Solidarieta' a Maradona

[DON CHISCIOTTE]

[quote="estdipendente]
altre persone hanno fatto altre scelte, piu' distruttive.

ma sta recuperando bene..

ci si prova, ci si prova.
i recuperi pero' sono maledettamente difficili, i rischi di ricaduta altissimi. che palle.

forse non mi sono spiegato bene..

sta recuperando bene nel distruggersi...

ah difatti non mi era chiaro. proprio oggi ho letto che ha avuto una mega crisi in ospedale con camicia di forza e sedativi.[/quote]

il lupo (no tu balkan ) perde il pelo...ingrassa..ma non il vizio

[barcode]

Senza nulla togliere ai sudamericani:

Gli Inglesi schierano il duo
Geoge Best
Paul "Gazza" Gaiscogne
Senza contare tutti quelli che ogni tanto finiscono dentro per ubriachezza molesta

Tra gli Italiani?
Qualcuno ha qualche nome?
Io nella mia provincia schiero Alviero Chiorri
Eroe della Cremonese anni 80/90, uno tra i primi Italiani a tirare punizioni alla Maradona .. oltre a tirare qualcos'altro come il pibe
Aggiungerei gran puttaniere e ... vi dico solo che ora vive a Cuba

[quote:b3c840f5c4] Ribelli del pallone: Alviero Chiorri. di Massimiliano Castellani.

I "RIBELLI" DEL PALLONE
L'ex idolo della Samp, "fratello maggiore" di Mancini, lasciò il calcio nel '92 e fuggì a Cuba «Ho smesso quando ho sentito tutto il peso del tradimento. Ero finito in un gioco più grande di me»

Chiorri, l'ultimo dei romantici


Da Roma Massimiliano Castellani

Il "Fu Mattia Pascal" del calcio è ricomparso. Esistenza pirandelliana quella di Alviero Chiorri che tra essere uno o centomila a 33 anni, preferì smettere e diventare «nessuno». Come un Rimbaud del pallone, dopo sedici stagioni passate all'inferno del calcio, appese le scarpe ed è ripartito dal paradiso di Cuba. «Avevo bisogno di tornare ad essere un perfetto sconosciuto. Essere apprezzato prima di tutto come uomo, perché la notorietà mi ha sempre dato fastidio». Parla pacato, il redivivo Chiorri, scuro nell'abito da Dylan Dog, il codino mesciato su una faccia abbronzata dal sole de L'Avana, mentre sorseggia un aperitivo in un baretto di Torrimpietra, a due passi dal mare. Quel Tirreno che risalì fino a Genova per diventare un piccolo grande eroe della Sud doriana. «La Samp mi prese dalla Pro Roma che avevo 15 anni: a 17 (stagione '76/'77) Bersellini mi fece esordire in Serie A». Doveva essere l'inizio di una storia da scrivere a caratteri d'oro, come lo scudetto che il sergen te Bersellini andò a vincere due anni dopo in un'Inter, in cui avrebbe volentieri apprezzato anche la fantasia dell'Alviero.
«Bersellini mi voleva portare, poi l'Inter prese Beccalossi. Così rimasi a Genova. Alla gente di Marassi piacevo da impazzire, ma sentivo di essere caduto in un gioco più grande di me. Oggi i ragazzi che fanno il loro esordio in A molto presto, sono mentalmente più preparati. Io invece non mi sapevo gestire». Ingestibile al punto da essere spedito in prestito a Bologna dove incontrò i suoi due gemelli minori, Mancini e Macina. «Costituivamo un trio favoloso. Tecnicamente Macina era il più forte, ma la differenza tra noi la faceva Roberto, più potente, più calciatore. Ho capito con gli anni che nel calcio non è solo questione di tecnica, il campione vero è più completo sotto tutti gli aspetti. Penso a Van Basten, il più grande che ho incontrato, ma anche a uno come il "Mancio"». Il giovane Mancini stregato dai suoi numeri, lo seguì l'anno dopo, alla Samp per q ue llo che doveva essere un ritorno da principe. E invece... «La Sampdoria stava crescendo, ma io non andavo di pari passo e a un certo punto il presidente Mantovani fu costretto a cedermi alla Cremonese. Quando mi salutò aveva le lacrime agli occhi e mi disse: "Alviero, sei stata la più grande delusione della mia vita". Quella frase me la sono portata dentro fino all'ultimo giorno che sono sceso in campo». Ma a Cremona trovò l'amore del presidente Domenico Luzzara e lo stadio Zini conserva ancora il ricordo delle sue esibizioni come le più belle perle di una storia centenaria. «Ho sempre cercato la giocata impossibile e lo facevo perché avevo solo un disegno in testa: far divertire la gente. Appartengo a quella categoria di giocatori che piacciono tanto ai tifosi e molto poco agli allenatori, perché non sanno trovargli una collocazione in campo, quindi se girano bene, altrimenti li fanno dannare. E io li ho fatti dannare tutti».
Una dannazione gettata alle spalle da quel 24 maggio 19 92. Quel giorno, proprio contro la sua Samp a Marassi, decise di smettere, portandosi via gli ultimi applausi di una curva, e qualche rimpianto. «Per esempio quello di non aver mai segnato nel derby contro il Genoa. Questa è una delle poche cose che mi mancano di quegli anni. Come mi mancano gli scontri duri, ma sempre leali con il povero Gorin. Finita la gara si andava a bere insieme in un locale dove cantavano i nostri amici New Trolls». Carezza della sera genovese, ritrovata appena calciato via un pallone al di là dell'Oceano. «Ho smesso quando ho sentito il peso del tradimento. Tradito da un mondo che forse non era mai stato completamente il mio. Sono sempre più convinto di essermene andato via quando si cominciava a giocare ovunque fuorché in campo. Prima che il calcio diventasse solo mercato e compromessi. E quelli proprio, io non ho mai saputo cosa siano».[/quote:b3c840f5c4]

[DON CHISCIOTTE]

italiani..dovrei pensarci..

ho un amico che nelle giovanili giocava spesso contro morfeo..(adesso al parma) e due fratelli..che erano una spanna superiore..dovresti conoscerli..poi si sono persi per strada..
uno ha giocato anche nella cremonese..ma il più forte era l'altro..

ahh.il nome..sono i fratelli pirri..

[ronsard]

No fermi tutti, il più folle calciatore italiano è questo adorabile cialtrone che scrive libri orridi, un mitomane da antologia

Da VicenzaNews

Il personaggio in questione è Ezio Vendrame, indimenticabile centrocampista del Lanerossi Vicenza degli anni '70, e il libro è "Se mi mandi in tribuna, godo" (Edizioni Biblioteca dell'Immagine), titolo che la dice parecchio lunga sul Vendrame uomo e giocatore. Introdurrà l'incontro, cui parteciperà lo stesso autore, il giornalista Gianmauro Anni.

Tra i grandi del calcio Vendrame poteva essere "Il Grande", ma aveva un piccolo difetto: non gli andava di giocare di domenica. Dice di lui Giancarlo Dotto nella prefazione al volume: "era il Kempes italiano, così lo chiamava Boniperti. Ma il suo talento era una beffa della natura. Bestemmiato e cestinato. Da calciatore era un disadattato. Scoprì in fretta che l'essenziale era altrove. Nell'amore e nella perdizione, nelle donne e negli amici. Con l'estinzione di giocatori come Ezio Vendrame, gli stessi Meroni, Zigoni, e su altri versanti, i Giacomino Losi, i Lodetti e i Di Somma, abbiamo perso l'invenzione e la passione. La voglia di stupire e un po' anche quella di morire. Morire per eccesso di maglia addosso..."

Di questo e altro ancora, di calcio e di vita, si parlerà nell'incontro di venerdì. E, considerata l'originalità del personaggio, gli spunti di interesse non mancheranno.

Ezio Vendrame

Ezio Vendrame nasce a Casarsa nel 1947. Personaggio estroso, capellone, poco adatto alla vita da spogliatoio. Arriva in serie A nel '71, a Vicenza, dopo aver girato varie squadre minori (l'Udinese in C, la Spal, il Torres, il Siena, il Rovereto). Fa spesso impazzire il pubblico dello stadio Menti, ma ancor piu' spesso fa amattire gli allenatori. Nel '74 l'avventura al Napoli sarà fallimentare: solo 3 presenze.
Anni dopo il giornale romano "il messaggero" lo scopre in campagna, dove si e' ritirato a vivere: scrive poesie, suona la chitarra e a tutto pensa, meno che al pallone. Ha pubblicato: Un farabutto esistere, Edizioni biblioteca dell'immagine, Io di nascosto, Campanotto Editore Udine, Inamovibilità di un marchio, Edizioni biblioteca dell'immagine, Senza alcun anticorpo, Campanotto Editore Udine, Il ladro di stelle, Editrice artistica Bassano, Le cose della vita, Edizioni Biblioteca dell'immagine, e il suo ultimo libro è Se mi mandi in tribuna, godo, Edizioni Biblioteca dell'Immagine.

[DON CHISCIOTTE]

non mi veniva in mente..esatto.. vendrame..
mi sembra che adesso allena bambini in una squadra dilettantistica...
avevo visto un pezzo di intervista a egidio..su sky..

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italiani..dovrei pensarci..

ho un amico che nelle giovanili giocava spesso contro morfeo..(adesso al parma) e due fratelli..che erano una spanna superiore..dovresti conoscerli..poi si sono persi per strada..
uno ha giocato anche nella cremonese..ma il più forte era l'altro..

ahh.il nome..sono i fratelli pirri..

Erano alla sQuola calcio con il sottoscritto (io ero un libero occhialuto scandaloso)
C'era uno più forte di loro, un certo Tambani ma si è rotto da giovanissimo ed addio carriera
Pirri il giovane è arrivato in serie A (Genoa e Reggina se ricordo) ma era una tale testa di cazzo anche quando aveva 6/7 anni
Come mi divertivo a rifilargli delle belle stringhe

[DON CHISCIOTTE]

italiani..dovrei pensarci..

ho un amico che nelle giovanili giocava spesso contro morfeo..(adesso al parma) e due fratelli..che erano una spanna superiore..dovresti conoscerli..poi si sono persi per strada..
uno ha giocato anche nella cremonese..ma il più forte era l'altro..

ahh.il nome..sono i fratelli pirri..

Erano alla sQuola calcio con il sottoscritto (io ero un libero occhialuto scandaloso)
C'era uno più forte di loro, un certo Tambani ma si è rotto da giovanissimo ed addio carriera
Pirri il giovane è arrivato in serie A (Genoa e Reggina se ricordo) ma era una tale testa di cazzo anche quando aveva 6/7 anni
Come mi divertivo a rifilargli delle belle stringhe

salernitana anche..
adesso uno ha un bar a cremona..mi pare..

[Husker_Du]

Non c'entra con il calcio, ma un altro grandissimo e' stato il ciclista francese Armand De Las Cuevas, che spari' per un bel po' di tempo dalla propia squadra perche' ebbe una storia con la MAMMA di un compagno di squadra......

In piu' quando vinceva, a chi gli chiedeva a chi voleva dedicare la vittoria, rispondeva: Alla Luce....

[Romeo]

Del Piero, Juventus.............


Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah,








Eh, la Lazio.......

[Husker_Du]

Noto in Romeo una certa malcelata avversione nei confronti della Juventus.....non sarai mica interista??????

[balkan wolf]

se romeo tiene al "cevo" prende punti al volo

[DON CHISCIOTTE]

Noto in Romeo una certa malcelata avversione nei confronti della Juventus.....non sarai mica interista??????

sicuramente no juventino

[wmc30]

Beh non sarà  stato Maradona ma.....dove lo mettiamo Roby Baggio.....lui sì che è il nostro fenomeno italiano......
Così come Maradona negli anni 80 ha fatto grandissimo il Napoli che non era certamente uno squadrone...Roby tra Bologna e Brescia si è tolto comunque tante soddisfazioni.....

Di Maradona mi ricorderó sempre quel gol che c'è anche nel film Santa Maradona...quando parte da metà  campo saltando 3 uomini e corre per 50 metri verso la porta dribbla il portiere e incassa giusto prima che uno lo atterri.....beh raga....incredibbile!!

[barcode]

Perchè non citare Anquetil visto quanto letto

[estdipendente]

Il titpolo di un articolo di un giornale tedesco sabato era "Diego Armando Maradona organizza un'orgia a base di cocaina e modelle nella clinica di cuba". il campione sorpreso mentre nudo rincorreva per le stanze della clinica una modella 20enne argentina anch'essa nuda.

in questo periodo in cui mi sto a fare le paranoie per la fidanzata sodomizzata dal tunzo non posso non provare ammirazione per questo splendido eroe negativo