[O.T.] TIBET NOW

[dostum]

se un cittadino colpisce obbiettivi militari che riconosce di occupazione, se ne puo parlare..

se un cittadino colpisce un altro cittadino e' terrorismo..ammazzare uno che torna a casa in bicicletta che ha solo la colpa di essere di uan etnia diversa e' terrorismo.
rispondere ad un "terrorismo di stato" con un terrorismo di strada e' una risposta peggiore che non sposta di una virgola l'opinione pubblica...e ne serve mai alla causa..anzi ovviamente ora tutti i musulmani in cina si devono guardare le spalle.bel risultato
ti garantisco che qui la fiducia nella polizia e nel'esrcito non e' cosi grossa..anche da parte die cittadini comuni.colpendo a caso dei civili si e' fatta la scelta peggiore e come capito anche per il tibet si e' fatto un regalone al governo e al "consenso"...

se la polizia picchia e ammazza cittadini (indiscriminatamente..e non sempre e' cosi..visto che dei 200 morti circa non si e' ancora detto da che parte siano) e' ammessa una rivolta contro la polizia

andare ad ammazzare gente a caso non e' la risposta giusta..
su questo sono sicuro non cambierei opinione anche se mi ci trovassi..

"I disordini sono una brutta cosa.Ma se ne puó trarre un utile insegnamento" Mao 1956.
Cè un paese che finanzia e ospita le organizzazioni separatiste ,ora questo
medesimo stato pretende che la RPC acquisti i suoi titoli pubblici,imponga sanzioni ad un paese amico come la Repubblica Democratica di Corea e impedisce il compiersi dell'unità  nazionale cinese sostenendo il governo di Taiwan.Non credi che a questo punto i rapporti andrebbero rivisti?

[jhonnybuccia]

tantissimi cinesi e occidentali che vivono qui da mooto diconoche questo popolo non e' pronto per la democrazie

più che non pronto è non compatibile.

[nik978]

tantissimi cinesi e occidentali che vivono qui da mooto diconoche questo popolo non e' pronto per la democrazie

più che non pronto è non compatibile.

beh si atualmente incompatibile..
quindi in futuro lo sara.si spera.

[jhonnybuccia]

ma speriamo di no!

basta democrazie capitaliste.

[nik978]

qualche tempo prima di partire per qua, nel seggio per le primarie del pd con mio padre ed un suo conoscnete, discutevamo sui vantaggi delle dittature "illuminate".....
(non scherzo...)

[Squirto]

un paese amico come la Repubblica Democratica di Corea

già  solo il nome è esilarante

[nik978]

un paese amico come la Repubblica Democratica di Corea

già  solo il nome è esilarante

beh ci son anche le repubbliche non democratiche..si deve specificare..

[Squirto]

la cosa che mi fa ridere è: se davvero quelli sono i posti della democrazia del popolo, perchè i vari dostum non vanno a viverci felici?

[balkan wolf]

certo che se la democrazia capitalista fa cagare la dittatura capitalista è veramente il male assoluto cristo

ora l'unica cosa figa del capitalismo è la libertà  di manovra ovvero quella piccola possibilità  di scegliere e partecipare ... in una dittatura questo ovv. non esiste essendo tutto controllato dall'alto

è poi vi è la componente nazionalista che oscura come una cappa tutta la società , ingessa, blocca, limita e soprattutto mentalmente

noi europei il secolo scorso ci siamo avventurati, con esiti abbastanza disastrosi, nel nazionalsocialismo, i cinesi sono riusciti a fare di peggio nel nuovo millennio con nazionalcapitalismo

[dostum]

la cosa che mi fa ridere è: se davvero quelli sono i posti della democrazia del popolo, perchè i vari dostum non vanno a viverci felici?

Osservazione di pretta marca berlusconiana.

[Squirto]

come no, dostum, meglio invece decantare le lodi della dittatura nordcoreana dal salotto della nostra casa romana

ma lo sapete come vive la gente sotto le dittature comuniste?

Berlusconi è governante pessimo e ha una idea tutta distorta di democrazia liberale, ma paragonato a Kim Jong-il e Kim Il Sung finisce per sembrare un Churchill

[dostum]

come no, dostum, meglio invece decantare le lodi della dittatura nordcoreana dal salotto della nostra casa romana

ma lo sapete come vive la gente sotto le dittature comuniste?

Berlusconi è governante pessimo e ha una idea tutta distorta di democrazia liberale, ma paragonato a Kim Jong-il e Kim Il Sung finisce per sembrare un Churchill

Come No!

[Squirto]

[tiffany rayne]

ma speriamo di no!

basta democrazie capitaliste.

Non credo che in questa vita ci toccherà  di vedere una democrazia non capitalista. Peró abbiamo visto il comunismo capitalista.

[nik978]

Le vittime sono 137 di etnia Han e 46 uigura Urumqi
Cina, sale il bilancio degli scontri etnici
nello Xinjiang: 184 morti
Le autorità  cinesi anno promesso «punizioni esemplari» ai responsabili degli scontri


PECHINO - Gli scontri etnici a Urumqi, capitale dello Xinjiang, nel nord ovest della Cina, hanno provocato 184 morti - 137 di etnia Han e 46 uigura - secondo un nuovo bilancio comunicato dall'agenzia di stampa Xinhua. Le autorità  cinesi, che hanno promesso «punizioni esemplari» ai responsabili degli scontri, hanno imposto nuovamente il coprifuoco per la notte a Urumqui, città  d 2,3 milioni di abitanti, a maggioranza Han, ma dove vivono anche 254 mila uiguri, turcofoni, di fede musulmana.

LA VICENDA - Le violenze sono scoppiate domenica al termine di una manifestazione di uiguri che chiedevano giustizia per due membri della loro etnia uccisi il 25 giugno durante uno scontro davanti a una fabbrica nel sud della Cina con un gruppo di han.


e sempre dal corriere..

La scintilla Un'operaia uscì gridando da un dormitorio di uiguri. «Ma non mi avevano fatto nulla»
L'urlo di Huang, eroina per sbaglio
Dietro la rivolta del Xinjiang, le voci su uno stupro mai avvenuto

DAL NOSTRO INVIATO

URUMQI (Cina) " La nor­malità  costa fatica. E costa ca­ra. I taxisti moltiplicano le ta­riffe per aggirare i cordoni di polizia, le colonne di camion militari e blindati che trasfor­mano il capoluogo di Xinjiang in un dedalo, con le aree dei cinesi han e quelle ui­gure tenute a distanza. Una normalità  cercava anche Huang Cuilian, un lavoro, uno stipendio, un inizio di vi­ta, e invece si è ritrovata a es­sere la scintilla involontaria di una tragedia che mette a re­pentaglio i fragili equilibri et­nici di Urumqi e dell'intera Repubblica Popolare. Ha 19 anni, forse non sa neppure dove sia il Xinjiang: è nata nelle campagne del Guan­gdong e le bastava trovare po­sto in uno degli stabilimenti che hanno fatto dell'entroter­ra di Hong Kong la «fabbrica del mondo».

La sua è la storia di uno stu­pro che, senza essere mai esi­stito, ha aperto un abisso fra cinesi han e uiguri. E' succes­so tutto il mese scorso, alla fabbrica di giocattoli «Early Light» di Shaoguan. Huang Cuilian era apprendista da un paio di mesi. «Mi ero persa " ha raccontato alla Xinhua " e mi sono accorta che sta­vo entrando nel dormitorio degli uomini». Lì dentro c'era­no soprattutto uiguri, il pro­prietario ne aveva assunti 600. «Quando ho visto che avevo sbagliato ho avuto pau­ra, non so perchè. Ho caccia­to un urlo, involontariamen­te, e mi sono messa a corre­re ». Uno dei ragazzi si è alza­to e ha cominciato a pestare i piedi come per inseguirla, «ma faceva finta, voleva solo prendermi in giro. Non mi è successo nulla», ha candida­mente ammesso. Lo strillo involontario del­l'operaia del Guangdong è di­ventato, nel tam tam fra gli operai, uno «stupro commes­so dagli uiguri contro due gio­vani han». Il 26 giugno la fab­brica è stata messa a ferro e fuoco dal desiderio di vendet­ta degli han: gli scontri han­no visto contrapposte le due comunità , con un bilancio di due uiguri uccisi e un centina­io di feriti. Le autorità , quin­di, avevano pubblicizzato sia le indagini sia gli arresti suc­cessivi. Ció che forse a Pechi­no e a Urumqi era stato sotto­valutato era come la notizia di uno scontro etnico a mi­gliaia di chilometri di distan­za potesse incendiare la piaz­za uigura. Perchè nella prote­sta originaria " prima dei 156 morti e del migliaio di fe­riti " i manifestanti di dome­nica scorsa chiedevano giusti­zia per Shaoguan.

Oggi, venerdì di preghiera nelle moschee per i musulma­ni uiguri, sarà  una giornata spe­ciale a Urumqi. Ma in Xinjiang nulla sarà  più come prima. Un comunicato diffuso ieri sera mostra, dopo giorni di silenzio dalla capitale, che il vertice del Partito comunista è pronto per dettare la linea, mentre finora l'iniziativa era stata delle autori­tà  locali. Hu Jintao (segretario del Partito, presidente della Re­pubblica e capo della Commis­sione militare) aveva convoca­to il Politburo mercoledì notte, appena rientrato dall'Italia. Il vertice è «concorde nel ritene­re la stabilità  del Xinjiang sia l'obiettivo più importante e ur­gente da raggiungere» e questa va «enfatizzata al di sopra di tutto davanti ai dirigenti e alle masse di tutti i gruppi etnici». Ancora, il comunicato denun­cia «i pochissimi» che hanno fomentato la rivolta, annuncia «punizioni severe» verso i re­sponsabili e denuncia le «tre forze» (terrorismo, separati­smo ed estremismo) che han­no congiurato «in patria e al­l'estero ». Paroloni, tanto lonta­ni dal mondo semplice di Huang Cuilian. Lei non sapeva, lei non immaginava. La porta sbagliata, la scintilla su una mi­scela quietamente esplosiva. Ormai, se davvero è stato con­sumato uno stupro, è quello della pace etnica della Cina.