[O.T.] Donald Trump
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Re: [O.T.] Donald Trump
aspetta che ci penso un attimo.....
dos, che fai di bello nella vita, tra l'altro ?
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Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
Re: [O.T.] Donald Trump
Sono un impiegatucolo di mezza tacca e frustrato come direbbe il Grande Maestro Virzì e dimenticavo benché nato a roma di mentalità provincialecicciuzzo ha scritto:aspetta che ci penso un attimo.....
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Re: [O.T.] Donald Trump
ma tipo un ministeriale ? noooo, dai......dostum ha scritto:Sono un impiegatucolo di mezza tacca e frustrato come direbbe il Grande Maestro Virzì e dimenticavo benché nato a roma di mentalità provincialecicciuzzo ha scritto:aspetta che ci penso un attimo.....
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Re: [O.T.] Donald Trump
My own lifecicciuzzo ha scritto:ma tipo un ministeriale ? noooo, dai......dostum ha scritto:Sono un impiegatucolo di mezza tacca e frustrato come direbbe il Grande Maestro Virzì e dimenticavo benché nato a roma di mentalità provincialecicciuzzo ha scritto:aspetta che ci penso un attimo.....
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Re: [O.T.] Donald Trump
http://www.repubblica.it/esteri/2018/07 ... -201652608
Ma come si fa a dare credito ad una persona cosi?
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Re: [O.T.] Donald Trump
Venerdì sono stati emessi diversi capi di imputazione nei confronti di 15 membri del GRU (servizi militari russi) per l'accesso illecito e il furto di documenti, password ed e-mails dal server e dai computer della Convention democratica.
Questo materiale è poi stato fatto circolare attraverso diversi soggetti onde renderlo pubblico negli USA e danneggiare la campagna di Hillary Clinton. Non c'è (ancora) nessun riferimento preciso a contatti tra i russi e la campagna di Trump, ma intanto si conferma che sono stati russi, agenti operativi russi, che non potevano che aver agito sotto l'ordine di Putin.
Questo materiale è poi stato fatto circolare attraverso diversi soggetti onde renderlo pubblico negli USA e danneggiare la campagna di Hillary Clinton. Non c'è (ancora) nessun riferimento preciso a contatti tra i russi e la campagna di Trump, ma intanto si conferma che sono stati russi, agenti operativi russi, che non potevano che aver agito sotto l'ordine di Putin.
An idle mind is the devil's playground/Si, ma la NATO?
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Re: [O.T.] Donald Trump
Gli yankees sono un mucchio di pagliaccii criminali,Putin & Kim perdono il loro tempo tentando di ragionarci
Washington, 25 luglio 2018 - L’ultimo modello di pallone utilizzato ai mondiali può trasmettere dati a dispositivi vicini attraverso un circuito integrato inserito sotto il rivestimento. Ed è già polemica negli Usa sul contenuto del regalo che Vladimir Putin ha fatto a Donald Trump durante la conferenza stampa congiunta di Helsinki: parliamo del pallone ufficiale dei Mondiali di Russia, quello di ultima generazione, che in teoria all’interno potrebbe contenere un chip in grado di dialogare e trasmettere informazioni sulla posizione ai telefonini, tablet o personal computer nelle vicinanze. A riportarlo è l’agenzia Bloomberg, con le immagini che mostrano il pallone Adidas donato al tycoon con il logo del sistema Near-field communication.
Esistono da tempo microprocessori studiati per impiego industriale e capaci di resistere a sollecitazioni prolungate, da inserire ad esempio nello spessore di pneumatici per speciali prestazioni, in modo da trasmettere dati sulla posizione, velocita di rotazione attorno all’asse, pressione manometrica. Analogamente sono stati prodotti chip da inserire nei capi di abbigliamento, nei prodotti alimentari, in grado di far dialogare tra loro elettrodomestici e dispositivi indossabili. Ecco da dove trae origine la leggenda che anche il pallone dei Mondiali di Russia, donato da Putin, passato per gioco nelle mani della First Lady Melania, seduta in prima fila davanti al presidente Trump e allo Zar, possa nascondere un dispositivo spia, in grado di funzionare come un cavallo di Troia. Ma il pallone regalo dei Mondiali è destinato al figlio della coppia presidenziale, Barron, 12 anni, e pare improbabile che un dono legato al gioco possa innescare e far montare un giallo internazionale.
Washington, 25 luglio 2018 - L’ultimo modello di pallone utilizzato ai mondiali può trasmettere dati a dispositivi vicini attraverso un circuito integrato inserito sotto il rivestimento. Ed è già polemica negli Usa sul contenuto del regalo che Vladimir Putin ha fatto a Donald Trump durante la conferenza stampa congiunta di Helsinki: parliamo del pallone ufficiale dei Mondiali di Russia, quello di ultima generazione, che in teoria all’interno potrebbe contenere un chip in grado di dialogare e trasmettere informazioni sulla posizione ai telefonini, tablet o personal computer nelle vicinanze. A riportarlo è l’agenzia Bloomberg, con le immagini che mostrano il pallone Adidas donato al tycoon con il logo del sistema Near-field communication.
Esistono da tempo microprocessori studiati per impiego industriale e capaci di resistere a sollecitazioni prolungate, da inserire ad esempio nello spessore di pneumatici per speciali prestazioni, in modo da trasmettere dati sulla posizione, velocita di rotazione attorno all’asse, pressione manometrica. Analogamente sono stati prodotti chip da inserire nei capi di abbigliamento, nei prodotti alimentari, in grado di far dialogare tra loro elettrodomestici e dispositivi indossabili. Ecco da dove trae origine la leggenda che anche il pallone dei Mondiali di Russia, donato da Putin, passato per gioco nelle mani della First Lady Melania, seduta in prima fila davanti al presidente Trump e allo Zar, possa nascondere un dispositivo spia, in grado di funzionare come un cavallo di Troia. Ma il pallone regalo dei Mondiali è destinato al figlio della coppia presidenziale, Barron, 12 anni, e pare improbabile che un dono legato al gioco possa innescare e far montare un giallo internazionale.
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Re: [O.T.] Donald Trump
gli yankees vengono da 17 anni di guerre perse
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Re: [O.T.] Donald Trump
Ueé quando il complottone vi fa comodo é verità storica quando non vi fa comodo lo ridicolizzate come minkiata da internet
Comunque se davvero il kgb ha ribaltato una elezione amerikana MASSIMO RISPETTO!
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“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
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Re: [O.T.] Donald Trump
Un popolo di cerebrolesi per loro qualsiasi cosa è troppo gentilebalkan wolf ha scritto:Ueé quando il complottone vi fa comodo é verità storica quando non vi fa comodo lo ridicolizzate come minkiata da internet
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Re: [O.T.] Donald Trump
Si confermano banda di carogne e traditori vigliacchi sotto questo aspetto la loro reputazione non corre alcun rischio
Questa settimana a Doha si è tenuto il primo incontro tra un esponente di alto livello dell'amministrazione Trump e una delegazione dei talebani, per esplorare la possibilità di una soluzione negoziata della guerra in Afghanistan
La guerra in Afghanistan è a un bivio. Pur avendo lanciato l’estate scorsa una nuova strategia per invertire il corso di un conflitto che vede attualmente favorita l’ìnsorgenza talebana, gli Stati Uniti starebbero adeguando i loro piani alla realtà e cercando di propiziare una soluzione politica alla guerra che passi attraverso un dialogo con i talebani.
Secondo tre membri del governo sentiti anonimamente dal New York Times, l’esercito Usa avrebbe impartito alle truppe afghane l’ordine di disertare gli avamposti dell’Afghanistan rurale, concentrando il proprio impegno nella difesa dei principali centri urbani come Kabul, Kandahar, Mazar-i-Sharif e Jalalabad. L’abbandono dei presidi rurali significa, naturalmente, abbandonare queste aree ai talebani, che già controllano 59 dei 407 distretti del paese e pongono una seria minaccia a decine di altri.
La nuova strategia equivale al riconoscimento dell’inutilità della prosecuzione dei combattimenti in territori ormai indifendibili, della necessità di evitare perdite inutili e dell’inevitabilità di un’interlocuzione politica con una forza, i talebani, che si dimostra refrattaria a piegarsi e a rinunciare al progetto di riprendere possesso del paese.
Il Times osserva peraltro che la nuova strategia Usa ricorda da vicino analoghe mosse compiute in passato. Un documento dell’esercito del 2009 proclamava la necessità di spostare l’enfasi dall’“attaccare il nemico in aree remote” al “proteggere e sviluppare i maggiori centri urbani”. Dopo che gli Usa dichiararono la fine delle operazioni combat nel 2014, la maggior parte delle truppe americane fu ricollocata nelle città, lasciando gli afghani da soli a combattere contro i talebani nelle aree rurali. L’anno dopo, l’amministrazione Obama incoraggiò i comandanti afghani a rinunciare a difendere i checkpoint posti a notevole distanza dai centri urbani. Quando assunse l’incarico di comandante delle forze armate Usa in Afghanistan, nel 2016, il generale John Nicholson approvò in pieno la linea, nonostante fosse pienamente consapevole che quei checkpoint abbandonanti dagli alleati erano finiti rapidamente sotto il controllo dei talebani.
Si ravvisano dunque dei segnali di continuità nella politica americana in Afghanistan. Una continuità nel segno del realismo, quello che da tempo suggerisce ai leader statunitensi che questa guerra non si può vincere e che per uscire dal pantano afghano sia necessario negoziare con i talebani.
Suona più che come una coincidenza, in questo senso, il primo incontro ad alto livello tra un importante membro dell’amministrazione Trump – la responsabile del desk Asia Meridionale del Dipartimento di Stato, Alice Wells – e una delegazione dei talebani che sarebbe avvenuto in Qatar, dove il movimento islamista ha dal 2003 un proprio ufficio di rappresentanza.
“L’ambiente era positivo e la discussione è stata utile”, ha dichiarato all’Associated Press un esponente talebano che ha partecipato al meeting. Aga Jan Mohtism, ex ministro talebano che continua a coltivare contatti con il movimento, ha confermato l’incontro di Doha, sostenendo che i talebani “vogliono risolvere i loro problemi con gli americani per porre fine all’invasione”.
Washington, dal canto suo, non conferma né smentisce. Il Dipartimento di Stato tuttavia fa sapere che Wells questa settimana si trova proprio in Qatar, che vi ha incontrato la famiglia reale e che “gli Stati Uniti stanno esplorando tutte le strade per far avanzare un processo di pace in consultazione ravvicinata con il governo afghano”.
Che sia avvenuto o meno, l’incontro di Doha non risolve i due colossali problemi a monte di ogni negoziato: il rifiuto talebano di dialogare con Kabul e la pretesa del governo del presidente Ashraf Ghani che ogni negoziato di pace coinvolga esclusivamente gli afghani, con gli Stati Uniti tutt’al più nel ruolo di osservatori. Come ha ribadito ieri uno dei portavoce di Ghani, Shah Hussain Murtazawi, i colloqui di pace dovranno essere “gestiti dagli afghani e guidati dagli afghani”, e “qualsiasi assistenza che gli alleati potranno fornire” dovrà avere esclusivamente un “ruolo di supporto”.
Quello afghano rimane insomma un dilemma per gli americani. Che sanno di non poter prevalere con la forza con un nemico tenace e risoluto, ma anche di non poter abbandonare l’Afghanistan ad un destino infame senza pagare un prezzo politico e di reputazione enorme.
Questa settimana a Doha si è tenuto il primo incontro tra un esponente di alto livello dell'amministrazione Trump e una delegazione dei talebani, per esplorare la possibilità di una soluzione negoziata della guerra in Afghanistan
La guerra in Afghanistan è a un bivio. Pur avendo lanciato l’estate scorsa una nuova strategia per invertire il corso di un conflitto che vede attualmente favorita l’ìnsorgenza talebana, gli Stati Uniti starebbero adeguando i loro piani alla realtà e cercando di propiziare una soluzione politica alla guerra che passi attraverso un dialogo con i talebani.
Secondo tre membri del governo sentiti anonimamente dal New York Times, l’esercito Usa avrebbe impartito alle truppe afghane l’ordine di disertare gli avamposti dell’Afghanistan rurale, concentrando il proprio impegno nella difesa dei principali centri urbani come Kabul, Kandahar, Mazar-i-Sharif e Jalalabad. L’abbandono dei presidi rurali significa, naturalmente, abbandonare queste aree ai talebani, che già controllano 59 dei 407 distretti del paese e pongono una seria minaccia a decine di altri.
La nuova strategia equivale al riconoscimento dell’inutilità della prosecuzione dei combattimenti in territori ormai indifendibili, della necessità di evitare perdite inutili e dell’inevitabilità di un’interlocuzione politica con una forza, i talebani, che si dimostra refrattaria a piegarsi e a rinunciare al progetto di riprendere possesso del paese.
Il Times osserva peraltro che la nuova strategia Usa ricorda da vicino analoghe mosse compiute in passato. Un documento dell’esercito del 2009 proclamava la necessità di spostare l’enfasi dall’“attaccare il nemico in aree remote” al “proteggere e sviluppare i maggiori centri urbani”. Dopo che gli Usa dichiararono la fine delle operazioni combat nel 2014, la maggior parte delle truppe americane fu ricollocata nelle città, lasciando gli afghani da soli a combattere contro i talebani nelle aree rurali. L’anno dopo, l’amministrazione Obama incoraggiò i comandanti afghani a rinunciare a difendere i checkpoint posti a notevole distanza dai centri urbani. Quando assunse l’incarico di comandante delle forze armate Usa in Afghanistan, nel 2016, il generale John Nicholson approvò in pieno la linea, nonostante fosse pienamente consapevole che quei checkpoint abbandonanti dagli alleati erano finiti rapidamente sotto il controllo dei talebani.
Si ravvisano dunque dei segnali di continuità nella politica americana in Afghanistan. Una continuità nel segno del realismo, quello che da tempo suggerisce ai leader statunitensi che questa guerra non si può vincere e che per uscire dal pantano afghano sia necessario negoziare con i talebani.
Suona più che come una coincidenza, in questo senso, il primo incontro ad alto livello tra un importante membro dell’amministrazione Trump – la responsabile del desk Asia Meridionale del Dipartimento di Stato, Alice Wells – e una delegazione dei talebani che sarebbe avvenuto in Qatar, dove il movimento islamista ha dal 2003 un proprio ufficio di rappresentanza.
“L’ambiente era positivo e la discussione è stata utile”, ha dichiarato all’Associated Press un esponente talebano che ha partecipato al meeting. Aga Jan Mohtism, ex ministro talebano che continua a coltivare contatti con il movimento, ha confermato l’incontro di Doha, sostenendo che i talebani “vogliono risolvere i loro problemi con gli americani per porre fine all’invasione”.
Washington, dal canto suo, non conferma né smentisce. Il Dipartimento di Stato tuttavia fa sapere che Wells questa settimana si trova proprio in Qatar, che vi ha incontrato la famiglia reale e che “gli Stati Uniti stanno esplorando tutte le strade per far avanzare un processo di pace in consultazione ravvicinata con il governo afghano”.
Che sia avvenuto o meno, l’incontro di Doha non risolve i due colossali problemi a monte di ogni negoziato: il rifiuto talebano di dialogare con Kabul e la pretesa del governo del presidente Ashraf Ghani che ogni negoziato di pace coinvolga esclusivamente gli afghani, con gli Stati Uniti tutt’al più nel ruolo di osservatori. Come ha ribadito ieri uno dei portavoce di Ghani, Shah Hussain Murtazawi, i colloqui di pace dovranno essere “gestiti dagli afghani e guidati dagli afghani”, e “qualsiasi assistenza che gli alleati potranno fornire” dovrà avere esclusivamente un “ruolo di supporto”.
Quello afghano rimane insomma un dilemma per gli americani. Che sanno di non poter prevalere con la forza con un nemico tenace e risoluto, ma anche di non poter abbandonare l’Afghanistan ad un destino infame senza pagare un prezzo politico e di reputazione enorme.
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Re: [O.T.] Donald Trump
Qualcuno mi spiega sta faccenda dei dazi sulle auto Europee?
Donaldino ci vuole picchiare il 25% di dazi su ogni auto Europea importata,vedo gente che si strappa i capelli dicendo che fà malissimo soprattutto all'economia Americana..
Boh a me invece pare un ragionamento logico: Tu ammericano vuoi la BMW? Bene la paghi il 25% in più.
Al contrario e ovvio quanto brucia il culo ai tedeschi..
Insomma com'è??
Donaldino ci vuole picchiare il 25% di dazi su ogni auto Europea importata,vedo gente che si strappa i capelli dicendo che fà malissimo soprattutto all'economia Americana..
Boh a me invece pare un ragionamento logico: Tu ammericano vuoi la BMW? Bene la paghi il 25% in più.
Al contrario e ovvio quanto brucia il culo ai tedeschi..
Insomma com'è??
♫E penso..quanti affanni abbiamo tutti i giorni,e che fatica la serenità. ♪
Fabio Concato.
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Re: [O.T.] Donald Trump
dostum ha scritto:
Gli yankees sono un mucchio di pagliaccii criminali,Putin & Kim perdono il loro tempo tentando di ragionarci
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Re: [O.T.] Donald Trump
è un modo per incentivare a produrre negli Usa. Di contro se la Ue mette a sua volta i dazi si contrae la vendita di macchine americane in europa. (nel settore scelto comunque la bilancia dovrebbe essere a favore degli Usa, credo che importino di più di quello che esportavano)Tasman ha scritto:Qualcuno mi spiega sta faccenda dei dazi sulle auto Europee?
Donaldino ci vuole picchiare il 25% di dazi su ogni auto Europea importata,vedo gente che si strappa i capelli dicendo che fà malissimo soprattutto all'economia Americana..
Boh a me invece pare un ragionamento logico: Tu ammericano vuoi la BMW? Bene la paghi il 25% in più.
Al contrario e ovvio quanto brucia il culo ai tedeschi..
Insomma com'è??
Il fatto che l'ammericano vuole il bmw va messo nei difetti, non nei pregi. Insomma, costringi un tuo cittadino a sborsare il 25% in più per avere una Bmw.
Gli puoi anche dire cazzi tuoi ma se a quel singolo ammericano gli piace la Bmw ci rimane male.
Logico che fai contenti tutti quelli che hanno sempre comprato il made in Usa.
Se te un domani dovessi pagare uno smartphone il 25% in più perchè l'Italia mette i dazi sui prodotti asiatici ti girerebbero le palle.
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
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Re: [O.T.] Donald Trump
Ok grazie Sotto.Ma restiamo nell'ambito delle autovetture.SoTTO di nove ha scritto:è un modo per incentivare a produrre negli Usa. Di contro se la Ue mette a sua volta i dazi si contrae la vendita di macchine americane in europa. (nel settore scelto comunque la bilancia dovrebbe essere a favore degli Usa, credo che importino di più di quello che esportavano)Tasman ha scritto:Qualcuno mi spiega sta faccenda dei dazi sulle auto Europee?
Donaldino ci vuole picchiare il 25% di dazi su ogni auto Europea importata,vedo gente che si strappa i capelli dicendo che fà malissimo soprattutto all'economia Americana..
Boh a me invece pare un ragionamento logico: Tu ammericano vuoi la BMW? Bene la paghi il 25% in più.
Al contrario e ovvio quanto brucia il culo ai tedeschi..
Insomma com'è??
Il fatto che l'ammericano vuole il bmw va messo nei difetti, non nei pregi. Insomma, costringi un tuo cittadino a sborsare il 25% in più per avere una Bmw.
Gli puoi anche dire cazzi tuoi ma se a quel singolo ammericano gli piace la Bmw ci rimane male.
Logico che fai contenti tutti quelli che hanno sempre comprato il made in Usa.
Se te un domani dovessi pagare uno smartphone il 25% in più perchè l'Italia mette i dazi sui prodotti asiatici ti girerebbero le palle.
Questo che mi hai spiegato,non giustifica il fatto che i media continuano a dire che Trump sta facendo una cazzata ponendo i dazi sulle autovetture EU.
A mio parere la sua è una scelta obbligata per provare a difendere le marche made USA.Tanto sà benissimo che le auto USA tipo Chevrolet in Europa sono un mercato di nicchia da sempre.
In più così incentiva a costruire in suolo USA le marche automobilistiche Europee.
E allora dove sta la cazzata?
Ovvio che impossibile così senza dazi competere per le marche USA, con VOLVO,MERCDES,BMW,RENAULT..insomma a me pare una manovra coerente di TRUMP,coerente ai suoi elettori.
Quindi questi economisti dei miei coglioni che tanto rompono il cazzo a TRUMP,e ai suoi dazi,non ce la raccontano giusta di sicuro.
P.S
Piccolo esempio:
Ricordo in Australia: Se volevi l'olio extra vergine Italiano,costava il 30% in più di quello Australiano,e questo di certo non solo per le spese di trasporto.
♫E penso..quanti affanni abbiamo tutti i giorni,e che fatica la serenità. ♪
Fabio Concato.
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