Non sapevo neppure io. Ma tra l'80% e il 7% c'è un abisso. Bisognerebbe vedere se con un 30/40 o altra percentuale significativa sarebbe comunque conveniente. Certo, volendo pensar male, se applico un 7% io politico (in senso ampissimo del termine) incasserò un congruo riconoscimento (mazzetta o altra utilità), se applico un 50% magari no.SoTTO di nove ha scritto:Non sono informato su queste cifre ma ti rispondi da solo. Se applichiamo le tariffe di altri paesi non c'è convenienza (per chi viene a trivellare), ergo applichiamo una percentuale che convenga ad entrambi. Se fino a ieri credevo che fossimo idioti a chiedere poco oggi me ne spieghi il motivo (sempre che sia vero)bellavista ha scritto:ve lo traduco ancora, nella maggior parte degli impianti italiani, se si applicassero le royalties che vengono applicate negli altri paesi semplicemente non ci sarebbe la convenienza a venire a trivellare, quindi l'italia per il piacere estremo di avere qualcuno che ci trivella, il petroloio glielo da praticamente gratis. geniale no?
C'è da capire se conviene farli estrarre o meno, tutto qui.
Pro: royalties, posti di lavoro, indotto.
Contro: eventuali danni ambientali.
Ma non voglio pensar male, quindi presumo che il 7% sia l'importo massimo che i petrolieri si possono permettere per rendere conveniente l'estrazione del petrolio italiano e che i nostri politici hanno veramente a cuore l'occupazione generata dai siti estrattiferi.
Una valutazione seria si potrebbe fare solo conoscendo i dati reali: a quanto ammontano le royalties in soldoni? Quanto occupazione (diretta e sull'indotto) è stata generata? Quale l'impatto ambientale reale sul territorio e sull'ecosistema? Conoscendo questo ognuno potrebbe fare le proprie valutazioni; altrimenti sono solo speculazioni strumentali delle varie parti in causa.