Per Axel Braun, Pornomondo related

Scatta il fluido erotico...

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Miller
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Per Axel Braun, Pornomondo related

#1 Messaggio da Miller »

(Prima di fare la richiesta saluto tutto il forum in quanto nuovo arrivato :awww: )


Axel, como posso trovare tutti i racconti di Pornomondo da te scritti? Sul tuo sito i link non funzicano , (e cmq non sono tutti... :( )

c'e' un modo? me li puoi inviare per mail?

Grazie della cortesia,

Miller

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#2 Messaggio da Miller »

dimenticavo,

che leggi? autori preferiti?

buk?

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Federico Botticelli
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#3 Messaggio da Federico Botticelli »

Non sarebbe male l'idea di un serie di cd audio, registrati dalla viva voce dell'uomo dagli zigomi d'oro, con incise le avventure narrate nella rubrica Pornomondo.
Tra uomini voyeur e donne in calore, la serie potrebbe avere un vero successo.

Miller
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#4 Messaggio da Miller »

axel!! :cry:

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#5 Messaggio da Miller »

up :cry:

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Axel Braun
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#6 Messaggio da Axel Braun »

Caro Miller, il link ai miei racconti non funziona piu' in quanto era un link al sito di Video Impulse...
Sono comunque in procinto di pubblicare il libro "Pornomondo", quindi tra poco potrai acquistarlo sul mio sito.
Autori preferiti? Cazzo, non leggo niente in italiano da anni...credo l'ultima cosa fosse stato "Il bar sotto il mare" di Stefano Benni. Bukowski? Certo, ma in inglese (le traduzioni italiane sono ridicole). E tanta letteratura Russa, un po' di Kundera, qualche Marquez, tutto della Fallaci, Moravia, un paio di Baricco prima che la sua pochezza di contenuto prendesse il sopravvento sul virtuosismo della forma. Poi i poeti: Baudelaire, Rimbaud, Mallarne', Prevert, Lorca. E "il paradiso perduto" di Milton.
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Miller
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#7 Messaggio da Miller »

grazie per la risposta.

la storia della poliziotta con le pallottole e' vera?!?! :o :o

Il libro lo aspetto, ma qualche racconto da leggere a lezione? si puo' avere? :wink:

ciao

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MATT HARDCORE
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#8 Messaggio da MATT HARDCORE »

Axel Braun ha scritto:Caro Miller, il link ai miei racconti non funziona piu' in quanto era un link al sito di Video Impulse...
Sono comunque in procinto di pubblicare il libro "Pornomondo", quindi tra poco potrai acquistarlo sul mio sito.
Autori preferiti? Cazzo, non leggo niente in italiano da anni...credo l'ultima cosa fosse stato "Il bar sotto il mare" di Stefano Benni. Bukowski? Certo, ma in inglese (le traduzioni italiane sono ridicole). E tanta letteratura Russa, un po' di Kundera, qualche Marquez, tutto della Fallaci, Moravia, un paio di Baricco prima che la sua pochezza di contenuto prendesse il sopravvento sul virtuosismo della forma. Poi i poeti: Baudelaire, Rimbaud, Mallarne', Prevert, Lorca. E "il paradiso perduto" di Milton.
domanda: il tempo dove lo trovi?
C'è invece chi vive dentro al suo l'album fotografico a cui attacca a piacimento fantasiose storie che lo fanno andare avanti... (cfr. Super Zeta)

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Axel Braun
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#9 Messaggio da Axel Braun »

...intendi nei due giorni alla settimana in cui lavoro?
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MATT HARDCORE
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#10 Messaggio da MATT HARDCORE »

come al solito: vaffanculo! :DDD
C'è invece chi vive dentro al suo l'album fotografico a cui attacca a piacimento fantasiose storie che lo fanno andare avanti... (cfr. Super Zeta)

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Berlino
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#11 Messaggio da Berlino »

Volevo aprire un topic nuovo... riesumo questo... non c'è da parte mia nessuna polemica con Axel Braun...

Trovo simpaticissimo e bravissimo il Baricco show-man televisivo... ma quello letterario (i suoi libri) illeggibili... condivido invece questa sua polemica.
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Cari critici, ho diritto
a una vera stroncatura
di ALESSANDRO BARICCO

QUESTO è un articolo che non dovrei scrivere. Lo so. Me lo dico da me. E lo scrivo. Dunque. La scorsa settimana, su queste pagine, esce un articolo di Pietro Citati. Racconta quanto lo ha deliziato mettersi davanti al televisore e vedere i pattinatori-ballerini delle Olimpiadi. Lo deliziava a tal punto - scrive - che "dimenticavo tutto: le noie, le mediocrità , gli errori della mia vita; dimenticavo perfino "l'Iliade" di Baricco, e la vasta e incomprensibile ottusità  dei volti di Roberto Calderoli e di Alfonso Pecoraro Scanio". Io ero lì, innocente, che mi leggevo con piacere l'esercizio di stile sull'argomento del giorno e, trac, mi arriva la coltellata. Va be', dico. E, giusto per mite rivalsa, lascio l'articolo e vado a leggermi l'Audisio.

Qualche giorno dopo, peró, vedo sull'Unità  un lungo articolo di Giulio Ferroni sull'ultimo libro di Vassalli. Bene, mi dico. Perchè mi interessa sapere cosa fa Vassalli. Malauguratamente, alcuni dei racconti che ha scritto sono sul rapporto tra gli uomini e l'automobile.

Mentre leggevo la recensione sentivo che finivamo pericolosamente in area "Questa storia" (il mio ultimo romanzo, che parla anche di automobili). Con lo stato d'animo dell'agnello a Pasqua vado avanti temendo il peggio. E infatti, puntuale, quel che mi aspettavo arriva. Al termine di una lunghissima frase in cui si tessono (credo giustamente) elogi a Vassalli, arriva una bella parentesi. Neanche una frase, giusto una parentesi. Dice così: "Che distanza abissale dalla stucchevole e ammiccante epica automobilistica dell'ultimo Baricco!". E voilà . Con tanto di punto esclamativo.

Ora, nessuno è tenuto a saperlo, ma Citati e Ferroni sono, per il loro curriculum e per altre ragioni per me più imperscrutabili, due dei più alti e autorevoli critici letterari del nostro paese. Sono due mandarini della nostra cultura. Per la cronaca, Citati non ha mai recensito la mia "Iliade", e Ferroni non ha mai recensito "Questa storia". Il loro alto contributo critico sui miei due ultimi libri è racchiuso nelle due frasette che avete appena letto, seminate a infarcire articoli che non hanno niente a che vedere con me.

àˆ un modo di fare che conosco bene, e che è piuttosto diffuso, tra i mandarini. Si aggirano nel salotto letterario, incantando il loro uditorio con la raffinatezza delle loro chiacchiere, e poi, con un'aria un po' infastidita, lasciano cadere lì che lo champagne che stanno bevendo sa di piedi. Risatine complici dell'uditorio, deliziato. Io sarei lo champagne.

Potrei dire che non me ne frega niente. Ma non è vero. Mi ferisce poco la gomitata assestata a tradimento, ma mi offende molto il fatto che sia tutto ció di cui sono capaci. Mi sorprende il loro sistematico sottrarsi al confronto aperto. La critica è il loro mestiere, santo iddio, che la facciano. Cosa sono queste battutine trasversali messe lì per raccogliere l'applauso ottuso dei fedelissimi? Vi fa schifo che uno adatti l'Iliade per una lettura pubblica e lo faccia in quel modo? Forse è il caso di dirlo in maniera un po' più argomentata e profonda, chissà  che ci scappi una riflessione utile sul nostro rapporto con il passato, chissà  che non vi balugini l'idea che una nuova civiltà  sta arrivando, in cui l'uso del passato non avrà  niente a che fare con il vostro collezionismo raffinato e inutile.

E se trovate così stucchevole un libro che centinaia di migliaia di italiani si affrettano a leggere, e decine di paesi nel mondo si prendono la briga di tradurre, forse è il caso di darsi da fare per spiegare a tutta questa massa di fessi che si stanno sbagliando, e che la letteratura è un'altra cosa, e che a forza di dare ascolto a gente come me si finirà  tutti in un mondo di illetterati dominati dal cinema e dalla televisione, un mondo in cui intelligenze come quelle di Citati e Ferroni faranno fatica a trovare uno stipendio per campare.

Si dirà  che è un diritto dei critici scegliersi i libri di cui scrivere. E che anche il silenzio è un giudizio. E' vero. Ma non è completamente vero. Lo so che per persone intelligenti e colte come Citati e Ferroni i miei libri stanno alla letteratura come il fast-food alla cucina francese, o come la pornografia all'erotismo. Per usare una frase di Vonnegut che mi fa sempre tanto ridere, mi sa che per loro i miei libri, nel loro piccolo, stanno facendo alla letteratura quello che l'Unione Sovietica ha fatto alla democrazia (non si riferiva a me, Vonnegut, che purtroppo non sa nemmeno che esisto).

Ma quale arroganza intellettuale puó indurre a pensare che non sia utile capire una degenerazione del genere, e magari spiegarla a chi non ha gli strumenti per comprenderla? Come si fa a non intuire che magari i miei libri sono poca cosa, ma lì i lettori ci trovano qualcosa che allude a un'idea differente di libro, di narrazione scritta, di emozione della lettura? Perchè non provate a pensare che esattamente quello - una nuova, sgradevole, discutibile idea di piacere letterario - è il virus che è già  in circolo nel sistema sanguigno dei lettori, e che magari molta gente avrebbe bisogno da voi che gli spiegaste cos'è questo impensabile che sta arrivando, e questa apparente apocalisse che li sta seducendo?

Non sarà  per caso che la riflessione nel campo aperto del futuro vi impaurisce, e che preferite raccogliere consensi declinando da maestri mappe di un vecchio mondo che ormai conosciamo a memoria, rifiutandovi di prendere atto che altri mondi sono stati scoperti, e la gente già  ci sta vivendo? Se quei mondi vi fanno ribrezzo, e la migrazione massiccia verso di loro vi scandalizza, non sarebbe esattamente vostro degnissimo compito il dirlo? Ma dirlo con l'intelligenza e la sapienza che la gente vi riconosce, non con quelle battutine, please.

Per quello che ne capisco, i miei libri saranno presto dimenticati, e andrà  già  bene se rimarrà  qualche memoria di loro per i film che ci avranno girato su. Così va il mondo. E comunque, lo so, i grandi scrittori, oggi, sono altri. Ma ho abbastanza libri e lettori alle spalle per poter pretendere dalla critica la semplice osservanza di comportamenti civili. Lo dico nel modo più semplice e mite possibile: o avete il coraggio e la capacità  di occuparvi seriamente dei miei libri o lasciateli perdere e tacete. Le battute da applauso non fanno fare una bella figura a me, ma neanche a voi.
Ecco fatto. Quel che avevo da dire l'ho detto.

Adesso vi dico cosa avrei dovuto fare, secondo il galateo perverso del mio mondo, invece che scrivere questo articolo. Avrei dovuto stare zitto (magari distraendomi un po' ripassando il mio estratto conto, come sempre mi suggerisce, in occasioni come queste, qualche giovane scrittore meno fortunato di me), e lasciar passare un po' di tempo. Poi un giorno, magari facendo un reportage su, che ne so, il Kansas, staccare lì una frasetta tipo "questi rettilinei nella pianura, interminabili e pallosi come un articolo di Citati". Il mio pubblico avrebbe gradito. Poi, un mesetto dopo, che so, andavo a vedere la finale di baseball negli Stati Uniti, e avrei sicuramente trovato il modo di chiosare, in margine, che lì si beve solo birra analcolica, "triste e inutile come una recensione di Ferroni". Risatine compiacenti. Pari e patta. E' così che si fa da noi. Pensate che animali siamo, noi intellettuali, e che raffinata lotta per la vita affrontiamo ogni giorno nella dorata giungla delle lettere...

Purtroppo peró non è andata così. Il fatto è che l'altro giorno ho visto il film su Truman Capote. Si impara sempre qualcosa spiando i veri grandi. Lui in quel film è così orrendo, spregevole, sbagliato, megalomane, imprudente, indifendibile. Mi ha ricordato una cosa, che talvolta insegno perfino a scuola, e che peró mi ostino a dimenticare. Che il nostro mestiere è, innanzitutto, un fatto di passione, cieca, maleducata, aggressiva e vergognosa. Posa su una autostima delirante, e su un'incondizionata prevalenza del talento sulla ragionevolezza e sulle belle maniere. Se perdi quella prossimità  al nocciolo sporco del tuo gesto, hai perso tutto. Scriverai solo cosette buone per una recensione di Ferroni (no, scherzo, davvero, è uno scherzo). Scriverai solo cosette che non faranno male a nessuno.

Insomma è tutta colpa di quel film su Truman Capote. D'improvviso mi è sembrato così falso starmene lì, come una bella statuina, a prendere sberle dal primo che passa. E' una cosa che non c'entra niente col mestiere che è il mio. Vedi, se me ne stavo a casa a vedere Lazio-Roma, oggi eravamo tutti più sereni e tranquilli. E penosi, of course.

(1 marzo 2006)
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#12 Messaggio da Squirto »

io invece non la condivido. per me va benissimo scrivere "palloso come l'ultimo libro di Baricco" e poi non spiegare. vuol dire che si pensa che tale libro non meriti più di quella riga.

messaggio chiarissimo, facile da capire: nessuna spiegazione in più.

e cmq il succo di tutto lo riassume lo stesso baricco:
Berlino ha scritto:il nostro mestiere è, innanzitutto, un fatto di passione, cieca, maleducata, aggressiva e vergognosa. Posa su una autostima delirante
è proprio quell'autostima delirante che chiede una stroncatura, piuttosto che un passaggio veloce. quel che non sopporta è proprio il non soffermarsi su di lui.

e appunto, non c'è niente di meglio che scrivere "palloso come l'ultimo libro di Baricco" :)

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#13 Messaggio da donegal »

Egregi Sig. Intellettuali Baricco e Ferroni

per questa volta facciamo noi da tramite per i vostri "botta&risposta", ma non prendeteci l'abitudine, eh !






Caro Baricco, io la recensisco
ma lei non mi legge

di GIULIO FERRONI

Caro Baricco, sono davvero pentito, ma non per la battuta contro Questa storia inserita nell'articolo su l'Unità  del 26 febbraio, sì invece per aver scritto più volte su di lei, senza che lei abbia avuto la condiscendenza di leggermi. Ne ho scritto nel supplemento al Novecento della Storia della letteratura italiana Garzanti, ne ho scritto nell'ultimo volume, appena uscito, della Storia e antologia della letteratura italiana (Mondadori Università  e Einaudi Scuola), e ho addirittura recensito (nel numero di dicembre della nuova rivista Giudizio Universale) il romanzo automobilistico Questa storia, che lei mi rimprovera letteralmente di non aver recensito.

Qui la differenza è grande: io la leggo, ahimè, senza ricavarne molto, e lei non legge me e ne ottiene un successo planetario. Se le sue emozioni e seduzioni invadono ogni angolo della terra, diffondendo quel virus apocalittico, quell'avvento dell'impensato con cui Citati e Ferroni dovrebbero confrontarsi, ció vale certamente come un trionfo del made in Italy e dell'azienda Italia: ma non mi pare un trionfo della letteratura.

Certo la letteratura è passione, emergenza dell'imprevisto, conoscenza in profondità  di ció che non si vede: la sua mi sembra invece una letteratura patinata, proiettata sull'orizzonte di una trasgressione pubblicitaria, tra moda e sport... Il "campo aperto del futuro", che lei oppone a chi indugia a frequentare le "mappe di un vecchio mondo", non viene in realtà  nemmeno sfiorato dalla "seduzione" mediatica che promana da quella sua scrittura così disinvolta, accattivante, appunto "sportiva".

Siamo proprio lontani da quell'abietto ma sconvolgente Truman Capote a cui è dedicato il film che lei è andato a vedere invece di Lazio-Roma: io ho visto sia il film che la partita e ne sono uscito doppiamente depresso (anche in quanto laziale).

Ma le garantisco che ulteriore motivo di depressione è stato per me sapere che in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico della mia università  si è esibito il degnissimo cantante Claudio Baglioni, ma non per cantare, sì invece per leggere brani di Aristotele e del suo Novecento: lo vede che le parole dei critici non contano nulla, nemmeno nelle università  dove essi insegnano, e i rettori affidano le scelte culturali a ben diversi soggetti? E allora che se ne puó fare di recensioni che del resto nemmeno ha il tempo di leggere? Contrito, le prometto che non recensiró i suoi futuri romanzi, e semmai mi limiteró a qualche frecciatina da "primo che passa".

Un saluto cordiale.

(repubblicaonline, 2 marzo 2006)

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#14 Messaggio da Squirto »

fantastico :DDD
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità  non mi emozionano" (Breglia)

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#15 Messaggio da Berlino »

Riprendo i 10 famosi diritti del lettore di Pennac:
1 Il diritto di non leggere
2 Il diritto di saltare le pagine
3 Il diritto di non finire il libro
4 Il diritto di rileggere
5 Il diritto di leggere qualsiasi cosa
6 Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
7 Il diritto di leggere ovunque
8 Il diritto di spizzicare
9 Il diritto di leggere ad alta voce
10 Il diritto di tacere
A cui aggiungerei:
11 Il diritto di dire che un libro fa schifo anche in modo volgare e sintetico (è una cagata pazzesca)

Tutti hanno diritto di dire tutto... nessun problema. Detto cio` la polemica tra Baricco e i critici è da salotto letterario e molto piu` sottile... è una guerra per l'egemonia culturale che si trascina da tempo... c'è di mezzo quanto la critica influenza i guadagni di uno scrittore e molto altro...

Sto dalla parte dello scrittore e non del critico (mi sono montato la testa dall'ultimo superzeta award evidentemente ;) ) perche' detesto la mediazione tra scrittore e lettore... al liceo odiavo studiare sulle antologie critiche che spiegavano con note pedanti cosa aveva voluto dire un Dante, un Manzoni o un Ungaretti...

In fondo il messaggio di Baricco è rivolto ai suoi lettori con i quali presume di formare una avanguardia incompresa dalla critica. Atteggiamento presuntuoso? Se lo dice lui stesso... sarà  vero. ;)

Grazie Done... ho letto prima il tuo re-post che repubblica... ecco a cosa serve il forum: come singolo punto informativo su tutto già  filtrato e selezionato da un formidabile gruppo di utenti che guardano il mondo dal buco del culo di superzeta.(*)

(*) si potrà  dire o si verrà  bannati?
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