IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
Xe pèso el tacòn del buso
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
La visione teologica di papafrancesco
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
Con il Dalai Lama condivide lo sfondo sessuale dietro l'allentamento dei centri inibitori.Gargarozzo ha scritto: ↑31/05/2024, 2:52
Come dialoghi a Tavecchio, come estetica a Prigozhin, come "sindrome del morto che cammina" a Saviano, gli manca una condanna per scandalo sessuale per assomigliare a Trump, la demenza di Biden invece mi pare inizi ad incamerarla bene.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
Vaticano: mons. Carlo Maria Viganò scomunicato per scisma
https://www.agensir.it/quotidiano/2024/ ... er-scisma/
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
Si fosse limitato a inculare qualche marmocchio, a spacciare cocaina e fare palate di soldi sullo sfruttamento delle baldracche minorili... una tiratina d'orecchie poteva bastare.Drogato_ di_porno ha scritto: ↑05/07/2024, 18:54Vaticano: mons. Carlo Maria Viganò scomunicato per scisma
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No, ha voluto strafare
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
e chissa' quanti appartamenti nascosti ha.....
Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato ( Arthur Schopenhauer )
" Ste sgallettate che non sanno fare un cazzo e non partoriscono un concetto nemmeno sotto tortura
sono sacchi a pelo per il cazzo " ( Cit. ZETA )
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
Il Santo Padre ha nominato vice direttore della direzione per gli affari generali del dicastero per la comunicazione l’illustrissimo dottore Francesco Valle, finora officiale della medesima istituzione curiale
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
Herma, corri qui presto 

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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
frati d'assalto
I due frati arrestati per una rapina ad Afragola
I carabinieri di Afragola in provincia di Napoli hanno arrestato sei persone nell’ambito di un’indagine su una rapina. Tra questi anche due frati. Si tratta di padre Domenico Silvestro, parroco della basilica di Sant’Antonio di Afragola, in provincia di Napoli, e padre Nicola Gildi, all’epoca dei fatti di stanza nella stessa parrocchia e oggi rintracciato dai carabinieri nel convento “Santa Maria Occorrevole” di Piedimonte Matese (Caserta). Il primo è ritenuto il mandante della rapina del 26 aprile ai danni di due uomini, uno dei quali extracomunitario. Secondo la procura di Napoli la rapina sarebbe stata eseguita su mandato dei due religiosi per coprire abusi sessuali nei confronti di due vittime. Le quali avevano memorizzato «immagini e chat a dir poco imbarazzanti che avrebbero potuto creare seri problemi ad alcuni frati dei monasteri in cui avevano lavorato le stesse vittime». Obiettivo della rapina esclusivamente i cellulari. L’inchiesta è affidata al pubblico ministero Cesare Sirignano.
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
L’accusa dei pm di Genova: “Don Melis, sesso con i minori sapendo di aver contratto l’Hiv”
Si indaga su possibili altri casi non denunciati. Mercoledì l’interrogatorio
GENOVA. Padre Andrea Melis, il sacerdote e preside della scuola Assarotti arrestato venerdì dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Genova Centro con l’accusa di abusi sessuali su minori, è risultato essere positivo all’Hiv. Lo ha ammesso lui stesso ai carabinieri durante la perquisizione domiciliare della sua stanza all’interno della struttura ecclesiastica di via San Bartolomeo degli Armeni.
Prete arrestato per violenza sessuale, chat sotto esame. Pm a caccia di vittime e testimoni
Quando i detective dell’Arma hanno trovato e contestato al sacerdote la presenza di alcuni medicinali specifici, Melis ha ammesso e chiarito. «Ho contratto il virus dieci anni fa in Africa». E però ora questa patologia rischia di avere un peso notevole in un’inchiesta penale ancora in corso. Per la giudice Milena Catalano che ha firmato la richiesta d’arresto del sacerdote la sieropositività di padre Melis è un elemento chiave per dimostrare la sua pericolosità sociale. E dunque la necessità che venga ristretto quantomeno agli arresti domiciliari. Scrive il magistrato: «La pericolosità sociale del sacerdote è ancora maggiore se si pensa al fatto che è portatore di Hiv e che ha intrattenuto rapporti non protetti con la vittima degli abusi. In questo modo l’ha condannata alla stessa malattia di cui è portatore ma lo ha anche e soprattutto esposto al pericolo di Aids».
Sulla patologia di Melis sono in corso accertamenti da parte della Procura. I carabinieri del nucleo operativo di Genova Centro su mandato del pubblico ministero Federico Panichi che coordina l’inchiesta hanno fatto svolgere accertamenti sanitari sul giovane di 16 anni che per più di tre anni ha subito abusi sessuali non protetti dal sacerdote. Al momento il giovane è risultato negativo alla profilassi. Ma, è bene chiarirlo, questa condizione può cambiare da un momento all’altro. Nel momento in cui la vittima dovesse risultare positiva o portatrice di Hiv per padre Andrea Melis il quadro accusatorio si aggraverebbe e non di poco. Perché il sacerdote genovese rischierebbe l’accusa anche di lesioni dolose gravissime. Che per ora resta congelata in attesa degli sviluppi sulle condizioni sanitarie del ragazzo. Così come potrebbe essere contestata al sacerdote nel caso in cui emergano nuove vittime e nuovi contagi. Questo anche alla luce dell’appello lanciato nelle ultime ore da Procura e carabinieri alla ricerca di possibili nuovi giovani e studenti che hanno subito abusi sessuali dal sacerdote.
Padre Andrea Melis, al momento, è accusato di abuso sessuale su minori, prostituzione minorile e di due tentate violenze sessuale. Il giudice nell’ordinanza di arresto ha evidenziato come il sacerdote «agisca sotto la spinta di pulsioni perverse, difficilmente controllabili trovando appagamento sessuale solo con il coinvolgimento di minori». Domani (mercoledì) Padre Melis sarà interrogato dal giudice per l’interrogatorio di convalida. Ma i suoi legali Raffaele Caruso e Graziella Delfino hanno già fatto sapere che non risponderà alle domande del magistrato avvalendosi della facoltà di non rispondere.
I difensori: “Padre Melis è in cura da anni”
"Nel rimarcare la drammaticità della vicenda e la piena consapevolezza di tutti gli aspetti che la caratterizzano, riteniamo sia necessario offrire alcune precisazioni –scrivono gli avvocati Raffaele Caruso e Graziella Delfino – Il primo chiarimento: padre Melis vive con infezione da Hiv ma la sua situazione è in cura da 12 anni presso l’ospedale San Martino e da oltre 10 anni la terapia che sta seguendo ha dato esiti positivi, poiché i controlli che periodicamente esegue confermano la non rilevabilità del virus che quindi è totalmente sotto controllo e, per l’appunto, irrilevante. Quando il virus non è rilevabile non è nemmeno trasmissibile. Questo è un principio e una conquista dell’infettivologia. Comunemente questo viene definito con l’acronimo U=U, undetectable uguale untransmittable. Colui il quale si trova in questa condizione non è neanche tenuto a comunicarla perché egli non rappresenta un pericolo per gli altri. Il secondo dato è quello dell’ultra sensibilità di questa informazione: su questi dati dovrebbe stendersi in maniera totale il velo della privacy per evitare che un dato di paura istintiva, che spesso è dovuta all’insufficienza delle informazioni scientifiche, non provochi uno stigma sulle persone. Il pensiero va ancora una volta alla persona offesa che si trova sulle spalle anche la diffusione di un’informazione di questo tipo che aggiunge il rischio di un peso ulteriore al dolore che la vicenda reca con sé. Padre Melis non aveva comunicato questa notizia a nessuno, né al suo ordine, né alla sua famiglia. Nessuno conosceva questo dato, ma questo silenzio ha una sua legittimità che nasce anche dalle conquiste della scienza. Nonostante il silenzio serbato rispetto ai fatti, padre Melis ha invece comunicato agli inquirenti questa informazione (peraltro acquisita anche attraverso una serie di documenti medici), perché fosse gestita al meglio nell’interesse della persona offesa. Ci troviamo di fronte ad un fatto drammatico in cui non c’era bisogno di questo elemento di narrazione: gli elementi di gravità sono già pesantissimi e forse questa diffusione poteva essere risparmiata all’indagato e ancor più alla persona offesa”.
I fatti contestati
Melis appartiene all'Ordine dei Padri Scolopi, ed era direttore della Scuola elementare e della Fondazione Assarotti oltre a essere presidente di Fidae Liguria (Federazione di scuole cattoliche primarie e secondarie) e parroco della chiesa di Sant'Antonio da Padova a Finale Ligure in provincia di Savona. È qui che ha conosciuto la sua vittima.
Il ragazzino all'epoca dei fatti aveva 12 anni, frequentava la chiesa come chierichetto e dava una mano. Melis aveva iniziato a fargli costosi regali. I familiari avevano intuito e avevano detto al ragazzino di non accettare nulla. Ma di nascosto dai genitori, gli incontri erano andati avanti. Ogni volta che si vedevano il prete, secondo l'accusa, gli dava 100 o 200 euro. Regalava tute di marca, una volta anche un telefonino da 800 euro. Quando poi il ragazzino, a 16 anni, si è trasferito a Genova per studiare, i rapporti sono continuati. Gli incontri avvenivano nell'appartamento messo a disposizione dentro il plesso scolastico dove lui insegnava ed era direttore. E tra i suoi ex alunni ci sarebbero anche due giovani che avrebbero schivato un approccio sessuale. Il parroco, secondo la giudice che ha disposto gli arresti domiciliari, ha agito sotto "la spinta di impulsi perversi", carpendo la fiducia dei "ragazzini attirandoli a casa sua, vicino le chiese" e facendoli "accedere a tutto ciò che un adulto proibisce". E la sua pericolosità, secondo la giudice, "non è connessa esclusivamente alla sua qualità di sacerdote e di insegnante, da cui è sospeso, ma anche alla sua capacità, acquisita proprio per effetto delle professioni svolte, di avvicinarsi ai minori, di farsi capire dagli stessi, ponendosi come loro amico e complice".
Tratto da Il Secolo XIX
Si indaga su possibili altri casi non denunciati. Mercoledì l’interrogatorio
GENOVA. Padre Andrea Melis, il sacerdote e preside della scuola Assarotti arrestato venerdì dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Genova Centro con l’accusa di abusi sessuali su minori, è risultato essere positivo all’Hiv. Lo ha ammesso lui stesso ai carabinieri durante la perquisizione domiciliare della sua stanza all’interno della struttura ecclesiastica di via San Bartolomeo degli Armeni.
Prete arrestato per violenza sessuale, chat sotto esame. Pm a caccia di vittime e testimoni
Quando i detective dell’Arma hanno trovato e contestato al sacerdote la presenza di alcuni medicinali specifici, Melis ha ammesso e chiarito. «Ho contratto il virus dieci anni fa in Africa». E però ora questa patologia rischia di avere un peso notevole in un’inchiesta penale ancora in corso. Per la giudice Milena Catalano che ha firmato la richiesta d’arresto del sacerdote la sieropositività di padre Melis è un elemento chiave per dimostrare la sua pericolosità sociale. E dunque la necessità che venga ristretto quantomeno agli arresti domiciliari. Scrive il magistrato: «La pericolosità sociale del sacerdote è ancora maggiore se si pensa al fatto che è portatore di Hiv e che ha intrattenuto rapporti non protetti con la vittima degli abusi. In questo modo l’ha condannata alla stessa malattia di cui è portatore ma lo ha anche e soprattutto esposto al pericolo di Aids».
Sulla patologia di Melis sono in corso accertamenti da parte della Procura. I carabinieri del nucleo operativo di Genova Centro su mandato del pubblico ministero Federico Panichi che coordina l’inchiesta hanno fatto svolgere accertamenti sanitari sul giovane di 16 anni che per più di tre anni ha subito abusi sessuali non protetti dal sacerdote. Al momento il giovane è risultato negativo alla profilassi. Ma, è bene chiarirlo, questa condizione può cambiare da un momento all’altro. Nel momento in cui la vittima dovesse risultare positiva o portatrice di Hiv per padre Andrea Melis il quadro accusatorio si aggraverebbe e non di poco. Perché il sacerdote genovese rischierebbe l’accusa anche di lesioni dolose gravissime. Che per ora resta congelata in attesa degli sviluppi sulle condizioni sanitarie del ragazzo. Così come potrebbe essere contestata al sacerdote nel caso in cui emergano nuove vittime e nuovi contagi. Questo anche alla luce dell’appello lanciato nelle ultime ore da Procura e carabinieri alla ricerca di possibili nuovi giovani e studenti che hanno subito abusi sessuali dal sacerdote.
Padre Andrea Melis, al momento, è accusato di abuso sessuale su minori, prostituzione minorile e di due tentate violenze sessuale. Il giudice nell’ordinanza di arresto ha evidenziato come il sacerdote «agisca sotto la spinta di pulsioni perverse, difficilmente controllabili trovando appagamento sessuale solo con il coinvolgimento di minori». Domani (mercoledì) Padre Melis sarà interrogato dal giudice per l’interrogatorio di convalida. Ma i suoi legali Raffaele Caruso e Graziella Delfino hanno già fatto sapere che non risponderà alle domande del magistrato avvalendosi della facoltà di non rispondere.
I difensori: “Padre Melis è in cura da anni”
"Nel rimarcare la drammaticità della vicenda e la piena consapevolezza di tutti gli aspetti che la caratterizzano, riteniamo sia necessario offrire alcune precisazioni –scrivono gli avvocati Raffaele Caruso e Graziella Delfino – Il primo chiarimento: padre Melis vive con infezione da Hiv ma la sua situazione è in cura da 12 anni presso l’ospedale San Martino e da oltre 10 anni la terapia che sta seguendo ha dato esiti positivi, poiché i controlli che periodicamente esegue confermano la non rilevabilità del virus che quindi è totalmente sotto controllo e, per l’appunto, irrilevante. Quando il virus non è rilevabile non è nemmeno trasmissibile. Questo è un principio e una conquista dell’infettivologia. Comunemente questo viene definito con l’acronimo U=U, undetectable uguale untransmittable. Colui il quale si trova in questa condizione non è neanche tenuto a comunicarla perché egli non rappresenta un pericolo per gli altri. Il secondo dato è quello dell’ultra sensibilità di questa informazione: su questi dati dovrebbe stendersi in maniera totale il velo della privacy per evitare che un dato di paura istintiva, che spesso è dovuta all’insufficienza delle informazioni scientifiche, non provochi uno stigma sulle persone. Il pensiero va ancora una volta alla persona offesa che si trova sulle spalle anche la diffusione di un’informazione di questo tipo che aggiunge il rischio di un peso ulteriore al dolore che la vicenda reca con sé. Padre Melis non aveva comunicato questa notizia a nessuno, né al suo ordine, né alla sua famiglia. Nessuno conosceva questo dato, ma questo silenzio ha una sua legittimità che nasce anche dalle conquiste della scienza. Nonostante il silenzio serbato rispetto ai fatti, padre Melis ha invece comunicato agli inquirenti questa informazione (peraltro acquisita anche attraverso una serie di documenti medici), perché fosse gestita al meglio nell’interesse della persona offesa. Ci troviamo di fronte ad un fatto drammatico in cui non c’era bisogno di questo elemento di narrazione: gli elementi di gravità sono già pesantissimi e forse questa diffusione poteva essere risparmiata all’indagato e ancor più alla persona offesa”.
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
porcellino
Beccato in video gay sui siti porno il prete omofobo che insultava la «lobby Lgbtq»: l'arcivescovo lo sospende
Peter Gergo Bese era il prediletto di Viktor Orban, soprattutto per le sue uscite omofobe, che però erano solo una copertura per la sua doppia vita
BUDAPEST - Beccato in video gay sui siti porno il prete omofobo che insultava la «lobby Lgbtq»: l'arcivescovo lo sospende. Da prete star della televisione e orgoglio del governo di Viktor Orban, in Ungheria, allo scandalo che ha imbarazzato il presidente e ha fatto muovere il Vaticano. Peter Gergo Bese, parroco ungherese che attaccava le lobby Lgbtq, è stato beccato in alcuni video gay finiti anche su siti porno. Padre Bese era il prediletto di Orban, tanto che il presidente gli aveva fatto anche benedire alcuni uffici del governo, scrive Il Fatto Quotidiano. Dal 6 settembre però, di lui sui profili social del regime non c'è più traccia. L'arcivescovo Kalocsa-Kecskemet, su impulso del Vaticano che gli ha chiesto di indagare sulla questione, ha sospeso il prete. Il magazine ungherese Valasz Online ha rivelato il dossier del governo sulla doppia vita del parroco, che in pubblico attaccava il mondo Lgbtq, ma poi partecipava a feste gay, come testimoniato da foto e video finiti anche su alcuni siti pornografici.
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
[Scopri]Spoiler
Sul sesso tantrico ancora silenzio?
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
Papa: "L'aborto è omicidio, un atto criminale"
"Sconfitta per chi lo pratica, killer prezzolato chi si rende complice"
https://www.rainews.it/articoli/ultimor ... scienza%22.
"Sconfitta per chi lo pratica, killer prezzolato chi si rende complice"
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
La legge è uguale per tutti.
Quando mai...
Ruba in chiesa la reliquia di San Nicola, madre superiora ai domiciliari ad Ariano Irpino
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"I lesbo sono migliori se leggermente asimmetrici" Gargarozzo
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