Al di la delle storie personali sempre un po' autocelebrative secondo me il caso dell'italiano/a che convive con non italiana/o è antropologicamente interessante.
La mia esperienza. La cosa che mi ha sconvolto di più è stato il rapporto con la famiglia di lei. E' li che le differenze culturali o sociali si sono rivelate sorprendenti.
Un episodio per tutti ma ce ne sono decine. Dopo il primo periodo di convivenza che io intendevo "stiamo bene insieme scopiamo viviamo nel mio appartamento" mi sono visto arrivare padre, madre e cane in casa per una settimana
Ero incazzato come una iena. Continuavo a pensare tra me e me "Ma io voglio stare con te e non con la tua famiglia!" e il mio body language era molto eloquente. Li ho quasi sbattuti fuori casa facendo una figura molto meschina.
Quella che a me sembrava una invadenza "territoriale" intollerabile era semplicemente il loro modo per comunicarmi che a loro stava benissimo qualunque scelta della figlia e che mi consideravano parte della "tribù'". Un senso di ospitalità simmetrico che dava per scontato che in qualunque momento avrei potuto autoinvitarmi a casa loro. Un comportamento ancestrale inconcepibile per la mia mentalità molto più attenta alla forma che alla sostanza. Una accettazione senza condizioni pregiudizi o preconcetti. Se avessi lasciato la figlia quel legame sarebbe scomparso in modo altrettanto immediato di come era nato. Non ha molto senso generalizzare ma la mia conclusione personale è che la famiglia è vissuta in modo molto più informale.
Anche il rapporto con i bambini è indicativo. Sono trattati da piccoli ometti senza nessuna concessione a capricci. Sitten! Eaten! Pas Op! Sono comandi secchi per imprimere un ordine mentale e una gerarchia sociale. Finche' sei piccolo fai esattamente quello che ti dice mamma. Mi ricorda molto il metodo di addestramento dei cani pastore tedeschi. Lo trovo fantastico rispetto a una educazione molto più indulgente e sdolcinata della maggior parte delle mamme italiane (che conosco).
Ci sarebbe da scrivere un lungo elenco di singolarità su cibo, sesso, visione della vita, ecc. non tutte generalizzabili ma che possono dare un senso delle mille differenze. Alcune conciliabili e altre semplicemente no. Ad esempio per me non fare pranzo la domenica ma bere un caffe' con un boterham (sandwich) leggendo il giornale o guardando la televisione ognuno per i cazzi suoi è alquanto difficile da sopportare e quando vado in Olanda non lo nascondo. Ci sono state alcune volte che sono uscito di casa sbattendo la porta per andare a cercare un posto dove mangiare un piatto decente. Sono molto Pasquale Ametrano in questo.
In ogni caso sostengo che così come da coppie molto eterogenee nascono bambini mediamente più belli che da consanguinei e probabilmente si costruiscono anche rapporti più solidi e meno ipocriti. Ad esempio la mia "relativa" libertà sessuale è sostanzialmente accettata. Sono sicuro che quando dico che vado a farmi un giro da solo ad Amsterdam sanno benissimo tutti che ci vado per il red-light-district.
Per la cronaca (sempre che freghi un cazzo a qualcuno) non sono sposato e sono un acerrimo nemico del matrimonio (avendolo sperimentato). Penso che non ci sia nessun bisogno di istituzionalizzare il rapporto con il proprio partner per tirare su dei figli. A parte qualche piccolo vantaggio di tipo legale/economico che in un paese come il nostro temo condizioni ancora molti matrimoni.