Qui c’è una ipocrisia di fondo: il giornalista ha diritto di difendere le proprie fonti, altrimenti verrebbe meno la funzione della stampa che è quella di garantire il diritto di informazione dei cittadini a bilanciamento delle persone al potere. Nei sistemi liberali il potere non è assoluto (*)giorgiograndi ha scritto: ↑05/11/2025, 12:53Io mi meraviglio che un giornalista abbia potuto leggerle, mi meraviglia che se il giornalista ha letto le chat dalle carte processuali, qualcuno le abbia aggiunte alle carte processuali visto che sono conversazioni non parte della presunta accusa di stalking. Mi meraviglia pure che un giornalista possa pubblicare carte processuali, che la dinamica accusatoria (e difensiva) possa essere semplicemente pubblicata sapendo benissimo che quella pubblicazione influenza poi la dinamica stessa.
Vanno fatte leggi a modo, per proteggere gli imputati (che sono innocenti fino a prova contraria) dal salasso mediatico, specialmente per cose fuori dal contesto accusatorio.
E' una storia vergognosa, dove il giornalismo tocca i punti piu' bassi (cosa gia' successa per Toti, Tortora e tanti altri). La magistratura pure, non capisco come la magistratura possa considerare lecito che atti processuali vengano diffusi alla cazzo di budda.
Giornalisti e magistrati sono la vera feccia d'italia.
Gli unici che possono fornire estratti delle inchieste alla stampa credo possano essere solo i pubblici ministeri, oppure il personale della procura, ma il sospetto è che siano i PM per ottenere quello che vogliono. La cosa che non funziona è che atti riservati vengano dati sottobanco alla stampa. Poi la Stampa fa la sua funzione ed è necessario che sia così.
Questi sì che sono le infrazioni sulla privacy insopportabili. Proprio gli organismi deputati a proteggere tutti i cittadini abusano dei loro poteri.
(*) è un punto che dovresti studiare e ripassare. Non esiste la dittatura della maggioranza, auspicabilmente, e la sovranità appartiene al popolo che “la esercita nei limiti della Costituzione”

