Perchè racconta molto bene la tragedia umana di un bell'uomo, realizzato nel lavoro e che non ha problemi ad approcciare, la cui ossessione lo pone in un isolamento sociale, condizione in cui si trovano solitamente tutt'altre categorie umane.
L'impossibilità del protagonista di intrattenere relazioni con le donne che vadano al di là del sesso ripetitivo e meccanico si mostra drammaticamente quando tenta di avere una relazione più profonda con una collega con la quale non riuscirà a concludere un rapporto sessuale (rimedierà subito dopo con una prostituta). Episodio che ricorda la fragilità del drogato che, nonostante i buoni propositi di uscire dal tunnel, ci ricasca rassegnato.
L'arrivo a casa sua di sua sorella (figura antitetica: artista sensibile e perennemente emotivamente coinvolta) manda in corto circuito l'equilibrio precario su cui si basa la finzione che è la sua vita, basata sul meticoloso ordine delle cose e dei gesti.
Complimenti a Fassbender per la recitazione, e complimenti per la minchia tanta.
Pimpi, non ti piacerebbe (il film, intendo). Non andare a vederlo.
