ot- a chi giova il principio di fedeltà  in una coppia?

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bellavista
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ot- a chi giova il principio di fedeltà  in una coppia?

#1 Messaggio da bellavista »

Mi è capitato sotto mano il classico sondaggio sui tradimenti, il 40%, diceva, ha tradito la partner e bla bla bla. La discussione si è sviluppata, in modo del tutto ordinario, sul perchè si tradisce, perchè si confessa, se confessare è solo scaricare la coscienza e bla bla bla. Le solite banalità  insomma.

Eliminando, invece, tutte queste banalità , vorrei discutere sull'utilità  intrinseca del principio di fedeltà  in una coppia.

Vi domando: qual'è il suo scopo? E quali benefici produrrebbe?

Sintetizzando, a parte i valori "morali" che hanno infilato in testa alla maggioranza della gente. Se due persone convivono, si aiutano reciprocamente in salute e malattia, si divertono a fare sesso o a giocare a scarabeo. Passano, diciamo, piacevolmente il tempo quando sono insieme. Perchè questo rapporto dovrebbe essere minimamente incrinato se passano anche piacevolmente il tempo con altre persone?

Banaliziamo la cosa? Io il sabato esco con tizio e vado a pesca (sto ipotizzando, ovviamente, pecare mi fa cagare) mi diverto molto.

La domenica invece ho voglia di andare con caio a vedere la partita (ipotizzo anche qui, il calcio mi fa più cagare che la pesca). Provate ad immaginare se il sabato successivo dovessi giustificarmi con tizio perchè la domenica ho visto la partita con caio.

Sembra assurdo no? Eppure i rapporti di coppia hanno questi valori morali del tutto distorti.

Quindi se passo piacevolmente del tempo con tizia sembra che lo faccia per fare del male a caia e dovrei per questo sentirmi in colpa e/o giustificarmi e/o nasconderlo per non ferire la povera caia.

L'idea che oggi ho voglia di guardare la partita e domani di andare a pescare. Che oggi voglio mangiare giapponese e domani un porcheria in un fast food, è universalmente accettata.

L'idea che oggi ho voglia di passare del tempo con tizia e domani con caia e magari dopodomani con tizia e caia insieme, sembra in questa curiosa società , un infangere le regole sociali.

Ma queste regole sociali portano un qualche vantaggio? O semplicemente portano più velocemente un rapporto alla noia e alla fine?
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WARDOG
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#2 Messaggio da WARDOG »

La risposta sta (credo) nel modo profondamente differente che hanno l'uomo e la donna di vedere il rapporto di coppia.

L'uomo ha una capacità  fortissima, scindere completamente il sesso dal rapporto affettivo.

Io posso amare alla follia la mia donna, fare sesso con un altra e se non avessi condizionamenti morali o etici, ritornare dalla mia donna continuando ad amarla perdutamente.

Il sesso con una donna è una masturbazione olografica, tridimensionale, dopo un po' ti rompi i coglioni anche di una top model..DEVI cambiare, altrimenti rimarrai sempre insoddisfatto.

Per le donne non è cosi. Per la maggioranza il rapporto sessuale è il premio dato a un partner che si dimostra affettivamente affidabile..o che percepiscono come tale anche a livello di possibilità  futura; un tradimento sessuale ai loro occhi lo rende inaffidabile.

La fedeltà  in sostanza secondo me premia di piu' le donne, le donne amano un uomo di solita in modo globale, o perlomeno GENERALE, ci ricomprendono dentro tutti i sogni che fan su di lui, le speranze, i progetti e altre stronzate.

Un uomo, si puo' innamorare di un culo, poco importa a chi appartiene...
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bellavista
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#3 Messaggio da bellavista »

Ciao War, il tema del post non riguarda il sesso in prevalenza, riguarda il "rapporto" tout cour.

Ho fatto volutamente l'esempio di andare a pesca e andare a guardare la partita. Pensa se tizio ti dicesse che non sei un vero "amico" perchè hai guardato la partita con caio e non con lui. Se ritenesse che il tuo andare a vedere la partita con un altro è un modo per farlo "soffrire"

Eppure nei rapporti di "coppia" è richiesta questa esclusività  affettiva

Io per "amare" (parola grossa) una persona dovrei smettere di amarne un altra.

Io per divertirmi ad andare a pesca con caio, dovrei smettere di divertirmi a guardare la partita con tizio, secondo quanto sostiene la norma sociale.

La domanda non è perchè questo accade, è qual'è l'utilità  sociale di questa norma implicita nella morale comune.

Io, onestamente, non ne trovo un vantaggio oggettivo.
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netwixon
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#4 Messaggio da netwixon »

WARDOG ha scritto:La risposta sta (credo) nel modo profondamente differente che hanno l'uomo e la donna di vedere il rapporto di coppia.

L'uomo ha una capacità  fortissima, scindere completamente il sesso dal rapporto affettivo.

Io posso amare alla follia la mia donna, fare sesso con un altra e se non avessi condizionamenti morali o etici, ritornare dalla mia donna continuando ad amarla perdutamente.

Il sesso con una donna è una masturbazione olografica, tridimensionale, dopo un po' ti rompi i coglioni anche di una top model..DEVI cambiare, altrimenti rimarrai sempre insoddisfatto.

Per le donne non è cosi. Per la maggioranza il rapporto sessuale è il premio dato a un partner che si dimostra affettivamente affidabile..o che percepiscono come tale anche a livello di possibilità  futura; un tradimento sessuale ai loro occhi lo rende inaffidabile.

La fedeltà  in sostanza secondo me premia di piu' le donne, le donne amano un uomo di solita in modo globale, o perlomeno GENERALE, ci ricomprendono dentro tutti i sogni che fan su di lui, le speranze, i progetti e altre stronzate.

Un uomo, si puo' innamorare di un culo, poco importa a chi appartiene...
probabilmente questo è l'intervento piu intelligente che abbia mai letto sul forum.

Aggiungo soltanto che in linea generale, il rapporto di coppia viente inteso come un "dovere" e non un piacere.
Sempre grazie alle ideologie antiquate e ossesive della chiesa.

Aggiungiamo anche che in una società  ormai "mercificata" per qualcuno è bello accontentarsi di cose come la fedeltà , l'affetto ... insomma tutte quelle stronzate che ci vengono in mente quando apriamo il portafogli e ci accorgiamo di non avere più un cent....
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WARDOG
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#5 Messaggio da WARDOG »

Attenzione a chiarificare allora il concetto di "rapporto".

La media morale comune identifica il rapporto di coppia come una pericolosa interdipendenza vitale, cioè il rapporto è inteso come tale quando si ha una "nullificazione" reciproca che DEVE sfociare in un "isolamento" dei sensi nei confronti di tutto quanto non sia la coppia.

E' quanto di meno umano possa esistere, credo.
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#6 Messaggio da Victor Von Doom »

Se inizi un rapporto le regole son quelle e sono universalmente accettate.
Altrimenti se uno sa di nn poterci stare, vuole un amicizia e non un rapporto.

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bellavista
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#7 Messaggio da bellavista »

WARDOG ha scritto:Attenzione a chiarificare allora il concetto di "rapporto".

La media morale comune identifica il rapporto di coppia come una pericolosa interdipendenza vitale, cioè il rapporto è inteso come tale quando si ha una "nullificazione" reciproca che DEVE sfociare in un "isolamento" dei sensi nei confronti di tutto quanto non sia la coppia.

E' quanto di meno umano possa esistere, credo.
Esattamente. C'è da chiedersi qual'è l'utilità  di questo comportamento antisociale, che richiede l'isolamento e la nullificazione.

Come sappiamo ogni atteggiamento sociale è stato determinato per una specifica utilità .

Mentre trovo questo specifico comportamento (che ripeto, come ogni comportamento sociale non è innato, ma semplicemente "tramandato) dannoso per gli individui che lo applicano.
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WARDOG
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#8 Messaggio da WARDOG »

Non so da dove provenga una siffatta idea del rapporto, ma è interessante notare come ci siano dei punti di contatto fra l'iperbole della coppia-nullificazione..e l'estasi mistica cristianamente detta.

Entrambe presuppongono sacrificio e l'annullamento del se.

ed entrambe sono totalmente fallimentari nella vita reale.

Personalmente, dispongo della sconcertante capacità  di non riuscire a legarmi, quindi ragiono secondo il sempiterno:

"finchè ce n'è viva il re,quando non c'è n'è piu' viva Gesu'"

Ora sto con una tizia, ma in effetti non me ne fotte un cazz..finchè dura va bene, quando pretenderà  di piu..fanculo.
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patrulla
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#9 Messaggio da patrulla »

in uno spettacolo luttazzi ha detto " un sondaggio ha rivelato che il 50% delle persone ha tradito il prorpio partner, questo vuol dore che se non siete stati voi, è tua moglie..."
GODI FORTE !!!

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bifol
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#10 Messaggio da bifol »

Questa è una cosa che avevo scritto a 17 anni... vedete un po' se puo' interessare...
un giovane Bifol ha scritto:...prima della scoperta dell'agricoltura, quando l'uomo viveva in tribù e svolgeva unicamente attività  di caccia e di raccolta, la prima fatta collettivamente, la seconda individualmente ma da alberi su cui nessuno vantava alcun diritto personale, gli uomini e le donne non avevano rapporti di coppia, ma bensì praticavano sesso di gruppo e le donne riunite allevavano tutti i piccoli della tribù. Poi con la scoperta dell'agricoltura gli uomini si appropriarono di appezzamenti di terreno lottando tra loro e una volta instaurata la proprietà  privata su queste terre iniziarono a lavorarle con propri attrezzi. Ma questi non bastavano, al nostro agricoltore serviva anche ulteriore forza-lavoro oltre alla propria, e questa poteva venire solo dai figli. E allora, oltre al capitale (le terre), oltre ai mezzi di produzione (gli attrezzi), l'uomo fece suo anche l'essere procreatore della forza-lavoro, ovvero la donna. Fu così che, nacque il matrimonio e la pretesa di fedeltà  coniugale (con la quale l'uomo vanta sulla propria donna diritti come sulle altre cose di suo possesso). Questi istituti vennero poi recepiti dalle tradizioni e dalle religioni, le quali fecero credere che le cose fossero sempre andate così. Tutto ció fece nascere sentimenti di gelosia anche nelle possedute, ovvero nelle donne.

...il superamento della proprietà  privata dei mezzi di produzione farà  nascere una società  senza classi, senza Stato e anche senza valori quali la fedeltà  e la sacralità  del matrimonio.
"Se la calce sporca un muratore
allora come cazzo si macchia un pornoattore" (Er Piotta)

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Kronos
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Re: ot- a chi giova il principio di fedeltà  in una coppia?

#11 Messaggio da Kronos »

premesso che il discorso tradimento fedelta' e' una cosa molto complessa da affrontare vista la sterminata casistica particolare e ce ne sarebbe da scrivere per molte pagine di 3d, per molti tradimento e ruolo di uomini e donne in esso e' da ricondursi anche alla sfera "biologica" della nostra specie: e' come dire influenzato da un retaggio della parte animale dell'essere umano.

nello specifico la necessita' del maschio di accoppiarsi con piu' femmine con determinate caratteristiche fisiche (es fianchi larghi oppure tette grosse, tanto per fare degli esempi banali) risponde al bisogno primario di garantire la continuazione della specie, mentre la scelta della femmina cerca di privilegiare un maschio dominante che, in quanto tale, puo' garantire con maggior successo la sopravvivenza dei piccoli poiche' e' "geneticamente" migliore rispetto ad altri (ad esempio e' piu' alto, intelligente e/o forte degli altri) e puo' garantire una migliore possibilita' di approvvigionamento di cibo.
Per dominante si intende colui che detiene potere o leadership all'interno di un gruppo sociale: e non e' un caso che anche oggi molte donne siano particolarmente attratte dall'uomo di potere o che manifesta una qualsivoglia leadership riconosciuta dalla donna stessa: il che non significa che sia necessariamente chi ha i soldi, anche se oramai la concentrazione di soldi di per se' puo' essere considerata una manifestazione di potere: con la parita' dei diritti e la possibilita' di poter guadagnare ricchezza (e quindi indipendenza economica) la donna puo' permettersi di scegliere con una maggiore autonomia il proprio compagno.

poiche' l'essere umano nei millenni ha saputo evolvere il raziocinio e la coscienza di se' a tal punto dal differenziarsi in molto dalle altre bestie del pianeta ha "somatizzato" e "codificato" il tradimento nei termini correnti piu' comuni, ovvero l'uomo tradisce normalmente piu' per "necessita' biologica" sapendo spesso scindere rapporto affettivo da quello sessuale, mentre la donna quando tradisce lo fa spesso perche' ritiene inadeguato il proprio partner attuale: e in questo modo si manifesta quella che e' "la parte bestiale" che e' ancora nell'essere umano, almeno la parte che sta alla base del meccanismo di riproduzione della specie.

in chiave "razionalistica" e personale il concetto di fedelta' diventa quindi prima di tutto una scelta (piu' o meno legittima, non la discuto in se', ne' voglio fare un ragionamento etico ad essa associata), una prova per se stessi di essere in grado di saper tenere a freno le proprie pulsioni "animali" in favore di quelle "razionali" piu' vicine all'evoluzione dell'essere umano.
in chiave sociale la fedelta' invece diventa il mantenimento di un patto di "reciproca assistenza" che sfocia nel matrimonio inteso come momento di ufficializzazione di questo patto dinnanzi a tutti gli altri membri della medesima societa'. Ovviamente col tempo e la progressiva presa di coscenza della questione si cercano nuovi modi di "accordo" e di ufficializzazione (come pacs o simili), ma il succo del discorso resta quello: manifestare la fedelta' attraverso una cerimonia di conferma.

beninteso non che sia facile affrontare una cosa simile, soprattutto in una societa' come la nostra le cui dinamiche tra sessi sono esageratamente sbilanciate ed in cui sopravvivono determinati stereotipi maschilisti e femministi tali da permettere condizioni e comportamenti che spesso fanno a cazzotti con i grandi ideali a cui la civilta' occidentale si rifa' (la paura del diverso da se', il ruolo della donna, i tabu' anche sessuali e sociali imposti da determinate religioni, ecc): basti pensare ad esempio al concetto di delitto d'onore tipico della mentalita' "all'italiana", oppure a come la societa' interpreti ed accetti o meno il tradimento di un uomo piuttosto di quello di una donna: se l'uomo tradisce e' un don giovanni (quindi una accezione positiva, un modello da seguire), se lo fa una donna e' una troia (modello negativo e quindi alla fine da condannare o evitare).

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