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Dopo il caso Calderoli , tensione Tripoli-ROMA
"Sull'immigrazione non collaboriamo più"
La Libia all'Italia: «Non proteggeremo più le vostre coste dall'arrivo di clandestini». Nel mirino anche il petrolio
ROMA " Dopo il caso Calderoli, con l'avvertimento all'Italia da parte del figlio di Gheddafi, affinchè evitasse di nominarlo ministro, pena «ripercussioni catastrofiche nelle relazioni con l'Italia» ecco che la Libia fa sapere a Roma, tramite il suo ministero dell'Interno, che non intende più collaborare nella protezione delle coste italiane dall'ondata di sbarchi di clandestini dall'Africa, poichè Roma e altri Paesi dell'Unione Europea non hanno dato l'appoggio promesso. In più ci sarebbe un giro di vite per i visti e i contratti Eni, ma l'avvertimento non è ufficiale perchè «un'imminente dura risposta» della Libia è attribuita a «fonti diplomatiche»: le voci sono state raccolte da «Staffetta quotidiana», la testata online specializzata in notizie sull'energia.
Il benvenuto di Muhammar el Gheddafi al governo di Silvio Berlusconi è arrivato ieri sera, poche ore dopo il giuramento al Quirinale. Ed è stato pienamente nello stile del Colonnello: drastico, ribelle e allo stesso tempo suscettibile di modifiche, se la controparte vorrà negoziare per ottenerne. «La Libia non è più responsabile della protezione delle coste italiane dagli immigrati illegali», ha annunciato in un comunicato il ministero dell'Interno libico. Inviata all'agenzia di stampa Reuters e al Tripoli Post, lanota ha ricordato che si avvicina «l'inizio della stagione estiva, durante la quale questa immigrazione clandestina dalla Grande Gamahiria aumenta». Nessun riferimento diretto, invece, al passo precedente compiuto da Tripoli: venerdì scorso Seif el Islam, il figlio più politico del Colonnello, aveva promesso «ripercussioni catastrofiche nelle relazioni con l'Italia » se tra i membri del nuovo governo a Roma ci fosse stato Roberto Calderoli, accusato sull'agenzia Jana di essere «il vero assassino» dei libici morti a Bengasi nell'assalto al consolato italiano del 2006, nato dalle proteste contro l'esibizione in tv di una maglietta con vignette di Maometto portata dall'allora ministro leghista.
La minaccia di lasciar passare interamente il flusso di immigrazione illegale è arrivata quando un quotidiano sull'energia reperibile su Internet, Staffetta quotidiana, aveva dato per «imminente» una «dura risposta» alla nomina di Calderoli che «
prevederebbe il blocco dei visti di ingresso per gli italiani in Libia e la cancellazione dell'accordo strategico tra l'Eni e la compagnia di Stato Noc siglato il 16 ottobre a Tripoli ». Esatta o meno che sia l'informazione, in questo caso il segnale è stato privo di ufficialità : l'insieme delle ripercussioni teoricamente possibili è parso delineare un percorso a tappe. «La parte italiana non si è comportata bene nel suo impegno nel dare appoggio alla Libia », è la tesi con la quale il ministero dell'Interno ha motivato la minaccia sulle coste.
Maurizio Caprara
"Duca conte buonasera..sono le 17...le serviamo un tè?" Maurizio Liberti, 25.03.2007
"Sono venuto qui per disgustarmi! oh! Voglio vomitare! oh! siete un cess.... cessi! cessi, diceva toto'! cessi! la banda! cessi!" Carmelo Bene, 1995