Nazismo dilagante (OT)

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Drogato_ di_porno
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1156 Messaggio da Drogato_ di_porno »

c'è una seconda foto
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“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”

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dostum
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1157 Messaggio da dostum »

Quando Hitler fu costretto a tagliare i baffi a spazzolino
A popolarizzare i baffi a spazzolino fu Charlie Chaplin nel ruolo di Charlot (a destra). Adolf Hitler (a sinistra) era un suo fan
I baffi a spazzolino (toothbrush moustache in inglese, brosse à dents in francese e Fliege, mosca, in tedesco), sono una tipologia di baffi in voga a partire dal tardo Novecento fino a un anno molto preciso: 1945, fino cioè alla sconfitta della Germania nella Seconda Guerra mondiale…
Oggi quel baffetto è talmente identificato con Adolf Hitler che lo stile è portato solo per provocazione, con però qualche rara eccezione tra i despoti del Terzo Mondo, come Robert Mugabe, il dominus dello Zimbabwe dal 1980 al 2017, e Siad Barre, il sanguinario dittatore somalo tra il 1969 e il 1991. Malgrado l'associazione ai «cattivi» della storia, a portarlo quando era ancora in auge non era solo Charlie Chaplin ma anche Oliver Hardy (Stanlio e Olio), Max Fleischer, George Orwell, Jean Sibelius e perfino il padre dell'attuale presidente americano, Fred Trump.

Il nuovo baffo pare fosse un'invenzione americana, introdotta negli ultimi decenni del 19° secolo in reazione ai grandi baffoni «a manubrio» allora ancora comunemente portati negli Usa. Era facile da tenere, non occorreva incerarlo né pettinarlo, corrispondeva alle necessità di chi doveva presentarsi al lavoro ogni mattina per «timbrare», la grande e infelice novità dell'era.

A popolarizzarlo a partire dal 1914 fu Hollywood, specialmente con Chaplin nel ruolo del «vagabondo» Charlot, un personaggio allora assorto a simbolo melanconico delle vittime della nuova società industriale emergente negli Stati Uniti. Forse paradossalmente, per una generazione di giovani maschi americani e inglesi, il toothbrush fu una sorta di emblema di modernità e del rifiuto di condurre la vita «antiquata» dei padri. Chaplin, che i baffi li portava solo posticci, come trucco di scena, spiegò di avere scelto lo «spazzolino» per la sua caratterizzazione soprattutto perché non mascherava le espressioni facciali.

Si sa che Hitler fu, almeno inizialmente, un fan di Charlot, ma non c'è motivo per ritenere che avesse voluto emulare un attore comico anglo-americano che otteneva molti dei suoi effetti scenici facendo il patetico. Il soldato semplice e poi caporale Adolf Hitler entrò nella prima guerra mondiale con i generosi baffoni austro-ungarici dell'epoca e ne uscì invece con il noto spazzolino.

Secondo lo scrittore tedesco Alexander Moritz Frey, un suo commilitone nella Grande Guerra, l'aspirazione originale del futuro Führer era di avere i generosi mustacchi teutonici del periodo, ma gli ufficiali della fanteria bavarese in cui prestava servizio ordinarono di tagliarli perché interferivano con la maschera antigas che i combattimenti nelle trincee imponevano.

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apache
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1158 Messaggio da apache »

Vera questa storia? Che alcuni criminali. Nazi sono fuggiti in sudamerica anche grazie alla chiesa?
le donnre amarle tutte, ma non sposarne nessuna

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dostum
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1159 Messaggio da dostum »

apache ha scritto:
12/08/2020, 0:40
Vera questa storia? Che alcuni criminali. Nazi sono fuggiti in sudamerica anche grazie alla chiesa?
Certo!
Attentati a vuoto, una morte misteriosa e testimonianze intriganti


Adolf Hitler è forse morto in Argentina? Come sostengono da tempo alcuni ricercatori e numerosi testimoni? Il 20 luglio 1944 ebbe luogo l’attentato più famoso alla vita del Führer. Era solo uno dei tanti. Si pensa che Hitler sia sopravvissuto almeno ad una quarantina di attentati. Anzi, l’autore Will Berthold ne ha contati ben 42. Ma quello del 20 luglio 1944 ha impressionato maggiormente la memoria storica.

Era stato il colonnello Claus Schenk conte di Stauffenberg (von Stauffenberg) a organizzare l’azione insieme con il capitano Ulrich-Wilhelm Schwerin von Schwanenfeld, il generale Erich Hoepner, il presidente della polizia Fritz-Dietlof von der Schulenburg, il consigliere governativo Peter Yorck von Wartenburg, Eugen Gerstenmaier e l’ufficiale di marina Berthold Schenk von Stauffenberg, fratello di Claus.

Von Stauffenberg era fermamente deciso ad attuare il piano personalmente. Alle 11,30 del giorno fatidico, il colonnello giunse al quartier generale di Hitler chiamato “Wolfsschanze” che si trovava presso Rastenburg, nella Prussia orientale. Alle 12,15 von Stauffenberg si appartava in una camera e innescava la bomba. Alle 12,35 il colonnello entrava nella baracca in cui erano riuniti Hitler e gli ufficiali intenti a discutere problemi di strategia militare. Piazzava la borsa con l’ordigno vicino ad una zampa del tavolo e abbandonava la stanza. Alle 12,42 la bomba esplodeva.

Nell’attimo della detonazione, tutte le finestre della baracca erano aperte a causa della calura estiva. Gli attentatori non avevano potuto prevedere che Hitler e gli ufficiali si sarebbero riuniti in una baracca anziché nel consueto bunker, né avevano fatto i conti con il fattore delle finestre aperte che di certo diminuì l’effetto dell’esplosione, e nemmeno avevano potuto prevedere il contrattempo che costrinse von Stauffenberg a far detonare solo una carica di esplosivo anziché due, come stabilito.

Nonostante quattro uomini fossero mortalmente feriti e altri nove riportassero ferite gravi, Adolf Hitler se la cavò con qualche graffio. Gli attentatori e i loro complici furono tutti condannati a morte, le loro famiglie gettate in carcere. Questo fu l’ultimo attentato al Führer. Quasi un anno dopo, il 30 aprile 1945, Hitler sarebbe morto davvero in un bunker della Reichskanzlei di Berlino, a quattordici metri di profondità. Suicidato. O forse no? Secondo la versione ufficiale di chi, per primo, aveva visto le salme, Hitler si uccise con uno sparo alla tempia destra insieme a colei che per anni era stata la sua amante ed era divenuta, soltanto poche ore prima, sua moglie: Eva Braun. La donna si era avvelenata.
Il problema è che i corpi di Hitler ed Eva Braun furono portati subito dopo l’accaduto nel giardino della Reichskanzlei, dove i militari seguaci del Führer li cosparsero di benzina e gli dettero fuoco affinché non cadessero nelle mani del nemico. Questa era stata la volontà di Hitler. Quando le salme, dopo aver bruciato per delle ore, erano completamente carbonizzate, i resti vennero seppelliti in una fossa scavata nel terriccio del giardino.

L’azione fece sì che i soldati russi, una volta penetrati nel bunker, non trovassero più i corpi di Hitler ed Eva Braun. Era come se la coppia si fosse dissolta nel nulla. Questo fatto però diede adito a diverse speculazioni, tanto più che non esisteva nemmeno una foto d’epoca che mostrasse i due cadaveri prima dell’incenerimento. Erano morti veramente oppure si trattava di una messinscena e i due erano fuggiti in segreto?

Soltanto nel 2000 saltò fuori un elemento nuovo. Il Ministero degli Esteri russo annunciò di essere in possesso dei resti di Hitler ed esibì la fotografia della mandibola del Führer, di un frammento del suo cranio forato da un proiettile e di alcuni brandelli del divano insanguinato sul quale il dittatore sarebbe morto insieme ad Eva.

Le analisi dei resti di Hitler

Incuriositosi, l’antropologo Nicholas Bellantoni ricevette dal Ministero degli Esteri russo il permesso di analizzare questi resti di persona. Lo fece nell’ottobre 2009, in collaborazione con diversi esperti di genetica dell’Università del Connecticut, e poi rese pubblico il risultato della sua ricerca: il cranio esaminato era quello di una donna tra i venti e i quaranta anni di età. Un risultato più che imbarazzante.
A questa sorpresa ne seguì subito un’altra. La ferita di arma da fuoco si trovava sulla parte posteriore del cranio e non sulla tempia destra, come dissero i testimoni del bunker. Ergo: il cranio non apparteneva per nulla a Hitler e la vittima era stata uccisa, non si era suicidata. Allora? O i russi avevano preso un granchio, oppure avevano simulato di essere in possesso dei resti del Führer per mettere la parola fine alla domanda ricorrente: Hitler era riuscito a fuggire?

A questo punto le voci sulla fuga del dittatore in Sudamerica si sono fatte risentire, i vecchi testimoni che dicevano di averlo visto in Argentina e Paraguay tornarono a far parlare di sé e pure gli autori come il giornalista Abel Basti e lo storico Mariano Llano che hanno svolto lunghe, approfondite ricerche in loco e sono certi che il Führer non possa essere morto nel bunker di Berlino.

Anche perché dobbiamo pensare che i testimoni presenti nel bunker berlinese quando il dittatore si sarebbe suicidato, non si trovavano accanto a lui nel momento della morte. Queste persone sentirono lo scoppio dello sparo da dietro una spessa porta chiusa, non videro Hitler nell’atto di uccidersi. Sembra inoltre che i testimoni si siano contraddetti quando descrissero ciò che avevano visto appena erano giunti sulla scena del presunto suicidio. Ci sono testimonianze discordanti riguardo le scarpe di Eva Braun e anche riguardo la posizione dei cadaveri nella stanza.

C’è poi un altro fatto importante che mi riferì a suo tempo il ricercatore Jan van Helsing: uno dei tre testimoni, Rochus Misch, affermò in sua presenza che fra il momento dello sparo e l’apertura della porta da cui si accedeva alla stanza del suicidio, intercorsero ben 30 minuti. Un arco di tempo molto lungo, che avrebbe permesso ai protagonisti di una morte inscenata di farsi sostituire dai cadaveri di due malcapitati e di fuggire in tutta tranquillità.

Avvistamenti in Sudamerica e memorie di una figlia adottiva

Tanto più che gli avvistamenti di Hitler ed Eva Braun in America del sud sono davvero molti (più di una ventina) e abbastanza intriganti. Hitler in Argentina? Il giornalista Abel Basti è sicuro che alcuni sommergibili abbiano raggiunto la costa della Patagonia argentina nel 1945 e che a bordo di uno di questi sottomarini ci sia stato il Führer. La deposizione di un certo Schabelmann, riportata da Basti, è davvero sconcertante. Questi scrisse al giornalista di aver preso parte alla fuga di Hitler e al suo arrivo in Patagonia. E non solo.
Disse inoltre che i vertici del governo USA erano a conoscenza del fatto che Hitler volesse stabilirsi in Argentina e che l’informazione veniva tenuta rigorosamente top secret perché all’epoca aveva importanti implicazioni politiche ed economiche. Secondo le informazioni pazientemente raccolte da Basti, il Führer visse per alcuni anni in Argentina come Adolf Schutelmayor e poi si trasferì in Paraguay con il nome falso di Kurt Bruno Kirchner. È bene ricordare che entrambi i presidenti di queste nazioni, Juan Domingo Perón e Alfredo Stroessner, erano ammiratori di Hitler.

Accordi economici e militari li legavano da tempo alla Germania, non a caso molti gerarchi nazisti si rifugiarono proprio in questi Paesi alla fine della guerra. Basti ricordare nomi come Priebke, Eichmann, Mengele e le “ratlines”, rotte di viaggio dell’Organizzazione Odessa. L’autore Uki Goni, che ha svolto lunghe ricerche sui retroscena dell’Odessa, afferma che in particolare l’Argentina doveva essere nel dopoguerra un vero paradiso per i nazisti in fuga.

Se Perón non era egli stesso nazista, osserva Goni, è tuttavia certo che ammirava i nazisti e aveva cooperato con loro prima, durante e dopo la guerra. Intendeva salvarli dalla “giustizia dei vincitori” di cui era stato spettatore in seguito ai processi del Tribunale di Norimberga, perché questi processi – a suo parere ingiusti – avevano offeso il suo senso militare dell’onore.
Dunque, secondo le ricerche dell’argentino Abel Basti, Hitler ed Eva Braun vissero nei pressi della località San Carlos de Bariloche (in Patagonia) fino al 1955, vale a dire fino alla caduta di Perón. Poi Hitler si trasferì in Paraguay, dove trascorse gli ultimi anni di vita. La morte lo raggiunse nel 1971. Un’operazione delicata, questa che riguardava la fuga e la copertura della permanenza di Hitler in Argentina. Ebbe luogo con la complicità dei soliti servizi segreti occidentali. In cambio di una vita a piede libero per il dittatore, i servizi segreti americani ricevevano importanti segreti militari.

In Argentina Hitler ed Eva Braun godettero dell’appoggio dei benestanti Ida e Walter Eichhorn, accesi nazisti e finanziatori del Partito Nazionalsocialista sin dal 1933. Catalina Gomero, figlia adottiva degli Eichhorn, si prese cura di Hitler nel 1949 per ben tre giorni. Nella tenuta dei genitori, a La Falda, dove si trovava anche il loro albergo Hotel Eden. Molti anni dopo la donna avrebbe raccontato ad Abel Basti di questo incredibile incontro.
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dostum
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1160 Messaggio da dostum »

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Monaco, 1957. Max Amann riceve a casa sua la visita di una sconosciuta che, dopo averlo drogato, lo avvelena con una siringa. Setaccia la casa e porta via con sé un unico oggetto.
Giorni nostri. Andrea Zimmer, una giovane reporter argentina, viene invitata dal suo amico Daniel Rocca nella sua casa di San Lorenzo de El Escorial, vicino a Madrid. Qui Daniel le racconta di aver ricevuto una lettera in cui un suo collega, il professor Goodman, gli rivela di aver trovato una pista che potrebbe condurre a un misterioso secondo libro scritto da Hitler dopo il Mein Kampf, ma mai pubblicato. Andrea si mette sulle tracce del volume ma, giunta a Bariloche, scopre che Goodman è morto. Grazie all’aiuto di suo nipote Teodoro, riesce ad accedere all’archivio segreto del professore. Qualcosa di incredibile la attende, qualcosa che la condurrà a intraprendere un pericoloso viaggio fino a Nueva Germania, in Paraguay: la città fondata dalla sorella e dal cognato di Friedrich Nietzsche come colonia di “puri ariani”…

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1161 Messaggio da dostum »

Cazzo Esercito di Asgard! Balkaanwolfe veniva a raffica se leggeva questo! cmq con 200 morti non prendevano nemmeno Bonn

Sui social, la Asgaard – German Security Guards, che ha sede ad Hamm, nel Nord Reno-Westfalia, si presenta come “una società di servizi specializzata in consulenza sulla sicurezza e protezione personale a livello internazionale”. Una società professionale, sulla carta, nella quale però, come ha documentato un’inchiesta di Der Spiegel, militano diversi simpatizzanti dell’estrema destra nazista. La compagnia di sicurezza tedesca recluta perlopiù ex soldati della Bundeswehr ed ex agenti di polizia e opera in Iraq a servizio delle monarchie del Golfo Persico. Nelle foto in possesso dello Spiegel e della rivista Ard Kontraste, scattate durante una festa aziendale, Dirk Gaßmann, uno degli amministratori delegati di Asgaard, si fa ritrarre in posa con il busto di un soldato della Wehrmacht.

Un’altra immagine lo inchioda e mostra chiaramente una svastica appesa al collo. Alla domanda di Kontraste, l’amministratore delegato della società spiega: “In nessun momento i dipendenti della mia azienda hanno parlato in modo benevolo in mia presenza dei simboli dello stato nazista. Neanche io l’ho mai fatto”.



La compagnia tedesca e le simpatie per l’estrema destra

Un altro video amatoriale girato presso il quartier generale iracheno della compagnia, che si trova nella Green Zone della capitale irachena a soli 500 metri circa dall’Ufficio delle Nazioni Unite e dal ministero degli esteri iracheno, mostra le bandiere della Germania Nazista e altre reliquie. Inoltre, come riporta sempre la stampa tedesca, una ricerca online mette in evidenza come un impiegato di lunga data di Asgaard, che è amico di Gasßmann su Facebook e interagisce spesso con lui, condivide contenuti inneggianti al nazismo. In un commento si rammarica che la “razza bianca pura” costituisca solo una piccola percentuale della popolazione mondiale; in un altro condivide un grafico “White Lives Matter” e mappe della Germania con i confini del Terzo Reich e un meme con scritto: “Sono tedesco – se scrivo quello che penso andrei in prigione domani”.

Sospetti di eversione

Cosa ancora più grave, lo scorso luglio, presso la propria sede centrale di Hamm, la società ha ospitato un militare della Repubblica federale indagato dalla di Rostock e sospettato di preparare una “grave azione eversiva violenta”. Come riporta l’agenzia Nova, l’inchiesta, che ha portato alla sospensione dell’accusato dal servizio, muove dalle informazioni fornite dal Servizio di controspionaggio militare tedesco (Mad), competente a indagare anche sui casi di estremismo nelle Forze armate. L’uomo faceva parte del gruppo di estrema destra Nordkreuz, ossia Croce del Nord. Fondata nel 2016, la formazione è stata sospettata di preparare un colpo di Stato in Germania. In particolare, membri del Nordkreuz avrebbero redatto liste degli oppositori politici da eliminare e avrebbero ordinato 200 sacchi per cadaveri, oltre a diversi chili di calce viva.

A quell’incontro era presente anche un agente della polizia di Francoforte sul Meno, indagato per violazione del segreto d’ufficio e corruzione. L’uomo, secondo l’agenzia Nova, è accusato di aver sottratto in maniera illecita dati personali dai computer della polizia e di aver lavorato senza autorizzazione per una non meglio precisata compagnia di sicurezza privata della Renania settentrionale-Vestfalia, dove ha sede la Asgaard. A rafforzare l’ipotesi di un legame con la compagnia sono foto che ritraggono l’uomo armato con la tenuta operativa dell’Asgaard a Baghdad. Il sospettato è stato sospeso dal servizio e nei suoi confronti è stato avviato un procedimento disciplinare.

Minacce ai membri del Parlamento

Altre fonti sostengono che Dirk Gaßmann abbia ripetutamente espresso minacce nei confronti del membro del Bundestag, in particolare verso la deputata Martina Renner della Linke. Lo testimonia Bilaal Zaher, che ha lavorato per l’azienda con sede ad Hamm fino alla fine di febbraio e che ora prende le distanze dalla società. “Per Dirk la signora Renner era il nemico numero uno. Una volta mi ha detto che la signora Renner doveva essere eliminata”, sostiene Zaher. Gaßmann avrebbe rivelato che se “il governo venisse rovesciato, lei sarebbe la prima scelta”.
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1162 Messaggio da dostum »

PREVENIRE E' MEGLIO CHE CURARE


germania

Donna uccide un bimbo perché è "Hitler reincarnato": condannata a 30 anni

Dopo 32 anni arriva a sentenza il processo contro una 73enne, a capo di una setta. All'inizio si era pensato a un incidente



Trent'anni di carcere.
E' la condanna inflitta dal tribunale di Hanau, in Germania, a un donna di 73 anni, accusata di aver ucciso un bambino di soli 4 anni, dopo averlo torturato.
L'atroce delitto risale al 1988. Per molti anni si è pensato che il decesso del piccolo fosse avvenuto per un tragico incidente.
Indagini più approfondite hanno invece fatto emergere un'altra verità l'imputata era a capo di una setta e, per accrescere il suo potere all'interno del sodalizio, aveva deciso di sacrificare la vita del bimbo.
Questo perché nel suo delirio sosteneva che fosse posseduto da entità maligne e, anche, che fosse la reincarnazione di Adolf Hitler.
Ora, dopo 32 anni, per lei è arrivata la sentenza di colpevolezza.
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1163 Messaggio da dostum »

Quei nazzisti dei salernitani (faranno saltare in aria il porto?)

Fare immediatamente luce su quanto accaduto": è quello che chiede la Federazione Italia Israele e l'Unione associazioni Italia-Israele, in merito a quanto sarebbe accaduto il 13 settembre a Battipaglia, nel Salernitano, "dove per ricordare lo sbarco Alleato del 9 settembre 1943 sulle coste del Salernitano è stata inscenata una presunta 'ricostruzione storica' con tanto di solenne trasmissione di un comizio di Hiltler". Secondo quanto riporta oggi il Quotidiano del Sud, due settimane fa nel comune della Piana del Sele è stata organizzata una "rievocazione con i nazifascisti".
Secondo la Federazione, "la manifestazione vedeva tra gli organizzatori il Museum of Battipaglia (Mu.Bat.) in collaborazione con il Comune di Battipaglia e con il patrocinio della Regione. Allo stesso "evento-spettacolo" risulta abbiano preso parte attiva anche persone di alcuni gruppi di dichiarata ispirazione neonazista. Che cosa ci facessero in quella sede e in un'occasione che avrebbe dovuto solo rievocare lo sbarco alleato, e non certo le farneticazioni di Hitler, è cosa che gli organizzatori dovranno spiegare".
La Federazione Italia Israele e l'Unione Associazioni Italia-Israele "denunciano e condannano ogni tentativo di pericoloso revanscismo che collide contro gli ideali di democrazia e libertà; e chiedono alle autorità preposte (Digos e magistratura in primis) - ove ve ne fossero i presupposti - di verificare se effettivamente sul litorale di Battipaglia a tali celebrazioni abbiano preso parte attiva anche alcuni ben noti gruppi eversivi".

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1164 Messaggio da dostum »

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1165 Messaggio da dostum »

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1166 Messaggio da Alternativo »

tetsuya31 ha scritto:
03/07/2016, 13:56
crocifiggetemi pure di insulti, ma sinceramente se il nazismo nel 2016 dilaga è colpa di chi consente che gli extracomunitari vengano qu ia fare i padroni e di chi consente che un manipolo di lobby ebraiche condizionino mercati e finanza e quindi ricchezze e poverta mondiali.
Io voglio tutte queste merde extracomunitarie violente e nullafacenti fuori dai coglioni e voglio che le agenzie di rating non siano in mano solo agli ebrei. Come voglio che i palestinesi abbiano un loro stato.
Purtroppo per il mondo questo è essere un nazista (anche se non c'entra nulla visto che di Hitler me ne frego altamente)..sinceramente mi sono rotto che se dico merda di certi tipi di extracomunitari (perche è quello che sono) sono un razzista, se parlo male degli squali economici ebrei un nazista e se accuso israele di bombardare i civili palestinesi sono un "simpatizzante dei terroristi".
La verità è che mi rode troppo di come sta andando il mondo...70 anni di evoluzione post guerra mondiale per ritrovarci a prendere coltellate e furti dai marocchini e subire crisi economiche per i giochini dei potenti. Per non parlare dei simpaticissimi miliardi di schiavi cinesi.
ah, ok, eri un coglione anche prima del COVID.
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1167 Messaggio da dostum »

Il Terzo Comitato delle Nazioni Unite – incaricato delle questioni sociali, umanitarie e culturali – ha approvato il 18 novembre la Risoluzione «Combattere la glorificazione del nazismo, neonazismo e altre pratiche che contribuiscono ad alimentare le contemporanee forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e relativa intolleranza». La Risoluzione, ricordando che «la vittoria sul nazismo nella Seconda guerra mondiale contribuì alla creazione delle Nazioni Unite, al fine di salvare le future generazioni dal flagello della guerra», lancia l’allarme per la diffusione di movimenti neonazisti, razzisti e xenofobi in molte parti del mondo. Esprime «profonda preoccupazione per la glorificazione, in qualsiasi forma, del nazismo, del neonazismo e degli ex membri delle Waffen-SS».

Sottolinea quindi che «il neonazismo è qualcosa di più della glorificazione di un movimento del passato: è un fenomeno contemporaneo». I movimenti neonazisti e altri analoghi «alimentano le attuali forme di razzismo, discriminazione razziale, antisemitismo, islamofobia, cristianofobia e relativa intolleranza». La Risoluzione chiama quindi gli Stati delle Nazioni Unite a intraprendere una serie di misure per contrastare tale fenomeno. La Risoluzione, già adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2019, è stata approvata dal Terzo Comitato con 122 voti a favore, tra cui quelli di due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, Russia e Cina. Due soli membri delle Nazioni Unite hanno votato contro: Stati uniti (membro permanente del Consiglio di Sicurezza) e Ucraina.

Sicuramente per una direttiva interna, gli altri 29 membri della Nato, tra cui l’Italia, si sono astenuti. Lo stesso hanno fatto i 27 membri dell’Unione europea, 21 dei quali appartengono alla Nato. Tra i 53 astenuti vi sono anche Australia, Giappone e altri partner della Nato. Il significato politico di tale votazione è chiaro: i membri e partner della Nato hanno boicottato la Risoluzione che, pur senza nominarla, chiama in causa anzitutto l’Ucraina, i cui movimenti neonazisti sono stati e sono usati dalla Nato a fini strategici. Vi sono ampie prove che squadre neonaziste sono state addestrate e impiegate, sotto regia Usa/Nato, nel putsch di piazza Maidan nel 2014 e nell’attacco ai russi di Ucraina per provocare, con il distacco della Crimea e il suo ritorno alla Russia, un nuovo confronto in Europa analogo a quello della guerra fredda. Emblematico il ruolo del battaglione Azov, fondato nel 2014 da Andriy Biletsky, il «Führer bianco» sostenitore della «purezza razziale della nazione ucraina, che non deve mischiarsi a razze inferiori».

Dopo essersi distinto per la sua ferocia, l’Azov è stato trasformato in reggimento della Guardia nazionale ucraina, dotato di carri rmati e artiglieria. Ciò che ha conservato è l’emblema, ricalcato da quello delle SS Das Reich, e la formazione ideologica delle reclute modellata su quella nazista. Il reggimento Azov è addestrato da istruttori Usa, trasferiti da Vicenza in Ucraina, affiancati da altri della Nato.. L’Azov è non solo una unità militare, ma un movimento ideologico e politico. Biletsky resta il capo carismatico in particolare per l’organizzazione giovanile, educata all’odio contro i russi e addestrata militarmente. Contemporaneamente, vengono reclutati a Kiev neonazisti da tutta Europa, Italia compresa. L’Ucraina è così divenuta il «vivaio» del rinascente nazismo nel cuore dell’Europa. In tale quadro si inserisce l’astensione dell’Italia, anche nella votazione della Risoluzione all’Assemblea Generale.

Il Parlamento acconsente, come quando nel 2017 ha firmato un memorandum d’intesa col presidente del parlamento ucraino Andriy Parubiy, fondatore del Partito nazionalsociale ucraino, sul modello nazionalsocialista hitleriano, capo delle squadre neonaziste responsabili di assassini e feroci pestaggi di oppositori politici. Sarà lui a complimentarsi col governo italiano sul non-voto della Risoluzione Onu sul nazismo, in linea con quanto ha dichiarato in televisione: «Il più grande uomo che ha praiicato la democrazia diretta è stato Adolf Hitler
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Baalkaan hai la machina targata Sassari?

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Magath
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1168 Messaggio da Magath »

Per chi fosse interessato, segnalo che Mondadori ha ristampato la trilogia del Terzo Reich di Richard J. Evans.
In assoluto, il miglior studio in tema, illuminante il primo volume.

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#1169 Messaggio da tetsuya31 »

Alternativo ha scritto:
28/11/2020, 22:41
tetsuya31 ha scritto:
03/07/2016, 13:56
crocifiggetemi pure di insulti, ma sinceramente se il nazismo nel 2016 dilaga è colpa di chi consente che gli extracomunitari vengano qu ia fare i padroni e di chi consente che un manipolo di lobby ebraiche condizionino mercati e finanza e quindi ricchezze e poverta mondiali.
Io voglio tutte queste merde extracomunitarie violente e nullafacenti fuori dai coglioni e voglio che le agenzie di rating non siano in mano solo agli ebrei. Come voglio che i palestinesi abbiano un loro stato.
Purtroppo per il mondo questo è essere un nazista (anche se non c'entra nulla visto che di Hitler me ne frego altamente)..sinceramente mi sono rotto che se dico merda di certi tipi di extracomunitari (perche è quello che sono) sono un razzista, se parlo male degli squali economici ebrei un nazista e se accuso israele di bombardare i civili palestinesi sono un "simpatizzante dei terroristi".
La verità è che mi rode troppo di come sta andando il mondo...70 anni di evoluzione post guerra mondiale per ritrovarci a prendere coltellate e furti dai marocchini e subire crisi economiche per i giochini dei potenti. Per non parlare dei simpaticissimi miliardi di schiavi cinesi.
ah, ok, eri un coglione anche prima del COVID.
c'è sempre un motivo...ho fatto mente locale con la data e il giorno prima di quel post una squadretta di est europei mi avevano svaligiato casa a me e ai miei vicini oltre a danneggiare il danneggiabile come vandali. Vennero arrestati il giorno dopo mentre stavano facendo il lavoretto in altre case della zona, e il giorno dopo ancora (quando ho scritto il post) stavo pagando 5000 euro di antifurto a quegli strozzini delle ditte di security perchè avevamo saputo che già li avevano rimessi in libertà e i miei si erano convinti che sarebbero tornati a finire il lavoro.
A torto o a ragione ero molto incazzato con gli extracomunitari quei giorni e con il resto del mondo.
Cmq apprezzo l'affetto con cui sei andato a ripescare un mio post vecchio di 4 anni e passa, ma penso che visto che sul covid hai sparato cazzate che ti ho smontato (e ti rode il sedere) allora vai a cercare le cazzate (perche queste sono) dette da me in passato su altri temi...io come dici tu sarò un coglione, ma tu sei un po' misero come persona.
Arrivederci.
I prudenti durano solo lo stretto necessario per morire tranquilli

tetsuya31
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Iscritto il: 05/06/2007, 20:52

Re: Nazismo dilagante (OT)

#1170 Messaggio da tetsuya31 »

Pardon, ora ho perso tempo anche io a fare una ricerca su di te (prima volta che faccio na cosa del genere) e non era sul post del covid (il virus lo hai tirato fuori solo come appiglio per insultare), ma credo che ti sei legato al dito una mia risposta su "vita da single", unica volta in cui ci siamo incrociati sul forum...non sei misero, ma miserissimo.
La chiudo qui.
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