Io torno a ripetere, se davvero avesse voluto denazificare l'Ucraina e proteggere i russofoni del Donbass dalle angherie degli squadroni paramilitari (perché di questi si tratta, non di forze regolari dell'esercito ucraino), azione più che meritevole a mio modo di vedere, avrebbe dovuto cominciare e fermarsi lì, e magari avrebbe avuto l'appoggio ufficiale di Kiev ed il plauso dell'opinione pubblica internazionale.
Ma la realtà è che lui ritiene, come ripetuto più volte, che l'Ucraina non abbia il diritto di essere considerato stato sovrano ed ecco che il castello di carte dell'estirpazione del nazismo crolla senza appello.
La propaganda sull'Ucraina comandata dai tossici nazisti serve a giustificare un'operazione su larga scala come quella a cui stiamo assistendo, e serve a mostrare alla popolazione russa che ovviamente i buoni sono i soldati invasori e i cattivi sono i membri del governo ucraino. Anche l'invito di Putin di qualche giorno fa rivolto ai militari ucraini a destituire Zelensky era un tentativo di propaganda in questo senso, ma Putin si è accorto, almeno per il momento, che la resistenza di Kiev è maggiore del previsto e simili giochetti non funzionano.
Comunque non mi aspetto nulla di buono per il futuro, la NATO non può entrare militarmente in Ucraina altrimenti inizierebbe davvero la Terza Guerra Mondiale e l'Occidente può solo mandare armi in gran quantità in Ucraina, che però rallenteranno solo la sconfitta. Sono invece abbastanza fiducioso sulle sanzioni e sulla capacità che hanno di mettere in ginocchio l'economia russa: non credo che ciò spingerà la popolazione a ribellarsi, ma potrebbero instillare più di qualche dubbio in qualche oligarca o gerarca vicino allo zar. Va anche detto che Putin è psicopatico e paranoico ma non stupido, e probabilmente gli uomini più vicini a lui come Lavrov e Shoigu sono uomini di assoluta fiducia, quindi sarà difficile vedere la sua destituzione in tempi brevi. E tra parentesi, non so se l'ipotetico successore di Putin sarebbe necessariamente migliore o meno pericoloso di lui. Insomma, lo scenario è molto fluido e la cosa più probabile è che, come spesso si ripete, le cose peggioreranno prima di migliorare.
quelle da te postate sono le richieste fatte alla NATO (USA). Io parlo delle richieste all'Ucraina ben prima dello scoppio delle ostilità
Postale e ne parliamo
posta tu il documento dove si evince che in questi anni la Russia non ha mai chiesto lo scioglimento di queste unità militari. La mia era una domanda, tu mi hai risposto tutto sicuro (come lo eri, a torto, riguardo il battaglione Azov dicendo che non erano legati al governo).
Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato ( Arthur Schopenhauer )
" Ste sgallettate che non sanno fare un cazzo e non partoriscono un concetto nemmeno sotto tortura
sono sacchi a pelo per il cazzo " ( Cit. ZETA )
Avrebbe potuto cercare di imporre lo scioglimento di queste divisioni provando a normalizzare la situazione esplosiva del Donbass senza magari bombardare il resto dell'Ucraina.
Avrebbe avuto l'appoggio internazionale e messo Kiev spalle al muro con le proprie responsabilità e magagne.
Mi sembra che fosse una delle richieste portate al tavolo dai russi, molto prima dell'esplosione del conflitto, o sbaglio?
Uggesù, sembrava a te non a me.
Io ho scritto che avrebbe potuto chiederlo e tu mi hai risposto che lo ha fatto. Ora, di grazia, esiste da qualche parte questa richiesta, non legata all'ingresso Nato e similari, che tu dici di conoscere? Io non la trovo, sennò non avrei chiesto.
PS: e comunque l'articolo di Dostum lo hai letto? Dice chiaramente che la nuova presidenza ucraina ha tolto l'appoggio ufficiale a questi soggetti e che anzi è pesantemente osteggiata dall'estrema destra nazionalista perché vista troppo filorussa per i loro gusti.
Avrebbe potuto cercare di imporre lo scioglimento di queste divisioni provando a normalizzare la situazione esplosiva del Donbass senza magari bombardare il resto dell'Ucraina.
Avrebbe avuto l'appoggio internazionale e messo Kiev spalle al muro con le proprie responsabilità e magagne.
Mi sembra che fosse una delle richieste portate al tavolo dai russi, molto prima dell'esplosione del conflitto, o sbaglio?
Uggesù, sembrava a te non a me.
Io ho scritto che avrebbe potuto chiederlo e tu mi hai risposto che lo ha fatto. Ora, di grazia, esiste da qualche parte questa richiesta, non legata all'ingresso Nato e similari, che tu dici di conoscere? Io non la trovo, sennò non avrei chiesto.
PS: e comunque l'articolo di Dostum lo hai letto? Dice chiaramente che la nuova presidenza ucraina ha tolto l'appoggio ufficiale a questi soggetti e che anzi è pesantemente osteggiata dall'estrema destra nazionalista perché vista troppo filorussa per i loro gusti.
Ho scritto che "mi sembra" e poi ho chiesto conferma a voi. Sono sicuro che questa questione era sul tavolo poco prima dell'attacco ma non lo sono riguardo gli anni passati, sarebbe interessante sapere se i russi avanzavano questa richiesta già quattro-cinque anni fa.
AZOV E ZELENSKY
Durante il mandato del predecessore di Zelensky, l’oligarca Petro Poroshenko, il battaglione Azov veniva regolarmente celebrato dal governo ucraino. Nel 2014, Poroshenko aveva detto che si trattava della «migliore unità» dell’esercito ucraino.
Da allora la situazione è cambiata. Con l’emergere delle accuse di neonazismo e di crimini di guerra e con la sua crescente e violenta attività nelle strade ucraine, il battaglione ha iniziato a essere trattato come un gruppo estremista e pericoloso.
I suoi account social sono stati rimossi e soltanto di recente Facebook ha deciso di smettere di rimuovere i post che inneggiano alle imprese dell’unità, ma solo se sono relativi alla difesa dell’Ucraina contro la Russia. Oggi, il gruppo fa propaganda e recluta membri attraverso Telegram oppure sfruttando gli account e i canali di altri gruppi estremisti in tutta Europa.
Il presidente Zelensky, un russofono di origine ebraica che alle elezioni ha battuto Poroshenko e la sua linea nazionalista e anti-russa, è apertamente osteggiato dall’estrema destra ucraina, che ha più volte minacciato un colpo di stato in caso di cedimento alle richieste russe.
Zelensky non ha mai celebrato il battaglione e le altre formazioni della destra radicale, come aveva fatto invece il suo predecessore, e in questi dieci giorni di guerra non c’è pressoché alcuna traccia delle imprese compiute dagli uomini di Azov nella propaganda ufficiale ucraina.
Le cose potrebbero cambiare, ora che Mariupol, quartier generale del battaglione, è sulla linea del fronte. Di certo, la propaganda russa ne approfitterà per presentarsi come liberatore dell’Ucraina dai nazisti se le truppe sul campo dovessero riuscire nella conquista della città.
Ora finisce che in Italia verrà boicottato anche l'antivirus Kaspersky, e questo mi darebbe parecchio sui nervi visto che è un prodotto che uso e che considero fondamentale per la mia sicurezza informatica. Comunque in realtà per il momento si parla solo del suo utilizzo nella PA e del fatto che potrebbe essere usato come cavallo di Troia per veicolare codice malevolo nei vari device, cosa di cui dubito. È stata presentata anche un'interrogazione parlamentare.
I giornali come al solito sbagliano, Eugene Kaspersky non ha mai lavorato per il KGB, come evidenziato nel secondo articolo da me postato. Che abbia legami con Putin è decisamente possibile, nessun uomo potente in Russia può fare a meno di porsi al servizio dello zar, ma spero che non boicottino l'uso di Kaspersky per i privati.
Intanto anche i serbo-bosniaci si buttano nella mischia e cominciano a rompere i coglioni.
Vogliono che Putin riconosca l'indipendenza della loro Republika Srpska dalla Bosnia Herzegowina.
AZOV E ZELENSKY
Durante il mandato del predecessore di Zelensky, l’oligarca Petro Poroshenko, il battaglione Azov veniva regolarmente celebrato dal governo ucraino. Nel 2014, Poroshenko aveva detto che si trattava della «migliore unità» dell’esercito ucraino.
Da allora la situazione è cambiata. Con l’emergere delle accuse di neonazismo e di crimini di guerra e con la sua crescente e violenta attività nelle strade ucraine, il battaglione ha iniziato a essere trattato come un gruppo estremista e pericoloso.
I suoi account social sono stati rimossi e soltanto di recente Facebook ha deciso di smettere di rimuovere i post che inneggiano alle imprese dell’unità, ma solo se sono relativi alla difesa dell’Ucraina contro la Russia. Oggi, il gruppo fa propaganda e recluta membri attraverso Telegram oppure sfruttando gli account e i canali di altri gruppi estremisti in tutta Europa.
Il presidente Zelensky, un russofono di origine ebraica che alle elezioni ha battuto Poroshenko e la sua linea nazionalista e anti-russa, è apertamente osteggiato dall’estrema destra ucraina, che ha più volte minacciato un colpo di stato in caso di cedimento alle richieste russe.
Zelensky non ha mai celebrato il battaglione e le altre formazioni della destra radicale, come aveva fatto invece il suo predecessore, e in questi dieci giorni di guerra non c’è pressoché alcuna traccia delle imprese compiute dagli uomini di Azov nella propaganda ufficiale ucraina.
Le cose potrebbero cambiare, ora che Mariupol, quartier generale del battaglione, è sulla linea del fronte. Di certo, la propaganda russa ne approfitterà per presentarsi come liberatore dell’Ucraina dai nazisti se le truppe sul campo dovessero riuscire nella conquista della città.
@enrico
perdonami ma qui non c'è scritto che il gruppo è stato privato dell'appoggio del governo.
Certo che qui ragionate senza fare i conti con l'oste.
Oggi Putin ha detto che le sanzioni sono da considerarsi una dichiarazione di guerra. Ed è abbastanza normale che se ne esca con questa minaccia.
Questo perchè se le sanzioni non sono all'acqua di rose ma davvero rischiano di mandare la Russia in default (e tutti qua se ne rallegrano come se fosse la fine di tutto) allora ha ragione.
Gli stiamo facendo la guerra. Una guerra economica con cui si possono difendere solo minacciandoci.
Gli scenari sono due:
1) Qualcuno nell'immediato prende il potere in Russia e negozia una ritirata strategica.
2) La Russia alza l'asticella dello scontro e passa dalle parole ai fatti.
Pensare che ci sia tempo per galleggiare nell'attesa che la sanzioni mandino la Russia in default senza che non batta ciglio fa di noi dei gamblers.
Possiamo pure raccontarci che non fargli la guerra ci tenga fuori dalla guerra ma se il nemico ci considera una minaccia (e se le sanzioni funzionano SIAMO una minaccia) o negoziamo un accordo che vada bene a loro o ci dobbiamo aspettare di tutto.
Pensare come fanno molti che gli oligarchi facciano il lavoro sporco poi fa abbastanza ridere. Gli oligarchi esistono fino a che sono allineati.
Non sono nessuno (un po' come in Cina che basta poco per far sparire un super ricco, vedi come galleggia il proprietario di Alibaba) devono solo allinearsi alla nuova realtà.
L'esercito è l'unico che può fare un colpo di mano. Abbiamo notizie di malumori nei vertici militari? Perchè sennò ci stiamo solo raccontando favole parlando dei poveri oligarchi.
Intanto non facciamo una No Fly Zone perchè se poi venisse disattesa saremmo costretti a scontrarci ma nello stesso tempo spingiamo il mondo intero a mandare in fallimento una potenza nucleare. Come se non fosse lo stesso identico rischio di entrare in guerra in caso funzionasse.
Direte, ma allora cosa dobbiamo fare. Nulla. Difendere ormai solo i nostri confini "NATO" perchè quello che sembrava un gigante addomesticato ha deciso che vuole di nuovo comandare sul "suo mondo".
Pensare di accelerare gli eventi ci espone a rischi enormi che non dobbiamo prenderci.
Serve lavorare sotto traccia per sperare in un cambio di vertice in Russia. O di tornare ad essere ognuno il faro nella sua sfera di influenza senza voler decidere tutto noi. (come ad esempio fare l'esatto opposto in Serbia quando decidemmo che la guerra civile doveva finire. Ma ai danni di chi non lo decise la Russia ma noi).
Abbiamo sempre avuto paura dei nord coreani perchè magari lanciavano una bomba in Sud Corea e oggi ci esponiamo come nulla fosse che i rischi sono sopra le nostre teste. Mah.
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi