sono onorato di poter prender parte a cotanta eccezzionale non so definire bene cosa..
non ho parole
(e poi su certe cose ci azzecchi alla grande..su altre NO..:D:D:D:D:D)
ogni volta che leggo qua mi rimetto dietro al libro e scrivo qualcosina...ma è difficile......
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
La mia mano percorreva veloce il bordo del pacchetto color rosso intenso di Dahongying da 25 yuan.
Come sempre mi divertivo a tenerlo in mano un po' prima di aprirlo; ci giocavo, lo rigiravo, lo soppesavo. E spesso lo osservavo...altro che le sigarette che si trovavano in Italia: tra le 30 o 40 marche diverse in vendita qui, avevo avuto occasione di scoprire bellissime grafiche: paesaggi, panda, bambù, aquile (come nel caso delle Dahongying).
Poi prendevo la linguetta e tiravo x levare la copertura in plastica, aprivo il coperchio e levavo la stagnola argento. E come sempre facevo passare un istante tenendo in bocca la sigaretta un po prima di accenderla, in quel mentre mi guardavo intorno per vedere se riuscivo a cogliere lo sguardo divertito tipico del Cinese che osserva un occidentale fumare sigarette Ningbonesi. Poi la accendevo con uno degli innumerevoli accendini regalati da colleghi, ristoranti, bar (e che regolarmente perdevo, rompevo, finivo..). Cosa dire del gusto: sigarette ben più "cariche" delle varie Marlboro e soci che oltre ad un gusto ottimo, non lasciavano nessun senso di asprezza in gola.
La sigaretta dopo il caffè è un rito che avevo scoperto ben lontano dall'Italia, in un posto dove un caffè come si deve (ma nemmeno tanto) lo si trova a 12 RMB (o Yuan, fate voi), in centro città a Ningbo, cittadina industriale a 200 km a sud di Shanghai, nella provincia dello Zeihjang, Cina orientale.
(a dire il vero in Italia mi concedevo al fumo raramente, solo nei weekend e la sera tardi, tutto rigorosamente offerto, mai pagato un pacchetto, ma in Cina molte cose della mia vita avevo iniziato a funzionare diversamente).
Erano le 14 del 1 Agosto 2005, un pomeriggio non troppo caldo, non troppo umido (a spanne, vista la mancanza di termometri per le strade, 34 gradi e un 80% di umidità ...), non troppo sereno e non troppo nuvoloso (i miei occhi azzurri necessitavano comunque degli occhiali da sole per non provare un fastidio, la classica cappa nuvolosa marroncina di Ningbo è non poco fastidiosa per degli occhi come i miei, geneticamente non esistenti nella razza Han e nelle 53 minoranze presenti in Cina).
Ero seduto ad un tavolino dello Starbucks coffee a lato di Tianyi Square, rigorosamente all'aperto (odioso rinchiudersi dentro in quella terribile struttura moderna gelida, sia per temperatura che per sensazioni, ed isolarsi dal mondo), sotto il grande porticato altro 15 metri, ad osservare la moltitudine che da 97 giorni mi passava davanti non appena mettevo il naso fuori dal mio appartamento al 5° piano del complesso di appartamenti Goodsun, in Bahizang Lu, numero 966, torre A. Di norma questi caffè erano un classico del venerdì e sabato sera, verso le 19 o le 21, e della domenica pomeriggio: una occasione di enorme relax per me, un insieme di sensazioni indescrivibili, impossibili da provare in un qualunque bar in Italia...
Non c'era volta, soprattutto dopo i primi 30 gg qui, che non ricevessi un saluto da qualche occidentale e pure da qualche cinese che andava a lavorare nei locali e nei pub poco distanti (dove io andavo pressoché ogni sera), o qualche perfetto sconosciuto che metteva alla prova il suo "inglese" con un "hello" pronunciato alla perfezione..
Non c'era volta che non incrociassi lo sguardo di qualche ragazza che si scambiava risatine con le amiche, commentando quello strano individuo alto 1 e 90, sui 30 anni (che però ne dimostrava molti meno, almeno a sentire che età uscivano fuori quando cercavano di indovinarla), curato, col capello corto castano, gli occhi azzurro verdi, e le sue camicie a maniche corte in perfetto stile cinese. Ma anche nei rari casi in cui non notassi nulla del genere, erano momenti in cui mi sentivo veramente soddisfatto e in pace con me stesso.
Ma quel giorno era diverso...il mio sguardo non cercava più niente, non vedeva più persone, ma solo ombre...spesso si alzava da terra e cercava il cielo, le punte dei grattacieli, il fiume, i piloni e i tirnati del ponte sospeso...non riuscivo a concentrarmi su nulla, fosse il caffè da girare, la sigaretta, la sedia..entro 16 ore sarei atterrato a Malpensa, solo questo pensiero girava vorticosamente nella mia mente, quasi come una ossessione, e mi aveva progressivamente annullato tutte le emozioni che avevo provato negli ultimi 10 gg.
Bevute, risate, donne, lavoro..tutto svaniva, anche la cosa che poteva darmi la soddisfazione più grande (l'essermi portato a letto una donna la sera prima, senza il minimo sforzo, dovendo scegliere tra due "candidate" che si erano proposte), non riusciva a scuotermi. Nemmeno i saluti calorosi e i complimenti decisamente notevoli ricevuti dai vari occidentali "concittadini", tutti sulla falsa riga: "non credevo ci fosse un ragazzo così giovane e già così pieno di interessi, capace di comprendere così tante cose, così genuino e buono; in corsa per un posto di lavoro così importante..." mi scuotevano (e per una persona dall'orgoglio smisurato come me, sempre alla ricerca del consenso assoluto, era decisamente strano che certi discorsi mi lasciassero poco più che indifferente:in Cina per me ogni complimento di questo tipo valeva più di una donna).
Stavo aspettando proprio la ragazza della sera precedente, una neolaureata in lettere di 24 anni, giornalista, incontrata per caso tre settimane prima nel solito bar (tre settimane per portarsi a letto o far qualcosa con una cinese erano tempi terribilmente lunghi rispetto al mio standard...probabilmente la mia cecità nel capire l'interesse femminile nei miei confronti stava riemergendo per poi manifestarsi nuovamente in Italia). Mi aveva preso un regalino per salutarmi e me lo voleva dare. Sinceramente questo gesto mi aveva un po scosso dal torpore pre-partenza, e mi ero presentato all'appuntamento pieno di soddisfazione. Ma l'attesa, seduto al tavolino del caffè, aveva spento in fretta tutte le belle sensazioni. Addirittura il sesso, che io prendo molto seriamente, un po come una missione, la sera prima era stato qualcosa di accessorio, complice una delusione enorme per la poca passionalità della ragazza, che invece era partita col piede giusto, per certi versi creandomi delle aspettative eccessive. Addirittura dopo un po di preliminari (tutti da parte mia), non curandomi della mia soddisfazione personale (cosa che invece fino a qualche tempo prima ritenevo fondamentale per una degna conclusione di un rapporto), mi ero addormentato.
Tutto scorreva veloce: l'arrivo di Skylla (la ragazza di cui sopra) saluti, baci abbracci, il regalo (che avevo previsto)...e mi ritrovavo da solo, in piedi, nella piazza così grande, a dovermi incamminare verso un taxi per non tardare all'appuntamento con l'auto che mi avrebbe portato a Shanghai. Per fortuna la strada era vicina al lato della piazza dove si trovava il caffè, con pochi passi sarei entrato su una Volkswagen Jetta, o una Santana, o più raramente su una Hyundai Sonica, col suo clima, i suoi nmila chilometri, i suoi tassisti così uguali e allo stesso tempo così diversi.....un distacco veloce ed indolore; ma purtroppo quei metri mi pesarono molto di più delle camminate di 4 chilometri che spesso mi concedevo la sera o la mattina molto presto per tornare a casa, a volte anche con 40 gradi e un umido quasi insopportabile.
Alla mia destra la lunga vasca con gli zampilli (spenti per motivi di risparmio energetico da fine giugno) tra i due porticati che giunge fino al centro della piazza...a sinistra, a circa 20 metri, la via dei negozietti con alle spalle il quartiere dei tarocchi....più distante il parco, l'incrocio a Y dei due fiumi, il ponte sospeso, il quartiere tedesco di Lao Waitan, la vecchia chiesa del vecchio porto fluviale.
Camminando lentamente osservavo il grattacielo dai vetri color oro del centro commerciale (Ningbo Departement Store N°2), e alla sua destra la stradina con i venditori di mangiare cotto alla brace coi loro carrettini-barbecue, venditori di braccialetti e portacellulari da cintura (tutto in quella atmosfera di contrasto ordine/disordine stupenda che mi riempiva il cuore ogni volta...). Mi accorsi che lentamente stavo sfiorando con le dita il muretto in marmo nero del sottopasso riservato alle bici e stavo salutando sottovoce la città ..e mi accorsi, senza stupore, di avere gli occhi gonfi di lacrime.
E ripensai al temporale della sera prima...Skylla mi aveva detto: "vedi, tu te ne vai..e la città piange"..adesso era il mio turno.
Affrettai il passo e mi infilai nel primo dei molti taxi in fila lungo la strada di fronte all'ingresso del supermarket (gesto "europeo" quello di andare a prendere il primo taxi della fila, logicamente quello fermo da più tempo, sottovalutando che lì un taxi non sta senza cliente per più di 5 minuti..un cinese non si fa tutti questi problemi), per la quinta volta in 97 giorni (e credo in 150-200 taxi) mi trovai una tassista donna. Spesso le licenze portano foto diverse dai guidatori e non è così raro che le mogli guidino a volte i taxi dei mariti (o viceversa). Mostrai come sempre il biglietto da visita del mio residence (non mi ero applicato molto nello studio del Cinese, dovendo raggiungere un ottimo livello di Inglese, e quindi non sapevo dire il mio indirizzo), e mi abbandonai sul sedile anteriore.In Cina è prassi sedersi sul sedile anteriore del taxi, nonostante le sbarre che spesso dividono i posti anteriori da quelli posteriori farebbero pensare che sia obbligatorio sedersi dietro. Troppo scomode, nonostante quel loro luccichio e le forme vagamente lavorate ricordino quei taxi indiani che si vedono in tv; troppo difficoltoso passare i soldi e gli eventuali biglietti da visita con gli indirizzi. Diverso il caso di alcuni taxi dove un guscio di plexiglass avvolge completamente solo il sedile del guidatore: praticamente impossibile passare soldi o biglietti da visita dai sedili posteriori, l'unica possibilità sedersi davanti. Tutti gli occidentali si siedono rigorosamente dietro su qualunque taxi (lo facevo anche io i primi tempi), ma poi mi resi conto di come tutti i passeggeri cinesi si sedessero davanti (la quantità di taxi in giro per le città cinesi è impressionante, è prassi vederne a centinaia al giorno). Iniziai quindi anche io a sedermi accanto al guidatore (spesso facendo a pugni con l'aria condizionata tenuta a livelli polari), conscio che sarei potuto essere invitato a spostarmi: cosa mai successa in 97 giorni e 150-200 viaggi in taxi. Questa fu una delle mie prime scelte "cinesizzanti", scelte che mi hanno portato a diventare, mio malgrado e non soltanto nella comunità dei non cinesi, uno degli occidentali più conosciuti e "interessanti" della città .
Ritornando alla donna tassista: girato a sinistra nella strada che dopo il ponte in ferro dei primi del ‘900 made in Germany (i cinesi dicono che lo ha fatto la Siemens) diventa Bahizang lu, mi osservò e mi disse: "sei Italiano?" (in cinese ovviamente)..la cosa mi stupì molto: spesso l'insieme di varia umanità che avevo incontrato aveva cercato di indovinare da dove provenissi (è un classico giochetto che tutti gli occidentali devono subire): molti tassisti, prostitute, cameriere, il parrucchiere e commessi/e vari, ma nessuno aveva indovinato alla prima. La classica opzione era Americano, seguita da Inglese o Tedesco..questa tassista fu la prima che indovinò al primo tentativo.Un segno del destino?l'Italia era davvero così vicina da riuscire a essere letta nei miei occhi?
Forse si...visto che in un niente mi trovai sul volo AZ7095 Shanghai - Milano..e dopo poco nel mio letto della mia camera a Genova. A ripensare alle mie sensazioni e aspettative di quel 16 Aprile sull'autostrada Shanghai - Ningbo, a bordo della Buick Regal 3.0 V6 automatica del mio capo cinese.
La mia storia inizia da lì......
I DON'T KNOW WHAT I AM DOING HERE
E alla fine ce l'avevo fatta...avevo promesso a me stesso, un mio classico difetto, di rilassarmi solo dopo aver posato il culo a Shanghai (parole testuali)..e ora potevo farlo.Nulla a che vedere con la paura di volare (che non ho) o altre fobie. Semplicemente questa partenza era stata rimandata troppo spesso e alla fine questo sentimento di "diffidenza" un po balordo mi era sorto spontaneo.
Solo sull'aereo mi ero reso conto del piccolo capolavoro professionale che avevo portato a termine nell'arco di tutti quei mesi: dimostrando un sincero interesse per questo viaggio, avendo visto come fosse necessaria la presenza di un referente in Cina e resomi conto che l'unico coi requisiti adatti ero io (ne famiglia, ne mogli, giovane e intraprendente), avevo cercato, senza mai cadere nella ruffianeria, di farmi conoscere da M.V e da M.G. (quest'ultimo un "ristrutturatore" aziendale che ironia della sorte alla mia età aveva fatto scelte simili) come persona più che come "professionista".
Stessa cosa con R.W.F., il capo cinese che era venuto in Italia già due volte.
Nicola Collina non sarà mai un buon tecnico, ma è l'uomo giusto al momento giusto..quello che se c'è non si vede, ma se non c'è le cose vanno a scatafascio.(me lo ripetevo spesso durante il giorno, non perché ci credessi, ma perché mi serviva una bella iniezione di fiducia..per la prima volta nella vita avevo la possibilità di dimostrare qualcosa essendo abbastanza sicuro di non fallire)
E per esorcizzare pensavo ridendo: Dove mancano le conoscenze ci potrò mettere un po di fantasia e simpatia.
Non so se per mie reali capacità o per pazzia dei miei superiori (o veramente grazie alla fantasia ed alla simpatia)...ma mi ritrovai con un biglietto per Shanghai in mano, arrivo il 16 aprile e partenza il 16 giugno.
A 26 anni, senza laurea ed esperienza..un disegnatore meccanico che prova a fare il progettista x 2 anni e poi vola in Cina come "occhio" vigile del capo..che tutto deve capire..che deve creare "la grande famiglia" (parole dell'ing. M.V. in persona). Gestire qualità , produzione, comprendere i vari ruoli, le persone, creare feeling e instaurare un rapporto di fiducia reciproca. Un lavoro che sul dizionario non si trova, e infatti alla classica domanda dell'occidentale appena conosciuto: "what are you doing here in China?" io con un enorme imbarazzo (ma una buona dose di ironia) rispondevo: "GOOD QUESTION!I don't know what i'm doing here. Let me explain you..it's a long story".
Un lavoro decisamente titanico, ma forse l'unico che avrei saputo fare al meglio.Un lavoro per il quale non avevo sufficiente capacità ed esperienza, ma che, senza forse, nessuno in ditta sarebbe stato capace di fare. Questa era la cosa di cui ero sicuro al 100%.
Il mio primo viaggio intercontinentale trascorse decisamente tranquillo e per certi verso mi annoiò a morte: avevo alle spalle più di 10 voli, tutti per motivi "vacanzieri", tra l'Italia e i paesi anglosassoni. Le emozioni del volo si esauriscono presto: già dopo il secondo sei assuefatto. E quando stai 10 ore a 10mila metri in classe economica e sei alto 1 e 90 e a terra ti aspetta una esperienza emozionante, non pensi ad altro che arrivare.
E infatti arrivai...la prima impressione fu il mar color terra nei pressi di Shanghai e la foschia densa che fino a 3000-4000 metri offuscava la vista. Viste da lassù le navi sembravano posate su una coltre di sabbia, un po come quei cartoni animati giapponesi post-olocausto nucleare. Cercai dall'alto di carpire qualche differenza con l'Europa, ma vidi la solita periferia urbana della grande città , così uguale se non per i colori più grigi (ma forse era a causa della foschia....).
Atterrai alle ore 16..Un grande aeroporto quello di Shanghai, come quello di Monaco di Baviera, Heatrow a Londra..mi venne a prendere R.V.F. accompagnato da una collega (per fortuna non sapevo che sarei stato accolto accompagnato, sennò mi sarei creato aspettative sull'aspetto della ragazza che sarebbero andate pesantemente deluse). Convenevoli e presentazioni di rito, e poi via verso Ningbo.
Essendomi portato dietro il guardaroba completo (e avendo pagato per questo 400 euro in più di sovrappeso in valigia), seduto sul sedile posteriore non stavo comodissimo:ero stato costretto ad incastrare il bagaglio a mano nello spazio tra il sedile posteriore e l'anteriore, e dovevo tenere le gambe larghe.Ma come spesso accade nei momenti in cui la nostra attenzione è indirizzata verso altre cose, non sentivo il disagio, ma mi godevo il mio primo viaggio su strada in Cina a bordo di un mezzo su ruote.
Assolutamente non immaginando che dose di emozioni mi sarei dovuto sorbire prima della cena.
GIUNGLA D'ASFALTO
Tutti gli uomini ragionano per schemi riguardo a cose che non conoscono. Cercano di carpire qualche informazione da quello che vedono e leggono, e, volenti o nolenti, lavorano di immaginazione. E spesso cadono nel pregiudizio, soprattutto nei confronti di culture distanti e per motivi vari viste come "ostili".
Non vedevo nulla di ostile nella comunità cinese in Italia, anzi, apprezzavo molto quella loro dedizione al lavoro e semplicità che forse era prerogativa dei nostri genitori. Ma mi aspettavo di trovare una sorta di "mondo a parte", totalmente diverso dal nostro.
Io avevo immaginato la Cina come un paese caotico, trafficato (nelle sue zone densamente abitate), il tutto inserito in un contesto di "disordine" diffuso. Un po come quelle immagini di New Dheli, Bangkok, Mogadiscio che si vedono in tv. Con auto scassate e motorini ovunque, palazzi un po fatiscenti, animali, folla che si muove senza un ordine...
Il primo contatto con la Cina fu un autostrada nuovissima, a 4 corsie. Poi un ponte sospeso alto e modernissimo, con un traffico fluente di auto nuovissime (il 90% più giovane di 5 anni) e qualche camion.
Un paesaggio tale da far invecchiare in un istante tutte le tangenziali torinesi e milanesi, e tutte le autostrade che sfidano arditamente la natura di quella regione così scomoda che è la Liguria.
Qualcosa nelle mie aspettative era andato storto...
Iniziai a notare parecchie cose strane (dopo aver giochicchiato inutilmente con gli schermi a cristalli liquidi inseriti nei poggiatesta anteriori della Buick del capo): la marcia in autostrada avveniva tendenzialmente per file parallele. Ma non solo quando la sede stradale a 4 corsie poteva giustificarlo, ma anche quando le corsie diventavano 3....2.....
I camion erano tutti a motrice e rimorchio singolo, moltissimi con cassone scoperto protetto da un telo di nylon colorato a righe blu rosse e bianche (uguale per tutti). Le motrici erano tutte di colore verde o blu, tutte con delle scritte sulle portiere (a me incomprensibili ovviamente).
E tutti o quasi proseguivano su una corsia predefinita, senza distinzione tra corsia di sorpasso o meno.. Spesso questi mezzi erano molto lenti (50 all'ora ma anche meno), ed era ovvio superarli a destra.
Dopo 100 km mi resi conto di come fosse ben diverso viaggiare in auto in Cina.
- Il limite di velocità di 110 km/h era rispettato da tutti in maniera maniacale.
- Si può viaggiare indifferentemente su qualunque corsia, basta attaccarsi al clacson quando si supera
- Le frecce si usano sempre, però il mettere la freccia implica uno spostamento istantaneo e chi sopraggiunge deve adattarsi
- I cantieri non sono segnalati di notte, quando ci si trova di fronte una barriera bisogna inchiodare e sperare che i camion dietro si fermino..
Io nonostante sia sempre stato un piede pesante, e abbia sfidato em stesso e altri in varie situazioni su 2 e 4 ruote, negli anni avevo sviluppato una sorta di fobia da passeggero: anche con persone di cui mi fidavo ciecamente, spesso provavo paura durante i viaggi in auto.
Senza vergogna devo confessare che provai momenti di puro terrore durante quei 300 km scarsi sulla Shanghai-Hangzhou-Ningbo; uno su tutti: verso le 18 (quando già il sole era già calato, a causa del fuso orario unico per tutta la Cina, cosa a cui non mi sarei mai abituato) ci trovammo di fronte ad un cantiere assolutamente non segnalato!
La macchina frenò senza troppi problemi, solo che dietro stavano arrivando due camion (nei 150km precedenti mi ero reso conto di come lo stato di funzionalità medio dei camion cinesi non fosse propriamente TUV tested..sarebbero riusciti a fermarsi?).
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Notevole... Nik... notevole... sei migliorato tantissimo.
Hemingway si alzava al mattino presto e ricominciava a leggere tutte le centinaia di pagine dell'ultimo romanzo che stava scrivendo prima di cominciare a scrivere... si vede che stai lavorando di lima... bene bene... sei su un'ottima strada.
Post Scriptum: faccio la collezione di racconti di viaggio e di lavoro in posti assurdi... ne ho uno fantastico di un vecchio amico che ha lavorato in Africa (Gabon) su un progetto pazzesco di costruzione di una centrale telefonica.
O il viaggio in Arabia Saudita in periodo ramadam al seguito del fratello ambasciatore di un carissimo amico.
La letteratura di viaggio è quella che preferisco. Magari metto su un sito.
l'altro tuo lettore trova il racconto veramente divertente... e come sempre ben scritto.
ma da buon tritamaroni, devo dirti che
Berlino ha scritto:
- Dove ha imparato a parlare così bene l'arabo?
- In Cina
- In Cina? Sorprendente...
- Non conosce la Cina...
...gli iraniani non sono arabi.
Lingue per diffusione in percentuale:
Farsi persiano e dialetti persiani 58%
Turkic e dialetti turkic 26%
Curdo 9%
Luri 2%
Baloch 1%
Arabo 1%
Turkmeno 1%
Altre 2% http://www.persia.it/html/geografia.htm
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
Squirto... il racconto è pieno di strafalcioni incredibili... ma sapendo la velocità con cui è stato scritto (praticamente quella con cui Nik l'ha letto)... sono indulgente.
Ad esempio non ho la piu` pallida idea di come sia venuto fuori lo stadio N ne' cosa cazzo c'entra la riduzione del nucleo per farlo entrare in un missile balistico. Probabilmente la difficolta` Iraniana sta piu` nel vettore che non nell'odigno... boh...
Altra cagata è la teoria di Ernst Mach che ho infilato in bocca a Nik... di cui ricordo vagamente qualcosa... e che ho fatto smentire da Samira.
Comunque il personaggio vorrebbe essere a metà strada tra Supersex e James Bond... ci sono allusioni di sesso pesante (per cui non è James Bond e non è erotico) ma non è "gross" come la prosa di Supersex (che rimane inarrivabile!).
La sua tecnica di seduzione non sembra credibile e l'obiettivo di costruire un personaggio di seduttore fulminante rimane ancora lontano... (ben vengano i contributi... ) Alla fine sembra un Maxwell Smart... ma meno divertente.
L''unico che si diverte sono io quando scrivo... ma finche' qualcuno non mi dice "Berlino hai tritato i maroni con sti raccontini del cazzo... " penso che continuero`...
PS: Naturalmente adesso arrivera` SuSEr a scrivere "Berlino hai tritato i maroni con sti raccontini del cazzo... " ma non lo considerero` troppo seriamente
Berlino ha scritto:L''unico che si diverte sono io quando scrivo... ma finche' qualcuno non mi dice "Berlino hai tritato i maroni con sti raccontini del cazzo... " penso che continuero`...
ah, no... mi diverto tanto anche io.... (e penso molti altri)... e poi hai aperto un bel topic e ormai lo devi mantenere vivo
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhh. No... smetti. Smetti. Basta!!!
- Nik... Nik!!! Che hai? Su svegliati... non dirmi che non ti piacciono i...
- Smetti, ti dico di smetterla: SMETTILA!
- Nik... cazzo, la vuoi finire? Stai scherzando, spero. Dormi o sei sveglio? Accidenti alle canne... porca...
- No, no e poi no!!! Ti ho detto di NOOOOOOOOOOOOOOO!!!
Marisa. Si chiamava Marisa, la biondina che era uscita con lui la sera prima. Sembrava uscita da un film di Godard: capelli corti, fuseaux attilatissimi, lineamenti delicati e quella camicetta bianca, che lasciava intravedere un dècolletè seducente. Tette piccole, ma ben fatte, trasparivano dal tessuto bianco e poi quel culo... rotondo e sodo!
La sera prima erano andati al ristorante indiano. Marisa adorava la cucina indiana, l’odore della curcuma e i sorrisi ammiccanti del cameriere, la eccitavano. Nik, invece, detestava quel finto Buddha tutto spezie e preghiera e ogni volta che il cameriere si avvicinava, cercava di tirargli i lacci del grembiule. In quei cazzo di ristoranti, si respirava a fatica e il cameriere non metteva mai il deodorante. Tutte le volte che Marisa voleva andare dall’indiano, Nik iniziava a vomitare due giorni prima.
- Nik... andiamo dall’indiano?
- Lo sai che non mi piace. Puzza!
- Se, se... Tu vuoi andare a mangiare il sushi. Lo so io... ti piace la moretta con le scarpe rosse.
- Appunto!
- Eddai... andiamo dall’indiano. Mi eccita l’odore.
- Ma che cazzo ci trovi di eccitante in uno che non si mette il deodorante?
- E tu cosa ci trovi di eccitante nel mangiare il pesce crudo, servito da una nanetta con le scarpe rosse? Ogni pezzo di pesce crudo che metto in bocca, mi fa venire in mente l’Impero dei sensi.
- Eh?
- Sì... non lo conosci? Il film.
- Certo che lo conosco, non capisco che cazzo c’entra.
- Appunto. Il cazzo, quello!
- Ma che c’entra? Marisa, sei fuori?
- No, parlo sul serio. Hai presente la scena dell’evirazione? Beh... il pesce crudo mi fa tornare in mente quella scena. Ogni pezzo di pesce crudo che metto in bocca, penso che sia un pezzo di...
- Aaaaaaaaaaaaaaah... Tu sei tutta matta! Va bene, va bene. Ti porto dall’indiano.
- Grazie... aMMore!!!
- Amore una sega! Peró dopo l’indiano...
- Dopo cosa?
- Niente, niente... Te lo dico questa sera! Ti passo a prendere alle otto, se tardi più di 5 minuti, dall’indiano ci vado con tua cugina.
- Va bene, saró puntuale. STRONZO!
- Baciiiiiiiii!!!
Si stava preannunciando una serata interessante. Nik aveva preparato il gioco e le punizioni. Sarebbe stato bello mettere in difficoltà Marisa e vincere la sua resistenza umiliandola. Dopo l’indiano l’avrebbe portata a casa sua; prima un drink esplosivo e poi l’avrebbe legata e spalmata di crema di mitili. Cozze e datteri di mare, infilati dappertutto, staccati a morsi famelici, quelli di Nik.
Marisa odiava, non solo il sushi, ma qualunque tipo di animale acquatico cotto o crudo. L’odore del pesce le creava forti attacchi di panico e vomitava per ore. Erano mesi che Nik avrebbe voluto farle quello scherzo. Si era rotto le palle di quella donna e della sua passione per l’indiano puzzolente.
- Nik... perchè non mangi? E’ ottimo!
- Mi fa male lo stomaco. Marisa tieni, mangia anche la mia parte.
- Grazie, tesoro! Mmm... adoro questo cibo. Sei stato davvero carino a portarmi qui, specie con il mal di stomaco. Dopo di faccio uno dei miei massaggi speciali.
- Eh?
- Nik, non mi ascolti? Dicevo che dopo cena, ti faccio uno dei miei massaggi. Ho portato l’olio e la marijuana?
- Co... cosa?
- Nik... cazzo! Dove hai la testa? Ho portato l’olio di karitè per farti un massaggio. E per rilassarti, ho portato l’erba: capito?
Fra i tanti punti deboli di Nik, i massaggi erano uno dei peggiori e Marisa, era una vera maestra di shiatzu. - Questa troietta mi conosce bene– pensava Nik mentre guidava oltre il limite. Lui era sempre oltre: oltre ogni limite, qualunque esso fosse.
- Vieni qui Nik, spogliati e sdraiati sul letto. Aspetta, prima rolla una canna, per favore. L’erba la trovi nella mia borsetta, dentro gli assorbenti interni.
- Che schifo, Marisa! Non potevi scegliere un altro posto?
- Ma no, scemo... c’è un contenitore con dentro la marija, gli assorbenti non ci sono. Dai... sbrigati che voglio...
E mentre Nik pensava a tutto quel pesce dentro il frigorifero, la troietta sembrava capace di sciogliere ogni sua resistenza.
- Dai... passa la canna e sdraiati.
- Marisa, sei proprio una troia!
- Lo so, Nik... Lo so.
Che bella sorpresa... rientrare a casa dopo una merdosissima giornata di merda... e leggere una avventura del mio eroe preferito... adesso posso cominciare a rilassarmi... ahhhhhhhhhhhh... grazie cyth...
è bello come riusciate tutti a scrivere una marea di cose che su di me non c'entrano na sega..ma ci mettete anche almeno 1 perla di verità su di me incontestabile..(e non mi conoscete dal vivo..o quasi..quindi è una cosa motlo strana..)
come sempre, anzi di più, complienti per la fantasia e il modo di scrivere i racconti
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
toccando ferro la 500 nonostante ci abbia rischiato la vita su SPESSO in castelletto e non solo, è ancora intera
anche perchè l'abbiam comprata io e mia madre.e ho un legame particolare con lei..
l'auto della morte è 1 altra..(con cui ho un rapporto ancora diverso..)
qui avevo preso ghiaccio.avevo anche messo la testa a posto da un po..
un altra volta mi sono ribaltato (fare gli 80 in una stradian di campagna è poco salutare).
gioventù..
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.