



D'accordo, è un OT, ma è il primo che scrivo da quando sono iscritto al forum.
Sicuramente dell'argomento non vi frega un cazzo, ma con qualcuno ne devo pur parlare, tanto mi ronza nella testa...
Ieri il mio capo ha subito la più cocente delusione della sua (ormai lunga) carriera. Era in ballo per un posto di alta responsabilità , sarebbe in pratica diventato il n. 2 dell'azienda, con un aumento intorno al 30% del suo attuale stipendio, tradotto in soldoni circa 1500 testoni in più al mese. La cosa era data per scontata, gli si leggeva in faccia la soddisfazione, tanto che aveva già passato alcune consegne, ragionava già in altri termini, vedeva avvicinarsi (quello che riteneva) il giusto coronamento della sua lunga esperienza lavorativa.
Gli è stato preferito un altro, un esterno, più giovane, i motivi sono al momento oscuri; stamani è tornato mestamente in ufficio dando a vedere che non gliene frega un cazzo, ma tutti sanno che non è così...
Io da due anni e passa non lo sopporto più, lo ritengo un menefreghista, sia dal punto di vista professionale che da quello più strettamente umano; non sa impartire un ordine, non sa prendere una decisione, è un pavido, si nasconde dietro ai problemi invece di risolverli, si bea delle cazzate, a volte spettegola peggio di una comare, non sa valorizzare le persone capaci che collaborano con lui, in parole povere non sa lavorare e soprattutto non sa fare il capo.
Se gli affidavano l'incarico il lato positivo sarebbe stato quello di togliermelo dalle palle, di non rivederlo quasi più (avrebbe cambiato sede...), perció ero felice. Ma stamani, quando ho saputo che era stato trombato, l'aspetto etico ha preso il sopravvento: ben ti sta, povero pagliaccio! L'Italia è il paese dei quaqquaraqquà e del tengo famiglia, ma la vergogna di vederti "promosso" ce la siamo risparmiata... Ho riso di cuore e ho iniziato a lavorare.
Mi scuso per avervi tediato, ma quando ci vuole...



