Madrugada ha scritto:Rispondo ancora a Zio.
Concordo con te sulla modernità (Foucault addirittura fa iniziare l'epoca moderna prima della scoperta dell'America, e poi in fondo si parla solo di etichette). Il mio concetto di estrema modernità nei confronti di Bosch voleva riferirsi alla forza comunicativa della sua pittura che, per quanto ricca di metafore del proprio tempo (e che a noi risultano criptiche o comunque non immediate), ha ancora un impatto incredibile dopo 500 anni (come tanta arte, letteratura, musica... certo).
P.S. Però troppo facile prendere a esempio Caravaggio.

Per l'arte non valgono le categorie ordinarie che usiamo -ad esempio- per la storia e altri campi logici. L'Arte da sempre ha scelto di fare a meno di ogni Logos, differenziandosi da ogni altra attività umana che opera su un pieno. Dovremmo ricordarcene anche quando, per comodità, parliamo di astratto e figurativo.
Di conseguenza in questi distinguo mi trovo più d'accordo con l'estremismo radicale (che in lui è una rarità assoluta) di zio.
Dai graffiti preistorici a Cattelan non corre alcun tempo: solo e sempre il tentativo di organizzare un vuoto non altrimenti dicibile. Tutto ciò che abbiamo scritto, detto, letto e pensato sopra, tendo a interpretarlo come una autodifesa del Logos e della Cultura di cui si fece promotore, per ristabilire il suo primato su ogni cosa.
Pretendere di dare intellegibilità all'opera d'Arte significa soltanto non sopportarne l'esistenza, la presenza.
Ciò detto, possiamo datare, nominare correnti, stili, tecniche e tutto ciò che vuoi, senza per questo dimenticare che si tratta di materiale appositivo di nessuna attinenza con l'oggetto di cui pretende di predicare alcunché, o, peggio, di conferire senso.
Se sei di scuola fiorentina questo discorso ti sembrerà un po' ostico.
Benvenuta tra coloro che amano l'Arte.