cicciuzzo ha scritto:faccio qui la domanda fatta su "runners"
beh, che vi siano stati tanti sportivi (giovani) che lo hanno preso è vero. dal paziente 1 ad altri meno noti. però anche lì..... quanto sono gli "sportivi giovani" ????? sicuramente milioni. quindo fossero, che so, 1000 i contagiati, ciò farebbe testo?
detto questo, io dal 4 torno a correre. però un conto è ricominciare con pochi, pochissimi km (come ovvio, visto che è dal 15 marzo che non corro e faccio solo workout in casa), un conto fare 20 km
La faccenda degli sportivi è un'osservazione empirica che evevo fatto anch'io, ora ho trovato uno studio che ne spiega i motivi (non del tutto convincenti forse)
Del resto se guardate la figura in basso a sinistra , dice che lo stesso meccanismo si ha con esposizioni massiccie e con esposizioni lievi ripetute. Quindi io ci sono in pieno...ma citando una immagine postata da Cicciuzzo......
quindi se uno corre anche la maratona di Milano senza mai averne fatta una (ovviamente stando lontano da tutto e tutti), poi va a casa e se ne sta buono e fermo lì dentro per, che so, 96 ore, non rientra nell'alea di rischio, corretto?
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
quindi se uno corre anche la maratona di Milano senza mai averne fatta una (ovviamente stando lontano da tutto e tutti), poi va a casa e se ne sta buono e fermo lì dentro per, che so, 96 ore, non rientra nell'alea di rischio, corretto?
quindi se uno corre anche la maratona di Milano senza mai averne fatta una (ovviamente stando lontano da tutto e tutti), poi va a casa e se ne sta buono e fermo lì dentro per, che so, 96 ore, non rientra nell'alea di rischio, corretto?
Ho già risposto di la. Quello studio si riferisce a chi è positivo.
Se sei positivo e non ne sei consapevole, uscendo a correre lo sforzo fisico aiuta il virus ad entrare più in profondità facendo peggiorare le tue condizioni.
Quindi se sei sano (insomma negativo) puoi fare la tua maratona senza problemi se mantieni le distanze.
Il problema è che se vivi a Milano e non stai in quarantena è difficile essere sicuri di non aver contratto il virus. e uscire a correre in quei giorni potrebbe rivelarsi un boomerang.
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
quindi se uno corre anche la maratona di Milano senza mai averne fatta una (ovviamente stando lontano da tutto e tutti), poi va a casa e se ne sta buono e fermo lì dentro per, che so, 96 ore, non rientra nell'alea di rischio, corretto?
Ho già risposto di la. Quello studio si riferisce a chi è positivo.
Se sei positivo e non ne sei consapevole, uscendo a correre lo sforzo fisico aiuta il virus ad entrare più in profondità facendo peggiorare le tue condizioni.
Quindi se sei sano (insomma negativo) puoi fare la tua maratona senza problemi se mantieni le distanze.
Il problema è che se vivi a Milano e non stai in quarantena è difficile essere sicuri di non aver contratto il virus. e uscire a correre in quei giorni potrebbe rivelarsi un boomerang.
Vero, l'atricolo parla di "Esercizio fisico nelle fasi di incubazione" che per via degli alti flussi , impedirebbe agli anticorpi di prima linea (le IgA delle prime vie aeree) di bloccare il virus.
Boh, sarà.
Ora aspetto un bello studio che confermi un'altra mia (e non solo mia) oservazione: " I fumatori e bronchitici cronici sembrano meno esposti"
Parakarro ha scritto:
gli studi provengono da fonti variegate, personaggi ininfluenti, professori più o meno inutili, medici e statistici a volte imbarazzanti...
gli stessi che magari 2 mesi fa dicevano l'opposto...
Verissimo, siamo ai numeri del lotto. Peccato che su quei numeri ci stiamo scommettendo il futuro di una nazione.
Gli ultimi 195 metri di una maratona sono la ragione che ti spinge a correre i precedenti 42.000.
quindi se uno corre anche la maratona di Milano senza mai averne fatta una (ovviamente stando lontano da tutto e tutti), poi va a casa e se ne sta buono e fermo lì dentro per, che so, 96 ore, non rientra nell'alea di rischio, corretto?
Ho già risposto di la. Quello studio si riferisce a chi è positivo.
Se sei positivo e non ne sei consapevole, uscendo a correre lo sforzo fisico aiuta il virus ad entrare più in profondità facendo peggiorare le tue condizioni.
Quindi se sei sano (insomma negativo) puoi fare la tua maratona senza problemi se mantieni le distanze.
Il problema è che se vivi a Milano e non stai in quarantena è difficile essere sicuri di non aver contratto il virus. e uscire a correre in quei giorni potrebbe rivelarsi un boomerang.
Vero, l'atricolo parla di "Esercizio fisico nelle fasi di incubazione" che per via degli alti flussi , impedirebbe agli anticorpi di prima linea (le IgA delle prime vie aeree) di bloccare il virus.
Boh, sarà.
Ora aspetto un bello studio che confermi un'altra mia (e non solo mia) oservazione: " I fumatori e bronchitici cronici sembrano meno esposti"
Confermo il "Boh, sarà.". Mi sembra una teoria un pò tirata, un pò più scientifica del "non correre che sudi" ma evidenze ne vedo poche.
Gli ultimi 195 metri di una maratona sono la ragione che ti spinge a correre i precedenti 42.000.
quindi se uno corre anche la maratona di Milano senza mai averne fatta una (ovviamente stando lontano da tutto e tutti), poi va a casa e se ne sta buono e fermo lì dentro per, che so, 96 ore, non rientra nell'alea di rischio, corretto?
Ho già risposto di la. Quello studio si riferisce a chi è positivo.
Se sei positivo e non ne sei consapevole, uscendo a correre lo sforzo fisico aiuta il virus ad entrare più in profondità facendo peggiorare le tue condizioni.
Quindi se sei sano (insomma negativo) puoi fare la tua maratona senza problemi se mantieni le distanze.
Il problema è che se vivi a Milano e non stai in quarantena è difficile essere sicuri di non aver contratto il virus. e uscire a correre in quei giorni potrebbe rivelarsi un boomerang.
Vero, l'atricolo parla di "Esercizio fisico nelle fasi di incubazione" che per via degli alti flussi , impedirebbe agli anticorpi di prima linea (le IgA delle prime vie aeree) di bloccare il virus.
Boh, sarà.
Ora aspetto un bello studio che confermi un'altra mia (e non solo mia) oservazione: " I fumatori e bronchitici cronici sembrano meno esposti"
Confermo il "Boh, sarà.". Mi sembra una teoria un pò tirata, un pò più scientifica del "non correre che sudi" ma evidenze ne vedo poche.
markome ha scritto: Ora aspetto un bello studio che confermi un'altra mia (e non solo mia) oservazione: " I fumatori e bronchitici cronici sembrano meno esposti"
In questa storia si fa in fretta a passare da una teoria all'altra.
Ed è quello che più mi spiazza, perché pensavo che nel 2020 qualche conoscenza in più rispetto a 100 anni fa l'avremmo dovuta acquisire.
quindi se uno corre anche la maratona di Milano senza mai averne fatta una (ovviamente stando lontano da tutto e tutti), poi va a casa e se ne sta buono e fermo lì dentro per, che so, 96 ore, non rientra nell'alea di rischio, corretto?
Ho già risposto di la. Quello studio si riferisce a chi è positivo.
Se sei positivo e non ne sei consapevole, uscendo a correre lo sforzo fisico aiuta il virus ad entrare più in profondità facendo peggiorare le tue condizioni.
Quindi se sei sano (insomma negativo) puoi fare la tua maratona senza problemi se mantieni le distanze.
Il problema è che se vivi a Milano e non stai in quarantena è difficile essere sicuri di non aver contratto il virus. e uscire a correre in quei giorni potrebbe rivelarsi un boomerang.
Vero, l'atricolo parla di "Esercizio fisico nelle fasi di incubazione" che per via degli alti flussi , impedirebbe agli anticorpi di prima linea (le IgA delle prime vie aeree) di bloccare il virus.
Boh, sarà.
Ora aspetto un bello studio che confermi un'altra mia (e non solo mia) oservazione: " I fumatori e bronchitici cronici sembrano meno esposti"
Confermo il "Boh, sarà.". Mi sembra una teoria un pò tirata, un pò più scientifica del "non correre che sudi" ma evidenze ne vedo poche.
Io invece la vedo molto realistica...se il virus durante l'incubazione (che dura una settimana) è nel naso e nella gola, se tossisci lo spargi nell'atmosfera, mentre se aspriri forte lo spargi dalla bocca ai tuoi polmoni...poi quando la malattia finita l'incubazione esplode, le cellule contagiate le hai sia in bocca che nei polmoni quindi vai subito in polmonite senza passare dal raffreddore.
Quindi direi che primo bisogna correre da soli e all'aperto (è una follia correre sul tapis roulant in palestra al chiuso in mezzo a altri utenti) e secondo non bisognerebbe correre se si ha il dubbio di essere entrati in contatto col virus (e cioè se hai persone vicine positive, se fai un mestiere a rischio ecc ecc).
I prudenti durano solo lo stretto necessario per morire tranquilli
tetsuya31 ha scritto:
Io invece la vedo molto realistica...se il virus durante l'incubazione (che dura una settimana) è nel naso e nella gola, se tossisci lo spargi nell'atmosfera, mentre se aspriri forte lo spargi dalla bocca ai tuoi polmoni...poi quando la malattia finita l'incubazione esplode, le cellule contagiate le hai sia in bocca che nei polmoni quindi vai subito in polmonite senza passare dal raffreddore.
Quindi direi che primo bisogna correre da soli e all'aperto (è una follia correre sul tapis roulant in palestra al chiuso in mezzo a altri utenti) e secondo non bisognerebbe correre se si ha il dubbio di essere entrati in contatto col virus (e cioè se hai persone vicine positive, se fai un mestiere a rischio ecc ecc).
Questa probabilmente è l'interpretazione giusta.
Scusate le incertezze, ma fanno parte del ragionamento scientifico.
Wes ha scritto:
Ed è quello che più mi spiazza, perché pensavo che nel 2020 qualche conoscenza in più rispetto a 100 anni fa l'avremmo dovuta acquisire
Esatto siamo rimasti alla spagnola o peggio ancora alla peste nera del Manzoni.
Gli ultimi 195 metri di una maratona sono la ragione che ti spinge a correre i precedenti 42.000.