Drogato_ di_porno ha scritto:Gabriele79 ha scritto:Non è proprio così, l'Italia mantiene una bilancia commerciale ancora di gran lunga migliore dei paesi anglosassoni. Ma a certi personaggi, ormai diventati meri commercianti, e non più produttori, facendo una fine simile a quella che fece la Spagna dopo la scoperta delle Americhe, piace guardare la pagliazza nell'occhio altrui evitando la trave nel proprio.
Non vedo cosa ci sia di male a fare i commercianti anziche i produttori, se il paese ci guadagna...
La Gran Bretagna ha un rapporto debito/pil al 37% (circa), l' Italia oscilla tra il 105 e il 115% (la Francia, se non erro, sta al 67%).
Il PIL inglese cresce al 3,7-3,5% annuo, quello americano fra il 3,5 e il 4%, l' Italia sta all' 1,1 con una crescita attuale dello 0,2...
La City è ancora oggi, dopo wall street, il più grande mercato di merci e capitali del mondo. Non entra nell' euro proprio perchè è un centro finanziario legato al dollaro.
Il paragone con la Spagna non regge: l' Inghilterra fu la più grande potenza finanziaria e commerciale anche durante il XIX secolo, quando godeva dell' incontrastato primato produttivo e tecnologico. La Spagna grazie ai lingotti delle Americhe per un certo periodo potè pagarsi le spese e le importazioni ma poi l' inflazione ruppe il giocattolo. Mancava del più elementare tessuto produttivo.
Quando con la 2a rivoluzione industriale gli inglesi cedettero il primato produttivo ai cugini USA e furono insidiati da Giappone e Germania, mantennero il predominio commerciale. à‰ vero, preferirono finanziare l' innovazione tenologica all' estero, chiudersi in un Commonwealth protetto, e i loro prodotti faticavano a reggere la concorrenza di quelli statunitensi e tedeschi, ma la potenza finanziaria era tale da riequilibrare il divario e permettergli di pagarsi le spese nello scontro con il Kaiser. Nel 1914 erano il motore economico del mondo con un volume di investimenti negli altri paesi pari a 180 milioni di sterline.
Sicuramente l' Inghilterra, per via della sua singolare collocazione geopolitica (potenza marittima che monopolizzava le vie di comunicazione), prediligeva la finanza e il commercio all' industria, peró l' amara verità è che poteva permetterselo. I due conflitti mondiali hanno accentuato le debolezze strutturali dell' economia inglese, esplose con la fine dell' Impero, ma la politica neoconservatrice della Thatcher ha invertito il processo. L' Italia non puó neanche contare su simili risorse finanziarie (sempre che non si voglia paragonare Milano alla City).
Non sono un economista, lieto di essere smentito da Helmut Husker ecc.; domanda: il Giappone è stato il massimo protagonista della 3a rivoluzione industriale con un PIL per abitante quasi pari a quello degli USA, ma quest' ultimi vantano ancora il primato produttivo, o sbaglio? Negli USA c' è stato un invecchiamento delle infrastrutture tecnologiche in alcuni settori come l' automobile, ma la ricerca militare e civile (vedi modello Silicon Valley) è ancora la prima al mondo no?