eccoci ci siamo.
la superiorità ......
nico ha scritto: Tu scegli il termine soppressione perchè parti da un punto di vista assolutamente personale. E non vedo perchè la mia visione delle cose debba essere definita un ricamo; è un'opinione matura e ponderata, frutto di molte esperienze dolorose. A questo punto potrei definire la tua posizione un escamotage dialettico: non lo faccio perchè so che non è così, ma la tua opinione non ha più valore della mia.
e chi ha la presunzione che la mia opinione debba valere più della tua?
io no. la mia vale uno.
hai forse paura che la tua valga di meno? e allora....
parlare in termini perentori che danno fastidio non vuol dire vantarsi di superiorità .
io uso il termine soppressione perchè si sopprime una vita. magari un giorno lecitamente.
il gioco dialettico mi spiace ma è chiamare le cose con altro nome.
ad es.
quando vado dal dentista con mio figlio non gli dico che vado dal dentista, ma che andiamo da chi ci lava i denti meglio di qualunque altro.
anche perchè ad 1 anno ha perso i denti davanti sbattendo sul comodino. e conosce già i dentisti.
quando sarà più grande lo chiamerà come vuole, perfino macellaio. ma rimarrà sempre un dentista.
per quanto riguarda le esperienze dolorose, ti posso assicurare che anch'io ho le mie profonde cicatrici. e purtroppo questo è un campo abbastanza diffuso.
nico ha scritto:
Insistere nel voler tenere in vita chi ha zero speranze di tornare ad un livello di vita accettabile (non per legge, ma per individuale sentire) non ha senso. Non ho nessun Dio a cui dover rispondere delle mie azioni o attraverso il quale trovare un senso a certe incalcolabili sofferenze.
L'opinione che i medici hanno di se stessi mi importa davvero poco. Non chiedo ai medici di poter morire: chiedo loro di dirmi sinceramente quante possibilità ho di tornare ad un livello accettabile di vita. Se la risposta è "nessuna", chiedo che lo Stato mi lasci libero di decidere per me stesso. Se a Welby fosse data la possibilità di recuperare l'uso del suo corpo per soli 5 secondi, li userebbe per staccare quelle (maledette) macchine.
probabilmente con queste parole hai riscritto il giuramento di ippocrate.
Continuo a credere che una società non ha il diritto di autorizzare nessuno a sopprimere un'altra vita. indipendentemente dalla misura con cui la vita viene valutata e autovalutata.