chapeau almeno rispetto al quadrumane frequenti gente conosciutaOSCAR VENEZIA ha scritto: ↑08/06/2025, 9:22Claudio G Fava. Il critico cinematografico. Bravo. Sembra che se non metti sempre la G on si riconosce.dostum ha scritto: ↑08/06/2025, 3:44Claudio G.Fava?,Fisichella ci azzeccò in pieno quando disse nel 2005 che con l'immigrazione la polemica antimeridionale leghista sarebbe sparitaOSCAR VENEZIA ha scritto: ↑07/06/2025, 22:29No.
Margherita Bui l’ho incontrata dal fornaio tavola calda “ La Madia” al quartiere
Io li in mezzo ero il più figo, ma non lo facevo pesare stavo un po’ in disparte, con nonchalance e le donne che c’erano mi cadevano nel piatto senza colpo ferire.
C’era pure una parlamentare dei Verdi che mi guardava insistentemente ed io non affondai, dovrei fare una ricerca perché non mi ricordo il nome , ma la ragione per cui non affondai me la ricordo bene.
Erano tutti saputelli,un 5-6 anni più di me, molti facevano parte di una sedicente associazione di giovani amici di Indro Montanelli.
Io ero diverso avevo più successo con le donne ma inspiegabilmente ero pure profondo e quando aprivo bocca andavo al cuore del problema. Uno di questi e’ ora il presidente di confedilizia
(OT) 23/06/2016: UKs UE referendum. Sarà la fine dell'Eu?
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
Re: (OT) 23/06/2016: UKs UE referendum. Sarà la fine dell'Eu?
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
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Re: (OT) 23/06/2016: UKs UE referendum. Sarà la fine dell'Eu?
Sono cose finite da tanto tempo.
Io non ho tratto nessun beneficio concreto da queste riunioni.
Io non ho tratto nessun beneficio concreto da queste riunioni.
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Re: (OT) 23/06/2016: UKs UE referendum. Sarà la fine dell'Eu?
Talmente bello questo articolo postato da dos che gli ho fatto un piccolo editing.
Come ho potuto pensare di essere europeista?
di Franco Berardi Bifo
L’Europa è il cuore di tenebra dell’orrore che chiamiamo storia, scrive Franco Berardi Bifo in questo prezioso esercizio di critica e autocritica
Credevamo
Credevamo che fosse finito l’orgoglio demente
delle bandiere al vento
Credevamo che fossero passate di moda
quelle parole idiote
che trasformano gli imbecilli in assassini.
Credevamo si fosse esaurita
la passione di distruggere per poi ricostruire,
e la passione di uccidere per non morire.
Credevamo che nie wieder significasse “Mai più”
e non “fino alla prossima volta”.
Credevamo che il genocidio
fosse cosa di un’epoca passata.
Così credevamo, così avevamo capito.
Avevamo capito male, ora lo sappiamo.
Ora la compassione è spazzata via
dal portento mirabile dell’energia.
Che, libera dai vincoli della ragione,
si esprimerà di nuovo incontenibile.
Fino all’esaurimento del suo potenziale
che questa volta è destinato a cancellare tutto.
Ritornano di moda
i sentimenti rancidi di appartenenza
a qualche merdosa nazione.
Facciamocene una ragione.
Gli uomini sono così, non c’è alcuna speranza
di cambiarne il modo di funzionamento:
vince chi è più spietato
anche se non è chiaro cos’ha vinto.
Questa volta s’è spento
l’ultimo lume.
Chiediamo scusa
a quelli che non hanno alcuna colpa
di essere capitati in questo inferno.
E lasciamo chi non è ancora nato
nel solo luogo in cui si sta un po’ in pace,
il nulla eterno.
Nei secoli piazza del Popolo ne ha viste di tutti i colori. Ma un’adunata di somari come quella che si è assembrata il 15 marzo in risposta al ragliare di Michele Serra non l’aveva vista mai.
Confesso di non aver molto rispetto per chi riceve lo stipendio dai padroni de La Repubblica, padroni che per decenni hanno rapinato i contribuenti per poi trasferire le loro fabbriche all’estero, dove ci sono operai che costano meno di quelli italiani. Ma ho ancora meno rispetto per chi chiama a sventolare la bandiera europea mentre l’Europa assomiglia sempre più a quello che era nel 1941, quando le truppe naziste la occupavano da Varsavia a Parigi.
Sebbene io sia un po’ sordo, tutto quel ragliare ha raggiunto le mie orecchie. La palma della somaraggine se la guadagna il professor Vecchioni il quale ha dichiarato solennemente:
“… siamo tutti indoeuropei, abbiamo avuto una filologia romanza, parliamo allo stesso modo, ci guardiamo allo stesso modo, abbiamo gli stessi proverbi, modi di dire, pensieri […] abbiamo libertà ovunque, abbiamo la democrazia, ma quella non ce l’hanno tutti, ce l’abbiamo noi. Che è un’invenzione […] dei Greci, che è arrivata fino a noi. Ora, chiudete gli occhi un momento e pensate ai nomi che vi dico: io vi dico Socrate, vi dico Spinoza, Cartesio, vi dico Hegel, Marx e vi dico anche Shakespeare, vi dico Cervantes, vi dico Pirandello, Manzoni, Leopardi. Ma gli altri le hanno queste cose?[…]”.
Nemmeno al bar Messico, quando tutti sono al quattordicesimo bicchierino, avevo sentito un lista di sciocchezze come quella che ha detto questo ignorante presuntuoso.
Dunque, riassumiamo: questo Vecchioni è indoeuropeo, e ha avuto la filologia romanza che non è un’influenza come pensate voi. Voi ce l’avete la filologia romanza? Credo di no, è roba per professori con la laurea, come direbbe Peppino de Filippo. Ma ora chiudete un momento gli occhi e ripetete con me: Socrate, Spinoza, Cartesio, Hegel e Marx…
A parte la pena che provocano questi intellettuali del corriere dei piccoli, quella cui stiamo assistendo è un’esplosione di ignoranza senza precedenti. L’aveva anticipata l’illustre coltissimo Rampini il quale, in un libro dal titolo Grazie Occidente ha invitato le popolazioni inferiori di tutto il globo a ringraziarci per tutte le strabilianti tecnologie di cui gli abbiamo fatto dono: perline, specchietti e cellulari e anche una sveglia da portare al collo.
Ma dietro tanta ignoranza e patetica presunzione da lei non sa chi sono io, c’è qualcosa di più preoccupante. Andrea Colamedici nel suo Substack ha scritto recentemente: c’è uno spettro che si aggira per l’Europa. Lo spettro, spiega Colamedici, è quello dell’irrilevanza. L’Unione Europea è meritatamente irrilevante perché ha obbedito senza discutere agli ordini di Joe Biden, a costo di rovinarsi economicamente. Poi è divenuta doppiamente irrilevante quando Biden è andato in pensione e il suo successore ha mandato Vance a dire agli europei la dolorosa verità, quasi fosse Alberto Sordi: io sono io e voi non siete un cazzo. Il punto è proprio questo – duole dirlo. Vance, Trump e il loro amico Putin hanno dimostrato che gli europei non sono nulla, nonostante la filologia romanza del professor Vecchioni. Essi furono, come no.
Un illustre passato
Gli europei possono vantare un illustre passato: furono gli sterminatori prediletti dal dio maledetto della bibbia, e in nome della Bibbia Hernan Cortes strangolò Montezuma che se la era portata all’orecchio sperando di sentire le voci poi la gettò per terra dicendo: a me non dice niente. Europeo fu Leopoldo del Belgio il quale si impossessò con la forza delle armi dell’immenso territorio del Congo, uccise milioni di indigeni (Mark Twain scrive che i morti furono dieci milioni, ma nessuno potrà mai contarli). Europei sono coloro che ancora oggi finanziano e armano le bande criminali che occupano Goma e l’est del Congo (non più belga) per rapinarne le risorse.
E ancora. Europea fu la Compagnia delle Indie Orientali di cui parlano William Dalrimple in Anarchia e Amitav Gosh ne La maledizione della noce moscata (cito per quei somari che stavano a piazza del popolo, nel caso sapessero leggere). Europei sono quelli che hanno impiccato Mossadeq, primo ministro iraniano che aveva nazionalizzato le compagnie petrolifere. Europei sono i mandanti dell’omicidio di Patrice Lumumba. Europei sono i massacratori che nel corso degli ultimi cinque secoli hanno sottomesso, sfruttato, violentato, torturato nei territori amerindiani, africani, asiatici, per non parlare del Medio Oriente, nonostante le parole pronunciate da Antonio Scurati, che in piazza del popolo ha ragliato queste parole:
“Noi non siamo gente che invade i Paesi confinanti, noi non siamo gente che bombarda e rade al suolo le città, noi non massacriamo e torturiamo i civili con gusto sadico, noi non sequestriamo i bambini e li deportiamo usandoli come riscatto”.
Come storico Scurati dovrebbe sapere che dal 1492 gli europei sono proprio quella cosa che lui dice che no.
Fra tutti però il più ridicolo è Ernesto Galli della Loggia, il quale (riecheggiando le dotte osservazioni del ministro Valditara), scrive spocchiosamente che “solo noi conosciamo la storia”. Quando ho letto le sue parole mi sono stropicciato gli occhi: non riuscivo a credere che ci sia ancora qualcuno così.
Intendiamoci: lo sanno tutti che la nozione di storia come processo teleologico e direzionato discende dalla tradizione giudeo-cristiana, non occorre che ce lo dica questo Della Loggia. Ma solo uno zoticone può pensare che ciò sia segno di superiore qualità. Se oltre al corriere dei piccoli Della Loggia conoscesse i libri di François Jullien saprebbe che nella tradizione cinese lo svolgersi del tempo si compie secondo modalità che non sono teleologiche né lineari. Saprebbe che l’agire volto a sottomettere gli eventi e la natura può essere sostituito dal wu wei, il non agire che si piega agli eventi e alla natura, come spiega Jullien nel suo libro Sull’efficacia.
Chi ha detto che la storia (quella particolare curvatura teleologica del susseguirsi del tempo degli umani che ha portato a due guerre mondiali, alla guerra nucleare e al collasso del clima planetario) è forma superiore, e non ossessione patriarcale come suggerisce Elsa Morante nel suo romanzo La Storia?
L’Europa è il cuore di tenebra dell’orrore che chiamiamo storia.
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Come ho potuto pensare di essere europeista?
di Franco Berardi Bifo
L’Europa è il cuore di tenebra dell’orrore che chiamiamo storia, scrive Franco Berardi Bifo in questo prezioso esercizio di critica e autocritica
Credevamo
Credevamo che fosse finito l’orgoglio demente
delle bandiere al vento
Credevamo che fossero passate di moda
quelle parole idiote
che trasformano gli imbecilli in assassini.
Credevamo si fosse esaurita
la passione di distruggere per poi ricostruire,
e la passione di uccidere per non morire.
Credevamo che nie wieder significasse “Mai più”
e non “fino alla prossima volta”.
Credevamo che il genocidio
fosse cosa di un’epoca passata.
Così credevamo, così avevamo capito.
Avevamo capito male, ora lo sappiamo.
Ora la compassione è spazzata via
dal portento mirabile dell’energia.
Che, libera dai vincoli della ragione,
si esprimerà di nuovo incontenibile.
Fino all’esaurimento del suo potenziale
che questa volta è destinato a cancellare tutto.
Ritornano di moda
i sentimenti rancidi di appartenenza
a qualche merdosa nazione.
Facciamocene una ragione.
Gli uomini sono così, non c’è alcuna speranza
di cambiarne il modo di funzionamento:
vince chi è più spietato
anche se non è chiaro cos’ha vinto.
Questa volta s’è spento
l’ultimo lume.
Chiediamo scusa
a quelli che non hanno alcuna colpa
di essere capitati in questo inferno.
E lasciamo chi non è ancora nato
nel solo luogo in cui si sta un po’ in pace,
il nulla eterno.
Nei secoli piazza del Popolo ne ha viste di tutti i colori. Ma un’adunata di somari come quella che si è assembrata il 15 marzo in risposta al ragliare di Michele Serra non l’aveva vista mai.
Confesso di non aver molto rispetto per chi riceve lo stipendio dai padroni de La Repubblica, padroni che per decenni hanno rapinato i contribuenti per poi trasferire le loro fabbriche all’estero, dove ci sono operai che costano meno di quelli italiani. Ma ho ancora meno rispetto per chi chiama a sventolare la bandiera europea mentre l’Europa assomiglia sempre più a quello che era nel 1941, quando le truppe naziste la occupavano da Varsavia a Parigi.
Sebbene io sia un po’ sordo, tutto quel ragliare ha raggiunto le mie orecchie. La palma della somaraggine se la guadagna il professor Vecchioni il quale ha dichiarato solennemente:
“… siamo tutti indoeuropei, abbiamo avuto una filologia romanza, parliamo allo stesso modo, ci guardiamo allo stesso modo, abbiamo gli stessi proverbi, modi di dire, pensieri […] abbiamo libertà ovunque, abbiamo la democrazia, ma quella non ce l’hanno tutti, ce l’abbiamo noi. Che è un’invenzione […] dei Greci, che è arrivata fino a noi. Ora, chiudete gli occhi un momento e pensate ai nomi che vi dico: io vi dico Socrate, vi dico Spinoza, Cartesio, vi dico Hegel, Marx e vi dico anche Shakespeare, vi dico Cervantes, vi dico Pirandello, Manzoni, Leopardi. Ma gli altri le hanno queste cose?[…]”.
Nemmeno al bar Messico, quando tutti sono al quattordicesimo bicchierino, avevo sentito un lista di sciocchezze come quella che ha detto questo ignorante presuntuoso.
Dunque, riassumiamo: questo Vecchioni è indoeuropeo, e ha avuto la filologia romanza che non è un’influenza come pensate voi. Voi ce l’avete la filologia romanza? Credo di no, è roba per professori con la laurea, come direbbe Peppino de Filippo. Ma ora chiudete un momento gli occhi e ripetete con me: Socrate, Spinoza, Cartesio, Hegel e Marx…
A parte la pena che provocano questi intellettuali del corriere dei piccoli, quella cui stiamo assistendo è un’esplosione di ignoranza senza precedenti. L’aveva anticipata l’illustre coltissimo Rampini il quale, in un libro dal titolo Grazie Occidente ha invitato le popolazioni inferiori di tutto il globo a ringraziarci per tutte le strabilianti tecnologie di cui gli abbiamo fatto dono: perline, specchietti e cellulari e anche una sveglia da portare al collo.
Ma dietro tanta ignoranza e patetica presunzione da lei non sa chi sono io, c’è qualcosa di più preoccupante. Andrea Colamedici nel suo Substack ha scritto recentemente: c’è uno spettro che si aggira per l’Europa. Lo spettro, spiega Colamedici, è quello dell’irrilevanza. L’Unione Europea è meritatamente irrilevante perché ha obbedito senza discutere agli ordini di Joe Biden, a costo di rovinarsi economicamente. Poi è divenuta doppiamente irrilevante quando Biden è andato in pensione e il suo successore ha mandato Vance a dire agli europei la dolorosa verità, quasi fosse Alberto Sordi: io sono io e voi non siete un cazzo. Il punto è proprio questo – duole dirlo. Vance, Trump e il loro amico Putin hanno dimostrato che gli europei non sono nulla, nonostante la filologia romanza del professor Vecchioni. Essi furono, come no.
Un illustre passato
Gli europei possono vantare un illustre passato: furono gli sterminatori prediletti dal dio maledetto della bibbia, e in nome della Bibbia Hernan Cortes strangolò Montezuma che se la era portata all’orecchio sperando di sentire le voci poi la gettò per terra dicendo: a me non dice niente. Europeo fu Leopoldo del Belgio il quale si impossessò con la forza delle armi dell’immenso territorio del Congo, uccise milioni di indigeni (Mark Twain scrive che i morti furono dieci milioni, ma nessuno potrà mai contarli). Europei sono coloro che ancora oggi finanziano e armano le bande criminali che occupano Goma e l’est del Congo (non più belga) per rapinarne le risorse.
E ancora. Europea fu la Compagnia delle Indie Orientali di cui parlano William Dalrimple in Anarchia e Amitav Gosh ne La maledizione della noce moscata (cito per quei somari che stavano a piazza del popolo, nel caso sapessero leggere). Europei sono quelli che hanno impiccato Mossadeq, primo ministro iraniano che aveva nazionalizzato le compagnie petrolifere. Europei sono i mandanti dell’omicidio di Patrice Lumumba. Europei sono i massacratori che nel corso degli ultimi cinque secoli hanno sottomesso, sfruttato, violentato, torturato nei territori amerindiani, africani, asiatici, per non parlare del Medio Oriente, nonostante le parole pronunciate da Antonio Scurati, che in piazza del popolo ha ragliato queste parole:
“Noi non siamo gente che invade i Paesi confinanti, noi non siamo gente che bombarda e rade al suolo le città, noi non massacriamo e torturiamo i civili con gusto sadico, noi non sequestriamo i bambini e li deportiamo usandoli come riscatto”.
Come storico Scurati dovrebbe sapere che dal 1492 gli europei sono proprio quella cosa che lui dice che no.
Fra tutti però il più ridicolo è Ernesto Galli della Loggia, il quale (riecheggiando le dotte osservazioni del ministro Valditara), scrive spocchiosamente che “solo noi conosciamo la storia”. Quando ho letto le sue parole mi sono stropicciato gli occhi: non riuscivo a credere che ci sia ancora qualcuno così.
Intendiamoci: lo sanno tutti che la nozione di storia come processo teleologico e direzionato discende dalla tradizione giudeo-cristiana, non occorre che ce lo dica questo Della Loggia. Ma solo uno zoticone può pensare che ciò sia segno di superiore qualità. Se oltre al corriere dei piccoli Della Loggia conoscesse i libri di François Jullien saprebbe che nella tradizione cinese lo svolgersi del tempo si compie secondo modalità che non sono teleologiche né lineari. Saprebbe che l’agire volto a sottomettere gli eventi e la natura può essere sostituito dal wu wei, il non agire che si piega agli eventi e alla natura, come spiega Jullien nel suo libro Sull’efficacia.
Chi ha detto che la storia (quella particolare curvatura teleologica del susseguirsi del tempo degli umani che ha portato a due guerre mondiali, alla guerra nucleare e al collasso del clima planetario) è forma superiore, e non ossessione patriarcale come suggerisce Elsa Morante nel suo romanzo La Storia?
L’Europa è il cuore di tenebra dell’orrore che chiamiamo storia.
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)