato da intenzioni, e fossero le più nascoste, che l'uomo che si è svincolato da tutti i legami deve esercitare qualsiasi arte
Ich bin ein Berliner. JFK
"Lo zen e il tiro con l'arco"?...


Ultima modifica di Lord Zork il 06/10/2005, 22:22, modificato 1 volta in totale.