Axel Braun in libreria
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Axel Braun in libreria
Ebbene sì
Grazie all'interesse di un nostro forumista scrittore anche uno dei tanti bellissimi racconti di Axel è stato pubblicato in un libro
Si tratta di Voi siete qui edizioni Minimum Fax
una raccolta di 16 esordi narrativi. tra questi il nostro regista sciupafemmine
Con l'augurio che il passo successivo sia un libro di racconti interamente suo.
Grazie all'interesse di un nostro forumista scrittore anche uno dei tanti bellissimi racconti di Axel è stato pubblicato in un libro
Si tratta di Voi siete qui edizioni Minimum Fax
una raccolta di 16 esordi narrativi. tra questi il nostro regista sciupafemmine
Con l'augurio che il passo successivo sia un libro di racconti interamente suo.
- bellavista
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Re: Axel Braun in libreria
no forumista scrittore no!
mi e' bastato anni fa incrociare carlotto in un paio di chat
mi e' bastato anni fa incrociare carlotto in un paio di chat

- bellavista
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Anche se non credo che ad Axel che vive in una villa sulla costa del pacifico e si scopa modelle e attrici e vende film porno in tutto il mondo possa fregare un cazzo di essere pubblicato in una raccolta di scrittori esordienti italiani.bellavista ha scritto:Più che meritato

Ma comunque: più che meritato, se tutti i racconti di quel libro sono come quelli di axel lo potrei anche comprare, ma ho dei dubbi

P.s. per curiosita che racconto è stato pubblicato? Spero: "sbora et labora"

bellavista ha scritto:bellavista ha scritto:Più che meritato
Anche se non credo che ad Axel che vive in una villa sulla costa del pacifico e si scopa modelle e attrici e vende film porno in tutto il mondo possa fregare un cazzo di essere pubblicato in una raccolta di scrittori esordienti italiani.![]()
Ma comunque: più che meritato, se tutti i racconti di quel libro sono come quelli di axel lo potrei anche comprare, ma ho dei dubbi
P.s. per curiosita che racconto è stato pubblicato? Spero: "sbora et labora"
e invece ti sbagli! .
Gli ha fatto molto piacere che un nostro forumista , di cui io tra l'altro ho letto un altro libro molto bello, abbia riportato un suo racconto!!
- PhilippeMexes5
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Ma chi è,Fernando Bassoli?Pimpipessa ha scritto:bellavista ha scritto:bellavista ha scritto:Più che meritato
Anche se non credo che ad Axel che vive in una villa sulla costa del pacifico e si scopa modelle e attrici e vende film porno in tutto il mondo possa fregare un cazzo di essere pubblicato in una raccolta di scrittori esordienti italiani.![]()
Ma comunque: più che meritato, se tutti i racconti di quel libro sono come quelli di axel lo potrei anche comprare, ma ho dei dubbi
P.s. per curiosita che racconto è stato pubblicato? Spero: "sbora et labora"
e invece ti sbagli! .
Gli ha fatto molto piacere che un nostro forumista , di cui io tra l'altro ho letto un altro libro molto bello, abbia riportato un suo racconto!!

PhilippeMexes5 ha scritto:Ma chi è,Fernando Bassoli?Pimpipessa ha scritto:bellavista ha scritto:bellavista ha scritto:Più che meritato
Anche se non credo che ad Axel che vive in una villa sulla costa del pacifico e si scopa modelle e attrici e vende film porno in tutto il mondo possa fregare un cazzo di essere pubblicato in una raccolta di scrittori esordienti italiani.![]()
Ma comunque: più che meritato, se tutti i racconti di quel libro sono come quelli di axel lo potrei anche comprare, ma ho dei dubbi
P.s. per curiosita che racconto è stato pubblicato? Spero: "sbora et labora"
e invece ti sbagli! .
Gli ha fatto molto piacere che un nostro forumista , di cui io tra l'altro ho letto un altro libro molto bello, abbia riportato un suo racconto!!

mavalà
- Axel Braun
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[quote:01fc771687="bellavista"]Anche se non credo che ad Axel che vive in una villa sulla costa del pacifico e si scopa modelle e attrici e vende film porno in tutto il mondo possa fregare un cazzo di essere pubblicato in una raccolta di scrittori esordienti italiani.
P.s. per curiosita che racconto è stato pubblicato? Spero: "sbora et labora"
[/quote:01fc771687]
Il racconto pubblicato e' "Fantasilandia". Scritto piu' di 5 anni fa, e' sicuramente il piu' riflessivo, piuttosto che il piu' divertente.
Certo che mi fa un gran piacere vederlo pubblicato, ed un piacere ancora piu' grande l'aver letto ottime recensioni su vari quotidiani nazionali.
E poi il fatto che alla fine il villone e le modelle significhino poco e' proprio il fulcro del racconto stesso, no?
FANTASILANDIA
Fantasilandia è dove vivo io. Un mondo irreale, fatto di spiagge, donne nude e macchine veloci. Un mondo dove ci si sveglia alle due del pomeriggio ed ogni giorno sembra un'avventura, forse semplicemente perché lo è. Un mondo dove i parametri sono rivoltati, le prospettive inclinate e i valori profondi come un film di Alvaro Vitali.
Peccato che le donne siano troppo nude, e le macchine siano troppo veloci. Peccato che non possa fare a meno di adorare lo starci stretto.
Qualcuno disse che nel momento in cui la tua arte diventa il tuo lavoro, inevitabilmente la passione sfuma. Nel mio caso l'arte è qualcosa che cerco nella passione per il lavoro.
Molti pensano che passi la mia vita svaccato su una spiaggia, circondato da bionde ninfette in bikini filiformi che mi imboccano acini d'uva mentre sorseggio un Martini. Non è proprio così, ma mi piace lasciarlo credere.
La realtà è che il lavoro assorbe interamente le ventiquattro ore della mia giornata. Non è proprio così, ma anche questo mi piace lasciarlo credere.
La ricerca della protagonista per il primo dei dodici film che il mio contratto con Elegant Angel mi imponeva di girare si era rivelata immediatamente una tragedia. Avevo scritto "The Bachelorette" con in mente due attrici ben precise: Inari Vachs e Nikita Denise.
Inari mi è sempre piaciuta perché non ha l'aria da troia. Nikita per la ragione opposta. Peccato che al momento di fare il casting la cara signorina Vachs fosse irreperibile in un centro di disintossicazione, mentre Nikita era impegnata a battere a New York.
Il tempo stringe, vado da Jim South.
Jim South è da una ventina d'anni il più grosso agente del mondo del porno americano. Un tipo simpatico, estremamente gentile, assolutamente inutile, che gestisce la World Modeling Agency come una troia di Tijuana gestisce un allevamento di piattole. Entro e vengo rintronato dalla mandria di attricette di serie B che passano le loro giornate sui divani dell'ufficio in attesa di un lavoro. Chiaro, perché quelle di serie A non si degnano di muovere il culo. Un'ora e mezza a scattare polaroid di cessi che non userò mai, e finalmente entra una ragazzina interessante. La avvicino, chiedendole come si chiama, e la poverina arrossisce. Rebecca. Pochi minuti dopo, sempre arrossendo (ma molto meno di prima) mi spiega che i suoi passatempi preferiti sono le parole crociate, il pattinaggio artistico e svegliarsi con due o tre cazzi che le sborrano in faccia. Ho trovato la mia star. Il nome d'arte? Non ce l'ha, quindi con un enorme sforzo di fantasia gliene affibbio uno seduta stante: Rebecca Starr.
Il più è fatto, penso. E mi sbaglio clamorosamente.
Mi serve adesso la sua antagonista, quella scafata, esibizionista e con l'aria da troia. Patrick Collins mi suggerisce Michelle Raven, ma ho delle riserve. La voglio più sofisticata, più puttana d'alto bordo. Apro l'agenda.
Ho diverse amiche nell'ambiente, ma purtroppo quelle con le quali il rapporto è andato al di là del professionale non sono facilmente recuperabili, a causa dell'effetto "fiammella".
L'effetto "fiammella" è da sempre il mio modo preferito di interrompere una relazione. Niente drammi, spiegazioni, pippe mentali. Certo, la fiammella dell'accendino Bic ha un ruolo fondamentale nel regalarmi il piacere (e il cancro) di una sigaretta, ma, appena fatto il suo lavoro, il pollice si stacca e la fiammella è scomparsa. Così io semplicemente scompaio nel nulla all'improvviso. Probabilmente fino alla notte precedente si era parlato di amore eterno, case nuove, bambini...ma il giorno dopo è solo un brutto sogno.
Spulciando nella lista infinita di pornostar, finalmente mi balza all'occhio il nome di una che non mi disprezza completamente. Una che potrebbe accettare di lavorare ad un prezzo ragionevole. Una che sarebbe addirittura disposta a tingersi i capelli di nero con ciocche blu. Una alla quale non devo neanche telefonare, perché abita con me: Carolyn Monroe.
Il rischio è notevole, la nostra relazione è agli sgoccioli ed ho il terrore che un litigio improvviso possa compromettere il film. Un'agghiacciante sensazione di dejà -vu mi ricorda quando per girare una scena con la mia ex, Chelsea Blue, ci misi qualcosa come nove mesi...ma non ho tempo, e Carolyn mi giura che si comporterà in modo professionale. Effettivamente così è. La scena lesbo Monroe-Starr funziona a meraviglia.
Il giorno dopo è un massacro. Si gira da Susan Block, a Downtown. Quattro telecamere, trenta comparse, e l'unico uomo capace di chiedermi più soldi dell'attrice protagonista. Il dramma è che li vale tutti, fino all'ultimo centesimo. Il suo nome? Nacho Vidal.
Nacho non ha un cazzo, ha un totem in mezzo alle gambe. Inutile cercare di coreografare la scena, tanto Nacho stravolgerebbe tutto, e infatti lo fa. E meno male. Non solo demolisce la povera Rebecca Starr, la quale da allora cammina sciancata, ma salta addosso alla padrona di casa e ad un paio di comparse. Nessuna si tira indietro.
Favoloso. Giro per sei ore, ininterrottamente.
La matematica sarà anche un'opinione, ma moltiplicando sei ore per quattro telecamere otteniamo inconfutabilmente 24 ore di girato. Rabbrividisco pensando al lavoro pauroso che aspetta il montatore. Rabbrividisco soprattutto perché il montatore sono io.
Il film prosegue per cinque giorni relativamente senza intoppi (il che significa con tremila intoppi). La pressione è fortissima, è un film troppo importante per potermi permettere di toppare. Mi chiudo in casa per un mese a montare. Non vedo nessuno, non sento nessuno. Vivo e respiro il mio film, fotogramma dopo fotogramma. Non posso fare in altro modo, non m'importa se nessuno noterà la differenza, devo sapere che ho fatto tutto il possibile per ottenere il massimo. Soprattutto non m'importa che sia un porno. Lo tratto come un figlio, dedicandogli tutto il mio tempo e tutte le mie energie, nutrendolo e coccolandolo.
Peccato che non riesca a fare lo stesso con mio figlio.
Un mese dopo il film è finito, montato, archiviato, festeggiato. Posso rilassarmi, uscire. Lo faccio. Ma non mi diverto più. Sono cresciuto? Forse. Ho bisogno di qualcosa di diverso, di vero. Qualcosa che mi faccia apprezzare di nuovo la superficialità , la trasgressione. La gente mi annoia, le donne sono solo un numero. Los Angeles è diventata troppo facile, troppo poco stimolante. Come disse Woody Allen, l'unico vantaggio culturale di questa città è che si può fare la svolta a destra con il semaforo rosso. E non è facile trovare una donna che mi interessi. Voglio una donna intelligente, sincera, acculturata, cresciuta con tutti i valori e gli ideali che contano. Esattamente il tipo di donna che non si metterebbe mai con un regista porno.
Gli amici mi trattano come un eroe, ma l'eroe è solo.
Non ho più una famiglia, e il futuro è fatto di donne nude e macchine veloci, ma è il passato che non riesco più a trovare.
E' il prezzo che pago per la vita che ho scelto.
L'aria mi accarezza la faccia mentre apro il gas della Harley. E' una sera di fine Luglio, e Mulholland Drive mi disegna sotto le ruote la strada verso casa dopo un altro party. Rallento. Il profumo pungente delle tamerici mi prende per la gola e mi fermo. Devo fermarmi. Scendo, a guardare dall'alto quella Los Angeles così inutile ed indispensabile, fatta di sogni e di cartone. Mi siedo. Tiro fuori una sigaretta, ma quel profumo mi impedisce di accenderla. Respiro e chiudo gli occhi per sorridere, ma non ci riesco. Dall'alto tutto sembra più piccolo, e forse lo è. Domani vado a ritirare la mia nuova Jaguar, gentile regalo di Patrick Collins. Ho quasi trentasei anni, e anche stasera guardandomi intorno tra nugoli di ragazzine diciottenni avevo solo da scegliere quali e quante portarmene a casa. Mi sono guadagnato un posto al sole nel mondo che ho voluto. Eppure quel sorriso non vuole uscire. Spento, come la sigaretta tra le mie dita. Un paio d'anni fa, in Italia, una ragazza che sapeva di panna montata mi chiese quale fosse il mio piano per il futuro. Questo.
Ma gli occhi rimangono chiusi. Anche le lacrime non riescono a uscire.
Ora di dormire. Domani sarà un altro giorno che mi sorride. Un altro film, un'altra donna. Il sole sorge tardi, a Fantasilandia.
P.s. per curiosita che racconto è stato pubblicato? Spero: "sbora et labora"

Il racconto pubblicato e' "Fantasilandia". Scritto piu' di 5 anni fa, e' sicuramente il piu' riflessivo, piuttosto che il piu' divertente.
Certo che mi fa un gran piacere vederlo pubblicato, ed un piacere ancora piu' grande l'aver letto ottime recensioni su vari quotidiani nazionali.
E poi il fatto che alla fine il villone e le modelle significhino poco e' proprio il fulcro del racconto stesso, no?
FANTASILANDIA
Fantasilandia è dove vivo io. Un mondo irreale, fatto di spiagge, donne nude e macchine veloci. Un mondo dove ci si sveglia alle due del pomeriggio ed ogni giorno sembra un'avventura, forse semplicemente perché lo è. Un mondo dove i parametri sono rivoltati, le prospettive inclinate e i valori profondi come un film di Alvaro Vitali.
Peccato che le donne siano troppo nude, e le macchine siano troppo veloci. Peccato che non possa fare a meno di adorare lo starci stretto.
Qualcuno disse che nel momento in cui la tua arte diventa il tuo lavoro, inevitabilmente la passione sfuma. Nel mio caso l'arte è qualcosa che cerco nella passione per il lavoro.
Molti pensano che passi la mia vita svaccato su una spiaggia, circondato da bionde ninfette in bikini filiformi che mi imboccano acini d'uva mentre sorseggio un Martini. Non è proprio così, ma mi piace lasciarlo credere.
La realtà è che il lavoro assorbe interamente le ventiquattro ore della mia giornata. Non è proprio così, ma anche questo mi piace lasciarlo credere.
La ricerca della protagonista per il primo dei dodici film che il mio contratto con Elegant Angel mi imponeva di girare si era rivelata immediatamente una tragedia. Avevo scritto "The Bachelorette" con in mente due attrici ben precise: Inari Vachs e Nikita Denise.
Inari mi è sempre piaciuta perché non ha l'aria da troia. Nikita per la ragione opposta. Peccato che al momento di fare il casting la cara signorina Vachs fosse irreperibile in un centro di disintossicazione, mentre Nikita era impegnata a battere a New York.
Il tempo stringe, vado da Jim South.
Jim South è da una ventina d'anni il più grosso agente del mondo del porno americano. Un tipo simpatico, estremamente gentile, assolutamente inutile, che gestisce la World Modeling Agency come una troia di Tijuana gestisce un allevamento di piattole. Entro e vengo rintronato dalla mandria di attricette di serie B che passano le loro giornate sui divani dell'ufficio in attesa di un lavoro. Chiaro, perché quelle di serie A non si degnano di muovere il culo. Un'ora e mezza a scattare polaroid di cessi che non userò mai, e finalmente entra una ragazzina interessante. La avvicino, chiedendole come si chiama, e la poverina arrossisce. Rebecca. Pochi minuti dopo, sempre arrossendo (ma molto meno di prima) mi spiega che i suoi passatempi preferiti sono le parole crociate, il pattinaggio artistico e svegliarsi con due o tre cazzi che le sborrano in faccia. Ho trovato la mia star. Il nome d'arte? Non ce l'ha, quindi con un enorme sforzo di fantasia gliene affibbio uno seduta stante: Rebecca Starr.
Il più è fatto, penso. E mi sbaglio clamorosamente.
Mi serve adesso la sua antagonista, quella scafata, esibizionista e con l'aria da troia. Patrick Collins mi suggerisce Michelle Raven, ma ho delle riserve. La voglio più sofisticata, più puttana d'alto bordo. Apro l'agenda.
Ho diverse amiche nell'ambiente, ma purtroppo quelle con le quali il rapporto è andato al di là del professionale non sono facilmente recuperabili, a causa dell'effetto "fiammella".
L'effetto "fiammella" è da sempre il mio modo preferito di interrompere una relazione. Niente drammi, spiegazioni, pippe mentali. Certo, la fiammella dell'accendino Bic ha un ruolo fondamentale nel regalarmi il piacere (e il cancro) di una sigaretta, ma, appena fatto il suo lavoro, il pollice si stacca e la fiammella è scomparsa. Così io semplicemente scompaio nel nulla all'improvviso. Probabilmente fino alla notte precedente si era parlato di amore eterno, case nuove, bambini...ma il giorno dopo è solo un brutto sogno.
Spulciando nella lista infinita di pornostar, finalmente mi balza all'occhio il nome di una che non mi disprezza completamente. Una che potrebbe accettare di lavorare ad un prezzo ragionevole. Una che sarebbe addirittura disposta a tingersi i capelli di nero con ciocche blu. Una alla quale non devo neanche telefonare, perché abita con me: Carolyn Monroe.
Il rischio è notevole, la nostra relazione è agli sgoccioli ed ho il terrore che un litigio improvviso possa compromettere il film. Un'agghiacciante sensazione di dejà -vu mi ricorda quando per girare una scena con la mia ex, Chelsea Blue, ci misi qualcosa come nove mesi...ma non ho tempo, e Carolyn mi giura che si comporterà in modo professionale. Effettivamente così è. La scena lesbo Monroe-Starr funziona a meraviglia.
Il giorno dopo è un massacro. Si gira da Susan Block, a Downtown. Quattro telecamere, trenta comparse, e l'unico uomo capace di chiedermi più soldi dell'attrice protagonista. Il dramma è che li vale tutti, fino all'ultimo centesimo. Il suo nome? Nacho Vidal.
Nacho non ha un cazzo, ha un totem in mezzo alle gambe. Inutile cercare di coreografare la scena, tanto Nacho stravolgerebbe tutto, e infatti lo fa. E meno male. Non solo demolisce la povera Rebecca Starr, la quale da allora cammina sciancata, ma salta addosso alla padrona di casa e ad un paio di comparse. Nessuna si tira indietro.
Favoloso. Giro per sei ore, ininterrottamente.
La matematica sarà anche un'opinione, ma moltiplicando sei ore per quattro telecamere otteniamo inconfutabilmente 24 ore di girato. Rabbrividisco pensando al lavoro pauroso che aspetta il montatore. Rabbrividisco soprattutto perché il montatore sono io.
Il film prosegue per cinque giorni relativamente senza intoppi (il che significa con tremila intoppi). La pressione è fortissima, è un film troppo importante per potermi permettere di toppare. Mi chiudo in casa per un mese a montare. Non vedo nessuno, non sento nessuno. Vivo e respiro il mio film, fotogramma dopo fotogramma. Non posso fare in altro modo, non m'importa se nessuno noterà la differenza, devo sapere che ho fatto tutto il possibile per ottenere il massimo. Soprattutto non m'importa che sia un porno. Lo tratto come un figlio, dedicandogli tutto il mio tempo e tutte le mie energie, nutrendolo e coccolandolo.
Peccato che non riesca a fare lo stesso con mio figlio.
Un mese dopo il film è finito, montato, archiviato, festeggiato. Posso rilassarmi, uscire. Lo faccio. Ma non mi diverto più. Sono cresciuto? Forse. Ho bisogno di qualcosa di diverso, di vero. Qualcosa che mi faccia apprezzare di nuovo la superficialità , la trasgressione. La gente mi annoia, le donne sono solo un numero. Los Angeles è diventata troppo facile, troppo poco stimolante. Come disse Woody Allen, l'unico vantaggio culturale di questa città è che si può fare la svolta a destra con il semaforo rosso. E non è facile trovare una donna che mi interessi. Voglio una donna intelligente, sincera, acculturata, cresciuta con tutti i valori e gli ideali che contano. Esattamente il tipo di donna che non si metterebbe mai con un regista porno.
Gli amici mi trattano come un eroe, ma l'eroe è solo.
Non ho più una famiglia, e il futuro è fatto di donne nude e macchine veloci, ma è il passato che non riesco più a trovare.
E' il prezzo che pago per la vita che ho scelto.
L'aria mi accarezza la faccia mentre apro il gas della Harley. E' una sera di fine Luglio, e Mulholland Drive mi disegna sotto le ruote la strada verso casa dopo un altro party. Rallento. Il profumo pungente delle tamerici mi prende per la gola e mi fermo. Devo fermarmi. Scendo, a guardare dall'alto quella Los Angeles così inutile ed indispensabile, fatta di sogni e di cartone. Mi siedo. Tiro fuori una sigaretta, ma quel profumo mi impedisce di accenderla. Respiro e chiudo gli occhi per sorridere, ma non ci riesco. Dall'alto tutto sembra più piccolo, e forse lo è. Domani vado a ritirare la mia nuova Jaguar, gentile regalo di Patrick Collins. Ho quasi trentasei anni, e anche stasera guardandomi intorno tra nugoli di ragazzine diciottenni avevo solo da scegliere quali e quante portarmene a casa. Mi sono guadagnato un posto al sole nel mondo che ho voluto. Eppure quel sorriso non vuole uscire. Spento, come la sigaretta tra le mie dita. Un paio d'anni fa, in Italia, una ragazza che sapeva di panna montata mi chiese quale fosse il mio piano per il futuro. Questo.
Ma gli occhi rimangono chiusi. Anche le lacrime non riescono a uscire.
Ora di dormire. Domani sarà un altro giorno che mi sorride. Un altro film, un'altra donna. Il sole sorge tardi, a Fantasilandia.
Axel Braun
www.facebook.com/AxelBraun
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Leggendolo mi chiedo seriamente se tu non sia leggermente sprecato per mondo del porno e se davvero ville, fighe e macchinone ti servano nella vita per star bene ed avere una decisa qualita' della vita.Axel Braun ha scritto: Il racconto pubblicato e' "Fantasilandia". Scritto piu' di 5 anni fa, e' sicuramente il piu' riflessivo, piuttosto che il piu' divertente.
tanto di cappello, mr. Braun: se mai ci fosse l'oppoortunita' avanza un caffe'-birra-chinotto-chettepare.
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grandissimo il mr.braun scrittore...
peró echecazzo axel uno col tuo ego che si accontenta di essere infilato in una raccolta...
e pubblica sto pornomondo completo che lo stiamo aspettando da anni!!!
senza dio invece che fine a fatto??
peró echecazzo axel uno col tuo ego che si accontenta di essere infilato in una raccolta...
e pubblica sto pornomondo completo che lo stiamo aspettando da anni!!!
senza dio invece che fine a fatto??
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
Alan Moore the killing joke
il racconto è molto bello, espressivo, denso di struggente malinconia..........non fosse stato per la harley o per la jaguar che fanno un po troppo status symbol avrei attribuito lo scritto a john fante........forse anche james ellroy potrebbe affibbiare un identità del genere a qualche suo personaggio in un contesto hard-boiled .............anche se poi alla fine lo farebbe crepare ..........e pure con qualche tormento......
"Dietro ogni italiano si nasconde un cretino"
Ennio Flaiano.
Ennio Flaiano.