ma per favore.....
[O.T.] Castelvorturno, guerriglia urbana degli immigrati
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- Scorpio
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la religione è uno strumento di potere; gestito da chi fà finta di credere a regole che lui per primo non rispetta!zio ha scritto:lobotomizzate?![]()
ma per favore.....
i "lobotomizzati" non lo capiscono e ubbidiscono pure...
più che lobotomizzati, li chiamerei semplicemente coglioni!
Tutto quello che faceva paura del comunismo - che avremmo perso le nostre case, i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.
Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).
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ing. Crapanzano
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"se sei qui solo per politica e religione ti accompagno alla porta, pensavo che il concetto fose chiaro"
Prima mi ha cacciato dal topic dello sbattezzo con la scusa che ero monotematico e mi ha detto che potevo scrivere cambiando argomento, cosa che sto facendo. Ora quest'altra censura. Ricapitolando, ora non posso scrivere di religione e di politica. A questo punto mi dica lei cosa devo parlare e in quale topic allora, perchè io non lo so più. Non sono certo l'unico qui dentro che non scrive di pornografia ma solo a me si impongono delle restrizioni nei contenuti assurde mai viste prima. Non sarà che sta cercando un pretesto per buttare fuori una voce fuori dal coro?
Prima mi ha cacciato dal topic dello sbattezzo con la scusa che ero monotematico e mi ha detto che potevo scrivere cambiando argomento, cosa che sto facendo. Ora quest'altra censura. Ricapitolando, ora non posso scrivere di religione e di politica. A questo punto mi dica lei cosa devo parlare e in quale topic allora, perchè io non lo so più. Non sono certo l'unico qui dentro che non scrive di pornografia ma solo a me si impongono delle restrizioni nei contenuti assurde mai viste prima. Non sarà che sta cercando un pretesto per buttare fuori una voce fuori dal coro?
oratorio pride
grazie.Scorpio ha scritto:la religione è uno strumento di potere; gestito da chi fà finta di credere a regole che lui per primo non rispetta!zio ha scritto:lobotomizzate?![]()
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i "lobotomizzati" non lo capiscono e ubbidiscono pure...
più che lobotomizzati, li chiamerei semplicemente coglioni!
firmato: un lobotomizzato o coglione.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
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Viaggio nella baraccopoli tra i raccoglitori di agrumi, sfruttati
per 12 ore al giorno per 20 euro. E si pagano pure il trasporto
Nel rifugio-lager di Rosarno
"Viviamo tra i topi e la paura"
Per i lavoratori sfruttati nessun contatto con le istituzioni. Unici interlocutori i medici di MSF
ROSARNO (Reggio Calabria)- I sopravvissuti alle odissee che hanno dovuto affrontare per arrivare fin qui, in fuga da paesi in guerra o stremati da ingiustizie e povertà , derubati e minacciati dalla teppa internazionale che governa il traffico dell'emigrazione africana, ora sono qui. Alloggiano alla "Rognetta", dentro baracche di cartone e bambù, nell'ex deposito alimentare diroccato, senza neache il tetto, in pieno centro di Rosarno - paese commissariato per infiltrazioni mafiose - a poche decine di metri dalla scuola elementare, in mezzo al fango, ai topi e a una carcassa di montone, sgozzato qualche giorno fa da un macellaio magrebino.
Sono qui a centinaia, tutti giovani dell'Africa sud sahariana e magrebini solo perchè, in questo periodo dell'anno, sono la mano d'opera più ambita nella zona, dove è tempo di raccolta di agrumi. Ogni mattina i pullmini dei caporali si presentano davanti alla "Rognetta", o nell'ex cartiera abbandonata di S. Ferdinando (paese vicino, anche questo commissariato) dove vivono assiepati come maiali da macello più di settecento persone, in condizioni igieniche spaventose dentro baracche puzzolenti, due metri per tre, con quattro, cinque o sei letti.
Ognuno di loro, a parte le revolverate di qualche cittadino locale, ha finora imparato a conoscere il nostro Paese senza mai incontrare neanche un rappresentante delle pubbliche istituzioni. Gli unici presenti sul posto sono quelli di Medici Senza Frontiere (MSF), qui da settembre con un presidio sanitario d'emergenza, identico a quelli che sono abituati ad allestire in tutto il mondo nelle zone più difficili, impervie e pericolose, come lo Zimbawe, il Mianmar, il Nord Kivu, il Darfur. Distribuiscono sacchi a pelo e garantiscono l'assistenza sanitaria a gente che letteralmente non ha più nulla, se non le braccia per lavorare fino a 12 ore al giorno per 20 euro, in mezzo ai campi di arance, dove per arrivarci devono anche pagare il trasporto: due euro e mezzo all'andata e altrettanto per il ritorno.
"Le patologie più frequenti - dice Saverio Bellizzi, un giovane medico di MSF, ematologo, ma già con lunga esperienza sul campo in Vietnam - sono le difficoltà di respirazione, dovute al freddo, ma soprattutto al fumo prodotto dal fuoco che accendono nel capannone, tra le baracche di cartone, per cucinare e riscaldarsi". Diffusi anche problemi di depressione: "Molti di loro - dice Cristina Falconi, responsabile del progetto MSF nella zona - vicono questo degrado come una sconfitta dalla quale non si riprenderanno più. quando telefonano a casa dicono che va tutto bene e sono proprio queste bugie che dicono anche a se stessi, a renderli ancor più tristi".
"Se venite in Ghana, nel mio paese, siate certi che non vi tratteremmo così" dice con orgoglio Edward, 27 anni, di Accra, che si elegge a portavoce. "Se ci devono far vivere come animali in gabbia, tra i topi e la paura della gente che fuori di qui ci spara pure addosso, perchè ci chiamano per raccogliere le arance? Si decidano: o serviamo, e allora vorremmo essere trattati un po' meglio e lavorare dignitosamente, oppure ce ne torniamo nei nostri paesi. Qui non ha più senso stare".
http://www.repubblica.it/2008/10/sezion ... ati-3.html
Morale dell'articolo: I medici-senza-frontiere non operano solo in zone del cosidetto terzo-mondo
per 12 ore al giorno per 20 euro. E si pagano pure il trasporto
Nel rifugio-lager di Rosarno
"Viviamo tra i topi e la paura"
Per i lavoratori sfruttati nessun contatto con le istituzioni. Unici interlocutori i medici di MSF
ROSARNO (Reggio Calabria)- I sopravvissuti alle odissee che hanno dovuto affrontare per arrivare fin qui, in fuga da paesi in guerra o stremati da ingiustizie e povertà , derubati e minacciati dalla teppa internazionale che governa il traffico dell'emigrazione africana, ora sono qui. Alloggiano alla "Rognetta", dentro baracche di cartone e bambù, nell'ex deposito alimentare diroccato, senza neache il tetto, in pieno centro di Rosarno - paese commissariato per infiltrazioni mafiose - a poche decine di metri dalla scuola elementare, in mezzo al fango, ai topi e a una carcassa di montone, sgozzato qualche giorno fa da un macellaio magrebino.
Sono qui a centinaia, tutti giovani dell'Africa sud sahariana e magrebini solo perchè, in questo periodo dell'anno, sono la mano d'opera più ambita nella zona, dove è tempo di raccolta di agrumi. Ogni mattina i pullmini dei caporali si presentano davanti alla "Rognetta", o nell'ex cartiera abbandonata di S. Ferdinando (paese vicino, anche questo commissariato) dove vivono assiepati come maiali da macello più di settecento persone, in condizioni igieniche spaventose dentro baracche puzzolenti, due metri per tre, con quattro, cinque o sei letti.
Ognuno di loro, a parte le revolverate di qualche cittadino locale, ha finora imparato a conoscere il nostro Paese senza mai incontrare neanche un rappresentante delle pubbliche istituzioni. Gli unici presenti sul posto sono quelli di Medici Senza Frontiere (MSF), qui da settembre con un presidio sanitario d'emergenza, identico a quelli che sono abituati ad allestire in tutto il mondo nelle zone più difficili, impervie e pericolose, come lo Zimbawe, il Mianmar, il Nord Kivu, il Darfur. Distribuiscono sacchi a pelo e garantiscono l'assistenza sanitaria a gente che letteralmente non ha più nulla, se non le braccia per lavorare fino a 12 ore al giorno per 20 euro, in mezzo ai campi di arance, dove per arrivarci devono anche pagare il trasporto: due euro e mezzo all'andata e altrettanto per il ritorno.
"Le patologie più frequenti - dice Saverio Bellizzi, un giovane medico di MSF, ematologo, ma già con lunga esperienza sul campo in Vietnam - sono le difficoltà di respirazione, dovute al freddo, ma soprattutto al fumo prodotto dal fuoco che accendono nel capannone, tra le baracche di cartone, per cucinare e riscaldarsi". Diffusi anche problemi di depressione: "Molti di loro - dice Cristina Falconi, responsabile del progetto MSF nella zona - vicono questo degrado come una sconfitta dalla quale non si riprenderanno più. quando telefonano a casa dicono che va tutto bene e sono proprio queste bugie che dicono anche a se stessi, a renderli ancor più tristi".
"Se venite in Ghana, nel mio paese, siate certi che non vi tratteremmo così" dice con orgoglio Edward, 27 anni, di Accra, che si elegge a portavoce. "Se ci devono far vivere come animali in gabbia, tra i topi e la paura della gente che fuori di qui ci spara pure addosso, perchè ci chiamano per raccogliere le arance? Si decidano: o serviamo, e allora vorremmo essere trattati un po' meglio e lavorare dignitosamente, oppure ce ne torniamo nei nostri paesi. Qui non ha più senso stare".
http://www.repubblica.it/2008/10/sezion ... ati-3.html
Morale dell'articolo: I medici-senza-frontiere non operano solo in zone del cosidetto terzo-mondo
Everybody needs a bosom for a pillow
