Lonewolf ha scritto:Caro Yanez,certo che qualcuna che vuole continuare a fare "la vita" c'è,ma è assolutamente una minoranza. Una ridicola minoranza. Purtroppo la quasi totalità delle prostitute dell'est o africane sono costrette a vendersi sotto la minaccia di violenze verso loro o le famiglie in patria (le africane addirittura sotto la minaccia di stregonerie e cose del genere). Io non so se hai mai letto o sentito (non credo visto direttamente,per tua fortuna)cosa sono in grado di fare gli sfruttatori albanesi o romeni a chi si ribella. E neppure come le ragazze,spesso giovanissime,che hanno la sventura di restare incinta,vengono fatte abortire in casolari di campagna...addirittura con sistemi da macello.E forse non hai mai letto come vengono rapite e,dopo un viaggio allucinante,vengono umiliate e vendute come capi di bestiame in qualche area isolata dei Balcani,prima di venire scaraventate sulla strada.Senza documenti.Senza identità .Senza una speranza.E quando,come dici tu,per qualche motivo,riescono ad uscirne...sono persone devastate da ció che hanno provato e vissuto e senza uno straccio di documento o permesso.E chi gli dà un lavoro ad una ragazza rognosa,ex-puttana di strada,forse malata e per giunta irregolare?Tu forse? Ecco perchè la loro vita è irrimediabilmente rovinata e spesso altra scelta non hanno che tornare a fare quello che gli viene permesso di fare qui. Vendersi.
Certo alcune che ci marciano sopra,ci sono. Ma sono la ridicola minoranza.
Senza polemiche,Yanez.
Caro Lone, apprezzo il tuo tono equilibrato...
Purtroppo nella mia vita ho avuto a che fare (nel senso che alcuni li ho
frequentati) con protettori albanesi e non solo... Non voglio adesso mettermi qui a fare la
pellaccia, il duro, il vissuto... Risparmio certi miei aneddoti personali sull'argo mento che risulterebbero
pulp, molto pulp, pure troppo... Mi basti dire che li ritenevo e li ritengo dei parassiti
Riprendo cmq qualche tuo spunto:
-sulle africane nulla da dire, nn ho mai conosciuto quell'ambiente, ma penso che il livello coercitivo sia molto alto...
-il percorso balcanico e il mercato delle ragazze mi è stato descritto sia da un protettore albanese (in un contesto di vanteria) sia da alcune ragazze russe che ci erano passate... quello che dici tu era valido fino al 95-96 al 90 per cento dei casi, ma col tempo la percentuale è scesa (anche perchè nei paesi dell'est certi pericoli sono stati divulgati in albania)... La realtà purtroppo per chi la osserva non è sempre riconducibile agli schemi semplicistico-manichei che ci propina la stampa... Quando dalle statistiche e dalle generalizzazioni arrivi a incontrare i casi concreti, certi schemi (che avevo anch'io) ti crollano e ti trovi davanti situazioni molto più complesse e incasinate, che ti disorientano a volte.
Ti cito due esempi personali uno in positivo, uno negativo.
Negli ambientacci che frequentavo mi capitó di parlare con una moldava appena fatta arrivare da due albanesi che conoscevo di vista (tra l'altro sapevo che uno dei due era un bastardo che picchiava la sua fidanzata-prostituta); vistala un po' quantomeno triste le ho accennato che se voleva uscirne io conoscevo qualcuno che poteva aiutarla. Al momento nulla.Poi riuscì a farsi viva e mi raccontó che le minacciavano di bruciarle i documenti e che lei voleva andarsene. Il dissidio tra loro era nato perchè loro non le lasciavano quanto avevano pattuito prima di venire in Italia. Lei aveva paura (era convinta che in italia fossimo tutti mafiosi e che non avrebbe avuto scampo se fosse fuggita); la ragazza albanese di cui ho accennato era una specie di cerbero che le stava addosso. Allora prima ho chiesto ad una persona in DIGOS (con cui ero in buoni rapporti per circostanze che non sto qui a dire...). Mi disse che loro se lei non denunciava i protettori loro della
giusta (così la chiamo io) non potevano fare nulla, a parte aprire un fascicolo con le notizie che gli avevo dato. Mi sono quindi rivolto quindi ad un mio contatto in un'associazione religiosa (i tanto vituperati
culi bianchi...) che si occupava di portar via dalla strada le ragazze e del loro eventuale inserimento nel mondo del lavoro o eventuale reimpatrio. Gli dissi che l'avrei portata in un paio di giorni; penso che loro non mi avessero preso molto in considerazione, ritenendomi un tipo inaffidabile... Comunque mi bastava la loro disponibilità . Due giorni dopo, in maniera un po' rocambolesca, la portai via sotto il naso dei protettori (che per la vergogna non divulgarono mai la cosa nell'ambiente dicendo solo che era andata in patria per problemi di salute della madre) e la consegnai come un pacco in canonica (non vi dico gli sguardi dei parrocchiani nel vedere entrare una prostituta vestita
da lavoro). La stessa sera mi feci vedere nei soliti posti per non dare nell'occhio. Non l'ho più vista ne incontrata. Penso sia tornata in patria ad
esercitare (così diceva di voler fare).
Caso numero due. Una albanese portata dal fidanzato-protettore con l'inganno a battere. Lei era di classe 83 (all'epoca aveva 16 anni). Sapevo che non era per nulla contenta della situazione. Mi raccontó di aver conosciuto un italiano che l'avrebbe aiutata; me lo presentó e mi chiese qualche informazione. Scoprii che avevamo conoscenze in comune e mi informai in un bar che frequentavano alcuni miei amici; me lo descrissero come uno cui piaceva molto la
bamba e che aveva fregato diversi
gnari in fatto di soldi. Dopo poco lui se la portó via; il protettore albanese che andó incazzato da lui a
beccarlo si prese due sprangate in faccia. Poco dopo lei mi richiama per ringraziarmi per esserle stato amico; poi mi passa lui che mi propone degli assegni postdatati da 5 milioni, che erano sicurisssimi e copertissimi e che avrei pagato 4 milioni. Io all'epoca giravo con in tasca 10000 lire e non potevo certo permettermi alcunchè del genere, ma gli dissi che avrei chiesto a qualcuno (cosa che mi guardai bene dal fare). Pochi giorni dopo mi richiama lei per salutarmi perchè ritorna in Albania in attesa di sposarlo; mi chiede degli assegni e poi mi chiede se gli posso prestare soldi per il viaggio (al suo ritorno me li avrebbe certo restituiti); 200 mila lire. Le dico ok (sapendo che non li avrei certo riavuti), mi sembrava di aiutarla. Vado all'appuntamento, sgancio i soldi (presi dai pochi risparmi). Poco dopo arriva lui, lei gli fa capire che avevo sganciato; lui, contento, comincia a parlare con me delle nostre comuni conoscenze; poi salta fuori che coi miei soldi la sera sarebbero andati a fare la serata in discoteca... Perle ai porci, mi sono detto. Non li ho più rivisti. Spero solo che lei una volta in albania non sia più tornata.
Mi scuso per la lunghezza. Questi esempi non provano nulla. Io ho fatto ció che chiunque disinteressato avrebbe fatto, niente di che. Ma sono esperienze mie (non le uniche purtroppo), e, almeno per me, sono state istruttive e le tengo ben presente quando leggo libri e inchieste sull'argomento. E quando leggo le analisi di certi buonisti da salotto, mi vien da ridere.
Poi ognuno la veda come vuole, non sono certo io un maestro di vita...
Ad ogni modo vorrei ribadire una mia
opinione. Le prostitute hanno un interesse economico coi clienti; spillare soldi è il loro lavoro e le loro sceneggiate per impietosire sono in questo contesto. Che poi loro siano costrette a farlo o lo facciano spontaneamente, che siano sfruttate oppure no, per uno che subisce il loro comportamento cambia poco.
Il signor Ugo Piazza magari fa il bullo su ste cose e non è certo da prendere ad esempio...
Penso che al giorno d'oggi, per essere
buoni, bisogna anche essere
cattivi...
Ogni comodità ha un prezzo. La condizione dell'animale domestico si porta dietro quella della bestia da macello.
(Ernst Junger, Trattato del ribelle)