[O.T.] Bella questa...quasi quasi la sposo questa teoria
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[O.T.] Bella questa...quasi quasi la sposo questa teoria
Francesco Merlo per la Repubblica
E se Zucchero avesse ragione? Per una volta, infatti, qui non si parla della maleducazione dell´artista volgarmente eccentrico, ma di quella del pubblico ‘straficamente poveraccio´, chè a Porto Cervo non è composto dai ricchi ma dai riccastri d´Italia. non dagli imperatori ma dai Trimalcioni. Ringraziamo dunque l´artista Zucchero che ha smascherato i buffi e spocchiosi parvenues che, guidati dall´onorevole Daniela Santanchè, adesso fingono di essere stati offesi in quanto ricchi e potenti. E fanno pure le vittime politiche di una presunta lotta di classe post-prandiale che sarebbe esplosa in un locale di Porto Cervo, a colpi di bottiglie vuote (bevute), di gusci di ostriche (succhiate), di mezzi limoni (spremuti). Altro che ricchi e super-ricchi! Questi sono i maggiordomi della ricchezza, appartengono alla ricchezza come un maggiordomo appartiene ad un conte.
Insomma, dire cafone a un cafone non è un insulto. E merita la nostra comprensione il cantante Zucchero che ha sentito il bisogno di denunziare la cafonaggine di un pubblico che piluccava il suo blues mentre piluccava il caviale, che giocava coi telefonini, che chiacchierava, che mandava sms, che non mostrava attenzione nè tensione per la sua musica, con nelle tasche quel ridicolo biglietto di 1000 euro per (non) sentirla.
A noi non piacciono quegli artisti, sempre meno in voga, che sul palco mostrano il sedere, si esibiscono in gesti osceni, sproloquiano filosofie d´accatto. Ci sembrano la versione ridicola e terminale del maledettismo. Al contrario oggi ci paiono ben più eversivi la compostezza nell´arte, la bella scrittura nel romanzo, lo stile blasè di una musica che viene da lontano. Ma Zucchero questa volta non ha esibito scandali, non voleva porcificare la borghesia nè tanto meno i ricchi, ma rivendicava il diritto di professare il suo talento e di esser preso sul serio, di non essere confuso con le ostriche che stavano sul tavolo o con le bollicine dello champagne.
E infatti Zucchero di solito ha un buon rapporto con il popolo dei concerti che non contesta (anzi, tutto il contrario!) e non fa come i ‘Sepoltura´, il gruppo Metal che fa arrabbiare il suo pubblico solo quando non lo insulta. Non è un freddo fabbricatore di scandali "a prescindere" come Marilyn Manson nè un moralista ideologico come gli artisti di Rifondazione comunista. Insomma, Zucchero non fa demagogia, proprio lui che in fondo potrebbe permettersi di stramaledire e maltrattare i ricchi, figlio com´è di un vero proletario che, rimasto disoccupato, abitó con la famiglia in un´automobile. «Eppure – ha raccontato – mia madre riusciva a mandarmi ogni mattina a scuola perfettamente pulito».
Ecco: Zucchero a Porto Cervo non ha fatto il rivoluzionario frustrato e rancoroso, ma si è come laureato in music-antropologia. E´ il primo cantante etnologo. E difatti, proprio come Petronio nel Satyricon ha disegnato i Trimalcioni, così Zucchero a Cala di Volpe ha stanato l´Italia sardoestiva all´ostrica – e – allo – champagne – 43 – metri – di-barca: è stato più bravo di noi e dei sociologi che sulla Sardegna cafona, di turisti e non di abitanti, costruiamo una falsa immagine dell´eccellenza italiana. L´Italia degli imprenditori, dei grandi stilisti, dei professionisti di successo, non era lì, non frequenta il Billionaire. Anche in vacanza, il ricco, persino il ricco italiano, quando è una risorsa per il proprio paese, smaterializza la sua ricchezza in discrezione e in sobrietà e non la esibisce in rutti da champagne e in maleducazione.
Zucchero, non importa se con l´aiuto del lambrusco, ha immediatamente capito che in quel pubblico di Porto Cervo c´era il peggio dell´Italia, quella che fa impazzire il bravo fotografo di Dagospia. Potremmo persino disegnarli a matita i loro ritratti fisici, tanto familiari ci sono questi tipi d´italiani, gesticolosi, attorniati da bonazze rifatte, eccitati dal fatto di trovarsi al centro della generale attenzione. Solo a loro puó venire in mente di pasteggiare a caviale durante un concerto di blues che è il contrario del rumore cadenzato, del sottofondo musicale alla vaniglia.
E´ ovvio che Zucchero si sia sentito offeso nel vedersi ridotto a digestivo, a stimolatore gastroenterico. Per quel pubblico c´è infatti il karaoke, c´è Smaila, c´è il pianista di piano bar, c´è la batteria, c´è l´orchestrina. E´ vero che, ferito e mortificato, Zucchero ha esagerato, ma proprio come Petronio che, per ragioni d´arte, ebbe ad esagerare nella descrizione dei convitati al banchetto. «Cassonetti», «bagasce», «lavandino» non sono attributi significativi, ma connotazioni generiche che esprimono un cattivo umore e bene illustrano la mania italiana di arrivare subito all´eccesso, come nelle commedie plebee. Zucchero sicuramente puó fare e ha fatto di meglio.
E difatti il capolavoro di Zucchero è tutto in quel «panzoni» gridato da un panzone ad altri panzoni. Il punto è che ci sono panze e panze. Quella di Zucchero è il prodotto di una vita smodata, di pasti affollati e di pasti saltati, è un disagio, una noncuranza, l´esatto contrario della palestra cult. Quelle altre panze invece, quelle dei riccastri di Porto Cervo, sono gozzoviglia, la bulimia di chi ingurgita sempre, la volgarità presenzialista di uno stomaco che ingombra e rimbomba: panza e presenza. Da un lato c´è il grasso simpatico del quale puoi fidarti e dall´altro il grasso sfatto, la pancetta a pera, infida. C´è il grasso per distrazione e per metabolismo maltrattato e c´è il grasso per ingordigia.
Insomma, l´artista è grasso perchè pensa alla musica, i riccastri trimalcioneschi di Porto Cervo ricordano, in latino, gli ‘utres inflati ambulantes´, gli otri gonfiati che camminano. Poi ci sono i veri ricchi, che oramai, invece, sono tutti magri. Ma questa è un´altra storia che Petronio non poteva immaginare e che ha tratto in inganno anche Zucchero convinto che ‘oportet inter coenandum philologiam nosse´, che bisogna fare cultura mentre si mangia. Vallo a spiegare ai cassonetti, alle bagasce, ai lavandini.
E se Zucchero avesse ragione? Per una volta, infatti, qui non si parla della maleducazione dell´artista volgarmente eccentrico, ma di quella del pubblico ‘straficamente poveraccio´, chè a Porto Cervo non è composto dai ricchi ma dai riccastri d´Italia. non dagli imperatori ma dai Trimalcioni. Ringraziamo dunque l´artista Zucchero che ha smascherato i buffi e spocchiosi parvenues che, guidati dall´onorevole Daniela Santanchè, adesso fingono di essere stati offesi in quanto ricchi e potenti. E fanno pure le vittime politiche di una presunta lotta di classe post-prandiale che sarebbe esplosa in un locale di Porto Cervo, a colpi di bottiglie vuote (bevute), di gusci di ostriche (succhiate), di mezzi limoni (spremuti). Altro che ricchi e super-ricchi! Questi sono i maggiordomi della ricchezza, appartengono alla ricchezza come un maggiordomo appartiene ad un conte.
Insomma, dire cafone a un cafone non è un insulto. E merita la nostra comprensione il cantante Zucchero che ha sentito il bisogno di denunziare la cafonaggine di un pubblico che piluccava il suo blues mentre piluccava il caviale, che giocava coi telefonini, che chiacchierava, che mandava sms, che non mostrava attenzione nè tensione per la sua musica, con nelle tasche quel ridicolo biglietto di 1000 euro per (non) sentirla.
A noi non piacciono quegli artisti, sempre meno in voga, che sul palco mostrano il sedere, si esibiscono in gesti osceni, sproloquiano filosofie d´accatto. Ci sembrano la versione ridicola e terminale del maledettismo. Al contrario oggi ci paiono ben più eversivi la compostezza nell´arte, la bella scrittura nel romanzo, lo stile blasè di una musica che viene da lontano. Ma Zucchero questa volta non ha esibito scandali, non voleva porcificare la borghesia nè tanto meno i ricchi, ma rivendicava il diritto di professare il suo talento e di esser preso sul serio, di non essere confuso con le ostriche che stavano sul tavolo o con le bollicine dello champagne.
E infatti Zucchero di solito ha un buon rapporto con il popolo dei concerti che non contesta (anzi, tutto il contrario!) e non fa come i ‘Sepoltura´, il gruppo Metal che fa arrabbiare il suo pubblico solo quando non lo insulta. Non è un freddo fabbricatore di scandali "a prescindere" come Marilyn Manson nè un moralista ideologico come gli artisti di Rifondazione comunista. Insomma, Zucchero non fa demagogia, proprio lui che in fondo potrebbe permettersi di stramaledire e maltrattare i ricchi, figlio com´è di un vero proletario che, rimasto disoccupato, abitó con la famiglia in un´automobile. «Eppure – ha raccontato – mia madre riusciva a mandarmi ogni mattina a scuola perfettamente pulito».
Ecco: Zucchero a Porto Cervo non ha fatto il rivoluzionario frustrato e rancoroso, ma si è come laureato in music-antropologia. E´ il primo cantante etnologo. E difatti, proprio come Petronio nel Satyricon ha disegnato i Trimalcioni, così Zucchero a Cala di Volpe ha stanato l´Italia sardoestiva all´ostrica – e – allo – champagne – 43 – metri – di-barca: è stato più bravo di noi e dei sociologi che sulla Sardegna cafona, di turisti e non di abitanti, costruiamo una falsa immagine dell´eccellenza italiana. L´Italia degli imprenditori, dei grandi stilisti, dei professionisti di successo, non era lì, non frequenta il Billionaire. Anche in vacanza, il ricco, persino il ricco italiano, quando è una risorsa per il proprio paese, smaterializza la sua ricchezza in discrezione e in sobrietà e non la esibisce in rutti da champagne e in maleducazione.
Zucchero, non importa se con l´aiuto del lambrusco, ha immediatamente capito che in quel pubblico di Porto Cervo c´era il peggio dell´Italia, quella che fa impazzire il bravo fotografo di Dagospia. Potremmo persino disegnarli a matita i loro ritratti fisici, tanto familiari ci sono questi tipi d´italiani, gesticolosi, attorniati da bonazze rifatte, eccitati dal fatto di trovarsi al centro della generale attenzione. Solo a loro puó venire in mente di pasteggiare a caviale durante un concerto di blues che è il contrario del rumore cadenzato, del sottofondo musicale alla vaniglia.
E´ ovvio che Zucchero si sia sentito offeso nel vedersi ridotto a digestivo, a stimolatore gastroenterico. Per quel pubblico c´è infatti il karaoke, c´è Smaila, c´è il pianista di piano bar, c´è la batteria, c´è l´orchestrina. E´ vero che, ferito e mortificato, Zucchero ha esagerato, ma proprio come Petronio che, per ragioni d´arte, ebbe ad esagerare nella descrizione dei convitati al banchetto. «Cassonetti», «bagasce», «lavandino» non sono attributi significativi, ma connotazioni generiche che esprimono un cattivo umore e bene illustrano la mania italiana di arrivare subito all´eccesso, come nelle commedie plebee. Zucchero sicuramente puó fare e ha fatto di meglio.
E difatti il capolavoro di Zucchero è tutto in quel «panzoni» gridato da un panzone ad altri panzoni. Il punto è che ci sono panze e panze. Quella di Zucchero è il prodotto di una vita smodata, di pasti affollati e di pasti saltati, è un disagio, una noncuranza, l´esatto contrario della palestra cult. Quelle altre panze invece, quelle dei riccastri di Porto Cervo, sono gozzoviglia, la bulimia di chi ingurgita sempre, la volgarità presenzialista di uno stomaco che ingombra e rimbomba: panza e presenza. Da un lato c´è il grasso simpatico del quale puoi fidarti e dall´altro il grasso sfatto, la pancetta a pera, infida. C´è il grasso per distrazione e per metabolismo maltrattato e c´è il grasso per ingordigia.
Insomma, l´artista è grasso perchè pensa alla musica, i riccastri trimalcioneschi di Porto Cervo ricordano, in latino, gli ‘utres inflati ambulantes´, gli otri gonfiati che camminano. Poi ci sono i veri ricchi, che oramai, invece, sono tutti magri. Ma questa è un´altra storia che Petronio non poteva immaginare e che ha tratto in inganno anche Zucchero convinto che ‘oportet inter coenandum philologiam nosse´, che bisogna fare cultura mentre si mangia. Vallo a spiegare ai cassonetti, alle bagasce, ai lavandini.
- MartinaGirl
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L'artista è quello che è, geniale ma pazzoide, e se è uscito di melone implica che forse il pubblico si è comportato male...
Ma non mi pare il caso di insultare i lavandini...
Ma non mi pare il caso di insultare i lavandini...

"Ma che cazzo a me non piace mangiare la merda e non capisco che cazzo ci provano quelli che lo fanno e per questo sono un bacchettone...?!?! Voi si che avete un bel concetto dell'apertura mentale e della "liberta' sessuale". Complimenti!" - Duck65 :DDD
Nn ho seguito bene la vicenda, lo solo sentita qua e là x i vari tg...ma letta bene qui spiegata da Finchenncado....bhè se è andata così ubriaco o sobrio a fatto bene dai! Avrà avuto il classico rospo in gola...se le tolto, e ha fatto bene! Fanculo sti poveracci...che saranno anche a far le ferie a Porto Cervo, ma alla fine son poveracci! (sei tu Martina nella foto del tuo avantar?)
La vita è ció che succede mentre noi pensiamo ad altro!
- CanellaBruneri
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(no, è una che le somigliagyo ha scritto:Nn ho seguito bene la vicenda, lo solo sentita qua e là x i vari tg...ma letta bene qui spiegata da Finchenncado....bhè se è andata così ubriaco o sobrio a fatto bene dai! Avrà avuto il classico rospo in gola...se le tolto, e ha fatto bene! Fanculo sti poveracci...che saranno anche a far le ferie a Porto Cervo, ma alla fine son poveracci! (sei tu Martina nella foto del tuo avantar?)

"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
- Husker_Du
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Ho sentito la notizia...che dire......prendere insulti perche' si scrive un sms durante un concerto di Zucchero e' una bestemmia.....indipendentemente dall'intelligenza scarsa dell'odiens....
Stiamo parlando di Zucchero per dio, non certo un fenomeno.....
Alcuni musicisti possono permettersi di dire quello che vogliono alla propria odiens.....Zucchero fornaciari proprio no....
Stiamo parlando di Zucchero per dio, non certo un fenomeno.....
Alcuni musicisti possono permettersi di dire quello che vogliono alla propria odiens.....Zucchero fornaciari proprio no....
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
Soltanto in questo buco di culo di paese un pirla che ancora oggi imita Joe Cocker in movenze e mossettine, con un blues ruffiano e commerciale che di Blues ha poco e un cazzo poteva fare successo.
E che il suddetto si metta a disprezzare il piatto da cani dove egli stesso mangia non mi sa di rivolta del superiore quanto di patetica sparata pubblicitaria.
A me Zucchero sta immensamente sui coglioni, e ancora di piu' l'articolo riportato che è evidentemente scritto da un altro coglione.
Se vai a portocervo, pagato e strapagato, sai benissimo l'audience che hai, ne sei consapevole. Insultandola, ti stai sputando addosso e facendo appunto..la figura del coglione.
E che il suddetto si metta a disprezzare il piatto da cani dove egli stesso mangia non mi sa di rivolta del superiore quanto di patetica sparata pubblicitaria.
A me Zucchero sta immensamente sui coglioni, e ancora di piu' l'articolo riportato che è evidentemente scritto da un altro coglione.
Se vai a portocervo, pagato e strapagato, sai benissimo l'audience che hai, ne sei consapevole. Insultandola, ti stai sputando addosso e facendo appunto..la figura del coglione.
WARDOG ha scritto:Soltanto in questo buco di culo di paese un pirla che ancora oggi imita Joe Cocker in movenze e mossettine, con un blues ruffiano e commerciale che di Blues ha poco e un cazzo poteva fare successo.
E che il suddetto si metta a disprezzare il piatto da cani dove egli stesso mangia non mi sa di rivolta del superiore quanto di patetica sparata pubblicitaria.
A me Zucchero sta immensamente sui coglioni, e ancora di piu' l'articolo riportato che è evidentemente scritto da un altro coglione.
Se vai a portocervo, pagato e strapagato, sai benissimo l'audience che hai, ne sei consapevole. Insultandola, ti stai sputando addosso e facendo appunto..la figura del coglione.
Quoto il cagnaccio.

"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."
- The Mongoxxx
- Veterano dell'impulso
- Messaggi: 2877
- Iscritto il: 14/04/2007, 21:16
- Località: Isole Fær Øer
Quello ch'è successo è semplicemente un confronto tra falsi.
Da una parte Zucchero plagiatore per eccellenza: il numero di canzoni copiate non si conta, l'atteggiamento è ancora quello del 20enne che mette su il suo gruppetto pensando che l'insulto e la mancanza d'igiene faccia molto 'artista maledetto', se ancora significa qualcosa.
Dall'altra il parterre: gente disposta a spendere più di 1000 Euri per subire un po' di blues da supermercato mentre palpa le cosce a chi gli sta seduto accanto.
Zucchero si prende sul serio fino a risultare commovente, ma la sua presenza in un simile contesto stride come il concerto di Dylan per il Papa (con tutto che Dio Bob non si tocca
)
Il parterre non è altro che un miscuglio di cafoni, buono al massimo per un piano-bar post mezzanotte con spaghetti in piatti di plastica e ossessivo karaoke finto-giocoso.
Demenza su e giù dal palco, of course.
Da una parte Zucchero plagiatore per eccellenza: il numero di canzoni copiate non si conta, l'atteggiamento è ancora quello del 20enne che mette su il suo gruppetto pensando che l'insulto e la mancanza d'igiene faccia molto 'artista maledetto', se ancora significa qualcosa.
Dall'altra il parterre: gente disposta a spendere più di 1000 Euri per subire un po' di blues da supermercato mentre palpa le cosce a chi gli sta seduto accanto.
Zucchero si prende sul serio fino a risultare commovente, ma la sua presenza in un simile contesto stride come il concerto di Dylan per il Papa (con tutto che Dio Bob non si tocca

Il parterre non è altro che un miscuglio di cafoni, buono al massimo per un piano-bar post mezzanotte con spaghetti in piatti di plastica e ossessivo karaoke finto-giocoso.
Demenza su e giù dal palco, of course.
La verità non si pulisce i piedi prima di entrare in salotto. (Derek Raymond)