Silvio prometteva la istituzione dei bordelli, avrebbe vinto

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nikkyblond
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Silvio prometteva la istituzione dei bordelli, avrebbe vinto

#1 Messaggio da nikkyblond »

le uniche proposte di legge depositate per modificare la legge sul meretricio erano quelle della CDL,L'Unione,(con quella befana della Turco in testa)era contraria.
Se hai votato per l'Unione, come puttaniere hai puntato sul cavallo sbagliato.Quindi teniamoci mafia albanese,rates alti e illegalita'.

I clienti di prostitute in Italia sono 9 milioni.
La CDL ha perso le elezioni per 25.000 voti.

Se invece di promettere l'abolizione dell'ICi Silvio prometteva la istituzione dei bordelli, avrebbe vinto le elezioni.
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VeronaAlcolica
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#2 Messaggio da VeronaAlcolica »

Si ma avrebbe per l'appoggio del Papa e di Ruini senza il quale non avrebbe mai rimontato lo svantaggio che aveva fino ad un mese fa.
Le leggi su certe materie in Italia le fa il Vaticano non i governi che siano di Destra o di Sinistra.......dove vivi a topolinia ?
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radek66
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#3 Messaggio da radek66 »

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VeronaAlcolica
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#4 Messaggio da VeronaAlcolica »

Hai ragione Radek chiedo umilmente scusa
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netwixon
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#5 Messaggio da netwixon »

Fermo restando che anche in paesi ultracivili come l'olanda la prostituzione regolamentata non è mai un' attività  pulita ed esente da loschi intrighi (sopratutto ad Amsterdam)....

Siamo veramente sicuri che la "legalizzazione" sia la soluzione migliore?

Di cosa ci lamentiamo noi puttanieri?
Del costo?Della qualità ? Della quantità ?

Cioè se pensiamo che la regolamentazione possa abbassare i prezzi iamo lontani parecchie miglia dalla realtà  dei fatti.

La legalizzazione o regolamentazione potrebbe forse solo minimamente ridurre i rischi di "sfruttamento" e di "istigazione". (che non è poco per carità )

Ma non credo che apporterebbe una riduzione di prezzi o un miglioramento della qualità , che, se ben ricompensata in italia è tutto sommato quantomeno sufficiente.

Ho letto anche su altri forum lamentele sui costi medi di una prostituta, ma non capisco come ancora oggi si possa credere che un mercato dedito agli edonisti , possa giocarsi al ribasso.

Sarebbe più interessante semmai creare offerte economiche capaci di soddisfare un bacino più vasto di utenza.

Tutto questo, in contrapposizione anche ai gusti personali.... per dirti io odio le barbie girls dell 'est e ritengo di aver scopato le donne più belle della mia vita al vecchio S berillo di catania per 25 mila lire. (compresi i 3 viaggi in olanda e i miei raid nei night club italiani...)


Detto questo caro nikky .....scordati la legalizzazione e trova un modo per farti i soldi o per farteli durare....

ciao. :)
www.netwixon.com

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zorro
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#6 Messaggio da zorro »

A proposito, tempo fa ho letto che una maitresse di Treviso inquisita per il suo mestiere, aveva fatto ricorso allo Corte Costituzionale contro la legge Merlin. Nessuno sa come sta andando a finire la faccenda?
-Le donne....tendono se tenute in cattivita' (in un ufficio ad esempio) a convergere le proprie attenzioni sul capobranco, al fine di acquisire o migliorare una posizione all'interno del sito che occupano.

In questo senso, sono simili alle cellule tumorali, che attaccano aggressivamente ma subdolamente al fine di estendere il controllo dell'organismo in cui risiedono, e infine di distruggerlo
(WARDOG Dom Giu 24, 2007 7:40 am)

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dostum
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#7 Messaggio da dostum »

Ecco il testo berlusconiano IMHO è pessimo anche rispetto alla Merlin

La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica: il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 15,30 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente, Silvio Berlusconi.
Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Gianni Letta.
Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti:

[...]

su proposta del Vicepresidente del Consiglio, Fini, del Ministro per le riforme istituzionali e la devoluzione, Bossi, e del Ministro per le pari opportunità , Prestigiacomo: - un disegno di legge che reca misure contro la prostituzione, nato dall'intento di contrastare l'evoluzione che il fenomeno ha avuto negli ultimi decenni, le sue interrelazioni con attività  criminose, il suo dilagare nelle strade, il suo crescente sfruttamento da parte di organizzazioni criminali, la sua diretta responsabilità  nella diffusione di gravi malattie di origine sessuale. Viene introdotto nell'ordinamento il divieto di esercitare la prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico (sanzionato in via pecuniaria e, in caso di reiterazione, con arresto fino a tre mesi e ammenda fino a mille euro) e si prevedono misure sanzionatorie anche nei confronti dei clienti. Parallelamente al divieto di esercizio pubblico, cessa di essere reato di favoreggiamento la locazione a prezzi di mercato di appartamenti nei quali si eserciti la prostituzione: se i possessori di altri appartamenti nel medesimo fabbricato subiscono danno potranno agire nelle forme consentite dal codice civile, mentre i regolamenti di condominio potranno limitare o proibire l'esercizio della prostituzione. Vengono inoltre finanziate iniziative di solidarietà  che possano aiutare chi si prostituisce a non cadere vittima di situazioni di sfruttamento.
Rilevante l'incoraggiamento esplicito a sottoporsi a controlli sanitari frequenti: il giudice chiamato a decidere su casi di omicidio colposo o di lesioni personali colpose, quando la morte sia stata causata da agenti patogeni trasmessi da chi eserciti abitualmente la prostituzione, dovrà  tenere conto nella valutazione della colpa anche della frequenza dei controlli sanitari effettuati dall'accusato.
Oltre ad inasprire notevolmente la pena prevista per chi compie atti sessuali con un minore, compreso fra quattordici e diciotto anni, in cambio di denaro o altra utilità  economica, il disegno di legge introduce l'ipotesi criminosa dell'associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e incentiva forme di collaborazione con la polizia giudiziaria che contribuiscano significativamente ad indagini concernenti la prostituzione minorile e le organizzazioni criminali che reclutino, incoraggino e favoriscano lo sfruttamento della prostituzione.
Il provvedimento prevede un significativo incremento dello stanziamento previsto per i programmi di assistenza ed integrazione sociale a favore degli stranieri che intendano sottrarsi ai condizionamenti criminali di una associazione dedita allo sfruttamento della prostituzione;

[...]

La seduta ha avuto termine alle ore 17,50.


--------------------------------------------------------------------------------

Il giorno dopo, "La Repubblica" ha così commentato:

La Repubblica, 21 dicembre 2002

Il consiglio dei ministri approva il disegno di legge
Previste sanzioni in denaro e, in caso di recidiva, l'arresto
Prostituirsi in strada sarà  reato
Ecco il progetto del governo
Di fatto sarà  consentito l'esercizio della professione in casa


ROMA - La sostanza è: in casa si puó. In strada o in qualsiasi luogo aperto al pubblico, diventa reato. Il Consiglio dei ministri, su proposta del vicepremier Gianfranco Fini e dei ministri Bossi e Prestigiacomo, ha approvato ieri un disegno di legge sulla prostituzione. Con cui, di fatto, si colpisce - e duramente - chi svolge la professione in strada e di fatto si regolarizza la posizione di chi la gestisce tra quattro mura.

Nel comunicato di Palazzo Chgii si parla di un progetto di legge che nasce "dall'intento di contrastare l'evoluzione che il fenomeno ha avuto negli ultimi decenni, le sue relazioni con attività  criminose, il suo dilagare nelle strade, il suo crescente sfruttamento da parte di organizzazioni criminali, la sua diretta responsabilità  nella diffusione di gravi malattie di origine sessuale".

Per questo il disegno di legge, che adesso dovrà  passare all'esame del Parlamento, prevede il divieto di esercitare la prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico. In caso di infrazione ci sarà  prima una sanzione di carattere pecuniario e poi, in caso di recidiva, l'arresto fino a tre mesi. Sono previste sanzioni anche nei confronti dei clienti.

Diversa invece la posizione di chi decide di esercitare la prostituzione in casa. Mentre si attua un giro di vite sul mercimonio di strada, insomma, si allargano le maglie su chi lavora al riparo dal "pubblico". Tanto è vero che non sarà  più reato di favoreggiamento affittare a prezzi di mercato appartamenti nei quali si eserciti la prostituzione.

Il disegno di legge del governo prevede peró disposizioni che esplicitamente incoraggiano le prostitute a sottoporsi a controlli sanitari frequenti. E inasprisce notevolmente la pena prevista per chi compie atti sessuali con un minore, in cambio di denaro.

Se il progetto passerà  l'esame delle Camere sarà  infine introdotta una nuova ipotesi criminosa: "L'associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione". Con essa sono previsti incrementi agli stanziamenti per i programmi di assistenza ed integrazione sociale a favore degli stranieri che intendano sottrarsi ai condizionamenti criminali di associazioni dedite allo sfruttamento della prostituzione.

Notare la dicitura "aperto al pubblico" possa benissimo comprendere Night etc etc..................
Ultima modifica di dostum il 27/04/2006, 14:21, modificato 1 volta in totale.
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nikkyblond
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#8 Messaggio da nikkyblond »

radek66 ha scritto::roll: :roll: :roll: :roll:
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dostum
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#9 Messaggio da dostum »

10 Ragioni per Legalizzare e Depenalizzare la Prostituzione.

1. La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione colpisce i trafficanti: queste persone traggono vantaggio proprio dalla mancanza di legalizzazione. La stragrande maggioranza delle prostitute sceglie liberamente di fare quel lavoro e si appoggia a chi può, legalmente o illegalmente, aiutarle a prostituirsi. Se manca l'alternativa legale, allora si rivolgono a quella illegale. In Olanda la legalizzazione ha espulso i trafficanti dai bordelli e ha dato alle prostitute sfruttate un'alternativa legale. Dove ci sono ancora problemi, come per le immigrate senza permesso, è proprio perchè non c'è ancora per loro una possibilità legale di prostituirsi.

2. La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione e dell'industria del sesso non promuove il commercio del sesso: permette semplicemente che sia svolto in modo più sicuro e controllato, per chi lo ha scelto. Oltre a ciò, l'opporsi al "commercio del sesso" tra adulti liberi e responsabili, per motivi ideologici, non è accettabile in una democrazia. Quindi il problema non è affatto di "promuovere" oppure "ostacolare", è solo quello di rispettare le libere scelte individuali, di tutti. Ogni altra posizione è fascismo morale.

3. La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione controlla l'industria del sesso, non la espande: non c'è alcun caso di clamoroso aumento del mercato della prostituzione post-legalizzazione, che non sia quello fisiologico dovuto alla globalizzazione e alla sempre maggiore mobilità delle migranti. I casi spesso citati dello Stato australiano di Victoria o dell'Olanda sono dei falsi documentati, costruiti dai sostenitori della criminalizzazione.

4. La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione non aumenta la prostituzione clandestina, nascosta, illegale e di strada: casomai fa emergere l'illegalità e offre alle prostitute un'alternativa legale. E se nei casi meno felici la legalizzazione può spingere alcune clandestine e schiavizzate in strada, le sposta dove però sono controllabili. Espellendo l'irregolarità dalle strutture legali, che possono essere facilmente controllate con procedure routinarie, si circoscrive anche l'area che la polizia deve indagare, favorendone il lavoro.

5. La legalizzazione della prostituzione e la depenalizzazione dell'industria del sesso non aumenta la prostituzione minorile: essendo illegale, quella prostituzione non potrà mai appoggiarsi ad una legalizzazione! Tutti i paesi al mondo che hanno legalizzato e regolamentato la prostituzione hanno leggi severissime contro la prostituzione dei minori. La prostituzione infantile è solo una quota minimale della prostituzione in generale e dipende dallo stato di povertà più che da ogni altra cosa, non certo dall'accettazione legale degli Eros Center. Il caso spesso citato dell'Olanda è un altro clamoroso e totale falso fatto dai sostenitori della criminalizzazione, come è facilissimo documentare.

6. La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione protegge le donne che si prostituiscono: una prostituta sfruttata in un bordello può denunciare il gestore e una prostituta schiava può denunciare lo sfruttatore, senza temere di finire in galera o espulsa come sarebbe se fosse criminalizzata. L'esperienza olandese dimostra proprio quanta maggiore forza può dare la legalizzazione alle prostitute. Solo gli aspetti che ancora permangono di non legalizzazione, come lo status delle migranti senza permesso, lascia uno spazio di manovra agli schiavisti. Al contrario, la criminalizzazione rende le donne più deboli, come è avvenuto in Svezia.

7. La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione non aumenta la domanda di prostituzione: nessun uomo contrario alla prostituzione andrà mai con una prostituta per il solo fatto che sia diventato "legale" farlo. E chi ci vuole andare ci va comunque, che sia legale, tollerato oppure non legale. Quanto al fatto che la legalizzazione renda la prostituzione più socialmente accettabile, ciò in linea di massima è vero: ma non è certo un fatto negativo. Anzi, al contrario, è proprio quello che le prostitute stesse vogliono. Ed esiste un vastissimo settore di opinione pubblica, in ogni paese, che considera assolutamente positiva e necessaria l'accettazione sociale della prostituzione come un lavoro dignitoso.

8. La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione protegge la salute delle donne: perfino dove i controlli sanitari non sono obbligatori, il fatto di fornire alla prostitute strutture non burocratizzate e non moralisticamente contrarie, favorisce moltissimo i controlli volontari (l'Olanda ne è un esempio). Una prostituta che lavora in una prostituzione resa difficile dalla criminalizzazione (vedi Svezia) è facilmente indotta ad accettare rapporti non protetti, una che lavora legalmente ha non solo più forza legale per opporsi alla violenza ma è anche indotta a meglio proteggersi, per non rischiare di perdere il lavoro.

9. La legalizzazione/depenalizzazione della prostituzione rispetta la scelta delle donne: nessuna donna viene costretta dalla legge a fare la prostituta e la legge protegge quelle che ne vogliono uscire. Dire che le donne "non possono scegliere" di fare le prostitute ma che ne sono sempre indotte dalle circostanze, non solo in moltissimi casi è falso ma equivale a dire che nessuna donna sceglie di fare l'operaia, perchè farebbe volentieri qualcos'altro; non risultano, però, movimenti femministi o moralisti che si propongono di salvare le donne dalla "scelta forzata" della fabbrica, nè qualcuno che propone di criminalizzare i proprietari della fabbrica stessa ... Se c'è una cosa che rispetta la scelta di quelle donne è proprio quella di dare legalità e dignità al lavoro di prostituta. Se c'è una cosa che invece non rispetta la loro scelta è quella di non dare alternative alle donne che non siano l'illegalità , la "redenzione" o l'uscita forzata dal lavoro che si è scelto.

10. Le donne nel mondo della prostituzione vogliono che l'industria del sesso sia legalizzata o depenalizzata: nessuna organizzazione di prostitute osteggia la legalizzazione o la depenalizzazione, anche quando ne critica dei singoli aspetti, e nessuna prostituta vuole essere criminalizzata. Alcune prostitute si possono opporre alla tassazione dei loro guadagni, altre si oppongono ai vincoli burocratici, altre ancora alle cattive condizioni di lavoro e infine ci sono quelle che criticano la mancanza di appoggio che i governi danno alle immigrate. Ma nessuna vuole essere nè criminalizzata nè ostacolata nel proprio lavoro. Basta andare sui siti delle organizzazioni delle prostitute per rendersi conto che tutte chiedono la stessa cosa: libertà , dignità e sicurezza per tutti coloro che si prostituiscono.


Jonathan
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#10 Messaggio da VeronaAlcolica »

nikkyblond ha scritto:
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#11 Messaggio da dostum »

Cofferati ingaggia i «trans» per battere la prostituzione
- di STEFANO FILIPPI -

Stefano Filippi
nostro inviato a Bologna

La ricetta di Sergio Cofferati per combattere la prostituzione sotto le Due Torri è un contratto con il Mit, che però non è il mitico Massachusetts Institute of Technology americano, ma il nostrano Movimento di identità transessuale. Accordo per un anno, 80.800 euro complessivi «per lo svolgimento di attività professionali finalizzate a interventi di riduzione del danno per la prostituzione a Bologna e in parte del territorio metropolitano».
Il nuovo paladino della legalità a sinistra si affida dunque ai transex per l'ultima crociata moralizzatrice, quella contro la prostituzione. Perché proprio il Mit? Non è dato sapere: l'associazione infatti, scrive il direttore del settore Politiche della sicurezza, è stata selezionata «a trattativa privata diretta, a seguito di gara ufficiosa»: si sono accordati tra loro, insomma. Ovviamente «nel rispetto dei vigenti regolamenti e della legge 191/04». Una scelta alla quale Cofferati non dev'essere rimasto estraneo,
visto che la sicurezza è una delega che il sindaco ha tenuto per sé.
Il progetto, di cui poco si è parlato finora, è partito a giugno. Spiega Silvia Lolli, la funzionaria comunale che segue l'attività : «Il servizio si è focalizzato su informazione e prevenzione su strada mediante l'unità di strada e il drop in». Che vuol dire «fare una visitina» nella nuova lingua ufficiale di Palazzo D'Accursio, dove i cittadini sono chiamati city users e il Comune organizza un counselling per la prostituzione indoor.

Sono svariate le attività affidate per 81mila euro al movimento guidato da Marcella Di Folco, ex consigliere comunale Verde, sessantatreenne transessuale conosciutissima a Bologna. Il capitolato elenca la «mappatura del fenomeno», la «sensibilizzazione verso un uso civile degli spazi pubblici per evitare comportamenti lesivi ai city users», la «distribuzione di materiale informativo e di prevenzione sanitaria», «l'accompagnamento ai servizi sanitari», «collegamenti con i servizi di uscita dalla tratta».
Naturalmente Cofferati non lesina i mezzi agli operatori sociali. Il Comune di Bologna mette a disposizione una sede in via Solferino, le auto e la benzina per le uscite su strada, il materiale informativo, i profilattici, un telefonino per ogni operatore ed eventualmente altro personale esperto a supporto. Ma sta sollevando polemiche l'ultima delle attività affidate al Mit, cioè l'estensione della «riduzione del danno» alla prostituzione indoor, vale a dire quella praticata non sulle strade ma nelle case.
L'obiettivo è, illustra Lolli, «riuscire a contattare la maggior parte delle persone che si prostituiscono in appartamento per stabilire con esse un rapporto produttivo in termini di informazione e prevenzione».
«Nelle case del vizio non si mandano i servizi sociali ma le forze dell'ordine», protesta Alecs Bianchi, consigliere comunale Udc e spina nel fianco di Cofferati. Come utilizzerà il primo cittadino le informazioni sulle prostitute casalinghe? Mappatura, quantificazione del fenomeno, «sperimentazione di contatto», secondo i sociologismi dei funzionari comunali? O segnalazione alla questura dei reati?

«Qui a Bologna sono stati condannati per favoreggiamento i vecchietti che accompagnavano le "signorine" dalla stazione al luogo di lavoro - ricorda Bianchi -. Se qualcuno dovesse tenere per sé notizie di reato, potrebbe essere considerato favoreggiatore anche lui. Sindaco compreso». E compresi i proprietari delle case affittate per il sesso a pagamento scovati dal Mit.
Secondo un'indagine della Regione Emilia Romagna, sarebbero tra 500 e 600 gli appartamenti a luci rosse di Bologna. «Non mi capacito che il Comune possa diventare interlocutore di un mondo criminale - dice Bianchi -. Questo fenomeno, che la stessa Regione definisce "invisibile", appare molto più esteso di quello sulla strada, con aggravanti legali difficili da gestire per una pubblica amministrazione. Occorre collaborazione con le forze dell'ordine, non "interventi sperimentali" affidati ai transessuali».

(da "Il Giornale" on-line,
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)


Qualche commento, dopo aver precisato che sto forzatamente a quanto scritto ma che vorrei leggere i termini esatti della questione, possibilmente non da "Il Giornale" (ma questo l'avevo già detto ...):

1) Cofferati sembra aver adottato un approccio pragmatico e non troppo moralistico, almeno all'apparenza, nonostante l'articolo sembri affermare il contrario: si affida ad un'organizzazione di operatori di strada che per di più è un movimento transessuale, parla di "riduzione del danno" (che è un'impostazione moralistica, ma meno peggio di tante altre ...), di sanità , di informazione, ecc.
Considerato il Cofferati tutto "law-and-order" degli ultimi tempi, avrei temuto di peggio ...
Mi chiedo se avrebbe il coraggio, alla fine della "mappatura", di proporre una cosa sensata (e neppure inedita in Italia) come la "zonizzazione" della prostituzione di strada, finendola quindi con le moralistiche scorribande notturne anti-prostituzione ed anti-clienti che qualche volta hanno luogo anche nella citta felsinea (anche se altre città stanno ben peggio, mi risulta).
Mi auguro di non essere troppo ottimista e che il sindaco Cofferati non mi deluda: vederlo mettersi al fianco dei sindaci "multatori" o di quelli che una sera si ed una no mandano fuori la Polizia Comunale a rompere le scatole alle prostitute (e a i clienti) per farle "sloggiare", sarebbe una cosa troppo deprimente ...

2) il contattare la prostituzione "indoor" è cosa buone e sensata se fatta in modo collaborativo e non invadente. E credo proprio che così verrà fatta.
Del resto, la prostituzione non è reato e neanche la Polizia potrebbe introdursi a forza nell'appartamento di una prostituta, tranne in caso di sospetto di reato e su mandato giudiziario.
Solo un cerebroleso ignorante può uscirsene con frasi come "nelle case del vizio non si mandano i servizi sociali ma le forze dell'ordine", ma le esternazioni di di certa gente non mi stupiscono, anzi mi stupirei del contrario ...
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