[O.T.] Crisi economica
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Re: [O.T.] Crisi economica
veramente ne vedo di nuovi in giro.... ma stanno crescendo quelli in franchising o similari....
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- Enrico Pallazzo
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Re: [O.T.] Crisi economica
taci iettatore, Letta ha detto che il 2014 sará l anno della ripresa e lo certifica lo spread al minimo.dboon ha scritto:qualche news beneaugurante
Crisi, 200mila lavoratori a rischio
non si salva nessun settore produttivo
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 00346.html
Debito pubblico a nuovo record 2.104 mld
ma a dicembre calera'![]()
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 94418.html
“Compro oro” spariti: 3 su 10 hanno chiuso, prezzo del metallo in picchiata
http://www.blitzquotidiano.it/economia/ ... o-1767575/
Adesso arriveranno i posti di lavoro, le industrie torneranno e le condizione lavorative miglioreranno.
è sempre amore!
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Re: [O.T.] Crisi economica
In Svizzera il 9 Febbraio 2014 gli elettori andranno alle urne per decidere se appoggiare l’iniziativa dell’UDC per limitare il numero di immigrati.Blif ha scritto:Sono piuttosto depresso, da qualche settimana.
Comincio a pensare semiseriamente di andarmene in Svizzera (quando potei, non lo feci).
L’iniziativa chiede che la Svizzera limiti il numero di permessi di dimora per stranieri con tetti massimi e contingenti annuali, inoltre domanda che gli svizzeri ottengano la precedenza nel mercato del lavoro. Il Consiglio federale e Parlamento hanno per ora respinto l’iniziativa ma si stima che se si dovesse votare adesso il 52% degli aventi diritto al voto sarebbe favorevole all’iniziativa e il 40% contrario.
La Svizzera deve introdurre dei tetti massimi per limitare l’immigrazione e rinegoziare con l’UE gli accordi sulla libera circolazione delle persone. È quanto chiede l’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa” dell’Unione democratica di centro, sottoposta il 9 febbraio a votazione federale. Dalla graduale introduzione della libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l’Unione Europea (UE), sono giunti in Svizzera, in media, 80'000 lavoratori stranieri all’anno, di cui il 75% provenivano dai paesi membri dell’UE.
NEL CORSO DEL 2013 L'AUMENTO DELLE RICHIESTE E' STATO VERTIGINOSO TANTO E' CHE SI E' ARRIVATO A UN CONTINGENTAMENTO TEMPORANEO.
MA ORA NEL 2014 LA CORSA E' RIPRESA DA PARTE DI ITALIANI E FRANCESI IN PARTICOLARI..E DOPO IL 9 FEBBRAIO POTREBBE ESSERE TROPPO TARDI


No matter her age, no matter her beauty ! Ogni donna ha il suo “profumo”, in tutte le sue splendide sfumature.
Re: [O.T.] Crisi economica
vedo un gran proliferare di sale slot


"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi
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Re: [O.T.] Crisi economica
Segni di ripresa, da sei mesi la domanda di mutui sta riprendendo. Intendiamoci se due o tre anni fa si facevano 100 mutui, nel 2012 il mercato erano 50. Nel secondo semestre 2013 siamo a 52 - 53
http://www.repubblica.it/economia/2014/ ... ref=search
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Re: [O.T.] Crisi economica
fai 51 e mezzo
in compenso le compravendite sono meno della metà rispetto a sei anni.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Nella mia zona ci sono stati cali consistenti nei valori degli immobili, e non credo si fermerà. Le percentuali che hanno comunicato sono ridicole, altro che ripresa.cicciuzzo ha scritto:fai 51 e mezzo
in compenso le compravendite sono meno della metà rispetto a sei anni.

"la spaccherei come il frutto dell'Eden" (cit. Satana in autobus)
Esponente del "Salutoconiglismo (cit. fritz)"
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Re: [O.T.] Crisi economica
Prendo spunto per segnalare che succede anche questodboon ha scritto:vedo un gran proliferare di sale slot:bonk:
Non vuole slot nel locale, multato per il calcio balilla gratis
"Volevo comprare un calcio balilla uno da mettere nel locale e prima di farlo avevo chiesto agli uffici comunali del Commercio se fosse necessaria una autorizzazione - Risposta: se il gioco è gratuito, quindi senza gettoniera, non è necessario". Ma, evidentemente, i vigili che lo hanno multato devono pensarla diversamente.
Anche quella del pastore, a fianco nella pagina di today, merita un minuto d'attenzione

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Re: [O.T.] Crisi economica
ho tolto le slot dal mio locale ed ho riscontrato un calo di afflusso, ormai siamo diventati un popolo di scommettitori, e di pezzenti
...step into this room and dance for me
Brava persona.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Da Settembre 2014 il PIL salirà in tutta Europa.
Nel calderone degli asset ci andranno per decreto sia le spese per ricerca sia le spese per gli armamenti, che sono sempre state nella colonna dei passivi.
Crisi finita, festeggiamo.
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“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”
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Re: [O.T.] Crisi economica
La crescita, per modo di dire, è nel numero dei mutui. Il calo del valore degli immobili era un'altro fattore necessario alla ripresa del numero delle compravendite.danny_the_dog ha scritto:Nella mia zona ci sono stati cali consistenti nei valori degli immobili, e non credo si fermerà. Le percentuali che hanno comunicato sono ridicole, altro che ripresa.cicciuzzo ha scritto:fai 51 e mezzo
in compenso le compravendite sono meno della metà rispetto a sei anni.
Quindi prezzi di acquisto più bassi, un po' più di liquidi dalle banche (ma ci credo poco per il momento) ed in teoria le basi per ripartire ci sarebbero. Peccato che le persone siano disoccupate o preoccupate.
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Re: [O.T.] Crisi economica
C'è stato un calo trimestrale ma è tutto da vedere su base annuale.
Dopo due anni il debito è in calo
Letta: “Siamo sulla strada giusta”
http://www.lastampa.it/2014/01/22/econo ... agina.html
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
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Re: [O.T.] Crisi economica
Si, la strada giusta verso la bancarotta.
Cmq direi di partire con il FMI, fare un giro in Italia e finire con l'amico di Dostum, Marietto Draghi, è tutto collegato.
Il FMI è stato oggetto di analisi da vari blogger, perché fa delle previsioni azzeccatissime, ad esempio:
Previsione sul PIL mondiale (la linea tratteggiata rappresenta la realtà dei fatti, tutte le altre linee invece sono le varie previsioni che sono state via via corrette nel giro di pochi mesi):

Previsione sul commercio mondiale:

Il FMI ha anche fatto previsioni sul PIL Italiano per il 2014, ovviamente la cifra è minore di quella del governo. Se la tendenza rimane quella dei due grafici sopra, il PIL sarà meno della metà di quello pronosticato da Letta e compagnia cantante:

Ricordiamoci che tutta la politica enonmica del governo si basa sul PIL all'1%, quindi tutto quello che verrà meno sono cazzi nostri, cioè dei contribuenti.
Dopo pochi giorni, come già abbiamo notato nei grafici sopra, il FMI ha subito corretto (al ribasso) questa previsione, portandola allo 0,6%.
Ieri cmq si è aggiunta anche confcommercio, e ha stimato una crescita dello 0,3%, non mi stupirei se il FMI tra sei mesi si allineerà a questa cifra.
Nel frattempo il terrore di ogni economista moderno sta facendo capolino: LA DEFLAZIONE brrrr
Un grafico (che non riporto per non gonfiare troppo il post) mostra come entreremo ufficialmente (in tutta Europa) in deflazione a Dicembre, se rimane lo status quo.
Qui si entra nelle scuole di pensiero, ognuno ha la suo opinione, cmq quello che interessa è che l'inflazione fa bene gli interessi sul debito, questo è chiaro, senza contare che in tutto il mondo c'è in atto una guerra di valute, Euro a parte. Comincio a sospettare che prima o poi lo statuto della BCE verrà modificato, per permettere di sparare dei bei QE.
Il punto è che oggi Draghi ha parlato:
"Se la situazione dovesse richiederlo, qualsiasi strumento potrebbe essere utilizzato, inclusi i tassi negativi sui depositi".
Se intende i depositi delle banche verso la BCE (in pratica le banche centrali sono i "bancari" delle banche nazionali) questo dovrebbe spingere le banche a ritirare denaro e prestarlo. Già le sofferenze sono a livelli altissimi, molto rischioso.
Le "banche deboli europee dovrebbero uscire dal mercato"
il denaro dei contribuenti sarà usato solo ''come ultima risorsa'' nei salvataggi.
Se il salvataggio lo fa il governo, viene fatto tramite debito pubblico (ad esempio i Monti Bond per MPS)
Se invece intende i correntisti, beh Cipro è un precedente chiaro.
Cmq direi di partire con il FMI, fare un giro in Italia e finire con l'amico di Dostum, Marietto Draghi, è tutto collegato.
Il FMI è stato oggetto di analisi da vari blogger, perché fa delle previsioni azzeccatissime, ad esempio:
Previsione sul PIL mondiale (la linea tratteggiata rappresenta la realtà dei fatti, tutte le altre linee invece sono le varie previsioni che sono state via via corrette nel giro di pochi mesi):

Previsione sul commercio mondiale:

Il FMI ha anche fatto previsioni sul PIL Italiano per il 2014, ovviamente la cifra è minore di quella del governo. Se la tendenza rimane quella dei due grafici sopra, il PIL sarà meno della metà di quello pronosticato da Letta e compagnia cantante:

Ricordiamoci che tutta la politica enonmica del governo si basa sul PIL all'1%, quindi tutto quello che verrà meno sono cazzi nostri, cioè dei contribuenti.
Dopo pochi giorni, come già abbiamo notato nei grafici sopra, il FMI ha subito corretto (al ribasso) questa previsione, portandola allo 0,6%.
Ieri cmq si è aggiunta anche confcommercio, e ha stimato una crescita dello 0,3%, non mi stupirei se il FMI tra sei mesi si allineerà a questa cifra.
Nel frattempo il terrore di ogni economista moderno sta facendo capolino: LA DEFLAZIONE brrrr
Un grafico (che non riporto per non gonfiare troppo il post) mostra come entreremo ufficialmente (in tutta Europa) in deflazione a Dicembre, se rimane lo status quo.
Qui si entra nelle scuole di pensiero, ognuno ha la suo opinione, cmq quello che interessa è che l'inflazione fa bene gli interessi sul debito, questo è chiaro, senza contare che in tutto il mondo c'è in atto una guerra di valute, Euro a parte. Comincio a sospettare che prima o poi lo statuto della BCE verrà modificato, per permettere di sparare dei bei QE.
Il punto è che oggi Draghi ha parlato:
"Se la situazione dovesse richiederlo, qualsiasi strumento potrebbe essere utilizzato, inclusi i tassi negativi sui depositi".
Se intende i depositi delle banche verso la BCE (in pratica le banche centrali sono i "bancari" delle banche nazionali) questo dovrebbe spingere le banche a ritirare denaro e prestarlo. Già le sofferenze sono a livelli altissimi, molto rischioso.
Le "banche deboli europee dovrebbero uscire dal mercato"
il denaro dei contribuenti sarà usato solo ''come ultima risorsa'' nei salvataggi.
Se il salvataggio lo fa il governo, viene fatto tramite debito pubblico (ad esempio i Monti Bond per MPS)
Se invece intende i correntisti, beh Cipro è un precedente chiaro.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Peccato, è partita la correzione a Wall Street, bruciati in poche ore i guadagni di un intero mese.
Peccato perché la bolla avrebbe potuto proseguire ancora un po', e l'effetto panico allo scoppio sarebbe stato spettacolare, anche meglio del 2008.
In effetti i mercati sono drogati marci, probabilmente è bastata la contrazione del QE USA, l'annuncio della prossima fine del QE giap a fermare il giocattolino.
In teoria avrebbe dovuto essere l'indice del PMI del manufatturiero cinese sotto i 50 punti, che non è un bel segnale, ma ai mercati sembra che dell'economia reale non gliene freghi un cazzo, conta stampare moneta.
Peccato perché la bolla avrebbe potuto proseguire ancora un po', e l'effetto panico allo scoppio sarebbe stato spettacolare, anche meglio del 2008.
In effetti i mercati sono drogati marci, probabilmente è bastata la contrazione del QE USA, l'annuncio della prossima fine del QE giap a fermare il giocattolino.
In teoria avrebbe dovuto essere l'indice del PMI del manufatturiero cinese sotto i 50 punti, che non è un bel segnale, ma ai mercati sembra che dell'economia reale non gliene freghi un cazzo, conta stampare moneta.
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Re: [O.T.] Crisi economica
I Big Mac e i guai dell’Argentina
I problemi di questi giorni della moneta e dell'inflazione c'entrano anche con i creativi trucchi del governo per occultarli
Da diversi anni il governo argentino manipola il prezzo dei Big Mac, il più famoso panino della catena di fast food McDonald’s. Non si tratta di una leggenda metropolitana e le prove sono parecchie. Ad esempio: dal 2011 ad oggi, nonostante un’inflazione ufficiale del 10 per cento (e una reale più che doppia), il prezzo di un Big Mac è rimasto sempre 20 peso. Un’altra prova è che i McDonald’s in Argentina non vendono Big Mac. O meglio, fanno di tutto per cercare di non venderli: non sono segnalati nei menù più in vista dei vari ristoranti e non ricevono alcun tipo di pubblicità.
Tutti gli altri panini di McDonald’s, anche quelli più piccoli, costano da un terzo al doppio più del Big Mac. In altre parole, il prezzo dei Big Mac è inferiore al suo costo di produzione e per questo motivo la società cerca di non venderli. Diversi giornali, sia argentini che internazionali, hanno cercato di spiegare quest’anomalia. La risposta che hanno dato più o meno tutti è la stessa: il governo ha imposto a McDonald’s di tenere basso il prezzo dei Big Mac per fare una bella figura sull’”indice Big Mac“, che il settimanale Economist pubblica ogni anno per confrontare le economie mondiali (questa settimana è uscito quello per il 2014).
L’indice Big Mac è un criterio con cui l’Economist ogni anno misura se la moneta di un paese è sopravvalutata o meno. La teoria economica che ci sta sotto è quella della parità di potere d’acquisto (PPA, in inglese PPP, purchasing-power parity), e cioè che i tassi di cambio tra le diverse valute dovrebbero tendere verso un identico prezzo in tutto il mondo per uno stesso paniere di beni e servizi. Tenendo artificialmente basso il prezzo del Big Mac, il governo argentino riesce a far sembrare il peso una moneta addirittura sottovalutata rispetto al dollaro. Le cose invece stanno diversamente.
Questa settimana il valore del peso è crollato del 15 per cento. Soltanto giovedì, la banca centrale argentina è dovuta intervenire acquistando moneta per bloccare la caduta ed evitare che superasse il 10 per cento in una sola giornata (una caduta che ha contribuito ai cattivi risultati delle borse di questa settimana). Nonostante questo crollo, il cambio ufficiale dollaro/peso è ancora molto inferiore a quello del mercato nero: questo significa che il cambio ufficiale peso/dollaro è ancora troppo elevato e che il peso ufficiale vale molto meno di quanto il governo cerca di far credere.
In realtà, anche in seguito alle politiche della banca centrale argentina che ha abbondantemente finanziato i governi di Cristina Kirchner (l’attuale presidente, in carica dal 2007), in Argentina l’inflazione si trova tra il 20 e il 25 per cento. Il governo si è sempre rifiutato di ammetterlo e nei suoi documenti ufficiali parla di un tasso di inflazione non superiore al 10 per cento. Tra le altre misure adottate per fra credere che il peso non stia rapidamente perdendo il suo valore c’è anche l’imposizione di un cambio troppo elevato con il dollaro.
Se qualcuno nel resto del mondo può essere ingannato da queste misure e credere che quello di Kirchner sia un modello virtuoso di politiche economiche, per gli argentini le cose stanno diversamente. Per sfuggire all’inflazione – e al fatto che i salari non si adeguano con la stessa velocità - cercano di fare una cosa normale in questi casi: acquistare monete stabili – come il dollaro – oppure auto di lusso o proprietà denominate in dollari. Per farlo, però, hanno bisogno di dollari e per procurarsi dollari bisogna rivolgersi alla banca centrale (o ad altre banche che a loro volta si rivolgono alla banca centrale). Il vero problema dell’Argentina è che le riserve di dollari in mano alla banca centrale stanno scendendo molto rapidamente. Erano 52 miliardi nel 2011, mentre oggi sono scese a 29 miliardi. Queste riserve di dollari sono molto importanti, perché l’Argentina deve utilizzarle per pagare i suoi debiti denominati in dollari, contratti dopo il default del 2001, quando l’Argentina è uscita dal mercato internazionale del debito (da quando, in altre parole, nessuno compra più debito Argentino).
Se la gente chiede dollari, ma il governo non vuole perdere le sue riserve, si può ricorrere a soluzioni molto originali. L’ultima trovata del governo è stata quella di questi giorni: svalutare improvvisamente il peso, in modo che acquistare dollari divenga meno conveniente anche al tasso ufficiale. La soluzione però, secondo quasi tutti i commentatori, avrà molti effetti collaterali, come ad esempio rendere più costose le importazioni e quindi far salire ancora di più l’inflazione. Oggi, su alcuni dei principali giornali argentini, si parla proprio del timore di un’ulteriore aumento dei prezzi. Il governo ha promesso di combattere ogni aumento “ingiustificato” adottando severissime regolazioni dei prezzi (che rischiano a loro volta di portare ad un effetto “venezuelano“).
Negli ultimi anni il governo Kirchner ha adottato soluzioni anche più creative. Come ad esempio la legge contro l’e-commerce, oppure i regolamenti che impongono ai concessionari di auto di esportare beni argentini di valore pari alle auto che importato. Oggi è normale per un venditore di automobili esportare vino, noccioline e carne. In questo modo, questa era l’idea del governo, si pareggia l’uscita di dollari per comprare automobili, con l’entrata di dollari grazie all’esportazione di noccioline.
Come abbiamo visto tutte queste soluzioni non hanno avuto una grande efficacia. Le riserve di dollari della banca centrale sono continuate a diminuire, l’inflazione è ormai fuori controllo mentre le restrizioni al cambio che sono state imposte dal governo hanno danneggiato l’attività economica. Venerdì 24 gennaio, il governo argentino ha annunciato che ridurrà le restrizioni al cambio, mentre nelle scorse settimane aveva ripreso i colloqui con il cosiddetto “club di Parigi”, formato dai suoi principali creditori ancora in attesa di pagamento e ha iniziato a trattare un risarcimento con Repsol, la società spagnola proprietaria della raffineria espropriata due anni fa dal governo. Queste decisioni sono state definite una “resa” del governo argentino e un passo nella giusta direzione. Secondo quasi tutti i commentatori, però, non sono abbastanza e, probabilmente, sono arrivate troppo tardi.
I problemi di questi giorni della moneta e dell'inflazione c'entrano anche con i creativi trucchi del governo per occultarli
Da diversi anni il governo argentino manipola il prezzo dei Big Mac, il più famoso panino della catena di fast food McDonald’s. Non si tratta di una leggenda metropolitana e le prove sono parecchie. Ad esempio: dal 2011 ad oggi, nonostante un’inflazione ufficiale del 10 per cento (e una reale più che doppia), il prezzo di un Big Mac è rimasto sempre 20 peso. Un’altra prova è che i McDonald’s in Argentina non vendono Big Mac. O meglio, fanno di tutto per cercare di non venderli: non sono segnalati nei menù più in vista dei vari ristoranti e non ricevono alcun tipo di pubblicità.
Tutti gli altri panini di McDonald’s, anche quelli più piccoli, costano da un terzo al doppio più del Big Mac. In altre parole, il prezzo dei Big Mac è inferiore al suo costo di produzione e per questo motivo la società cerca di non venderli. Diversi giornali, sia argentini che internazionali, hanno cercato di spiegare quest’anomalia. La risposta che hanno dato più o meno tutti è la stessa: il governo ha imposto a McDonald’s di tenere basso il prezzo dei Big Mac per fare una bella figura sull’”indice Big Mac“, che il settimanale Economist pubblica ogni anno per confrontare le economie mondiali (questa settimana è uscito quello per il 2014).
L’indice Big Mac è un criterio con cui l’Economist ogni anno misura se la moneta di un paese è sopravvalutata o meno. La teoria economica che ci sta sotto è quella della parità di potere d’acquisto (PPA, in inglese PPP, purchasing-power parity), e cioè che i tassi di cambio tra le diverse valute dovrebbero tendere verso un identico prezzo in tutto il mondo per uno stesso paniere di beni e servizi. Tenendo artificialmente basso il prezzo del Big Mac, il governo argentino riesce a far sembrare il peso una moneta addirittura sottovalutata rispetto al dollaro. Le cose invece stanno diversamente.
Questa settimana il valore del peso è crollato del 15 per cento. Soltanto giovedì, la banca centrale argentina è dovuta intervenire acquistando moneta per bloccare la caduta ed evitare che superasse il 10 per cento in una sola giornata (una caduta che ha contribuito ai cattivi risultati delle borse di questa settimana). Nonostante questo crollo, il cambio ufficiale dollaro/peso è ancora molto inferiore a quello del mercato nero: questo significa che il cambio ufficiale peso/dollaro è ancora troppo elevato e che il peso ufficiale vale molto meno di quanto il governo cerca di far credere.
In realtà, anche in seguito alle politiche della banca centrale argentina che ha abbondantemente finanziato i governi di Cristina Kirchner (l’attuale presidente, in carica dal 2007), in Argentina l’inflazione si trova tra il 20 e il 25 per cento. Il governo si è sempre rifiutato di ammetterlo e nei suoi documenti ufficiali parla di un tasso di inflazione non superiore al 10 per cento. Tra le altre misure adottate per fra credere che il peso non stia rapidamente perdendo il suo valore c’è anche l’imposizione di un cambio troppo elevato con il dollaro.
Se qualcuno nel resto del mondo può essere ingannato da queste misure e credere che quello di Kirchner sia un modello virtuoso di politiche economiche, per gli argentini le cose stanno diversamente. Per sfuggire all’inflazione – e al fatto che i salari non si adeguano con la stessa velocità - cercano di fare una cosa normale in questi casi: acquistare monete stabili – come il dollaro – oppure auto di lusso o proprietà denominate in dollari. Per farlo, però, hanno bisogno di dollari e per procurarsi dollari bisogna rivolgersi alla banca centrale (o ad altre banche che a loro volta si rivolgono alla banca centrale). Il vero problema dell’Argentina è che le riserve di dollari in mano alla banca centrale stanno scendendo molto rapidamente. Erano 52 miliardi nel 2011, mentre oggi sono scese a 29 miliardi. Queste riserve di dollari sono molto importanti, perché l’Argentina deve utilizzarle per pagare i suoi debiti denominati in dollari, contratti dopo il default del 2001, quando l’Argentina è uscita dal mercato internazionale del debito (da quando, in altre parole, nessuno compra più debito Argentino).
Se la gente chiede dollari, ma il governo non vuole perdere le sue riserve, si può ricorrere a soluzioni molto originali. L’ultima trovata del governo è stata quella di questi giorni: svalutare improvvisamente il peso, in modo che acquistare dollari divenga meno conveniente anche al tasso ufficiale. La soluzione però, secondo quasi tutti i commentatori, avrà molti effetti collaterali, come ad esempio rendere più costose le importazioni e quindi far salire ancora di più l’inflazione. Oggi, su alcuni dei principali giornali argentini, si parla proprio del timore di un’ulteriore aumento dei prezzi. Il governo ha promesso di combattere ogni aumento “ingiustificato” adottando severissime regolazioni dei prezzi (che rischiano a loro volta di portare ad un effetto “venezuelano“).
Negli ultimi anni il governo Kirchner ha adottato soluzioni anche più creative. Come ad esempio la legge contro l’e-commerce, oppure i regolamenti che impongono ai concessionari di auto di esportare beni argentini di valore pari alle auto che importato. Oggi è normale per un venditore di automobili esportare vino, noccioline e carne. In questo modo, questa era l’idea del governo, si pareggia l’uscita di dollari per comprare automobili, con l’entrata di dollari grazie all’esportazione di noccioline.
Come abbiamo visto tutte queste soluzioni non hanno avuto una grande efficacia. Le riserve di dollari della banca centrale sono continuate a diminuire, l’inflazione è ormai fuori controllo mentre le restrizioni al cambio che sono state imposte dal governo hanno danneggiato l’attività economica. Venerdì 24 gennaio, il governo argentino ha annunciato che ridurrà le restrizioni al cambio, mentre nelle scorse settimane aveva ripreso i colloqui con il cosiddetto “club di Parigi”, formato dai suoi principali creditori ancora in attesa di pagamento e ha iniziato a trattare un risarcimento con Repsol, la società spagnola proprietaria della raffineria espropriata due anni fa dal governo. Queste decisioni sono state definite una “resa” del governo argentino e un passo nella giusta direzione. Secondo quasi tutti i commentatori, però, non sono abbastanza e, probabilmente, sono arrivate troppo tardi.