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dostum
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Re: (OT) Topic Ufficiale Delitti e Reati

#8101 Messaggio da dostum »

REVENGE PORN

Ucciso perché temevano che diffondesse un video hot. Era il cognato di un boss della mafia turca
Il corpo di Hayati Aroyo, 62 anni, è stato scoperto carbonizzato il 23 luglio scorso in un appartamento a Sesto San Giovanni. Il movente, alcuni presunti video hot che però non sono stati trovati

IL GIALLO

La vittima Hayati Aroyo, 62 anni, era cognato del boss della mafia turca Huseyin Sarai, ucciso a Crotone il 31 gennaio 2005 proprio mentre la vittima di Sesto San Giovanni era al volante dell'auto ma il suo omicidio non sarebbe connesso agli affari criminali della famiglia. Alla sua identificazione certa, per via dello stato del corpo, gli agenti della Mobile giunsero alcuni giorni dopo grazie alle impronte digitali e all'Autorità giudiziaria turca. L'italo turco si trovava in un appartamento che gli era stato prestato da uno studente ventenne che per due mesi era andato in vacanza.
Secondo le indagini, l'uomo era stato colpito da circa trenta fendenti prima che i responsabili appiccassero il fuoco per distruggere le prove.
Grazie a intercettazioni, analisi di tabulati telefonici e telecamere, le forze dell'ordine hanno ricostruito la rete di amicizie della vittima e individuato i sospetti, motivati da un profondo astio verso di lui. I tre indagati sono stati condotti in carcere - gli uomini a Busto Arsizio e la donna a Milano - in attesa della convalida del fermo da parte del gip.
Secondo quanto ricostruito, Hayati Aroyo possedeva alcuni filmati in cui la donna era ritratta in atteggiamenti intimi: lei aveva poi avuto il timore che questi filmati fossero diffusi e da qui sarebbe nato l’intento omicida, portato poi a termine con il marito e un altro amico. Ma i video hot in cui la donna sarebbe comparsa in realtà non sono mai stati trovati.
La donna, dopo aver preso un appuntamento, sarebbe entrata per prima in casa, secondo la ricostruzione degli agenti della Squadra mobile, e avrebbe lasciato la porta aperta all'albanese che avrebbe poi fatto irruzione nell'appartamento colpendo l'italo-turco con una trentina coltellate. Il marito della donna sarebbe stato fuori casa, a fare da palo. Poi il corpo di Hayati Aroyo sarebbe stato portato sul letto e cosparso di candeggina dando fuoco a tutto l’appartamento. Secondo gli investigatori lui e la donna si sarebbero conosciuti in un sito di incontri.
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dostum
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Re: (OT) Topic Ufficiale Delitti e Reati

#8102 Messaggio da dostum »

a Epstein a Rubin: New York travolta da un nuovo scandalo di sesso e potere
Howard Rubin, ex gestore del fondo Soros, è stato arrestato insieme alla sua assistente Jennifer Powers

New York non ha ancora smaltito le scorie del caso Epstein e già si trova a fare i conti con un nuovo scandalo di sesso, potere e denaro che travolge un altro top manager di Wall Street. Howard Rubin, 70 anni, ex gestore del fondo Soros, è stato arrestato venerdì con accuse gravissime di traffico sessuale e trasporto di donne oltre i confini statali per rapporti a pagamento. Con lui è finita in manette la sua ex assistente Jennifer Powers, accusata anche di frode bancaria.
Secondo un atto di accusa di dieci capi, Rubin avrebbe trasformato un attico di Manhattan in una vera e propria “alcova sessuale”, attrezzata con strumenti per bondage e sadomasochismo. Le donne, reclutate da Powers e spesso pagate con bonifici frazionati per eludere i controlli bancari, sarebbero state costrette a firmare accordi di riservatezza che le minacciavano di rovina economica e umiliazione pubblica se avessero parlato. “Molti degli incontri sono andati oltre il consenso delle vittime -, scrivono i procuratori federali di Brooklyn – provocando lesioni fisiche e psicologiche durature”.
L’eco con il caso Epstein è immediata. Anche Rubin, come il finanziere morto misteriosamente in carcere nel 2019, aveva costruito un doppio volto: filantropo e manager rispettato da un lato, predatore sessuale dall’altro. Entrambi hanno utilizzato il denaro per comprare il silenzio, entrambi hanno costretto giovani donne a sottoscrivere clausole di riservatezza, entrambi hanno trasformato appartamenti di lusso in luoghi di abusi.
Non è la prima volta che Rubin viene accusato. Già nel 2017 tre donne, tra cui due ex Playmate di Playboy, lo citarono in giudizio denunciando violenze e pestaggi. Una di loro raccontò di essere stata colpita così duramente da non poter affrontare un intervento di chirurgia plastica. Rubin respinse ogni accusa, sostenendo che le donne avessero firmato liberatorie. Quelle denunce, rimaste sospese per anni, confluiranno ora in un processo civile da 18 milioni di dollari previsto per novembre.
La parabola di Rubin aggiunge un nuovo capitolo alla saga oscura di Wall Street. Trader di successo a Salomon Brothers, Bear Stearns e Merrill Lynch, era finito già nelle pagine di Liar’s Poker per un’operazione disastrosa da 250 milioni di dollari. Poi l’ascesa, la gestione per Soros, le case negli Hamptons, le donazioni filantropiche. Ora, il crollo: un uomo accusato di aver usato quella stessa ricchezza per finanziare un sistema di sfruttamento e violenza.
Ad aggravare il quadro, la vita privata in frantumi: la moglie Mary Henry, anche lei banchiera di alto profilo, ha chiesto il divorzio dopo 36 anni di matrimonio. E altre cause civili, alcune concluse con accordi riservati, hanno già scavato crepe nella sua rispettabilità.

“Rubin e Powers hanno ingannato e reclutato donne per atti sessuali a pagamento, dove Rubin le ha poi torturate senza il loro consenso”, ha dichiarato il procuratore federale Joseph Nocella. Se condannati, entrambi rischiano l’ergastolo.
New York, ancora segnata dalle ombre di Epstein, si ritrova così di fronte a un altro scandalo in cui sesso e potere si intrecciano nelle pieghe più oscure della finanza. Un déjà-vu che conferma come, al di là dei tribunali e delle sentenze, il problema strutturale sia sempre lo stesso: l’impunità dei potenti che usano ricchezza e status per comprare silenzio e nascondere abusi.

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