Candido, ovvero Il Vangelo secondo Blif (Episodio 3)
Bliffino, finalmente comunicato, si muove ormai con una certa confidenza in questo strano mondo confessionale:
crepa sempre di noia alle lezioni, ma annuisce, non si fa notare e partecipa alla terza possibilità di ritiro spirituale.
Che si concretizza in una pallosissima domenica di pioggia trascorsa in un desolante monastero di suore.
Catecumeni e genitori bivaccano abbandonati per ore in uno stanzone, mentre i catechisti confabulano a porte chiuse.
Di tanto in tanto, un prete giovane viene spedito fuori galvanizzare gli animi intonando canzoni appropriate.
Il tormentone della giornata è quel gran pezzullo di Symbolum 77
che si stampa a fuoco nei ricordi di Bliffino come la canzone dell'Amore Non Ricambiato, ovvero del Seduttore Indifferente
(il testo è cristallino: Tu sei la mia vita, altro io non ho [...] Non avrò paura, sai, se tu sei con me; io ti prego resta con me. [...]
fino a quando, io lo so, tu ritornerai [...] Tu sei la mia forza, altro io non ho [...] niente nella vita ci separerà.
So che la tua mano forte non mi lascerà).
Il tema del lutto in amore è doloroso, ma va pure affrontato, prima o poi. Canta che ti passa.
La confidenza di Bliffino è però mal riposta. Il Maligno lo beffa una seconda volta usando lo stesso trucco della prima:
una sera andando al catechismo in classe non c'è nessuno, nel palazzo nessuno, nell'oratorio nessuno, davanti alla chiesa nessuno...
Bliffino sente il verso dell'uccello padulo, ma ancora non ha imparato che, quando si sente la merda scivolare verso il ventilatore,
l'unica strategia è la fuga immediata.

L'errore si paga: qualcuno vede, qualcuno nota, qualcuno riferisce, qualcuno alza la voce.
Fortunatamente, anche questa volta la scomunica è scongiurata
Nel frattempo, ci si aspetta però che Bliffino prenda parte ai riti della comunità, per esempio confessandosi regolarmente.
Dal suo scarso entusiasmo in proposito, Blif Senior deduce comprensivo:
Eh, anch'io mi vergognavo a dire che mi facevo le seghe: mi sentivo debole e colpevole...
Strano a dirsi, Bliffino non si tocca ancora per un anno, e comunque passerà direttamente
dall'innocenza al corso di masturbazione progredita (No no, not guilt related masturbation: I teach advanced!).
La questione si risolve col rito abbreviato, patteggiando la confessione di reati minori (maltrattamenti alla sorella e ingiurie ai genitori).
Il che gli consente di barcamenarsi, anche se non lo libera dal senso di colpa e di sporcizia associato alla pratica della confessione.
Arriva l'estate e Bliffino viene finalmente tesserato all'oratorio, in modo che possa divertirsi e farsi degli amici anche fuori della scuola.
L'oratorio non è male: c'è un cortile di cemento con le sbarre, quattro palloni, una rete, un paio di porte e il fior fiore della teppa del Giambellino.
Rispetto al San Vittore, il San XXXX ha orari più flessibili, perché verso le 13 si torna a casa in libertà provvisoria.
Bliffino passa le mattinate imparando a fare l'imitazione della panchina e del vaso di gerani: neanche un prete per chiacchierar.
Be', non è vero: ogni tanto il prete giovane, ex-sessantottino, si fa vivo e galvanizza le teppe (pardon, le truppe)
ricordando loro che il senso della vita è fare un'esperienza di comunità e altre formule simili.
Solo al liceo, molti anni più tardi e con ben altri strumenti culturali,
Bliffino saprà classificarle nel filone del giussanesimo ortodosso preformigoniano.
Di tanto in tanto, i giovani leoni giuocano a baseball senza mazza:
uno tira la palla, un altro la colpisce col braccio e poi una trentina di disperati corrono lungo i bordi del cortile,
fermandosi chi in prima base, chi in seconda, chi in terza.
Probabilmente c'è una regola che dice quando correre e quando fermarsi,
ma non si sa bene chi la conosca, per cui ognuno fa un po' come gli pare.
Nel frattempo, i genitori di Bliffino attraversano una complessa vicenda spirituale,
che, passando per la parapsicologia, lo spiritismo, lo yoga, le religioni orientali e i gruppi di preghiera,
li riporta in seno a Santa Madre Chiesa. Questo implica una certa ripresa di pratica
e una certa (delicata) moral suasion sul nostro eroe.
Una sera, in montagna, lo mandano ad accompagnare Blif senior che va a confessarsi dal prevosto.
Si tratta in realtà di un raffinatissimo stratagemma psicologico: una volta in chiesa,
vedendo che il papà esce vivo e rinfrancato dalla confessione,
Bliffino avrà ormai superato la naturale barriera di soggezione e sarà felice di sottoporvisi egli pure.
Inconcepibilmente, il piano fallisce: appena Bliffino vede avvicinarsi il buon prevosto con la stola,
ricordando l'immortale scena del battesimo di Abacuc nell'Armata Brancaleone
https://www.youtube.com/watch?v=3Ir5hf7-2QI&t=40
Bliffino corre a rifugiarsi dietro la statua della Madonna Nera di Oropa, e poi si precipita lungo la navata, e via sulla balaustra.
Dopo un po' di tira e molla, il prevosto getta la spugna: per un battesimo forzato basta l'acqua,
per una confessione ci vogliono strumenti che ha lasciato in canonica (non potevano avvertirlo prima?).

Un giorno, a casa Blif suona il telefono.
Bliffino: Pronto
Voce: Pronto
Bliffino: Pronto!
Voce: Pronto
Bliffino: Sì, pronto: buon giorno!
Voce: Pronto
Bliffino: ... (mi stai prendendo per il culo perché sono un bambino...)
Voce: Pronto
Bliffino: Fa' 'n culo e riattacca.
Suona ancora il telefono. Risponde la mamma.
Mamma: Ah, buongiorno, Don XY. Mi dica..


Dopo quattro anni tormentati, finalmente si arriva al dunque: la Cresima.
Una domenica pomeriggio, alle 14, Bliffino si sdraia sul divano preparandosi a godersi le avventure di Flash Gordon sul pianeta Mongo.
Quand'ecco, con angoscioso orrore, si rende conto che oggi, fra le 9 e le 15 è la giornata di preparazione alla Cresima e
la famiglia intera se n'è beatamente dimenticata.
Fortuna vuole che la giornata non sia in un monastero sperduto sulle Alpi, ma in parrocchia dietro l'angolo.
In fretta e furia, scatta il piano B: la sorellina si è rotta la testa, siamo tornati appena il pronto soccorso l'ha dimessa, ed eccoci qui.
L'idea di vedersi sfuggire la meta all'ultimo momento riempie gli occhi di Bliffino di un terrore muto, che rende magistrale la sua interpretazione.

Il piano B funziona, e la settimana successiva Bliffino diventa ufficialmente Soldato di Cristo.
E' la fine di una piccola storia, raccontata da un cronista attento, piena di vento e furia, e che non significa nulla.
